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Cronaca

Specchia: la goccia che ha fatto traboccare il vaso

Volantino anonimo diventa virale: «Il vice presidente del consiglio comunale colto in flagrante mentre rubava l’acqua dalla scuola materna». Il sindaco Anna Laura Remigi: «Volantino calunnioso e violento dal contenuto totalmente falso e fuorviante. Vi spiego io come stanno le cose…»

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Di solito non siamo sfogo alle denunce anonime che arrivano in redazione (e ne arrivano tante).


Al limite, quando lo riteniamo opportuno ne verifichiamo la veridicità e poi proseguiamo per vie diverse.


Al tempo dei social e degli smartphone però dobbiamo fare i conti con una realtà diversa e quando una denuncia seppur anonima diventa virale è quasi naturale assurga al ruolo di notizia e argomento principale di discussione nei capannelli in pizza.


Come è accaduto a Specchia. Un volantino inoltratoci in via anonima su Telegram che poi abbiamo scoperto già essere su quasi tutti gli smartphone degli specchiesi.


Abbiamo verificato che la storia avesse un fondamento e poi ascoltato le spiegazioni della parte chiamata in causa, vale a dire l’amministrazione comunale ed il sindaco Anna Laura Remigi che ha difeso a spada tratta il vice presidente del consiglio comunale Rocco Branca, «ingiustamente dato in pasto mediatico sui social».


Il volantino anonimo diventato virale nelle ultime ore


Dal volantino innanzitutto l’attacco alla prima cittadina che pare essere l’obiettivo principale dell’accusatore. Le si rivolge in modo diretto: «Anna Laura Remigi, sindaco di Specchia da circa nove mesi, hai predicato bene in campagna elettorale contro la mafia, la corruzione soprattutto l’illegalità. Tutto ciò è racchiuso nel vostro gruppo di maggioranza, aggiungendo l’arroganza e l’incapacità di governare il nostro paese».


Secondo l’anonimo inquisitore «Dopo l’ultimo episodio accaduto il 7 luglio 2022, circa alle ore 13, i carabinieri», avrebbero colto «in flagranza di reato il vice presidente del consiglio Branca, che più volte caricava l’acqua dalle scuole materne di Specchia, sulla strada di Alessano, con il suo furgone con all’interno un’autobotte, per poi recarsi presso la sua proprietà, in contrada ferrare, per scaricare l’acqua nella sua cisterna».


Dopo aver sottolineato che «noi cittadini di Specchia siamo esterrefatti, allibiti per l’accaduto», informa che il vice presidente del consiglio sarebbe stato «condotto in caserma e denunciato per peculato». Infine, l’anonimo accusatore chiede «che sia il vice presidente del consiglio che il sindaco con tutta la giunta diano le dimissioni immediate».

Fin qui il contenuto del volantino-social che mette alla berlina vice presidente del consiglio e amministrazione.


A fronte del volantino senza firma divenuto ormai virale ci mette la faccia il sindaco Anna Laura Remigi che definisce quanto scritto un «calunnioso e violento volantino», dal «contenuto totalmente falso e fuorviante».


«Da molti mesi», premette il sindaco, «la mia amministrazione ed io siamo bersaglio continuo di atti moralmente violenti senza precedenti».


Poi scende nel dettaglio: «Il vice presidente del consiglio comunale è da quasi 30 anni volontario dell’associazione ambientalista ECOSPO.  Questa associazione da anni provvede a piantare alberi e piante nelle aiuole pubbliche e a manutenere tali aiuole. Per fare questo ha spesso bisogno di innaffiare e, quando non compra l’acqua con i soldi degli stessi volontari, utilizza l’acqua dell’unico pozzo appartenente all’amministrazione comunale che si trova presso la scuola materna di Specchia. I volontari ECOSPO da sempre sono autorizzati dall’Ufficio competente a prendere l’acqua da quel pozzo perché serve per le aiuole pubbliche. Vi sono documenti e filmati a iosa di queste operazioni del passato e del presente», precisa Anna Laura Remigi, che poi spiega: «L’acqua del pozzo può essere prelevata quando la scuola è aperta, perché negli orari di chiusura e durante il sabato e la domenica il plesso è chiuso e non si trova alcun dipendente comunale disponibile ad aprirla. Ebbene», racconta riguardo all’episodio specifico, «il 7 luglio, dopo che i volontari ECOSPO si erano organizzati per innaffiare le aiuole, il vice presidente provvedeva a fare la scorta di acqua necessaria per l’operazione, che si è poi regolarmente svolta nello stesso pomeriggio e che si sarebbe dovuta svolgere anche nei giorni successivi (anche se in quei giorni c’è stata la pioggia)».


«Questi i fatti», per il sindaco che evidenzia: «Se poi si considera che il valore dell’acqua in oggetto è di pochi euro si comprende la portata della questione».


Per Anna Laura Remigi «l’ennesimo volantino anonimo da solo dà l’idea che chi scrive non vuole comparire perché sa bene che le sue sono solo calunnie col chiaro intento di danneggiare ed ostacolare l’attività amministrativa».


In conclusione l’annuncio, quasi scontato: «Naturalmente sporgerò denuncia contro questi facinorosi».



Caprarica di Lecce

Paolo Greco, sindaco di Caprarica, si presenta alle prossime regionali

Mi chiedete di portare avanti l’esperienza dell’amministrazione locale, la sua schiettezza, la forza dei fatti realizzati, la volontà di progredire e la disponibilità al lavoro. Con il cuore troppo…

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Con queste frasi dirette, postate su fb, il sindaco di Caprarica di Lecce, Paolo Greco,  annuncia la sua discesa in campo: “In questi anni a Caprarica abbiamo compiuto la rivoluzione della concretezza, seminata nei tanti risultati amministrativi, divenuti gesti d’amore per la nostra comunità.
Mi chiedete di portare avanti l’esperienza dell’amministrazione locale, la sua schiettezza, la forza dei fatti realizzati, la volontà di progredire e la disponibilità al lavoro. Con il cuore troppo piccolo per contenere la gratitudine, mi candido al Consiglio Regionale della Puglia, con Decaro Presidente.
Non un addio, ma un mandato collettivo. Non ambizione personale, ma responsabilità. È il segno che questo percorso non è mai stato solo mio: è sempre stato nostro.
Porto con me la conoscenza acquisita dei problemi reali, le storie, i volti, i bisogni, le speranze di un territorio che merita risposte effettive“. Chiude il sindaco, “lo faccio con quelle che Verri Antonio Leonardo definiva le parole della salentinità: rimbocchiamoci le maniche!”.
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Casarano

Razzismo, Scuola non resti a guardare

Dopo quanto avvenuto a Casarano, il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rinnova l’appello alle istituzioni scolastiche affinché si rafforzino i percorsi di educazione ai diritti umani, alla cittadinanza attiva e alla pace, in coerenza con le Linee guida del Ministero dell’Istruzione e del Merito per l’insegnamento trasversale dell’educazione civica

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Kalidou, 17nne di origini senegalesi, vittima di ripetuti atti di discriminazione e aggressione verbale (con frasi del tipo “nero di m…” o “ti facciamo diventare bianco).

L’esecrabile episodio di cronaca, avvenuto a Casarano dovrebbe farci riflettere, tutti, su qual è la società che stiamo costruendo e su come stiamo educando i nostri figli

Breve riepilogo: quattro studenti, tre 17enni e un 16enne, sono indagati dalla Procura dei minori per minacce aggravate e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica.

Tutto ciò sarebbe avvenuto all’interno e all’esterno di un liceo scientifico.

La vittima, ora, ha cambiato Istituto, ma questo, ovviamente, non ha fermato le indagini scaturite dalla sua denuncia.

I responsabili sono stati individuati e l’udienza preliminare è stata fissata per gennaio.

Il giovane senegalese era arrivato in Salento nel 2019 con madre e sorella.

In seguito alla morte della madre, il ragazzo è stato affidato a una comunità.

Su quanto avvenuto è intervenuto anche il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) che, per bocca del presidente Romano Pesavento, esprime profonda solidarietà alla giovane vittima.

L’episodio, di inaudita gravità, interroga l’intero sistema educativo nazionale sul senso profondo della sua missione formativa e sul dovere, sancito dalla Costituzione, di garantire pari dignità e tutela a ogni persona.

La scuola italiana, come sancito dagli articoli 2, 3 e 34 della Costituzione, è chiamata a promuovere lo sviluppo integrale della persona, a rimuovere gli ostacoli che limitano la libertà e l’uguaglianza, e a educare alla convivenza civile. Ogni episodio di razzismo rappresenta una violazione non solo della legge, ma dello spirito più autentico della nostra Repubblica democratica.

Il prof. Romano Pesavento

«La storia di Kalidou», sottolinea Pesavento, «giovane che ha scelto la via della legalità e della denuncia, testimonia la forza dei valori universali dei diritti umani, sanciti dalla Dichiarazione Universale del 1948 e dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Egli incarna la fiducia nella scuola come luogo di riscatto, speranza e rinascita».

Il CNDDU rinnova l’appello alle istituzioni scolastiche affinché si rafforzino i percorsi di educazione ai diritti umani, alla cittadinanza attiva e alla pace, in coerenza con le Linee guida del Ministero dell’Istruzione e del Merito per l’insegnamento trasversale dell’educazione civica (L. 92/2019): «È indispensabile investire nella formazione dei docenti e nella costruzione di ambienti scolastici sicuri, accoglienti e culturalmente competenti. Ogni scuola deve farsi comunità educante, capace di reagire tempestivamente a qualsiasi forma di discriminazione, attivando protocolli di prevenzione e supporto psicologico, in stretta collaborazione con famiglie, servizi sociali e autorità competenti».

Solo così sarà possibile tradurre in azione concreta l’articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti.”

Il Coordinamento ribadisce che «l’educazione ai diritti umani non è un compito accessorio, ma un imperativo morale e civile. Ogni docente, ogni dirigente, ogni istituzione ha il dovere di vigilare, prevenire e testimoniare, affinché la scuola resti luogo di accoglienza, giustizia e libertà».

Kalidou non è solo una vittima, ma un simbolo di resilienza e di fiducia nella civiltà del diritto.

La sua vicenda ci impone di rinnovare il patto educativo fondato sul rispetto, sulla solidarietà e sull’umanità condivisa.

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Casarano

Minacce e insulti razzisti in un Liceo di Casarano. Tre minori indagati

Tutto verte su alcuni insulti razzisti all’indirizzo di un compagno di scuola 17enne di origini senegalesi, Kalidou…

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Indagati dalla Procura dei minori di Lecce quattro studenti, tre 17enni e un 16enne.

I reati sarebbero di minacce aggravate e istigazione a delinquere per motivi razzismo.

Tutto verte su alcuni insulti razzisti all’indirizzo di un compagno di scuola 17enne di origini senegalesi, Kalidou, con frasi del tipo “nero di m…” o “ti facciamo diventare bianco”.

L’episodio che si sarebbe ripetuto a scuola e fuori dal plesso scolastico, sarebbe avvenuto in un liceo scientifico di Casarano.

A causa di questi episodi il giovane senegalese ha quindi cambiato scuola, ma a poco è servito, secondo le verifiche affidate ai Carabinieri su incarico della procuratrice, Simona Filoni, e della sostituta Paola Guglielmi.

I presunti responsabili sono stati individuati e denunciati, l’udienza preliminare si terrà il prossimo gennaio. Il giovane Kalidou era arrivato in Salento insieme alla madre alla sorella nel 2019.

In seguito alla morte della madre, il ragazzo è stato affidato a una comunità, ora vive a Lecce.

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