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Cronaca

La verità sulla foto hot del Riobo

David Cicchella sul suo blog: «I fatti sono avvenuti all’esterno. La foto è stata riflessa e la scritta “Riobo” risulta ruotata. Deve cessare ogni tipo di critica sul nome della discoteca, emblema di divertimento nel totale rispetto delle leggi»

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Ormai da giorni, una foto che ha come protagonisti due giovani intenti a consumare i propri piaceri sotto la luminosa scritta Riobo sta circolando continuamente sul web, «divenendo», ha scritto sul suo blog David Cicchella, «oggetto di critiche e offese ai due ragazzi e alla discoteca, che da anni ci impegnamo a far essere quello che ora è».

Riconoscendo che «l’azione dei due giovani necessita assolutamente di essere discussa in altre sedi», Cicchella sottolinea come «quello alla privacy sia un diritto di tutti e come nessuno debba sentirsi legittimato a violarlo, se pur con lo scopo di fare ironia. Le normative riguardanti la privacy sono state pensate per salvaguardare e tutelare la sfera privata del singolo individuo, impedendo che qualsiasi tipo di informazione personale siano propagandate senza l’autorizzazione dell’interessato e che soggetti terzi si intromettano nella sfera privata».


Detto che la foto è stata scattata praticamente in aperta campagna e non certo in una abitazione privata, riguardo ad eventuali responsabilità della discoteca gallipolina, Cicchella ci tiene comunque a rimarcare che «il Riobo vieta, come deve essere, lo svolgimento di atti sessuali in tutti i suoi locali, inclusi i bagni, con un’ordinanza emanata anni fa, che assume maggiore validità e concretezza in questa fase in cui i controlli sono ancora più ferrati».

Tuttavia i due giovani si trovavano alle spalle dell’insegna, dunque in un territorio il cui possesso non è nelle mani della discoteca, «pertanto l’azione, grave, non deve essere associata al nome del Riobo, punito ingiustamente da slogan quali “Riosbo”, per i quali potrebbero essere presi i giusti provvedimenti, data un’evidente diffamazione».

Cicchella poi punta il dito contro l’autore dello scatto che «ha volutamente ruotato la foto, facendo credere che questa sia stata scattata all’interno del locale». In realtà se si osserva attentamente la foto originale si può notare come questa sia stata riflessa e «la scritta “Riobo” sia stata evidentemente ruotata (basti osservare le luci che si intravedono alle spalle)». Il gesto dei ragazzi sarà discussione di persone competenti ma su una cosa Cicchella non ha dubbi: «Intanto deve cessare ogni tipo di critica sul nome della discoteca, emblema di divertimento nel totale rispetto delle leggi».


Cronaca

Smantellato laboratorio clandestino di fuochi d’artificio

Nel locale, gli Artificieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Lecce hanno accertato una situazione potenzialmente estremamente pericolosa, dovuta alla presenza di polveri e sostanze caratterizzate da elevata volatilità ed estrema infiammabilità, conservate in modo del tutto inidoneo

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I Carabinieri del NOR hanno tratto in arresto in flagranza di reato un uomo di 55 anni, residente a Monteroni di Lecce, già noto, ritenuto responsabile del reato di illecita detenzione di materiale esplosivo artigianale.

L’attività si pone in linea di continuità con i recenti risultati conseguiti nel territorio salentino, tra cui il sequestro effettuato nei giorni scorsi a Scorrano, dove i Carabinieri hanno rinvenuto circa mezza tonnellata di artifizi pirotecnici illegali, alcuni dei quali non classificati, manomessi e alterati, occultati all’interno di un garage in area urbana.

Nel corso di una perquisizione domiciliare presso l’abitazione del 55enne, effettuata nella mattinata del 24 dicembre, i militari hanno rinvenuto un laboratorio artigianale clandestino, destinato alla realizzazione di materiale esplodente e ubicato nel pieno centro abitato. 

La scena presentatasi agli operanti lasciava chiaramente intendere la presenza di un laboratorio in piena attività, con sostanze, materiali e attrezzature pronti per la lavorazione, circostanza che ha fatto immediatamente emergere un quadro di elevato rischio operativo e di serio allarme per la sicurezza pubblica.

Nel locale, gli Artificieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Lecce hanno accertato una situazione potenzialmente estremamente pericolosa, dovuta alla presenza di polveri e sostanze caratterizzate da elevata volatilità ed estrema infiammabilità, conservate in modo del tutto inidoneo.

In particolare, sono state rinvenute sostanze precursori quali polvere di alluminio, nitrato e perclorato di potassio, la cui miscelazione consente di ottenere composti esplodenti artigianali.

Secondo quanto rilevato dagli Artificieri dell’Arma, la conservazione di tali miscele all’interno di un ambiente chiuso, privo delle necessarie condizioni di sicurezza e con modalità del tutto improprie, le rende soggette a variazioni fisiche e chimiche tali da aumentarne sensibilmente l’instabilità e, conseguentemente, il livello di rischio. Anche il minimo attrito, urto o innesco accidentale avrebbe potuto determinare una reazione improvvisa, con conseguenze gravissime non solo per l’occupante dell’immobile ma anche per le abitazioni circostanti e per l’intero quartiere.

Al termine delle attività sono stati sottoposti a sequestro complessivamente circa 600 chilogrammi di materiale pirotecnico, dei quali oltre due quintali costituiti da materiale esplodente non classificato, nonché 60 chilogrammi di sostanze utilizzabili come precursori per la produzione di esplosivi pirotecnici.

Il Pubblico Ministero di turno ha disposto la misura degli arresti domiciliari in attesa della convalida dell’arresto. 

Nel settore dei cosiddetti “botti illegali”, infatti, non è mai agevole risalire alla figura del cosiddetto “maker”, ossia del soggetto che materialmente realizza gli ordigni, poiché la filiera è spesso frammentata e caratterizzata da elevata clandestinità. Si tratta del primo caso in Salento in cui, nonostante i frequenti sequestri di materiale esplodente illegale effettuati negli ultimi anni, l’attività di contrasto ha consentito di individuare e smantellare un intero laboratorio di produzione.

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Cronaca

Taurisano, rubato il Gesù bambino dal Presepe

E’ successo tutto nella notte della vigilia di Natale…

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Natale non è Natale senza Gesù Bambino.

Questo avrà pensato il benpensante quando ha portato via la statuina del Bambino Gesù dal presepe allestito in piazza Castello, dalla curia e don Gionatan, un’opera realizzata con materiali di riciclo.

E’ successo tutto nella notte della vigilia di Natale. 

Ad accorgersene è stato il parroco, don Gionatan De Marco, che ha affisso un cartello accanto al presepe: “C’è tanto bisogno di Gesù, siamo contenti che qualcuno se lo sia portato a casa!“. 

Un messaggio ironico, che fa pensare ma che porta alla riflessione e alla vergogna.

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Cronaca

Tragica viglia di Natale per un ottantenne

Il conducente dell’altra auto coinvolta, un 19enne, non ha riportato ferite gravi…

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Tragica vigilia di Natale a Leverano. Uno scontro tra due auto a causato il decesso di un uomo del posto di 80 anni.

Le auto coinvolte sono Mercedes e una Opel Corsa, sulla quale viaggiava un uomo di 80 anni.

Una volta arrivati i mezzi di soccorso del 118 e i Vigili del Fuoco, hanno tentato invano di rianimare l’uomo ma hanno dovuto constatarne il decesso.

Il conducente dell’altra auto coinvolta, un 19enne di Leverano, non ha riportato ferite gravi, anche se è rimasto scioccato da quanto accaduto.

I Carabinieri del luogo sono intervenuti per accertare le cause e capire la dinamica dell’impatto.

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