Cronaca
Autovelox messo fuori uso a colpi di fucile
È avvenuto sulla statale 101, lungo la Lecce – Gallipoli, all’altezza dello svincolo per Collemeto. Giovanni D’Agata (Sportello dei Diritti): «Ennesimo campanello d’allarme sulla percezione di questi strumenti, è il momento di cambiare…»

Ricorderete certamente Fleximen, l’incubo degli autovelox.
Una sorta di supereroe per tanti anche se di eroico aveva ben poco.
Bene, per certi versi, anche per le tante storture che vi abbiamo raccontato nel tempo, gli autovelox, seppur necessari, non piacciono neanche a noi.
Ci piace ancora meno quanto avvenuto sulla statale 101, lungo la Lecce – Gallipoli, al chilometro 14+940 in direzione nord, all’altezza dello svincolo per Collemeto (frazione di Galatina): degli energumeni hanno preso di mira il famigerato apparecchio per la rilevazione di velocità, mettendolo fuori uso con colpi di fucile.
A parte il gesto, davvero brutto, che ricorda vecchi blitz di stampo mafioso, resta un atto vandalico e perciò mai va giustificato.
Quello stesso autovelox, a quanto pare molto temuto, un anno fa era stato imbrattato con della vernice ed erano stati danneggiati flash e telecamera.
Come sottolinea Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, «Fermi restando la sicurezza stradale e la mobilità sostenibile, quanto avvenuto fa suonare l’ennesimo campanello d’allarme su quella che è la percezione di questi strumenti».
Per tutti continuano ad essere trappole infernali, piuttosto che deterrenti a velocità sconsiderate.
I tratti individuati dagli enti locali spesso sono strade non di loro competenza e il numero di multe consegnate a domicilio, in un momento in cui si dibatte sull’assenza di omologazione e sulla sanabilità di questo difetto pregiudiziale, li fanno più apparire come mezzi per far cassa.
I cittadini si sentono dei bancomat e questo causa reazioni spropositate che, comunque, sia beninteso restano ingiustificabili. Ecco perché, «anche alla luce del fatto che tali episodi, negli ultimi mesi, si sono intensificati su tutto il territorio nazionale», la proposta di D’Agata, «è forse giunta l’ora di ripensare tutto il sistema di rilevazione elettronica della velocità a partire da chi deve gestirli, escludendo completamente società private che, di certo, più che alla sicurezza hanno a cuore il profitto. E poi che sci sia garanzia di certezza delle rilevazioni da affidare a strumenti omologati, tarati e affidati esclusivamente a soggetti di diritto pubblico».
È proprio giunto il momento di cambiare…
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Cronaca
Spacciatori stanati col georadar
Due arresti in flagranza, una denuncia a piede libero e oltre venti chilogrammi di droga sequestrati. Tutti i particolari dell’operazione “Pit Bull”

I particolari della maxioperazione antidroga denominata “Pitt Bull” e di cui vi abbiamo dato conto ieri e condotta nel Sud Salento dai Carabinieri del Comando Provinciale di Lecce con il supporto dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Puglia”, del Nucleo Cinofili di Modugno (Ba) e militari dell’11° Reggimento “Puglia”.
L’operazione ha colpito nodi strategici delle reti criminali attive sul territorio.
Nel corso dell’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 18 persone, indagate a vario titolo per associazione per delinquere finalizzata al traffico e alla detenzione illecita di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, lesioni personali aggravate, tentata estorsione, ricettazione e detenzione abusiva di armi, con l’aggravante del metodo mafioso, i militari dell’Arma hanno condotto perquisizioni domiciliari ottenendo risultati significativi.
L’operazione denominata “Pit Bull”, a testimonianza della pericolosità e dell’aggressività dell’organizzazione criminale nel territorio salentino, ha rappresentato un colpo importante alle reti criminali locali.
A Taviano, in casa di un 50nne, i carabinieri hanno trovato nascosti in due borsoni, occultati vicino al muro di cinta esterno dell’abitazione, 11 chili marijuana, 7 chili di hashish e quasi un chilo di cocaina.
A Melissano, invece, un 25nne è stato sorpreso con 55 grammi di cocaina già suddivisa in dosi, contenuti in un borsello che ha tentato di disfarsi alla vista dei militari dell’Arma.
Nell’abitazione sono stati rinvenuti anche quasi mille euro in contanti presumibilmente provento di una possibile attività di spaccio e materiale per il confezionamento.
Una donna di 49 anni di Taviano è stata segnalata alla Procura della Repubblica di Lecce dopo che i militari hanno trovato nella sua casa un birillo (una dose) di cocaina, 7.500 euro in contanti e appunti ritenuti riconducibili alla contabilità di un a presunta attività di spaccio.
Un 46nne di Racale, invece, è stato segnalato alla Prefettura come assuntore, essendo stato trovato in possesso di una dose di hashish.
L’AIUTO DEL GEORADAR
Determinante si è rivelato l’impiego del georadar, strumento capace di rilevare anomalie nel sottosuolo senza la necessità di scavi.
Grazie a questa tecnologia, i carabinieri dello Squadrone Eliportato Cacciatori di “Puglia” hanno individuato nascondigli, depositi e intercapedini sotterranee, rendendo più efficace l’attività di ricerca.
La mappatura rapida e precisa delle abitazioni ha permesso di rafforzare l’azione investigativa, confermando il georadar alleato prezioso nella lotta alla criminalità organizzata.
In totale, l’operazione ha portato al sequestro di oltre 20 chili di sostanze stupefacenti, con due arresti, una denuncia e una segnalazione amministrativa.
Un risultato che segna un nuovo colpo alla rete criminale radicata nel territorio del Sud Salento.
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Cronaca
Portavano droga in Salento, due arresti
Operazione della Polizia di Stato che sequestra quasi 18 kg di cocaina nascosti in doppi fondi nel bagagliaio dell’auto

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Una brillante operazione antidroga, portata a termine dalla Polizia di Stato con il coordinamento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari, ha consentito di infliggere un duro colpo al traffico di stupefacenti in Puglia, portando all’arresto di due persone (un cittadino pregiudicato di origini albanesi di 40nne e una donna di 52 anni) e al sequestro di un ingente quantitativo di cocaina, armi e strumenti per il confezionamento.
Gli investigatori della Squadra Mobile di Lecce, impegnati da tempo in un’attività di osservazione e pedinamento, hanno intercettato un’autovettura sospetta che, secondo le informazioni raccolte, avrebbe dovuto trasportare droga destinata al mercato leccese.
Il controllo, effettuato lungo la SS 613 in prossimità di Lecce, ha permesso di scoprire la presenza di doppifondi artigianali con apertura meccanica, accuratamente ricavati sotto i sedili anteriori, chiaro segno di un organizzato sistema di trasporto di sostanze illecite.
Le indagini si sono così estese a un’abitazione e a un garage di Altamura, luogo di residenza dei fermati, dove gli agenti, con il supporto della Squadra Mobile di Bari e del personale del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Gravina di Puglia, hanno rinvenuto un ingente quantitativo di stupefacente.
Complessivamente sono stati sequestrati oltre 17 chili e 400 grammi di cocaina, confezionata in panetti e buste sottovuoto, oltre a una pistola semiautomatica calibro 9×19 con caricatori e munizioni.
Nel corso delle perquisizioni sono stati inoltre recuperati strumenti per il confezionamento della droga, tra cui una pressa in metallo, una macchina per il sottovuoto e numerosi materiali di imballaggio.
Secondo le prime stime, la sostanza sequestrata, una volta immessa sul mercato, avrebbe potuto fruttare diversi milioni di euro, alimentando le piazze di spaccio dell’intera regione.
Gli arrestati sono stati tradotti presso gli istituti penitenziari competenti, mentre la droga, le armi e le autovetture modificate con i doppi fondi sono state sottoposte a sequestro giudiziario.
L’operazione, condotta dalla Squadra Mobile di Lecce con il supporto del Commissariato di P.S. di Gravina in Puglia e della Squadra Mobile di Bari, rappresenta un ulteriore segnale della costante attenzione della Polizia di Stato nella lotta al narcotraffico, confermando l’impegno nel contrasto al fenomeno della droga, a tutela della sicurezza e della salute pubblica.
Cronaca
Parte il primo censimento ufficiale degli autovelox
D’ora in poi Polizia, Carabinieri, Comuni e Province, avranno 60 giorni per registrare gli autovelox sulla piattaforma telematica del Mit, pena l’annullamento delle multe…

Da stamattina parte il primo «censimento» ufficiale degli autovelox in Italia.
D’ora in poi Polizia, Carabinieri, Comuni e Province avranno 60 giorni per registrare gli autovelox sulla piattaforma telematica del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit), accessibile dal Portale dell’Automobilista, pena l’annullamento delle multe.
E’ stato emanato ieri, un decreto ministeriale del MIT, per fare luce sull’annosa questione, quella di certificare quanti sono davvero gli apparecchi utilizzati per rilevare le infrazioni.
Dal 30 novembre se un autovelox non verrà registrato, non potrà più essere usato per fare multe.
Resta inevaso il dubbio sulla omologazione degli apparecchi: la Cassazione ha più volte chiarito che «omologazione» e «approvazione» non sono sinonimi, ma due procedure distinte ed entrambe indispensabili.
L’accusa verso molti Comuni è quella di utilizzare queste macchine come strumenti per fare cassa, nonostante le autorizzazioni passino prima dalle prefetture.
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