Cronaca
Mafia, operazione “La Svolta 2.0”: 23 arresti nel Basso Salento
Stamane, al termine di una complessa attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Lecce e condotta dal nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale collaborato dalla sezione operativa del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di casarano, i militari del comando provinciale di Lecce hanno eseguito 23 provvedimenti cautelari, emessi dal gip Presso il tribunale di Lecce(dr. Sergio Mario Tosi) su richiesta della locale Dda (dr. Guglielmo Cataldi e d.Ssa Maria Vallefuoco), di cui: 8 in carcere e 15 arresti domiciliari, nei confronti di altrettanti soggetti indagati a vario titolo per
“associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti”,
“concorso in duplice tentato omicidio”,
“porto e detenzione abusiva di armi”,
“detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti”, “estorsione” e “tentata estorsione”.
L’odierna esecuzione e’ l’epilogo dell’attivita’ investigativa che, in data 26.07.2018, porto’ i carabinieri del nucleo investigativo ad eseguire dieci fermi nei confronti di dieci degli odierni indagati, in seguito all’omicidio del giovane Fasano Francesco Luigi.
I fermi venivano emessi nei confronti di Manni Daniele, Rizzo Angelo, Manni Maicol Andrea, Manni Luciano, Manni Biagio, Bevilacqua Pietro, Rimo Luca, Piscopiello Luca e Vantaggiato Gianni e Librando Antonio che rispondevano tutti del delitto di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, i primi due inoltre dell’omicidio di fasano francesco luigi e solo manni daniele, in concorso con altri non identificati, del tentato omicidio in danno di Bevilacqua Pietro e Fasano Francesco Luigi.
Le operazioni hanno avuto inizio alle prime luci dell’alba, con il supporto di un elicottero del 6° nec di bari, di 2 unità cinofile del nucleo cinofili carabinieri di modugno (ba) e dello squadrone eliportato “cacciatori” di puglia, per un totale di 120 unità e 70 mezzi nei confronti di:
Ordinanze di custodia cautelare in carcere:
Bevilacqua Rocco
inteso “fettina”, nato a casarano (le) cl. 1990
Caputo Salvatore inteso “u nanu”, nato a Casarano, cl. 1977
Stefanelli Paolo inteso “Mangione”, nato a Tricase, cl. 1981
Bevilacqua Antonio inteso “fettina”, nato a Casarano, cl. 1958;
Librando Ferdinando nato a Borgomanero (No) cl. 1966;
Manni Luciano inteso “Barbetta”, nato a Melissano, cl. 1952;
Manni Maicol andrea nato a Casarano, cl. 1991;
Rizzo Angelo nato a Nardò, cl. 1995;
Arresti domiciliari:
Caputo Diego Antonio, nato a Casarano, cl. 1995;
Caputo Paola, nata a Hilden, cl. 1982;
Causo Fabio Antonio, nato a Melissano, cl. 1956;
Cazzato Matteo, nato a Gagliano del Capo, cl. 1991;
Cazzato Rosario, nato a Melissano cl. 1961;
Ciurlia Stefano, nato a Tricase, cl. 1978;
Micaletto Natashia, nata a Casarano cl. 1982
Pizzi Giuliano inteso “Tigna”, nato a ugento (le) cl. 1960;
Pizzolante Gianluca, nato a Ugento cl. 1975;
Scorrano Ottavio Salvatore, nato a Casarano, cl. 1985;
Spennato Caterina, nata a Casarano cl. 1992;
Stamerra Beniamino, nato a Muri (CH) cl. 1984;
Tarantino Luca inteso “Quartara”, nato in Svizzera cl. 1982;
Vacca Vito Paolo, nato a Casarano, cl. 1995;
Venosa Tommasa Isabella, nata a Gallipoli cl. 1980.
L’indagine, nell’ambito della quale risultano indagati complessivamente 30 soggetti, è stata condotta dal nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale collaborato dal nucleo operativo della compagnia di casarano dal marzo 2018.
L’operazione “la svolta 2.0”, costituisce lo sviluppo di una complessa, intensa e tempestiva attività di indagine dalla straordinaria importanza tesa a individuare e tracciare esattamente l’organigramma associativo dei sodali di questa organizzazione operante nella città di melissano e comuni limitrofi, per poi disarticolarla definitivamente una volta individuati gli elementi di reita’ in capo agli stessi.
I fatti nel comunicato dei carabinieri:
LA GENESI DELL’INDAGINE È DA INDIVIDUARSI NEI DUE EPISODI DI SANGUE CHE HANNO INTERESSATO LA CITTADINA DI MELISSANO IN DATA 21.03.2018, CON L’OMICIDIO DI CESARI MANUELE (DI FATTO DECEDUTO, DOPO LA SUA GAMBIZZAZIONE, IN DATA 27.03.2018 DOPO UNA DEGENZA IN OSPEDALE DURATA 6 GIORNI) ED IN DATA 24.07.2018, CON L’EFFERATO OMICIDIO DI FASANO FRANCESCO LUIGI; EPISODI SEGNATI IN MANIERA RISOLUTIVA DALLA FRATTURA INTERNA AL CLAN CAPEGGIATO DAI GEMELLI LIBRANDO ANTONIO E FERDINANDO, MATURATA NELL’AMBITO DELLA SPARTIZIONE PER IL CONTROLLO DEL TRAFFICO ILLECITO DEGLI STUPEFACENTI SUL TERRITORIO DI RIFERIMENTO E CHE NE COSTITUIVA IL SUO “CORE BUSINESS”. LE RISULTANZE INVESTIGATIVE HANNO EVIDENZIATO LA SCISSIONE DELLA COMPAGINE MELISSANESE, FINO AD ALLORA ANCORATA DA CESARI MANUELE CHE, IN SEGUITO ALLA SUA MORTE, CON IL TEMPO ED I CONTRASTI TRA I SODALI, HA PORTATO ALLA CREAZIONE DI DUE FAZIONI/GRUPPI PERSISTENTI CON CONSEGUENTE RIORGANIZZAZIONE DI DUE CONSORTERIE CRIMINALI; NELLO SPECIFICO IL GRUPPO “BARBETTA”(COSTITUITO DA MANNI LUCIANO E I FIGLI DANIELE E MAICOL ANDREA) SI CONTRAPPONE A QUELLO DI BEVILACQUA PIETRO E MANNI BIAGIO,LEGATE COMUNQUE ALL’EGEMONE FAMIGLIA LIBRANDO.
DURANTE “IL RIASSETTO”, IL GIOVANISSIMO FASANO FRANCESCO LUIGI È RIMASTO LEGATO ALLA FAMIGLIA BEVILACQUA, IN VIRTÙ DI UNA STORICA AMICIZIA CON QUEST’ULTIMO SIN DAI TEMPI DELL’INFANZIA.
L’ATTIVITÀ TECNICO-INVESTIGATIVA HA CONSENTITO DI DOCUMENTARE L’ATTUALITÀ E L’ESTREMA OPERATIVITÀ DEL CLAN AL CUI VERTICE SI PONE LIBRANDO ANTONIO, GIÀ CONDANNATO PER ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE DI TIPO MAFIOSO, PROMOTORE DI UN SODALIZIO CRIMINALE OPERANTE SU MELISSANO, IL QUALE SI È AVVALSO DI MANNI LUCIANO (GIÀ CONDANNATO PER ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE DI TIPO MAFIOSO), MANNI DANIELE, MANNI MAICOL ANDREA, RIZZO ANGELO, VANTAGGIATO GIANNI (CONDANNATO PER ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE DI TIPO MAFIOSO ED OMICIDIO), PISCOPIELLO LUCA, RIMO LUCA, CONTRAPPOSTO ALLA SCISSA CONSORTERIA CRIMINALE, IN VIA DI FORMAZIONE, PROMOSSA DA MANNI BIAGIO (CONDANNATO PER OMICIDIO) CON ASSOCIATI BEVILACQUA PIETRO E IL DECEDUTO FASANO FRANCESCO LUIGI.
L’ASSOCIAZIONE IN QUESTIONE È STATA PARTICOLARMENTE ATTENTA NEGLI ATTEGGIAMENTI E NEI LINGUAGGI, NONCHÉ NEGLI SPOSTAMENTI E NELLE TECNICHE DI AVVICINAMENTO E COMUNICAZIONE DA UTILIZZARE QUANDO ENTRAVANO IN CONTATTO TRA LORO, DENOTANDO UNA ELEVATA CARATURA CRIMINALE ANCHE DAL PUNTO DI VISTA ORGANIZZATIVO.
NEL CORSO DELLE CONVERSAZIONI TELEFONICHE, MEDIANTE UNA FITTA RETE DI TELEFONI DEDICATI ED AMBIENTALI È EMERSA, INFATTI, UN’ACCURATO STUDIO ANCHE PER L’INDIVIDUAZIONE DEI LUOGHI IN CUI EFFETTUARE GLI INCONTRI, ATTESO LO STATUS GIURIDICO DI TALUNI DEGLI INDAGATI SOTTOPOSTI ALLA MISURA DI SICUREZZA DELLA LIBERTÀ VIGILATA. NEL CORSO DELLE CONVERSAZIONI TELEFONICHE GLI INTERLOCUTORI HANNO UTILIZZATO UN LINGUAGGIO CRIPTICO FINALIZZATO A MANTENERE RISERVATA LA LORO IDENTITÀ E QUELLA DEGLI ALTRI SODALI, ATTRIBUENDOSI OGNUNO, NELLE STESSE, UN NOME IN CODICE.
L’ACUIRSI DELLE DIATRIBE INTESTINE IN SENO AI DUE GRUPPI DELL’ASSOCIAZIONE HANNO PORTATO:
- AD UNA GUERRA IN CUI LE VITTIME DESIGNATE ERANO, IN MANIERA INDISTINTA, GLI APPARTENENTI ALL’UNA O ALL’ALTRA FAZIONE,
- TENSIONI E PRESE DI POSIZIONE PER LA CONQUISTA DI POSIZIONI GERARCHICHE DA RIVESTIRE ALL’INTERNO DELL’ASSOCIAZIONE PER IL CONTROLLO DELL’ATTIVITA’ DI APPROVVIGIONAMENTO E DISTRIBUZIONE DELLO STUPEFACENTE E PER LA SPARTIZIONE DEI RELATIVI COMPENSI SPETTANTI PER TALE MANSIONE.
QUESTE CONTESE HANNO DETERMINATO L’IRA TRA I GRUPPI MANNI LUCIANO “BARBETTA” E BEVILACQUA PIETRO/MANNI BIAGIO, ENTRAMBI DISPOSTI AD UCCIDERE TANTO CHE PER RAGGIUNGERE QUESTO SCOPO HANNO POSTO IN ESSERE UN SISTEMA DI “CONTROLLO” BASATO SUL PEDINAMENTO DELL’APPARTENENTE AL GRUPPO RIVALE CON VERI E PROPRI SERVIZI DI OSSERVAZIONE ANCHE NOTTURNA E DOVE, ALLA PRIMA FAVOREVOLE OCCASIONE, SI SAREBBE PROCEDUTO ALLA SOPPRESSIONE DELL’AVVERSARIO, SE CE NE FOSSE STATA L’OCCASIONE.
IN QUESTO CLIMA VENUTOSI A CREARE, LA PRIMA AZIONE OMICIDIARIA AVVIENE IN DATA 19.07.2018 QUANDO IL GRUPPO “BARBETTA” ESPLODE DIVERSI COLPI DI ARMA DA FUOCO ALL’INDIRIZZO DI BEVILACQUA PIETRO E FASANO FRANCESCO LUIGI, I QUALI SCAMPARONO MIRACOLOSAMENTE ALLA MORTE RIUSCENDO A TROVARE RIPARO DIETRO LE LAMIERE DELLE PROPRIE AUTOVETTURE; IL GESTO SCATENAVA L’IRA DI MANNI BIAGIO CHE, UNITAMENTE A BEVILACQUA PIETRO, INIZIO’ A PIANIFICARE LA CONTROFFENSIVA DA UNA LOCALITÀ PROTETTA E NOTA ESCLUSIVAMENTE AI SODALI DI QUEL GRUPPO.
IN TALE CONTESTO, MATURAVA L’AGGUATO MORTALE AI DANNI DI FASANO FRANCESCO LUIGI, PERPETRATO IN CONCORSO DA MANNI DANIELE E RIZZO ANGELO, DIVENUTO VITTIMA DESIGNATA POICHÉ FACENTE PARTE DEL GRUPPO ANTAGONISTA OPERANTE IN QUEL COMUNE SALENTINO.
È STATO DIMOSTRATO, INOLTRE, COME ALCUNI DEGLI INDAGATI FOSSERO IN POSSESSO DI ARMI DA FUOCO ED AVESSERO PIENA CONOSCENZA DELLE MODALITÀ CON CUI PROCURALE NEL MERCATO CLANDESTINO.
DOPO L’ESECUZIONE DEI DIECI FERMI NEL LUGLIO DEL 2018, L’INDAGINE È PROSEGUITA PROPRIO NELLA CONVINZIONE DEGLI INVESTIGATORI DELL’ARMA E DELLA PROCURA ANTIMAFIA DI LECCE CHE FOSSE NECESSARIO FERMARE ED AZZERARE I VERTICI DEI DUE GRUPPI OPERANTI SU MELISSANO E TERRITORI LIMITROFI PER SCONGIURARE IL PERICOLO DI ULTERIORI ATTI RITORSIVI.
LE INTERCETTAZIONI SONO COSI’ PROSEGUITE SIA IN CARCERE, PER I SOGGETTI COLPITI DA FERMO, SIA A CARICO DI ULTERIORI SODALI E PERSONE CONNESSE CHE NON ERANO STATE COLPITE DA QUELLA MISURA.
IL QUADRO CHE SI È DELINEATO NEI MESI SUCCESSIVI HA CONSENTITO DI RAFFORZARE GLI ELEMENTI RACCOLTI SUL CARATTERE CRIMINALE DELL’ASSOCIAZIONE. L’ATTIVITÀ E’STATA CORROBORATA ANCHE DA RISCONTRI “SUL CAMPO” CHE HANNO CONSENTITO AI CARABINIERI DI RECUPERARE LE SOSTANZE STUPEFACENTI CEDUTE E ARRESTARE CAPUTO SALVATORE, GAETANI MICHAEL E CAZZATO ROSARIO NONCHE’ DENUNCIARE, IN STATO DI LIBERTÀ, ALTRE DUE PERSONE E RAFFORZANDO COSI’ IL QUADRO INDIZIARIO DELLA PRIMA TRANCE INVESTIGATIVA.
ANCHE IN QUESTO CASO IL “CORE BUSINESS” DELL’ASSOCIAZIONE SI È RIVELATO IL TRAFFICO E LO SPACCIO DI SOSTANZE STUPEFACENTI CON NOTEVOLI INTROITI ECONOMICI PER I VERTICI ASSOCIATIVI. AGLI ODIERNI ARRESTATI VENGONO CONTESTATI I SEGUENTI REATI:
- ART. 81, 110, 56, 575, 577 NN. 3 E 4, 61 N. 2 C.P. E ART. 4 L. 2.10.1967 N. 895: MANNI LUCIANO, MANNI MAICOL ANDREA E RIZZO ANGELO (CHE ALLO STATO DEL FERMO NON ERANO STATI IDENTIFICATI) IN CONCORSO CON MANNI DANIELE (GIUDICATO SEPARATAMENTE) VIENE CONTESTATO IL TENTATO OMICIDIO NEI CONFRONTI DI BEVILACQUA PIETRO E FASANO FRANCESCO LUIGI DEL 19.07.2018 E IL PORTO ILLEGALE DI ARMA DA FUOCO;
- ART. 74 C. 1, 2, 3 E 4 DPR 309/90 VIENE RAFFORZATA LA CONTESTAZIONE DEL TRAFFICO E SPACCIO DEGLI STUPEFACENTI INSERENDO NEL SODALIZIO ANCHE BEVILACQUA ANTONIO, BEVILACQUA ROCCO, CAPUTO SALVATORE, CAUSO FABIO ANTONIO, CAZZATO ROSARIO, CAZZATO MATTEO, CIURLIA STEFANO, SCORRANO OTTAVIO SALVATORE E STAMERRA BENIAMINO (OLTRA AI DIECI FERMATI GIUDICATI SEPARATAMENTE);
- ART. 110, 81 C.P. E 73 C. 1 DPR 309.90 NEI CONFRONTI DI BEVILACQUA ANTONIO, BEVILACQUA PIETRO, BEVILACQUA ROCCO, CAPUTO DIEGO ANTONIO, CAPUTO PAOLA, CAPUTO SALVATORE, CAZZATO MATTEO, CAZZATO ROSARIO, CAUSO FABIO ANTONIO, CIURLIA STEFANO, MANNI DANIELE, MANNI MAICOL ANDREA, PISCOPIELLO LUCA, RIMO LUCA, RIZZO ANGELO, SCORRANO OTTAVIO SALVATORE, STAMERRA BENIAMINO, VENOSA TOMMASA ISABELLA, SPENNATO CATERINA, PIZZI GIULIANO, STEFANELLI PAOLO, TARANTINO LUCA, PIZZOLANTE GIANLUCA, VACCA VITO PAOLO E GAETANI MICHEL;
- ART. 81, 56 E 629 C.P. E 629 C.P. (TENTATA ESTORSIONE ED ESTORSIONE) A CARICO A CARICO DI STEFANELLI PAOLO AL FINE DI OTTENERE IL PAGAMENTO DI FORNITURE DI STUPEFACENTE.
DURANTE LE INDAGINI, OLTRE AGLI ARRESTI E FERMI SUDDETTI, SONO STATI EFFETTUATI NUMEROSI RISCONTRI CON SEQUESTRO DI STUPEFACENTE (COCAINA, EROINA, HASHISH E MARIJUANA) A CARICO DI ACQUIRENTI E ASSUNTORI CON ALTRETTANTE SEGNALAZIONI AGLI UFFICI TERRITORIALI DEL GOVERNO COMPETENTI (EX ART. 75 DPR 309/90); LA STRATEGIA INVESTIGATIVA INTRAPRESA (DI NON SCOPRIRSI TROPPO SUL TERRITORIO CON OPERAZIONI ANTIDROGA ECLATANTI) PER NON COMPROMETTERE IL PROSIEGUO DELL’ATTIVITA’ E RAGGIUNGERE IL DUPLICE OBIETTIVO DI PERSEGUIRE I DUE OMICICI E DISARTICOLARE I DUE GRUPPI CRIMINALI, SI E’ RIVELATA ALLA FINE VINCENTE.
Cronaca
Tiggiano: ritrovati paramenti sacri trafugati
Arrestato 47enne del luogo per il furto perpetrato nello scorso settembre nella cappella Madonna dell’Assunta. Aveva rubato quattro casule e un camice bianco
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Dopo un paziente e meticoloso lavoro di analisi, ascolto e osservazione, i Carabinieri della Stazione di Corsano hanno individuato l’autore del furto dei paramenti sacri sottratti lo scorso settembre dalla cappella “Madonna dell’Assunta” di Tiggiano.
Le indagini, avviate a seguito della denuncia sporta dal sacerdote dellaparrocchia di “S. Ippazio V. e M.”, unitamente al priore della locale Confraternita dedicata alla Madonna dell’Assunta e al Santissimo Sacramento, hanno impegnato i militari dell’Arma in un’articolata attività investigativa.
L’ascolto di numerosi testimoni, la ricostruzione puntuale dei movimenti registrati nei pressi della cappella e l’analisi di diverse immagini di videosorveglianza presenti nell’area, hanno consentito di raccogliere elementi utili alla ricostruzione dei fatti.
Le risultanze emerse hanno orientato l’attenzione dei Carabinieri su un 47nne del luogo, già noto alle Forze dell’Ordine.
A seguito di una perquisizione domiciliare, è stato rinvenuto l’intero corredo liturgico sottratto: quattro casule e un camice bianco, accuratamente occultati all’interno dell’abitazione dell’uomo.
I paramenti sacri, riconosciuti come oggetto del furto, sono stati repertati e posti sotto sequestro, in attesa di restituzione alla curia.
L’indagato è stato segnalato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lecce per furto aggravato.
L’attività d’indagine, condotta con riservatezza e determinazione, ha consentito di restituire alla comunità di Tiggiano beni di valore religioso e anche un importante simbolo di fede e identità collettiva, suscitando apprezzamento e gratitudine da parte dei cittadini e delle autorità ecclesiastiche.
Cronaca
Nardò, preso spacciatore del centro storico
La Polizia ha arrestato di un 34nne in flagranza di reato, sorpreso con diversa sostanza stupefacente e un’ingente somma di denaro (in totale oltre 15mila euro)
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Durante un servizio di controllo nel centro storico di Nardò, l’attenzione dei poliziotti in servizio di volante è stata calamitata da un un uomo con uno zainetto in spalla che alla vista della volante cercava di nascondere qualcosa nella mano.
Gli agenti, insospettiti, si sono fermati per un controllo e alla richiesta di spiegazioni, l’uomo preso di sorpresa, ha mostrato lo spinello che aveva cercato di nascondere e poi consegnato lo zainetto, confessando di avere dell’altra sostanza stupefacente all’interno.
Infatti la perquisizione ha portato al rinvenuimento di circa 0,6 grammi di marijuana, due spinelli confezionati con lo stesso tipo di sostanza e un pezzo solido di hashish del peso di circa 50 grammi oltre alla somma di 10.590 euro in banconote di diverso taglio, probabilmente ricavo della vendita di stupefacenti.
L’uomo, identificato come M.F., 34nne residente a Nardò e già recidivo in fatto di reati legati allo spaccio, è stato accompagnato presso il proprio domicilio dove è proseguita la perquisizione da parte degli agenti.
Nell’abitazione è stata rinvenuta dell’altra sostanza: nello specifico circa120 grammi lordi di marijuana e oltre 160 di hashish oltre ad un ulteriore somma di 4.800 euro, sempre probabile provento di spaccio.
Tutto il materiale rinvenuto, compresa la considrevole somma di denaro, è stato posto sotto sequestro e il giovane accompagnato presso gli uffici del locale Commissariato di P.S. dove al termine delle formalità, considerata la flagranza del reato, l’uomo è stato arrestato dalla Polizia di Stato che ha avvisato il PM di turno presso il Tribunale Ordinario di Lecce che ne ha disposto gli arresti domiciliari in attesa di determinazioni della autorità giudiziaria.
Il Commissariato di P.S. di Nardò a seguito di numerose segnalazioni giunte su attività di spaccio nei luoghi di aggregazione giovanile del centro cittadino, ha incentivato i controlli ponendo particolare attenzione al fenomeno per contrastarne la diffusione.
Cronaca
A processo per molestie sessuali i due sottocapi della Capitaneria di Otranto
La donna, lavorava come volontaria in ferma prefissata presso l’ufficio circondariale marittimo del porto di Otranto…
I due sottocapi della Guardia Costiera, per le presunte molestie sessuali nei confronti di una 27enne salentina, andranno a processo.
La donna, lavorava come volontaria in ferma prefissata presso l’ufficio circondariale marittimo del porto di Otranto.
Il Gup Valeria Fedele del tribunale di Lecce, ha disposto il rinvio a giudizio dei due imputati, a differenza del PM Luigi Mastroniani che aveva chiesto il non luogo a procedere.
I due imputati sono difesi dagli avvocati Veronica Merico, Massimiliano Petrachi, Gregorio Fusco e Marco Castelluzzo.
Una delle ragazze ha raccontato di essere stata vittima di apprezzamenti a sfondo sessuale quando, per motivi di lavoro, rimanevano soli, in quelle occasioni si sarebbero consumati gli abusi.
Sembrerebbero ancora più invasive le molestie ricevute dal secondo militare, consumate invece durante i turni in sala operativa, anche di notte.
Il processo si terrà a febbraio 2026, davanti ai giudici in composizione collegiale.
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