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Galatina

Galatina: alberi per il futuro

Si è celebrata la giornata dell’albero. L’on. Leonardo Donno (M5S): “Gli alberi che abbiamo piantato nelle varie zone della città (Piazzale Stazione, Villetta Falcone e Borsellino e Viale degli Studenti) e il ripristino di quelli rubati nella zona EX 167/Circonvallazione rappresentano la nuova linfa che il Movimento intende dare alla comunità”

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Dopo i rinvii dovuti al maltempo, ieri mattina a Galatina si é potuta finalmente celebrare la giornata dell’albero.


Dopo il raduno alle ore 8,30 in Piazzale Stazione, si é proceduto alla piantumazione di 50 alberi.


Presente anche Leonardo Donno, portavoce alla Camera dei deputati del MS5, che insieme al senatore Cataldo Mininno ha contribuito all’acquisto degli alberi.


A partecipare attivamente all’iniziativa Paolo Pulli, consigliere comunale pentastellato.

Sul posto anche il sindaco Marcello Amante insieme ad altri rappresentanti dell’amministrazione comunale.


A sostenere l’iniziativa, partecipando in prima linea,  i tanti attivisti del territorio.

Ringraziamo l’assessore ai Lavori Pubblici e Urbanistica, Loredana Tundo, per la disponibilità e la ditta “Mario Luperto” che si é occupata delle fasi propedeutiche alla piantumazione”,  afferma il deputato Leonardo Donno, “gli alberi che abbiamo piantato nelle varie zone della città ( Piazzale Stazione, Villetta Falcone e Borsellino e Viale degli Studenti) e il ripristino di quelli rubati nella zona EX 167/Circonvallazione rappresentano la nuova linfa che il Movimento intende dare alla comunità. L’obiettivo è quello di rigenerare il senso civico di ogni cittadino tramite momenti come questo, un’occasione di crescita e confronto per tutti, all’insegna dell’amore per l’ambiente e la tutela del verde pubblico. Rimboccarsi le maniche e coltivare il futuro in prima persona: è questa la nostra idea di cambiamento”.


Aradeo

Notti sicure: controlli interforze a Galatina e Aradeo

 Polizia di Stato e Polizia Locale impegnati in un servizio straordinario di controllo del territorio nei centri storici e nelle zone frequentate dai più giovani nelle ore notturne  

 

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In linea con le strategie condivise in sede Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, il Questore della Provincia di Lecce Giampietro Lionetti ha disposto un servizio straordinario di controllo del territorio effettuato da Polizia di Stato e Polizia Locale.

Il servizio straordinario si è svolto nel centro storico di Galatina, interessando le zone che raggruppano i locali della vita notturna e quindi con una maggiore aggregazione di persone, e ha interessato anche il quartiere fieristico, zona più defilata rispetto al centro ma con alta affluenza di frequentatori per la presenza di sale giochi e video lottery terminal e i paesi vicini con una vita notturna vivace.

In particolare, nel centro di Galatina la Polizia di Stato ha controllato degli avventori di un locale di intrattenimento in via Don Tonino Bello e in una sala giochi del quartiere fieristico.

I controlli hanno toccato anche il centro cittadino di Aradeo dove si è registrata una vivace affluenza di giovani nelle zone del centro.

In particolare, gli agenti della Polizia di Stato insieme alla Polizia locale hanno controllato un’attività di “vending machine h24” a mezzo distributori automatici di bevande e snack, attività nota come luogo di aggregazione giovanile e oggetto di specifici controlli di contrasto a fenomeni di illegalità.

Qui e in altri tre bar del centro di Aradeo si è proceduto all’identificazione dei numerosi avventori presenti.

Gli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine “Puglia Meridionale” di Lecce, integrati dagli agenti del Commissariato di P.S. di Galatina e il personale della Polizia Locale, hanno effettuato 5 posti di controllo, identificato 280 persone e controllato 76 veicoli.

È stata disposta inoltre l’intensificazione dei controlli nelle zone ad alta densità abitativa dove durante l’estate si intensifica il fenomeno dei furti in appartamento, per via di un gran numero di residenti che si spostano nelle abitazioni sulla costa.

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Attualità

Sentenza shock sulla privacy: fb condannata da un tribunale a risarcire un utente

La Corte ha stabilito che questa pratica viola il diritto dell’UE perché porta a una “sorveglianza pressoché permanente della vita privata” anche quando gli utenti non hanno effettuato l’accesso ai propri account Facebook o Instagram….

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Sentenza rivoluzionaria sulla privacy: Facebook shock, Meta condannata a risarcirei 5.000 euro a un utente. Colpo basso per il gigante dei social media in materia di protezione dei dati: un tribunale di Lipsia ha ordinato a Meta di pagare 5.000 euro di danni, aprendo la strada a ulteriori cause legali

L’azienda tecnologica americana Meta deve pagare 5.000 euro di danni a un utente di Facebook.

Il tribunale regionale di Lipsia ha giustificato la somma relativamente elevata citando le “gravi violazioni della normativa europea sulla protezione dei dati” commesse dall’azienda attraverso le sue pratiche commerciali.

Al centro delle critiche ci sono gli strumenti di profilazione dell’azienda, che raccolgono e analizzano sistematicamente i dati degli utenti di Facebook.

Questa tecnologia è alla base del business pubblicitario mirato multimiliardario di Meta.

La Corte ha stabilito che questa pratica viola il diritto dell’UE perché porta a una “sorveglianza pressoché permanente della vita privata” anche quando gli utenti non hanno effettuato l’accesso ai propri account Facebook o Instagram.

La Corte critica in particolare il fatto che la sede centrale europea dell’azienda statunitense, con sede in Irlanda, trasferisca dati privati ​​degli utenti in tutto il mondo a paesi terzi, inclusi gli Stati Uniti, dove vengono analizzati “in misura sconosciuta all’utente”.

Ciò che colpisce della sentenza è che i giudici di Lipsia si sono basati esclusivamente sul diritto europeo e non sulle normative nazionali in materia di protezione dei dati.

Nella motivazione la corte ha apertamente ammesso che con questa decisione si è “consapevolmente” assunta il rischio di incoraggiare numerosi utenti di Facebook a intentare cause legali “senza dover dimostrare alcun danno individuale specifico”.

I giudici hanno giustificato il risarcimento relativamente elevato di 5.000 euro con l’utilizzo massiccio, globale e non trasparente dei dati da parte di Meta, nonché con l’elevato valore economico dei dati degli utenti.

Il tribunale ha sottolineato che Meta genera miliardi di profitti con il suo modello di business basato sulla pubblicità personalizzata, il che sottolinea l’importanza dei dati personali per l’azienda.

Nella motivazione della sentenza, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il tribunale ha espressamente sottolineato il rafforzamento del cosiddetto ” private enforcement ” del GDPR, ovvero la possibilità di far rispettare efficacemente le violazioni della protezione dei dati attraverso azioni civili.

In tal modo, il tribunale regionale di Lipsia segue la linea della Corte di giustizia europea, che ha già valutato criticamente l’ammissibilità degli strumenti aziendali di Meta in casi analoghi. Meta ha la possibilità di presentare ricorso contro il verdetto.

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Casarano

Reddito di Cittadinanza, denunciati 47 “furbetti” avrebbero attestato il falso

Hanno percepito illecitamente oltre 500 mila euro. La Guardia di Finanza chiede il sequestro delle somme…

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Dall’inizio dell’anno le Fiamme Gialle  di Lecce hanno eseguito specifici controlli per verificare la regolare percezione del “Reddito di cittadinanza”.

Gli accertamenti svolti hanno interessato target che sono stati selezionati tramite specifiche analisi di rischio e l’esame delle risultanze delle banche dati in uso al Corpo, ovvero che sono emersi da mirate attività info-investigative svolte con l’ausilio del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza di Roma e di concerto con l’INPS.

Al termine delle indagini i militari della Guardia di Finanza hanno segnalato all’Autorità Giudiziaria 47 soggetti, risultati aver percepito illecitamente emolumenti per oltre 500 mila euro, nonché richiesto un provvedimento di sequestro di tali somme. I beneficiari, infatti, avrebbero attestato falsamente nelle apposite istanze il possesso dei requisiti previsti dalla normativa di settore.

Contestualmente i beneficiari sono stati segnalati alla Direzione Provinciale INPS per il recupero delle somme già erogate ed indebitamente percepite.

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