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Cronaca

Mafia, operazione “La Svolta 2.0”: 23 arresti nel Basso Salento

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Stamane, al termine di una complessa attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Lecce e condotta dal nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale collaborato dalla sezione operativa del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di casarano, i militari del comando provinciale di Lecce hanno eseguito 23 provvedimenti cautelari, emessi dal gip Presso il tribunale di Lecce(dr. Sergio Mario Tosi) su richiesta della locale Dda (dr. Guglielmo Cataldi e d.Ssa Maria Vallefuoco), di cui: 8 in carcere e 15 arresti domiciliari, nei confronti di altrettanti soggetti indagati a vario titolo per
“associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti”,
“concorso in duplice tentato omicidio”,
“porto e detenzione abusiva di armi”,
“detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti”, “estorsione” e “tentata estorsione”.
L’odierna esecuzione e’ l’epilogo dell’attivita’ investigativa che, in data 26.07.2018, porto’ i carabinieri del nucleo investigativo ad eseguire dieci fermi nei confronti di dieci degli odierni indagati, in seguito all’omicidio del giovane Fasano Francesco Luigi.
I fermi venivano emessi nei confronti di Manni Daniele, Rizzo Angelo, Manni Maicol Andrea, Manni Luciano, Manni Biagio, Bevilacqua Pietro, Rimo Luca, Piscopiello Luca e Vantaggiato Gianni e Librando Antonio che rispondevano tutti del delitto di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, i primi due inoltre dell’omicidio di fasano francesco luigi e solo manni daniele, in concorso con altri non identificati, del tentato omicidio in danno di Bevilacqua Pietro e Fasano Francesco Luigi.
Le operazioni hanno avuto inizio alle prime luci dell’alba, con il supporto di un elicottero del 6° nec di bari, di 2 unità cinofile del nucleo cinofili carabinieri di modugno (ba) e dello squadrone eliportato “cacciatori” di puglia, per un totale di 120 unità e 70 mezzi nei confronti di:





Ordinanze di custodia cautelare in carcere:
Bevilacqua Rocco





inteso “fettina”, nato a casarano (le) cl. 1990
Caputo Salvatore inteso “u nanu”, nato a Casarano, cl. 1977
Stefanelli Paolo inteso “Mangione”, nato a Tricase, cl. 1981
Bevilacqua Antonio inteso “fettina”, nato a Casarano, cl. 1958;
Librando Ferdinando nato a Borgomanero (No) cl. 1966;
Manni Luciano inteso “Barbetta”, nato a Melissano, cl. 1952;
Manni Maicol andrea nato a Casarano, cl. 1991;
Rizzo Angelo nato a Nardò, cl. 1995;

Arresti domiciliari:
Caputo Diego Antonio, nato a Casarano, cl. 1995;
Caputo Paola, nata a Hilden, cl. 1982;
Causo Fabio Antonio, nato a Melissano, cl. 1956;
Cazzato Matteo, nato a Gagliano del Capo, cl. 1991;
Cazzato Rosario, nato a Melissano cl. 1961;
Ciurlia Stefano, nato a Tricase, cl. 1978;
Micaletto Natashia, nata a Casarano cl. 1982
Pizzi Giuliano inteso “Tigna”, nato a ugento (le) cl. 1960;
Pizzolante Gianluca, nato a Ugento cl. 1975;
Scorrano Ottavio Salvatore, nato a Casarano, cl. 1985;
Spennato Caterina, nata a Casarano cl. 1992;
Stamerra Beniamino, nato a Muri (CH) cl. 1984;
Tarantino Luca inteso “Quartara”, nato in Svizzera cl. 1982;
Vacca Vito Paolo, nato a Casarano, cl. 1995;
Venosa Tommasa Isabella, nata a Gallipoli cl. 1980.

L’indagine, nell’ambito della quale risultano indagati complessivamente 30 soggetti, è stata condotta dal nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale collaborato dal nucleo operativo della compagnia di casarano dal marzo 2018.
L’operazione “la svolta 2.0”, costituisce lo sviluppo di una complessa, intensa e tempestiva attività di indagine dalla straordinaria importanza tesa a individuare e tracciare esattamente l’organigramma associativo dei sodali di questa organizzazione operante nella città di melissano e comuni limitrofi, per poi disarticolarla definitivamente una volta individuati gli elementi di reita’ in capo agli stessi.





I fatti nel comunicato dei carabinieri:





LA GENESI DELL’INDAGINE È DA INDIVIDUARSI NEI DUE EPISODI DI SANGUE CHE HANNO INTERESSATO LA CITTADINA DI MELISSANO IN DATA 21.03.2018, CON L’OMICIDIO DI CESARI MANUELE (DI FATTO DECEDUTO, DOPO LA SUA GAMBIZZAZIONE, IN DATA 27.03.2018 DOPO UNA DEGENZA IN OSPEDALE DURATA 6 GIORNI) ED IN DATA 24.07.2018, CON L’EFFERATO OMICIDIO DI FASANO FRANCESCO LUIGI; EPISODI SEGNATI IN MANIERA RISOLUTIVA DALLA FRATTURA INTERNA AL CLAN CAPEGGIATO DAI GEMELLI LIBRANDO ANTONIO E FERDINANDO, MATURATA NELL’AMBITO DELLA SPARTIZIONE PER IL CONTROLLO DEL TRAFFICO ILLECITO DEGLI STUPEFACENTI SUL TERRITORIO DI RIFERIMENTO E CHE NE COSTITUIVA IL SUO “CORE BUSINESS”. LE RISULTANZE INVESTIGATIVE HANNO EVIDENZIATO LA SCISSIONE DELLA COMPAGINE MELISSANESE, FINO AD ALLORA ANCORATA DA CESARI MANUELE CHE, IN SEGUITO ALLA SUA MORTE, CON IL TEMPO ED I CONTRASTI TRA I SODALI, HA PORTATO ALLA CREAZIONE DI DUE FAZIONI/GRUPPI PERSISTENTI CON CONSEGUENTE RIORGANIZZAZIONE DI DUE CONSORTERIE CRIMINALI; NELLO SPECIFICO IL GRUPPO “BARBETTA”(COSTITUITO DA MANNI LUCIANO E I FIGLI DANIELE E MAICOL ANDREA)  SI CONTRAPPONE A QUELLO DI BEVILACQUA PIETRO E MANNI BIAGIO,LEGATE COMUNQUE ALL’EGEMONE FAMIGLIA LIBRANDO. 





DURANTE “IL RIASSETTO”, IL GIOVANISSIMO FASANO FRANCESCO LUIGI È RIMASTO LEGATO ALLA FAMIGLIA BEVILACQUA, IN VIRTÙ DI UNA STORICA AMICIZIA CON QUEST’ULTIMO SIN DAI TEMPI DELL’INFANZIA. 





L’ATTIVITÀ TECNICO-INVESTIGATIVA HA CONSENTITO DI DOCUMENTARE L’ATTUALITÀ E L’ESTREMA OPERATIVITÀ DEL CLAN AL CUI VERTICE SI PONE LIBRANDO ANTONIO, GIÀ CONDANNATO PER ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE DI TIPO MAFIOSO, PROMOTORE DI UN SODALIZIO CRIMINALE OPERANTE SU MELISSANO, IL QUALE SI È AVVALSO DI MANNI LUCIANO (GIÀ CONDANNATO PER ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE DI TIPO MAFIOSO), MANNI DANIELE, MANNI MAICOL ANDREA, RIZZO ANGELO, VANTAGGIATO GIANNI (CONDANNATO PER ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE DI TIPO MAFIOSO ED OMICIDIO), PISCOPIELLO LUCA, RIMO LUCA, CONTRAPPOSTO ALLA SCISSA CONSORTERIA CRIMINALE, IN VIA DI FORMAZIONE, PROMOSSA DA MANNI BIAGIO (CONDANNATO PER OMICIDIO) CON ASSOCIATI BEVILACQUA PIETRO E IL DECEDUTO FASANO FRANCESCO LUIGI. 





L’ASSOCIAZIONE IN QUESTIONE È STATA PARTICOLARMENTE ATTENTA NEGLI ATTEGGIAMENTI E NEI LINGUAGGI, NONCHÉ NEGLI SPOSTAMENTI E NELLE TECNICHE DI AVVICINAMENTO E COMUNICAZIONE DA UTILIZZARE QUANDO ENTRAVANO IN CONTATTO TRA LORO, DENOTANDO UNA ELEVATA CARATURA CRIMINALE ANCHE DAL PUNTO DI VISTA ORGANIZZATIVO. 





NEL CORSO DELLE CONVERSAZIONI TELEFONICHE, MEDIANTE UNA FITTA RETE DI TELEFONI DEDICATI ED AMBIENTALI È EMERSA, INFATTI, UN’ACCURATO STUDIO ANCHE PER L’INDIVIDUAZIONE DEI LUOGHI IN CUI EFFETTUARE GLI INCONTRI, ATTESO LO STATUS GIURIDICO DI TALUNI DEGLI INDAGATI SOTTOPOSTI ALLA MISURA DI SICUREZZA DELLA LIBERTÀ VIGILATA. NEL CORSO DELLE CONVERSAZIONI TELEFONICHE GLI INTERLOCUTORI HANNO UTILIZZATO UN LINGUAGGIO CRIPTICO FINALIZZATO A MANTENERE RISERVATA LA LORO IDENTITÀ E QUELLA DEGLI ALTRI SODALI, ATTRIBUENDOSI OGNUNO, NELLE STESSE, UN NOME IN CODICE. 





L’ACUIRSI DELLE DIATRIBE INTESTINE IN SENO AI DUE GRUPPI DELL’ASSOCIAZIONE HANNO PORTATO: 





  • AD UNA GUERRA IN CUI LE VITTIME DESIGNATE ERANO, IN MANIERA INDISTINTA, GLI APPARTENENTI ALL’UNA O ALL’ALTRA FAZIONE, 
  • TENSIONI E PRESE DI POSIZIONE PER LA CONQUISTA DI POSIZIONI GERARCHICHE DA RIVESTIRE ALL’INTERNO DELL’ASSOCIAZIONE PER IL CONTROLLO DELL’ATTIVITA’ DI APPROVVIGIONAMENTO E DISTRIBUZIONE DELLO STUPEFACENTE E PER LA SPARTIZIONE DEI RELATIVI COMPENSI SPETTANTI PER TALE MANSIONE. 



QUESTE CONTESE HANNO DETERMINATO L’IRA TRA I GRUPPI MANNI LUCIANO “BARBETTA” E BEVILACQUA PIETRO/MANNI BIAGIO, ENTRAMBI DISPOSTI AD UCCIDERE TANTO CHE PER RAGGIUNGERE QUESTO SCOPO HANNO POSTO IN ESSERE UN SISTEMA DI “CONTROLLO” BASATO SUL PEDINAMENTO DELL’APPARTENENTE AL GRUPPO RIVALE CON VERI E PROPRI SERVIZI DI OSSERVAZIONE ANCHE NOTTURNA E DOVE, ALLA PRIMA FAVOREVOLE OCCASIONE, SI SAREBBE PROCEDUTO ALLA SOPPRESSIONE DELL’AVVERSARIO, SE CE NE FOSSE STATA L’OCCASIONE. 





IN QUESTO CLIMA VENUTOSI A CREARE, LA PRIMA AZIONE OMICIDIARIA AVVIENE IN DATA 19.07.2018 QUANDO IL GRUPPO “BARBETTA” ESPLODE DIVERSI COLPI DI ARMA DA FUOCO ALL’INDIRIZZO DI BEVILACQUA PIETRO E FASANO FRANCESCO LUIGI, I QUALI SCAMPARONO MIRACOLOSAMENTE ALLA MORTE RIUSCENDO A TROVARE RIPARO DIETRO LE LAMIERE DELLE PROPRIE AUTOVETTURE; IL GESTO SCATENAVA L’IRA DI MANNI BIAGIO CHE, UNITAMENTE A BEVILACQUA PIETRO, INIZIO’ A PIANIFICARE LA CONTROFFENSIVA DA UNA LOCALITÀ PROTETTA E NOTA ESCLUSIVAMENTE AI SODALI DI QUEL GRUPPO. 





IN TALE CONTESTO, MATURAVA L’AGGUATO MORTALE AI DANNI DI FASANO FRANCESCO LUIGI, PERPETRATO IN CONCORSO DA MANNI DANIELE E RIZZO ANGELO, DIVENUTO VITTIMA DESIGNATA POICHÉ FACENTE PARTE DEL GRUPPO ANTAGONISTA OPERANTE IN QUEL COMUNE SALENTINO. 





È STATO DIMOSTRATO, INOLTRE, COME ALCUNI DEGLI INDAGATI FOSSERO IN POSSESSO DI ARMI DA FUOCO ED AVESSERO PIENA CONOSCENZA DELLE MODALITÀ CON CUI PROCURALE NEL MERCATO CLANDESTINO. 





DOPO L’ESECUZIONE DEI DIECI FERMI NEL LUGLIO DEL 2018, L’INDAGINE È PROSEGUITA PROPRIO NELLA CONVINZIONE DEGLI INVESTIGATORI DELL’ARMA E DELLA PROCURA ANTIMAFIA DI LECCE CHE FOSSE NECESSARIO FERMARE ED AZZERARE I VERTICI DEI DUE GRUPPI OPERANTI SU MELISSANO E TERRITORI LIMITROFI PER SCONGIURARE IL PERICOLO DI ULTERIORI ATTI RITORSIVI. 





LE INTERCETTAZIONI SONO COSI’ PROSEGUITE SIA IN CARCERE, PER I SOGGETTI COLPITI DA FERMO, SIA A CARICO DI ULTERIORI SODALI E PERSONE CONNESSE CHE NON ERANO STATE COLPITE DA QUELLA MISURA. 





IL QUADRO CHE SI È DELINEATO NEI MESI SUCCESSIVI HA CONSENTITO DI RAFFORZARE GLI ELEMENTI RACCOLTI SUL CARATTERE CRIMINALE DELL’ASSOCIAZIONE. L’ATTIVITÀ E’STATA CORROBORATA ANCHE DA RISCONTRI “SUL CAMPO” CHE HANNO CONSENTITO AI CARABINIERI DI RECUPERARE LE SOSTANZE STUPEFACENTI CEDUTE E ARRESTARE CAPUTO SALVATORE, GAETANI MICHAEL E CAZZATO ROSARIO NONCHE’ DENUNCIARE, IN STATO DI LIBERTÀ, ALTRE DUE PERSONE E RAFFORZANDO COSI’ IL QUADRO INDIZIARIO DELLA PRIMA TRANCE INVESTIGATIVA. 





ANCHE IN QUESTO CASO IL “CORE BUSINESS” DELL’ASSOCIAZIONE SI È RIVELATO IL TRAFFICO E LO SPACCIO DI SOSTANZE STUPEFACENTI CON NOTEVOLI INTROITI ECONOMICI PER I VERTICI ASSOCIATIVI. AGLI ODIERNI ARRESTATI VENGONO CONTESTATI I SEGUENTI REATI:





  • ART. 81, 110, 56, 575, 577 NN. 3 E 4, 61 N. 2 C.P. E ART. 4 L. 2.10.1967 N. 895: MANNI LUCIANO, MANNI MAICOL ANDREA E RIZZO ANGELO (CHE ALLO STATO DEL FERMO NON ERANO STATI IDENTIFICATI) IN CONCORSO CON MANNI DANIELE (GIUDICATO SEPARATAMENTE) VIENE CONTESTATO IL TENTATO OMICIDIO NEI CONFRONTI DI BEVILACQUA PIETRO E FASANO FRANCESCO LUIGI DEL 19.07.2018 E IL PORTO ILLEGALE DI ARMA DA FUOCO;
  • ART. 74 C. 1, 2, 3 E 4 DPR 309/90 VIENE RAFFORZATA LA CONTESTAZIONE DEL TRAFFICO E SPACCIO DEGLI STUPEFACENTI INSERENDO NEL SODALIZIO ANCHE BEVILACQUA ANTONIO, BEVILACQUA ROCCO, CAPUTO SALVATORE, CAUSO FABIO ANTONIO, CAZZATO ROSARIO, CAZZATO MATTEO, CIURLIA STEFANO, SCORRANO OTTAVIO SALVATORE E STAMERRA BENIAMINO (OLTRA AI DIECI FERMATI GIUDICATI SEPARATAMENTE);
  • ART. 110, 81 C.P. E 73 C. 1 DPR 309.90 NEI CONFRONTI DI BEVILACQUA ANTONIO, BEVILACQUA PIETRO, BEVILACQUA ROCCO, CAPUTO DIEGO ANTONIO, CAPUTO PAOLA, CAPUTO SALVATORE, CAZZATO MATTEO, CAZZATO ROSARIO, CAUSO FABIO ANTONIO, CIURLIA STEFANO, MANNI DANIELE, MANNI MAICOL ANDREA, PISCOPIELLO LUCA, RIMO LUCA, RIZZO ANGELO, SCORRANO OTTAVIO SALVATORE, STAMERRA BENIAMINO, VENOSA TOMMASA ISABELLA, SPENNATO CATERINA, PIZZI GIULIANO, STEFANELLI PAOLO, TARANTINO LUCA, PIZZOLANTE GIANLUCA, VACCA VITO PAOLO E GAETANI MICHEL;
  • ART. 81, 56 E 629 C.P. E 629 C.P. (TENTATA ESTORSIONE ED ESTORSIONE) A CARICO A CARICO DI STEFANELLI PAOLO AL FINE DI OTTENERE IL PAGAMENTO DI FORNITURE DI STUPEFACENTE.




DURANTE LE INDAGINI, OLTRE AGLI ARRESTI E FERMI SUDDETTI, SONO STATI EFFETTUATI NUMEROSI RISCONTRI CON SEQUESTRO DI STUPEFACENTE (COCAINA, EROINA, HASHISH E MARIJUANA) A CARICO DI ACQUIRENTI E ASSUNTORI CON ALTRETTANTE SEGNALAZIONI AGLI UFFICI TERRITORIALI DEL GOVERNO COMPETENTI (EX ART. 75 DPR 309/90); LA STRATEGIA INVESTIGATIVA INTRAPRESA (DI NON SCOPRIRSI TROPPO SUL TERRITORIO CON OPERAZIONI ANTIDROGA ECLATANTI) PER NON COMPROMETTERE IL PROSIEGUO DELL’ATTIVITA’ E RAGGIUNGERE IL DUPLICE OBIETTIVO DI PERSEGUIRE I DUE OMICICI E DISARTICOLARE I DUE GRUPPI CRIMINALI, SI E’ RIVELATA ALLA FINE VINCENTE.


Cronaca

Si ubriaca e picchia moglie e figli, arrestato

Violenza di genere e maltrattamenti aggravati. Il marito violento, si ubriacava e colpiva la moglie minacciando di aggredirla con coltelli e cacciaviti; poi se la prendeva con i figli, minorenni, tanto che il fratello maggiore ha dovuto fare scudo alla sorellina

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La Polizia di Stato a Lecce su richiesta della locale Procura della Repubblica ha tratto in arresto un uomo di 37 anni, per maltrattamenti aggravati contro i familiari.

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Lecce e condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Lecce, ha consentito di individuare specifiche responsabilità dopo un’intensa attività investigativa sviluppata a seguito della denuncia della vittima.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’indagato sarebbe stato protagonista di una molteplice serie di azioni violente ai danni della moglie e dei suoi due figli minori.

Dall’attività svolta è emerso un marito violento, che vive di lavori saltuari, lasciandosi mantenere dalla moglie e che, non solo non contribuisce alle spese domestiche, ma si appropria dello stipendio della donna, dedicandosi all’alcool di cui abusa.

Senza contare i comportamenti violenti, che illustrano una forte aggressività, posto che l’uomo, quando è ubriaco, non solo colpisce la moglie e minaccia anche di aggredirla con coltelli e cacciaviti, ma dirige la propria aggressività contro i figli minori tanto che, il fratello maggiore, abituato ad essere percosso, in una circostanza, avrebbe anche protetto la sorellina, dalle azioni del padre.

L’attività degli investigatori della Polizia di Stato ha permesso in tempi rapidi di individuare specifiche responsabilità penali e interrompere il clima di violenza dilagante nel predetto ambito familiare.

L’uomo è stato rintracciato alle prime ore dell’alba e, dopo le formalità di rito, tradotto presso la casa circondariale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

Con questo intervento la Polizia di Stato conferma l’impegno costante nel contrasto ai reati di genere e contro la persona, garantendo nel modo più efficace possibile, la tutela delle vittime più fragili.

 

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Cronaca

Lei cerca casa, lui la violenta

Stupro ai danni di una ventenne a Galatina. Ha subito violenza da un uomo di 48 anni che si era offerto di aiutarla. L’uomo ora è indagato per violenza sessuale, sequestro di persona e rapina

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Nella giornata dedicata alla lotta contro la violenza di genere, corre l’obbligo di puntare i riflettori ancora una volta su un episodio di abuso avvenuto in provincia di Lecce.

Nell’attività svolta dalla Questura di Lecce sotto il profilo della prevenzione e della repressione del fenomeno sono in netta crescita i che ha visto l’emissione di 95 ammonimenti da parte del Questore nell’anno corrente.

L’ultimo episodio in ordine riguarda la vicenda di violenza sessuale subita da una ventenne residente a Galatina.

La giovane si è presentata presso gli Uffici del Commissariato di Galatina raccontando di aver subito violenza sessuale ad opera di uno sconosciuto.

I poliziotti hanno accompagnato immediatamente la ragazza presso l’Ospedale di Galatina dove è stata presa in cura dai sanitari che hanno attivato il protocollo previsto per casi di violenza.

La mattina seguente, a dimissioni avvenute, la malcapitata ha presentato querela presso gli uffici della Squadra di Polizia Giudiziaria e ha raccontato di aver cercato casa per le vie del centro storico di Galatina.

Nell’occasione, sarebbe stata avvicinata da un uomo che con una banale domanda dapprima l’ha approcciata, carpendone alcune iniziali informazioni, poi si è reso disponibile ad aiutare la denunciante riferendo di avere a disposizione, nella casa dove viveva con gli anziani genitori ed un nipote, una stanza libera, dicendo alla ragazza che i suoi genitori sarebbero stati felici di conoscerla anche subito.

I due si sono incamminati verso tale abitazione dove però la giovane, una volta entrata, ha avuto l’amara sorpresa di non trovare altre persone.

L’uomo dopo aver chiuso a chiave la porta e trattenuto con sé la chiave, sotto la minaccia di male fisico e dopo averle sequestrato anche il cellulare, ha abusato di lei.

Gli investigatori, dalla descrizione dell’uomo e dei luoghi, hanno subito nutrito sospetti verso un 48nne, già noto alle forze dell’ordine, sottoposto alla detenzione alla pena della detenzione domiciliare.

Sono stati individuati e acquisite registrazioni di impianti di videosorveglianza utili alle indagini e dalla cui visione si è giunti all’autore delle violenze.

Alla luce degli elementi emersi a suo carico, il Tribunale di Sorveglianza ha sospeso la misura alternativa ordinando l’immediato accompagnamento dell’arrestato presso il carcere di Borgo San Nicola.

Attualmente il 48nne è indagato per violenza sessuale, sequestro di persona e rapina, nonché resistenza e minaccia a Pubblico Ufficiale, visto che ha assunto comportamenti tali da ostacolare di fatto l’esecuzione minacciando gli operanti e opponendosi all’esecuzione dell’arresto.

*immagine in lato di repertorio

 

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Cronaca

Neonato positivo alla cocaina alla nascita, tolto ai genitori

Il piccolo, nato lo scorso 17 ottobre, presentava tremori sospetti alla nascita, subito dopo il parto è stato ricoverato e tenuto sotto osservazione nel reparto di Neonatologia… 

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Il Tribunale per i minorenni di Lecce dispone l’affidamento provvisorio a dei parenti di un neonato trovato positivo alla cocaina., dopo i test tossicologici.

Ora si cercherà di capire, coadiuvati dai servizi sociali, se i genitori sono idonei a far crescere il piccolo con loro.

Il piccolo, nato a Lecce al “Vito Fazzi”, lo scorso 17 ottobre, presentava tremori sospetti alla nascita, subito dopo il parto è stato ricoverato e tenuto sotto osservazione nel reparto di Neonatologia. 

Dopo settimane di controlli, ritenuto il bimbo ormai fuori pericolo, è stato dimesso ed affidato ai parenti.

A destare preoccupazione nel personale medico, al momento della nascita, erano stati i tremori sospetti del piccolo, la madre, invece, era risultata negativa.

I sanitari non escludono che la donna sia potuta entrare in contatto con la cocaina diversi giorni prima del parto, questo avrebbe permesso di annullarne le tracce, mentre sarebbero rimaste nel corpo del neonato.

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