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Attualità

Tricase: i 400 anni della chiesa di Sant’Angelo

La chiesa fu costruita dove prima ne sorgeva una più piccola, matrice(m) per l’epigrafe dedicatoria del Gallone e parochialis per il verbale della visita apostolica…

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di Ercole Morciano


Correva l’anno 1624 quando fu aperta al culto la chiesa di San Michele Arcangelo, dai Tricasini detta semplicemente “Sant’Angelo”.


Lo afferma l’epigrafe in latino che si legge sull’ingresso principale fatta incidere dal committente, Cesare Gallone, figlio del barone Alessandro I e pertanto cadetto della famiglia feudale di Tricase.


La chiesa fu costruita sull’area dove prima ne sorgeva un’altra più piccola, dichiarata “matrice(m)” nell’epigrafe dedicatoria del Gallone e “parochialis” nel verbale della visita apostolica fatta dal vescovo Andrea Perebenedetti nel 1628. È il medesimo visitatore apostolico ad informarci che nella stessa area insisteva un “Coemeterium” per il quale egli ordinava che venisse ben delimitato rispetto alla strada pubblica con la quale confinava in modo che “locum sacro a prophano disiungat”.


Della chiesa, un vero gioiello dell’architettura sacra salentina del Seicento, così scrisse per primo Michele Paone pubblicando un saggio nel volume da lui curato “Tricase. (Studi e Documenti)”, Congedo, Galatina 1978, pp. 107-116: «Deliziosa costruzione che, isolata anche sui fianchi da fastidiosi innesti e da prosaici contatti, si eleva con una fiera, eppur amabile, grazia sulle casette che davanti a lei di discostano e si arretrano in un girotondo di cui essa, la chiesa costituisce il nucleo centrale, l’episodio protagonista e la causa prima di quella collettiva reverenza urbanistica».


Così egli la vedeva e descriveva con una prosa raffinata ed elegante, quasi poetica, anche se occorre dire, per amor del vero che il rispettoso arretramento interessa poche casette ma soprattutto palazzi di famiglie storiche tricasine: Aymone, De Nitto, Toma, Minerva ed altre.


La dolce, armonica “fierezza” dell’esterno, continua il Paone, «prosegue senza scarti all’interno con una esemplare coerenza che non esclude, che anzi valorizza ed esalta, la mirabile grazia della volta elegantemente lunettata e costonata con una nervosa articolazione grafica che riporta il pensiero alle volte a vela di ascendenza gotica».

L’altare maggiore barocco con la statua lapidea del titolare, la tela della Vergine bambina coi Santi Anna e Giocchino e quella di Sant’Oronzo, entrambe già pale dei due altari laterali rimossi nel secolo scorso per ampliare l’unica navata, la grande tela confraternale dell’Immacolata attribuita al Verrio, l’organo a canne seicentesco con le scene dipinte sulle formelle mistilinee della balaustra, costituiscono l’interessante patrimonio artistico all’interno della chiesa di Sant’Angelo, ben descritto nella “Guida di Tricase e frazioni” scritta da Vincenzo e Mario Peluso, edita da Congelo, Galatina, 2008, pp. 29-32.


Da aggiungere il crocifisso ligneo restaurato nel 1991 da Antonio Papa da Surano a spese della confraternita dell’Immacolata, per interessamento del padre spirituale don Paolo Congedi.


Era stato trasformato nel tempo in Cristo Morto per i riti del Venerdì Santo.


La chiesa, mancante di fastigio per circa 300 anni, fu completata, per volontà del principe Pietro Giovanni Battista Gallone (1855-1931) che fece sovrapporre sullo stemma di famiglia, già sormontato dall’elmo baronale, la corona principesca di cui il casato si poteva fregiare sin dal 1651.


Per ricordare l’evento si terrà un incontro pubblico presso la Chiesa di Sant’Angelo, venerdì 27 settembre, alle ore 20; relazionerà lo studioso Vincenzo Peluso, coautore della Guida di Tricase.


Interverranno il parroco don Gianluigi Marzo, direttore dell’Ufficio diocesano Beni Culturali, e il sindaco Antonio De Donno.


Attualità

Uova di tartaruga sul lido, zona in sicurezza in attesa dell’arrivo dei piccoli

Mamma Caretta Caretta ha depositato le uova su un lido a Pescoluse; il locale WWF ha provveduto a recintare la zona in attesa della schiusa che dovrebbe avvenire tra fine agosto e inizio settembre

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A Pescoluse, marina di Salve, sul Lido L’Arena bagnanti hanno assissitito allo spettacolo di una Caretta Caretta intenenta a depositare le sua uova sulla sabbia.

Lasciata tranquilla mamma tartaruga mentre faceva il suo e hanno avvertito il locale WWF che ha provveduto a mettere in sizurezza con un’apposita recinzione la zona in attesa dell’arrivo dei piccoli.

La schiusa dovrebbe avvenire entro 45 giorni da calcolare a partire dal 18 luglio data in cui la tartaruga ha depositato le uova.

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Attualità

Recuperati in mare pezzi di artiglieria del XVII e XVIII secolo

Quelli recuperati dai sommozzatori erano già stati oggetto di verifiche nelle scorse settimane e di un attento monitoraggio da parte dell’Ufficio Locale Marittimo di Ugento

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Importante ritrovamento nello specchio d’acqua salentino in prossimità della marina ugentina.

La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce ha diretto le operazioni di documentazione e di recupero di alcuni pezzi di artiglieria risalenti ai secoli XVII-XVIII.

Le attività, regolamentate dall’ordinanza della Capitaneria di Porto di Gallipoli, sono state effettuate dalla società ASPS Archaeo Services grazie al supporto della Guardia di Finanza, Sezione operativa navale di Gallipoli, II Nucleo Sommozzatori di Taranto.

I reperti, individuati e prontamente segnalati e monitorati da un residente nelle immediate prossimità del luogo di ritrovamento, erano già stati oggetto di verifiche nelle scorse settimane e di un attento monitoraggio da parte dell’Ufficio Locale Marittimo di Ugento, tempestivamente informato del ritrovamento.

Il recupero, oltre a scongiurare il rischio di danneggiamenti e trafugamenti, ha consentito l’acquisizione di dati

che saranno oggetto di un prossimo approfondimento, e ancora una volta evidenzia gli ottimi risultati raggiunti

grazie alla sinergia tra Enti e alla doverosa ma non scontata collaborazione dei cittadini.

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Attualità

Parlami di Gaza, Melpignano ha scelto di esserci

Domani, mercoledì 30 luglio, dalle 21, al palazzo Marchesale di Melpignano, serata intensa e necessaria con unas mostra itinerante che dà voce al popolo palestinese, tra diaspora e resistenza e racconta la Palestina di ieri, oggi e domani

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Approda nel Salento un evento che unisce arte, memoria e impegno civile.

Domani, mercoledì 30 luglio, dalle 21, al palazzo Marchesale di Melpignano, una serata intensa e necessaria: “Parlami di Gaza”, mostra itinerante che dà voce al popolo palestinese, tra diaspora e resistenza e racconta la Palestina di ieri, oggi e domani.

Un momento di testimonianza viva, per guardare oltre il silenzio e ascoltare la Palestina attraverso i racconti di chi ne porta ancora le ferite sulla pelle.

Le fotografie di Ahmad Jarboa, infermiere e fotografo sfollato dopo aver perso casa nei bombardamenti israeliani, offriranno uno sguardo potente sulla bellezza martoriata di Gaza.

La sua assenza fisica sarà colmata dalla forza delle immagini: scatti intimi, profondi, che attraversano dolore e speranza.

Darà voce all’anima spezzata di una terra Mervat Alramli, sceneggiatrice e scenografa nata nell’ospedale Al Shifa, oggi raso al suolo: interpreterà quattro testi scritti di suo pugno, tra cui “Tracce ed Aria”, dedicato alla memoria di un’infanzia rubata.

Le sue parole, cariche di nostalgia e dignità, saranno accompagnate dalla musica struggente di Mohammed Abusenjer, giovane musicista palestinese sopravvissuto all’ultimo genocidio e recentemente arrivato in Italia.

Con il suo oud, tra brani tradizionali e improvvisazioni, guiderà il pubblico in un viaggio sonoro attraverso la resistenza e la resilienza.

«Come giovani palestinesi di Gaza, in diaspora e non abbiamo deciso di continuare a farci portavoce di una ferita aperta da più di 77 anni. Attraverso l’arte e la musica, contribuiremo a smascherare il progetto di pulizia etnica in atto da parte dell’occupazione sionista. È ora di decolonizzare il pensiero occidentale, ricostruire Gaza e sostenere la sua popolazione», sostengono i tre artisti.

L’iniziativa, promossa da attivisti palestinesi in collaborazione con realtà italiane solidali, è anche occasione concreta per sostenere Gaza.

Durante l’evento sarà possibile acquistare le cartoline tratte dalle fotografie di Jarboa.

Melpignano sceglie così di esserci: dando spazio all’arte, alla verità, alla memoria.

«Perché», come sottolinea la sindaca di Melpignano Valentina Avantaggiato, «il genocidio non si combatte con l’indifferenza, ma con la scelta di ascoltare, raccontare e restare umani».

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