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Cronaca

Ingerenza della criminalità organizzata, incandidabili i tre ex sindaci di Neviano

Silvana Cafaro, Fiorella Mastria, e Antonio Megha non potranno candidarsi alle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali

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Il Tribunale civile di Lecce ha accolto il ricorso del Ministero dell’Interno ed ha dichiarato incandidabili tre ex sindaci di Neviano, comune già sciolto per infiltrazioni mafiose con decreto del Presidente della Repubblica il 5 agosto del 2022.


Per questo gli ex sindaci Silvana Cafaro, Fiorella Mastria, e Antonio Megha non potranno candidarsi alle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali.


Rese note anche le motivazioni: «Per tutti e tre i resistenti sono stati evidenziati gli strettissimi legami con soggetti mafiosi, tutti e tre si sono avvalsi dell’aiuto degli esponenti del clan Coluccia nell’ambito della campagna elettorale, tutti e tre con condotte attive e omissive hanno piegato e permeato la volontà dell’ente a logiche personalistiche di soggetti pluripregiudicati, affiliati al sodalizio mafioso».


Fiorella Mastria, ultima sindaca di Neviano


All’epoca dei fatti Fiorella Mastria era capo della giunta e sarebbe poi arrivata ad indossare la fascia tricolore della madre (Silvana Cafaro) che sedeva prima di lei sulla poltrona di primo cittadino.


L’altro ex sindaco, Antonio Megha, invece era consigliere comunale e assessore alla Cultura.

Per Megha la vicenda giudiziari avrà anche un seguito penale e dovrà rispondere di scambio elettorale politico-mafioso nel processo di primo grado col rito ordinario nell’ambito dell’inchiesta “Insidia”.


Giusto sottolineare che i tre imputati hanno ancora l’opportunità di impugnare la sentenza e la non candidabilità diverrà effettiva solo in caso di sentenza definitiva.


Il dispositivo i giudici della prima sezione civile del Tribunale parla di “anomalie”: come quella che riguarda Silvana Cafaro ed «il sistematico ricorso alla promessa di utilità in cambio di voti, che ha connotato l’intera campagna elettorale gestita in favore della figlia e della lista da quest’ultima capeggiata. Per madre e figlia niente processo penale solo perché le intercettazioni sono inutilizzabili in quanto disposte per fatti diversi e con i quali non ci sarebbero stati profili di connessione.


Nell’ambito degli appalti pubblici, inoltre, nel provvedimento si evidenzia il rapporto avuto dalla Cafaro con un imprenditore storicamente molto vicino al clan e di come nonostante le censure dell’autorità giudiziaria, le imprese di quest’ultimo abbiano continuato a ottenere lavori su affidamento diretto.


Come pure, secondo i giudici, illegittime sarebbero state le licenze rilasciate dalla ex sindaca per l’esercizio delle attività di somministrazione di alimenti e bevande di alcuni bar per l’installazione di apparecchi da gioco e rispetto alle quali non avrebbe poi vigilato la figlia quando eletta: «Anche in questo settore si registra una sostanziale mancanza di controlli sui requisiti professionali e morali dei richiedenti la licenza finalizzata alla gestione di esercizi commerciali e un favoritismo nei confronti dei soggetti legati alla criminalità organizzata, i quali hanno ottenuto le licenze ed hanno continuato a svolgere attività commerciale in maniera indebita».


Cronaca

Si ubriaca e picchia moglie e figli, arrestato

Violenza di genere e maltrattamenti aggravati. Il marito violento, si ubriacava e colpiva la moglie minacciando di aggredirla con coltelli e cacciaviti; poi se la prendeva con i figli, minorenni, tanto che il fratello maggiore ha dovuto fare scudo alla sorellina

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La Polizia di Stato a Lecce su richiesta della locale Procura della Repubblica ha tratto in arresto un uomo di 37 anni, per maltrattamenti aggravati contro i familiari.

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Lecce e condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Lecce, ha consentito di individuare specifiche responsabilità dopo un’intensa attività investigativa sviluppata a seguito della denuncia della vittima.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’indagato sarebbe stato protagonista di una molteplice serie di azioni violente ai danni della moglie e dei suoi due figli minori.

Dall’attività svolta è emerso un marito violento, che vive di lavori saltuari, lasciandosi mantenere dalla moglie e che, non solo non contribuisce alle spese domestiche, ma si appropria dello stipendio della donna, dedicandosi all’alcool di cui abusa.

Senza contare i comportamenti violenti, che illustrano una forte aggressività, posto che l’uomo, quando è ubriaco, non solo colpisce la moglie e minaccia anche di aggredirla con coltelli e cacciaviti, ma dirige la propria aggressività contro i figli minori tanto che, il fratello maggiore, abituato ad essere percosso, in una circostanza, avrebbe anche protetto la sorellina, dalle azioni del padre.

L’attività degli investigatori della Polizia di Stato ha permesso in tempi rapidi di individuare specifiche responsabilità penali e interrompere il clima di violenza dilagante nel predetto ambito familiare.

L’uomo è stato rintracciato alle prime ore dell’alba e, dopo le formalità di rito, tradotto presso la casa circondariale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Con questo intervento la Polizia di Stato conferma l’impegno costante nel contrasto ai reati di genere e contro la persona, garantendo nel modo più efficace possibile, la tutela delle vittime più fragili.

 

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Cronaca

Lei cerca casa, lui la violenta

Stupro ai danni di una ventenne a Galatina. Ha subito violenza da un uomo di 48 anni che si era offerto di aiutarla. L’uomo ora è indagato per violenza sessuale, sequestro di persona e rapina

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Nella giornata dedicata alla lotta contro la violenza di genere, corre l’obbligo di puntare i riflettori ancora una volta su un episodio di abuso avvenuto in provincia di Lecce.

Nell’attività svolta dalla Questura di Lecce sotto il profilo della prevenzione e della repressione del fenomeno sono in netta crescita i che ha visto l’emissione di 95 ammonimenti da parte del Questore nell’anno corrente.

L’ultimo episodio in ordine riguarda la vicenda di violenza sessuale subita da una ventenne residente a Galatina.

La giovane si è presentata presso gli Uffici del Commissariato di Galatina raccontando di aver subito violenza sessuale ad opera di uno sconosciuto.

I poliziotti hanno accompagnato immediatamente la ragazza presso l’Ospedale di Galatina dove è stata presa in cura dai sanitari che hanno attivato il protocollo previsto per casi di violenza.

La mattina seguente, a dimissioni avvenute, la malcapitata ha presentato querela presso gli uffici della Squadra di Polizia Giudiziaria e ha raccontato di aver cercato casa per le vie del centro storico di Galatina.

Nell’occasione, sarebbe stata avvicinata da un uomo che con una banale domanda dapprima l’ha approcciata, carpendone alcune iniziali informazioni, poi si è reso disponibile ad aiutare la denunciante riferendo di avere a disposizione, nella casa dove viveva con gli anziani genitori ed un nipote, una stanza libera, dicendo alla ragazza che i suoi genitori sarebbero stati felici di conoscerla anche subito.

I due si sono incamminati verso tale abitazione dove però la giovane, una volta entrata, ha avuto l’amara sorpresa di non trovare altre persone.

L’uomo dopo aver chiuso a chiave la porta e trattenuto con sé la chiave, sotto la minaccia di male fisico e dopo averle sequestrato anche il cellulare, ha abusato di lei.

Gli investigatori, dalla descrizione dell’uomo e dei luoghi, hanno subito nutrito sospetti verso un 48nne, già noto alle forze dell’ordine, sottoposto alla detenzione alla pena della detenzione domiciliare.

Sono stati individuati e acquisite registrazioni di impianti di videosorveglianza utili alle indagini e dalla cui visione si è giunti all’autore delle violenze.

Alla luce degli elementi emersi a suo carico, il Tribunale di Sorveglianza ha sospeso la misura alternativa ordinando l’immediato accompagnamento dell’arrestato presso il carcere di Borgo San Nicola.

Attualmente il 48nne è indagato per violenza sessuale, sequestro di persona e rapina, nonché resistenza e minaccia a Pubblico Ufficiale, visto che ha assunto comportamenti tali da ostacolare di fatto l’esecuzione minacciando gli operanti e opponendosi all’esecuzione dell’arresto.

*immagine in lato di repertorio

 

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Cronaca

Neonato positivo alla cocaina alla nascita, tolto ai genitori

Il piccolo, nato lo scorso 17 ottobre, presentava tremori sospetti alla nascita, subito dopo il parto è stato ricoverato e tenuto sotto osservazione nel reparto di Neonatologia… 

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Il Tribunale per i minorenni di Lecce dispone l’affidamento provvisorio a dei parenti di un neonato trovato positivo alla cocaina., dopo i test tossicologici.

Ora si cercherà di capire, coadiuvati dai servizi sociali, se i genitori sono idonei a far crescere il piccolo con loro.

Il piccolo, nato a Lecce al “Vito Fazzi”, lo scorso 17 ottobre, presentava tremori sospetti alla nascita, subito dopo il parto è stato ricoverato e tenuto sotto osservazione nel reparto di Neonatologia. 

Dopo settimane di controlli, ritenuto il bimbo ormai fuori pericolo, è stato dimesso ed affidato ai parenti.

A destare preoccupazione nel personale medico, al momento della nascita, erano stati i tremori sospetti del piccolo, la madre, invece, era risultata negativa.

I sanitari non escludono che la donna sia potuta entrare in contatto con la cocaina diversi giorni prima del parto, questo avrebbe permesso di annullarne le tracce, mentre sarebbero rimaste nel corpo del neonato.

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