Cronaca
Picchia selvaggiamente la compagna e poi la lascia sola in strada
La donna ritrovata dai poliziotti a Torre Rinalda in lacrime, in forte stato di agitazione, scossa per l’accaduto e dolorante, con ferite al gomito destro, alla mano e al piede destro. Immediatamente fermato il compagno violento

Tre quarti d’ora dopo la mezzanotte, una donna di 30 anni ha contattato il numero unico di emergenza 112 chiedendo aiuto riferendo di trovarsi per strada, a Torre Rinalda, e di essere stata aggredita dal proprio compagno, il quale l’avrebbe lasciata sola senza prestarle soccorso.
Gli agenti della Sezione Volanti della Questura di Lecce, giunti sul posto, l’hanno trovata in lacrime, in forte stato di agitazione, scossa per l’accaduto e dolorante, con ferite al gomito destro, alla mano e al piede destro, motivo per il quale hanno fatto intervenire sul posto immediatamente personale del 118.
Dai primi accertamenti medici, i sanitari hanno ritenuto di dover trasportare la donna presso il locale ospedale per più approfonditi esami clinici.
Intanto, gli agenti hanno rintracciato l’aggressore, un trentaduenne, e lo hanno accompagnato in questura.
Un’altra volante si è recata assieme all’equipaggio del 118 presso l’ospedale Vito Fazzi dove la donna, che presentava escoriazioni ed una frattura, è stata accolta secondo quanto previsto dal protocollo rosa.
Mentre formalizzava la denuncia/querela, la trentenne ha raccontato che, nel corso della serata stavano cenando quando hanno cominciato a litigare per banali motivi e per questo lui l’avrebbe colpiva con calci e pugni e spintonata ripetutamente con inaudita violenza.
La donna ha anche riferito che già in altre occasioni l’uomo avrebbe usato violenza nei suoi confronti, procurandole contusioni e ferite, per le quali lei non ha mai ricorso alle cure mediche, né ha denunciato i fatti.
L’uomo, che già a febbraio era stato denunciato in stato di libertà per violenza privata sempre verso la trentaduenne, è stato tratto in arresto e, su disposizione del P.M. di turno, ristretto agli arresti domiciliari presso il proprio domicilio.
📍 Segui il Gallo
Live News su WhatsApp 👉 clicca qui
Cronaca
Lavori nel centro storico di Diso, la sentenza del Consiglio di Stato
Confermata l’impostazione già espressa dal TAR di Lecce a dicembre, riconosciuta la piena legittimità e vincolatività del Piano Regolatore Generale del Comune di Diso nella parte in cui vieta ogni nuova edificazione all’interno del nucleo storico, nelle aree destinate a verde privato…

Una sentenza destinata a fare storia oltre che alimentare le polemiche.
Il Consiglio di Stato riconosce il valore sistemico della disciplina urbanistica di Diso e tutela le aree a verde privato del nucleo storico.
Il Consiglio di Stato ha confermato l’impostazione già espressa dal TAR di Lecce a dicembre, riconoscendo la piena legittimità e vincolatività del Piano Regolatore Generale del Comune di Diso nella parte in cui vieta ogni nuova edificazione all’interno del nucleo storico, nelle aree destinate a verde privato.
Il giudizio trae origine dal ricorso presentato da una cittadina di Diso, assistita dagli avvocati Sergio De Giorgi e Antonio Aventaggiato, avverso il permesso di costruire rilasciato dal Comune a favore della confinante proprietaria di un’abitazione con area retrostante destinata a verde privato.
Il titolo abilitativo consentiva la realizzazione di una piscina e di un nuovo fabbricato di oltre 75 mq, in violazione della destinazione urbanistica («… presentato una richiesta di permesso di costruire avente ad oggetto dei lavori di “ampliamento di una civile abitazione con realizzazione di un vano pluriuso ed accessori, di un pergolato e di una piscina” su di un immobile di sua proprietà sito
nel Comune di Diso… »).
Il TAR di Lecce aveva già ritenuto illegittimo tale permesso di costruire, poiché in contrasto con la disciplina di zona del PRG vigente, che consente esclusivamente interventi di ampliamento di edifici esistenti e solo nel rispetto dei limiti e delle condizioni previste dalle Norme Tecniche di Attuazione.
Nella fattispecie, tali condizioni risultavano completamente disattese, con ulteriori violazioni in materia di distacchi minimi dai confini.
Il Consiglio di Stato ha confermato l’illegittimità del permesso di costruire con specifico riferimento alla edificazione di nuovi volumi e, soprattutto, ha ribadito con chiarezza il principio del divieto di nuova edificazione nel nucleo storico comunale, come previsto dal vigente PRG. Secondo gli avvocati De Giorgi e Aventaggiato, «si tratta di una pronuncia di sistema destinata a valorizzare l’attuale assetto urbanistico del nucleo storico e delle aree destinate a verde privato».
La sentenza rappresenta un precedente giurisprudenziale rilevante e vincolante, di cui il Comune di Diso (e non solo) dovrà tenere conto nel rilascio di futuri titoli al fine di garantire il rispetto della legalità urbanistica e la salvaguardia del verde storico del centro urbano.
📍 Segui il Gallo
Live News su WhatsApp 👉 clicca qui
Cronaca
Incendio devasta Cardigliano: dispiegamento di mezzi per fermare le fiamme

Un vasto incendio ha colpito nella tarda mattinata di oggi l’area di Cardigliano, distruggendo ettari di macchia mediterranea e bosco. Le fiamme, divampate intorno alle ore 11:00, hanno richiesto un massiccio intervento di forze e mezzi: sul posto sono giunti i Vigili del Fuoco, l’ARIF, la Protezione Civile e le Guardie Ambientali. È stato necessario anche l’intervento di un Canadair per contenere il fronte del fuoco.

Le operazioni di spegnimento si sono protratte per diverse ore, e solo intorno alle 16:30 sono rimaste in loco le squadre per la fase di bonifica e monitoraggio dell’area colpita.
“Siamo di fronte a una situazione disastrosa,” ha dichiarato Davide Rizzello, Dirigente Provinciale di Lecce delle Guardie Ambientali d’Italia. “Servono urgentemente più risorse, sia in termini di personale che di mezzi, per affrontare in modo efficace l’emergenza incendi che sta mettendo in ginocchio il nostro territorio.”
Il Coordinamento Provinciale delle Guardie Ambientali di Lecce continuerà a monitorare la zona colpita e a collaborare con le autorità competenti per accertare le cause e prevenire ulteriori eventi simili.
Castrignano del Capo
Porto turistico di Leuca abbandonato: “Avviata decadenza della concessione”
I consiglieri di minoranza annunciano l’esito del sopralluogo dei funzionari regionali seguito ai loro esposti: “False dichiarazioni, abusi e lavori mai fatti portano all’interruzione del rapporto dopo 17 anni rovinosi per l’economia del Capo di Leuca”

Una bomba (di natura amministrativa e, con tutta probabilità, giudiziaria) è pronta a deflagrare nel porto turistico di Santa Maria di Leuca.
I consiglieri di minoranza del Comune di Castrignano del Capo Calabrese Roberto, Chiffi Giulia, De Nuccio Francesco, Pizzolante Katya e Rosafio Annamaria hanno diffuso una nota in che esordisce così: “Lavori mai fatti, irregolarità catastali, strutture senza autorizzazioni dal 2020: una gestione del porto turistico totalmente fuori controllo. E’ quanto emerso nel sopralluogo effettuato da funzionari regionali e capitaneria di porto nel giugno scorso. La Regione Puglia ha perciò avviato il procedimento di decadenza dalla concessione cinquantennale rilasciata alla società mista Porto Turistico Marina di Leuca – di cui il Comune detiene il 49% – ritenendo “irrimediabilmente” compromessa la fiducia alla base del rapporto concessorio”, continua il comunicato.
I firmatari, lo scorso 20 maggio, avevano segnalato alle autorità competenti il mancato avvio dei lavori che la società concessionaria si era impegnata a cantierizzare entro aprile con un atto formale, sottoscritto nel dicembre 2024. “A tal proposito”, commentano i consiglieri di minoranza, “la Regione ha contestato alla società di avere perfino inviato una “falsa” comunicazione di inizio lavori. Le opere mai realizzate, consistenti tra l’altro nella palazzina servizi, nel dragaggio e nella viabilità di raccordo col lungomare, costituivano lo scopo pubblico della concessione cinquantennale rilasciata nel lontano 2008”.
Lo stesso gruppo d’opposizione nel marzo scorso aveva già inviato un esposto in merito sia alla mancata realizzazione delle suddette opere, a 17 anni dal rilascio della concessione, sia all’inosservanza delle norme dello statuto societario, che prevedono la decadenza del socio privato fallito, a fronte di una sentenza di fallimento risalente a ben 4 anni fa.
“A seguito di questa nostra azione, sulla pagina istituzionale dell’ente, l’Amministrazione Comunale ci accusò di voler “intorpidire” le acque, che invece a suo dire erano “limpide e trasparenti”, invitandoci esplicitamente al “silenzio”. Oggi i fatti ci danno ancora una volta ragione: gli accertamenti effettuati dalla Regione Puglia hanno fatto emergere le molteplici inadempienze e omissioni, quelle più recenti e quelle passate, reiterate negli anni grazie alla totale assenza di controlli”.
Alla luce di tutto ciò, i cinque consiglieri, il 21 luglio scorso, hanno inviato un nuovo esposto alla Procura della Repubblica ed alle altre autorità competenti, affinché venissero individuati i responsabili delle inosservanze di obblighi concessori e di legge, definite dagli stessi “causa di incalcolabili danni patrimoniali e reputazionali al Comune di Castrignano nonché all’economia dell’intero Capo di Leuca”.
-
Attualità3 giorni fa
Ospedale di Tricase: via il 118, è caos
-
Castrignano del Capo2 giorni fa
Porto turistico di Leuca abbandonato: “Avviata decadenza della concessione”
-
Attualità2 settimane fa
La denuncia di una signora: “A Leuca coacervo della cafonaggine”
-
Attualità4 settimane fa
Grave incidente tra Pescoluse e Torre Pali
-
Cronaca4 settimane fa
Intascava ricavi Lotto: condannato ex titolare ricevitoria a Tricase
-
Cronaca2 giorni fa
Olio lampante nelle mense scolastiche e per anziani
-
Cronaca1 settimana fa
Animali travolti dalle fiamme a Depressa: ne muoiono 70
-
Attualità4 giorni fa
Dramma a Tricase: uomo ritrovato senza vita in campagna