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Attualità

Splendida apparizione: la cicogna bianca fa capolino in Salento

Un tempo nidificavano anche sui comignoli della Roma Imperiale, ma dal 1600 sono sparite dall’Italia, per poi iniziare a tornare lentamente dal Dopoguerra. Le foto dello spettacolare incontro

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Anche oggi ci giungono delle immagini che documentano la bellezza del Salento. A pochi passi da Lecce nei bacini della zona umida di San Cataldo frazione del capoluogo e Torre Chianca, tra la darsena e al Parco Rauccio, è possibile ammirare tra la miriade di uccelli tipici delle zone palustri anche un esemplare di una rara e splendida cicogna bianca. Foto bellissime immortalate dall’ambientalista Filippo Montinari e dalla sig.ra Mariella Poto nel pomeriggio del 28 maggio.


Ne dà notizia Giovanni D’Agata, de Lo Sportello dei Diritti: la cicogna è stata immortalata proprio durante una sessione di fotografia naturalistica, dedicata alla meravigliosa biodiversità che offre il parco di Rauccio, solitamente ricco in questa prima parte della bella stagione. Il maestoso uccello bianco e nero, arrivato in questi giorni dall’Africa per la migrazione primaverile, ha fatto rapidamente perdere le proprie tracce, dopo essere passato da un palo che sostiene i cavi dell’energia elettrica. In genere le cicogne in migrazione volano altissime ma non è chiaro se questo esemplare si sia allontanato dal punto di osservazione oppure abbia proseguito il proprio viaggio. Ciò che è certo è che si è trattato di un avvistamento raro e molto significativo.

 


La cicogna bianca (Ciconia ciconia) è un uccello di grandi dimensioni: dalla punta del becco alla punta della coda può essere lungo anche 110 cm, mentre l’apertura alare sfiora i 220 cm. Si nutre  prevalentemente di pesci, invertebrati palustri e rane, talvolta aggiunge alla sua dieta semi, bacche, lucertole e roditori. Abitualmente sverna in Africa, a sud del Sahara, e si dirige poi verso l’Europa per passarvi l’estate e nidificare. Le principali rotte di migrazione passano per lo stretto di Gibilterra o per il Bosforo. Durante il periodo di riproduzione le cicogne formano delle coppie solitarie. Solitamente la stessa coppia rimane insieme per tutta la stagione e delle volte anche per più di una. Se non intervengono fattori esterni di disturbo o la modifica dell’ambiente circostante una coppia può utilizzare lo stesso nido anche per parecchi anni. In Italia, in base ai dati citati dalla LIPU, attualmente si contano oltre 300 coppie nidificanti, principalmente al Nord, ma anche nel Meridione iniziano a esserci alcune popolazioni significative, come quella di Gela (Sicilia). Sono dati incoraggianti, tenendo presente che le cicogne, un tempo nidificanti anche nella Roma Imperiale, sparirono dallo Stivale attorno al 1.600. I primi avvistamenti del “ritorno” sono iniziati nel Dopoguerra e, grazie a progetti e centri di reintroduzione, come quelli di Racconigi (Cuneo), Fagagna (Udine), Parco Naturale del Mincio (Mantova) e altri, oggi questi maestosi uccelli stanno tornando a popolare il nostro Paese. Sono ormai diverse le regioni in cui è stata osservata la nidificazione della cicogna bianca. Tra quelle citate dalla LIPU vi sono “Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna. La cicogna bianca nidificava in Italia già ai tempi dei romani ma scomparve dal nostro territorio a partire dal XVII secolo. Il ritorno spontaneo della specie è registrato in Piemonte verso la fine degli anni cinquanta del ‘900. Negli ultimi anni si assiste a un lento ma costante incremento della popolazione nidificante in Italia. Norme nazionali e comunitarie ne tutelano l’esistenza e ne fanno una specie particolarmente protetta. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” un’altra prova dell’importanza del Salento nelle rotte migratorie anche dei grandi uccelli che si spostano da Sud a Nord per riprodursi e si fermano ormai con grande frequenza per far tappa nell’estremo lembo d’Italia.


Attualità

Meteo, da mezzanotte allerta arancione sul Salento

Protezione civile: “Per le prossime ore, un bollettino meteorologico con avverse previsioni e rischi di forti piogge, grandinate, vento e temporali…”

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La protezione civile, gestione emergenze, ha diramato, per le prossime ore, a partire da mezzanotte, un bollettino meteorologico con avverse previsioni e rischi di forti piogge, grandinate, vento e temporali.

Il bollettino recite: “Precipitazioni da sparse a diffuse, a prevalente carattere temporalesco specie sui settori meridionali, con quantitativi cumulati generalmente moderati, fino a puntualmente elevati;

Sparse, anche a carattere di rovescio o temporale, sui restanti settori, con quantitativi cumulati moderati.

I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità , frequente attività elettrica (fulmini), locali
grandinate e forti raffiche di vento“.

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Appuntamenti

INPS – Lecce, Rendiconto sociale

Presentazione domani nella sala convegni della Camera di commercio

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Sarà presentato domani (giovedì 16 ottobre, alle ore 9,30, nella sala convegni della Camera di Commercio) il Rendiconto sociale INPS – Lecce.

In programma i saluti istituzionali da parte del presidente della Camera di commercio Mario Vadrucci, del presidente della Provincia Stefano Minerva, del sindaco di Lecce Adriana Poli Bortone.

Introdurrà i lavori il presidente del comitato provinciale Inps di Lecce Massimo De Giorgi. A seguire la presentazione del Rendiconto da parte del direttore Inps di Lecce Giuseppe Garrisi.

Interverrà Davide Stasi, responsabile dell’Osservatorio Economico Aforisma School of Management” che ha condotto un’indagine socioeconomica sulla provincia di Lecce.

Sono previsti i contributi della presidente del Comitato regionale Inps di Puglia Nadia Polito e della direttrice regionale Inps di Puglia Benedetta Dito.

Dopo gli interventi delle parti sociali, concluderanno i lavori i componenti del consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) Angela Caracciolo e Franco Rampi.

Coordinerà gli interventi Antonio Tommasi, direttore provinciale vicario Inps di Lecce.

Il Rendiconto sociale è il più importante e dettagliato strumento con cui il consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) dell’Inps, nell’esercizio delle sue funzioni, mette a disposizione delle istituzioni e degli altri enti pubblici, delle parti sociali, degli istituti di ricerca e di istruzione e dei cittadini, un insieme di dati e informazioni che riguardano l’attività complessiva dell’Istituto nell’anno di riferimento, per quanto concerne sia le prestazioni erogate, sia gli elementi che attengono alla qualità e all’efficacia dei servizi nel rapporto con l’utenza, i cittadini e le imprese.

Sono raccolti i dati sociodemografici che caratterizzano il territorio, il numero e il valore delle prestazioni erogate dall’Istituto, come le pensioni, gli ammortizzatori sociali e gli altri interventi di sostegno alla famiglia e di inclusione sociale, l’andamento delle entrate contributive, la qualità del rapporto con l’utenza e il contenzioso.

Il Rendiconto sociale rappresenta anche un importante strumento attraverso cui il Civ esercita la funzione di vigilanza sull’attività dell’Istituto, nell’ottica che gli compete in quanto organo di rappresentanza delle parti sociali, dei lavoratori e delle imprese.

Anche le sedi regionali si dotano di un proprio rendiconto regionale, che rappresenta il valore creato dall’Istituto nelle regioni, attraverso dati e informazioni sul sistema di protezione sociale, in una logica di servizio al territorio e di colloquio con le comunità.

Dal 2022, inoltre, su iniziativa del consiglio di indirizzo e vigilanza, anche le sedi provinciali presentano i propri rendiconti provinciali, redatti dai comitati provinciali Inps, in collaborazione con le rispettive direzioni, ove si espongono i dati locali sui servizi dell’Istituto, destinati direttamente ai cittadini del territorio di riferimento.

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Attualità

«Lì non è come qui…»

Il racconto di Diana D’Agata, veterinaria salentina, costretta a vivere lontano da casa per veder riconosciuta la propria dignità di lavoratrice e uno stipendio consono. «Il Salento? Mi mancano il clima, il sole e il mare. Ma ci tornerò solo una volta in pensione»

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«A Lecce, un giorno di lavoro poteva anche valere la miseria di cinque euro, il costo di una prestazione sanitaria» ha raccontato al Corriere, la giovane veterinaria salentina Diana D’Agata (foto in alto, durante una sua vacanza in Salento).

Si è trasferita in Inghilterra nel 2015, per il momento si accontenta di circa 3mila sterline (poco meno di 3.500 euro) ma solo perché ha «deciso di calibrare l’orario di lavoro alle esigenze famigliari. Una casa da portare avanti, due figlioletti e un marito, per quanto fonte di gioia, restano un impegno non indifferente per una donna, madre e moglie».

«Quando sarà il momento», spiega la salentina, «potrò puntare ad uno stipendio anche molto più alto, fino a 60mila-80mila sterline, perché qui  al merito, all’impegno, soprattutto ai titoli di studio, di specializzazione, ai master, si dà molta importanza. Con rammarico devo dire che è un altro mondo, non solo rispetto a Lecce, ma credo pure in confronto al sistema italiano che non offre le stesse possibilità di crescita e affermazione professionale».

«In Salento», prosegue nel suo racconto al Corriere Diana D’Agata, «non avevo nemmeno un conto corrente, non avrei saputo che farmene, visti gli scarsi guadagni».

Invece, appena giunta in Inghilterra trovò subito un impiego nel settore del controllo della qualità delle carni.

Fu cooptata da un’agenzia interinale e spedita sul luogo di lavoro con un’ottima paga, affiancamento e telefonino di servizio. Cose… dell’altro mondo. Almeno per l’Italia!

«Quando era ancora a Lecce», ricorda la professionista, «lavoravo in un centro veterinario per pochi euro al giorno e, ovviamente, ero insoddisfatta con in mano una laurea. Ma non era colpa del mio datore di lavoro, quanto del sistema. Certo, in Italia il sistema è un freno per le carriere, per i giovani anzitutto. Manca spesso il riconoscimento del merito. Un veterinario può mai lavorare per cinque euro al giorno?».

Altra musica oltremanica: «Sono stata assunta in una clinica veterinaria. Mi pagano bene. Ho potuto scegliere l’orario di servizio e persino il giorno libero. Ovviamente la paga è commisurata alle ore lavorative che io ho facoltà di ampliare o diminuire quando voglio, in base alle mie necessità».

Ovviamente dell’Italia e del Salento, in particolare, le mancano «il clima, il sole, il mare. Ma qui lavoro e sono felice sono felice. Chi lo sa, una volta in pensione, forse, tornerò in Salento»

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