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Approfondimenti

Letture estive: “I miei compagni di scuola” di Rocco Boccadamo

Nel mio ultimo libro “Zia Valeria”, è compresa una narrazione dal titolo “1952/1960 – Il narrastorie, giovanissimo, alle Medie e alle Superiori”, che qui pubblico, soprattutto, a beneficio di quanti non avessero già avuto modo di leggerla e/o volessero farlo adesso…

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I miei compagni di scuola


Nel mio ultimo libro “Zia Valeria”, è compresa una narrazione dal titolo “1952/1960 – Il narrastorie, giovanissimo, alle Medie e alle Superiori”, che qui pubblico, soprattutto, a beneficio di quanti non avessero già avuto modo di leggerla e/o volessero farlo adesso.


In seno a detta “storia”, rievocativa di un importante aspetto degli anni belli del “ragazzo di ieri”, sono, fra l’altro, indicati i nomi dei compagni delle Superiori, per come, mentre scrivevo, sono riuscito a scorrerli in rassegna, a mente.


Successivamente, invece, ho chiesto e ottenuto dall’Istituto Tecnico Commerciale “Cezzi – De Castro” di Maglie, l’elenco ufficiale della 5^ classe, sezione B, di cui facevo parte, che, pure, accludo.


Dal 1960 al 2024, sono passati ben sessantaquattro anni.  Ebbene, a così tanta distanza di tempo, mi è stato dato, con emozione, di ricontattare, risentire e, in alcuni casi, rivedere, una parte dell’antica scolaresca di ragionieri.


In aggiunta, nelle more di poter, più avanti, organizzare un incontro collettivo, ho voluto inviare o consegnare in dono, a tutti i miei compagni, una copia del libro richiamato in apertura.


Tranne, con rammarico, agli undici che, purtroppo, non ci sono più.


*** *** ***


1952/1960, il narrastorie, giovanissimo, alle Medie e alle Superiori


Traggono, insolitamente, abbrivio, le presenti note, da un commento, inerente a una mia narrazione di qualche settimana fa, postatomi via Facebook da Giorgio Ruggeri, originario di Uggiano La Chiesa, per cinque anni compagno di classe, anzi contermine di banco, alle scuole superiori, e, però, mai più rivisto dal lontanissimo 1960: “Hai tanti bei ricordi della tua terra. Mi aspetto qualche pubblicazione di quel mitico Istituto Tecnico di Maglie che abbiamo lasciato nel 1960. Ti saluto”.

Prima di tracciare la specifica rievocazione invocata dall’antico coetaneo e amico, ritengo opportuno soffermarmi su un minuscolo rosario di “pillole” delle mie esperienze scolastiche antecedenti, afferenti, per l’esattezza, al ciclo delle “Medie”.


Invero, conseguita la licenza elementare, mi successero, inanellandosi, una serie di piccoli e però particolari eventi, che lasciarono qualche segno in quelle correlate tenere stagioni. Intanto, iscrittomi per frequentare, a Maglie, il richiamato corso di studi, iniziai concretamente a farlo in un canonico (per l’epoca) 1° ottobre, ricordo, nella sezione “Prima D”, docente di lettere il giovane professore Francesco Erroi. In parallelo, mi sistemai, come “pensionante”, presso una famiglia della cittadina, dove si trovava già, alloggiato in analoga formula, un mio compaesano, nonché parente, il quale attendeva alle lezioni nel locale Liceo classico.


***


Sennonché, scivolate via, sì o no, un paio di settimane, giunse a mio padre, impiegato comunale, la notifica della mia ammissione a un convitto dell’Inadel (Istituto di previdenza per i dipendenti degli enti locali) ubicato ad Anagni (FR), dove, purché fossi stato di anno in anno promosso, avrei potuto compiere l’intero percorso formativo, fino alla maturità o al diploma, in regime completamente gratuito, compresi vitto, alloggio, libri di testo e tasse scolastiche. Peraltro, ad Anagni, nella medesima struttura scolastica dell’Inadel, intitolata al Principe di Piemonte, c’era già, da un biennio, il mio fratello maggiore Antonio. Lasciai, quindi, in fretta e furia, la scuola di Maglie e, accompagnato in treno dal citato genitore, raggiunsi il convitto nella cittadina laziale. Ma la relativa esperienza, nonostante si trattasse di una sistemazione obiettivamente buona in ogni senso, si esaurì, purtroppo, in modo infausto, nel volgere di un risicato arco di tempo. Con la motivazione di non sopportare il distacco dal mio paesello d’origine, dalla mia famiglia e, soprattutto, da mia madre, vissi, o diedi a intendere di vivere, un’autentica tragedia, per cui, in breve, mio padre fu costretto a ripetere il viaggio ad Anagni e a riportarmi a casa. La mia capricciosa ma inamovibile impuntatura fu presa come un autentico smacco non solo in casa, ma pure presso i parenti e fra gli amici compaesani: si pensi, a undici anni e mezzo, mi trovai appiccicata addosso, addirittura, l’etichetta appellativa di “rovina famiglie” e/o mi vidi piovere sul capo l’osservazione “Il Padreterno dà i biscotti a chi non ha denti per mangiarli”. Ma la storia non finisce qui. Difatti, una volta rientrato a Marittima, il piccolo, criticato “reduce” assunse un’ulteriore rigida posizione, facendo cioè presente, con vigore, che non gli andava di far la brutta figura di comparire, in ritardo rispetto all’inizio delle lezioni, in una classe di Scuola media pubblica, fosse a Maglie o a Tricase.


Di conseguenza, non gli rimase che affidarsi al concittadino maestro delle elementari, Alfredo Quaranta, prendendo a svolgere insieme con lui, ogni pomeriggio, il programma didattico della prima media e sostenendo a Maglie, da privatista, nel successivo giugno, l’esame finale, con esito positivo. La stessa sceneggiata ebbe, purtroppo, a verificarsi in corrispondenza dell’anno scolastico seguente, sebbene io avessi spergiurato che giammai si sarebbe ripetuta la prima infantile rinuncia collegata al convitto. In detta seconda esperienza anagnina, feci in tempo a mandare a quel paese, e anche oltre, l’insegnante di matematica della locale Scuola media. Questi, rivedendomi nella sua 2^ e avendo a mente il mio anticipatissimo abbandono dell’anno precedente, mi chiese dove e come avessi frequentato in alternativa e volle saggiare la mia preparazione con la coppia di domande a bruciapelo “tre per quattro, quanto fa?” e “quattro per tre, quanto fa?”, e, alla mia ripetuta risposta di dodici, fece seguire l’interrogativo trabocchetto scontato “e perché?”.


Da parte mia, sotto agitazione o per un improvviso vuoto di memoria, risposi al secondo problema con un banale “perché è la stessa cosa”, senza minimamente accennare alla regola, men che elementare, della nota proprietà commutativa della moltiplicazione “cambiando l’ordine dei fattori, il prodotto non cambia”. Risate a tutto spiano, se non sghignazzi, dalla bocca del docente, il quale, secondo il sentire infantile, ma non troppo, della vittima, si accaniva su un malcapitato; con l’aggravante, che le sue sfacciate reazioni d’ilarità e di scherno arrivavano immediatamente ad accomunare l’intera scolaresca. Per ciò, non riuscendo a trattenermi, rivolto al professore, io finii con lo sbottare, d’istinto, in un: “Lei è un p….!” (a chiare lettere, secondo Wikipedia, suide addomesticato, che grugnisce). Dopo di che, preso per un braccio dallo stesso autorevole destinatario dell’improperio, verosimilmente colto di sorpresa dalla mia reazione e divenuto paonazzo in volto, mi trovai in un baleno di fronte al preside e, seduta stante, scattò la sospensione, per alcuni giorni, dalle lezioni (poco male, ragionai tra me e me, tanto intendo lasciare questa scuola e tornarmene nel Salento).


***


Finalmente, ci fu da predisporre la frequenza della terza media e, questa volta, niente tergiversazioni su opzioni convittuali ma semplice e diretta iscrizione alla scuola pubblica di Maglie e, guarda caso, nuovamente sezione D e docente di lettere il già citato Francesco Erroi.


Nel complesso, si rivelò del tutto agevole l’esperienza da normale frequentante, con la sola eccezione di talune mie esitazioni, specie all’inizio, nel seguire le lezioni di francese (evidentemente, durante il biennio trascorso in veste di allievo privatista del maestro Alfredo, non avevo assimilato a sufficienza le relative nozioni). Per fortuna, in quel corso della scuola pubblica, c’era un professore molto bravo, anche se dal carattere un tantino particolare, Giuseppe Macrì, il quale, in certo qual modo, mi prese a cuore e, specialmente, mi tenne sotto tiro, giungendo talora – tempi lontani e, ovviamente, agli antipodi rispetto agli attuali – a trascinarmi fino alla lavagna e ad appoggiare lievemente ma ripetutamente la mia fronte sulla relativa lastra nera, sentenziando: “Se non te loimparo” io, il francese, non te lo “impara” neppure Domine Dio”. Devo ammettere che la cura del docente Macrì si rivelò efficace.


***


Ottenuta, poi, con buoni voti di profitto, la licenza di Scuola media, si presentò la necessità di scegliere per le Superiori. In cuor mio, pensavo di seguire l’esempio del mio fratello maggiore e di iscrivermi al ginnasio e, a ruota, al liceo classico, oppure, in subordine, forse volendo emulare il mio insegnante elementare, di andare a frequentare l’Istituto magistrale a Lecce. In concreto, però, giunse a prevalere uno sbocco differente, che, in fondo, accettai con convinzione, nell’ottica di vedere agevolato, con quello specifico diploma, l’inserimento nel mondo del lavoro, la conquista di un impiego. Insomma, la scelta cadde sull’Istituto tecnico commerciale statale, indirizzo amministrativo “Cezzi – De Castro” di Maglie, località dove mi sarei portato, da Marittima, con il pullman delle Sud Est, già sperimentato durante la terza media. E alla “Ragioneria”, così si appellava semplicemente e praticamente detto polo d’istruzione, trovai, fra i compagni di classe, Giorgio Ruggeri, menzionato all’inizio di questa narrazione. Si trattò, da subito, di una pratica diversa e accattivante, che si sviluppava non più fra ragazzini bensì fra adolescenti, con discipline da studiare in gran parte inedite. A oltre sessant’anni di distanza, serbo ancora memoria dei nomi dei frequentanti il corso “B”: Eugenio Agnello (Nociglia), Vito Alfarano (Tricase), Salvatore Baglivo (S. Eufemia di Tricase), Rocco Boccadamo (Marittima), Antonio Brocca (Muro Leccese), Francesco Bruni (Otranto), Giovanni Cioffi (Casarano), Antonio Costa (Maglie), Franco De Donatis (Torrepaduli), Luigi De Pascalis (Martano), Antonio De Santis (Martano), Antonio Di Noia (Uggiano La Chiesa), Luigi Filippi (San Cassiano), Antonio Gerardi (Corigliano d’Otranto), Vincenzo Guarino (Corigliano d’Otranto), Franco Latino (Poggiardo), Vincenzo Laurenti (Otranto), Oliviero Leuzzi, (Botrugno), Fernando Lisi (Miggiano), Giorgio Monteduro (San Cassiano), Giuseppe Monteduro (San Cassiano), Antonio Pastore (Cocumola), Franco Pirelli (Leuca), Giovanni Pisanò (Casarano), Ippazio Pulimeno (Corigliano d’Otranto), Gerardo Rizzo (Alessano), Luigi Rizzo (Otranto), Carmine Romano (Maglie), Giorgio Ruggeri (Uggiano La Chiesa), Luigi Rutigliano (Otranto), Giuseppe Schifano (Andrano), Vittorio Velotti (Melissano), Tommaso Vergari (Botrugno), Filippo Vergari (Montesano Salentino), … Vergine(Corigliano d’Otranto). Dei trentasei appena elencati, per la precisione, non tutti erano presenti nel primo anno, alcuni si aggregarono gradualmente nelle classi successive; due o tre compagni, purtroppo, non riuscirono a conseguire puntualmente il diploma, uno, invece, Filippo Vergari, bravissimo, compì un “salto” nel corso dell’anno scolastico, completando gli studi nel 1959, anziché nel 1960. Ricordo pure i nomi del Corpo docente succedutosi in seno al corso “B” durante l’intero ciclo: Luigi Antonica (inglese), Anna Balena (calligrafia), Paolo Congedo (italiano, 2^ e 3^ classe), Salvatore Errico (italiano, 4^ e 5^ classe), Luigi Ferrante (diritto ed economia politica, 5^ classe), Italo Giuri (ragioneria e tecnica, 5^ classe), Concetta Manna (stenografia), Luigia Manno(italiano, 1^ classe), Don Franco Maruccio (religione), Luigi Paolo Mazzotta(computisteria, ragioneria e tecnica, 2^, 3^ e 4^ classe), Laura Orlando (matematica), Stella Rosa (francese), don Francesco Rotundo (religione), Luigi Serio (diritto ed economia politica, 3^ e 4^ classe), Lucia Turco. (scienze naturali, chimica, geografia economica), Giuseppe Valentini (educazione fisica).


Per quanto riguarda la guida complessiva dell’Istituto, affiancavano il preside, Prof. Mario Duma, il segretario (all’inizio, Salvatore Gualtieri, dopo, rag. Domenico Mele) e l’addetto alla segreteria Giacomino De Donno, col prezioso ausilio dei collaboratori scolastici Nino e Ada.


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Anche in seno alla nuova realtà scolastica, nel giro di poco tempo, mi trovai coinvolto in qualcosa di imprevisto e imprevedibile, relativamente alle lezioni di lingua francese. Malgrado le prima indicate mie carenze in terza media, che avevano richiesto una cura energica da parte del professore Macrì (lo rivedo, negli occasionali fugaci incontri di primo mattino, in Piazza Capece a Maglie, dove aveva sede la Scuola Media in cui egli era rimasto a insegnare, nell’atto di roteare a lungo la mano e il braccio destro, come per dire “eh, cambiando scuola e con la nuova docente che avete trovato all’Istituto Tecnico, vi è andata proprio bene, fate la pacchia”), agli occhi e al giudizio della professoressa Stella Rosa ebbi subito ad apparire come un allievo non bravo ma bravissimo, un esempio; sia nelle interrogazioni, come nei compiti scritti, fui gratificato con una serie di nove e dieci.


In aggiunta a ciò, l’insegnante, a un dato momento, mentre teneva le sue lezioni nella seconda e nella terza “B”, prese l’abitudine di mandarmi a chiamare tramite il bidello Nino, in modo da far vedere agli allievi di quelle classi, chiaramente più grandi di età, con me direttamente presente e fungente da “campione”, come si dovesse studiare e dimostrare di sapere la sua materia. Per me furono, però, circostanze, piuttosto che gratificanti, di disagio e di “vergogna”, anche perché, durante i miei “sconfinamenti” nei corsi superiori, c’era sempre qualcuno che, sottovoce, mi indirizzava l’invito a ritornarmene nella mia classe, invece di prestarmi al gioco della docente. In particolare, al cospetto di studenti/giovanotti o quasi, il mio disagio cresceva durante l’inverno, quando, quattordicenne o poco più, esibivo pantaloni alla zuava e, ai piedi, calzettoni di lana fatti a mano e sandali semiaperti, per via dei fastidiosi geloni che, pur mordendo il freddo, non mi consentivano di infilarmi scarpe chiuse, chiaramente più adatte alla stagione. Tuttavia, come consolazione, negli scrutini finali della prima superiore, sulla pagella, accanto alla materia “Lingua francese”, vidi campeggiare un bel nove.



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Provo ora a dedicare veloci note aggiuntive, tra il serio e il faceto, su determinati professori.

Luigi Paolo Mazzotta, faceva su e giù, dalla sua residenza a Maglie, alla guida di un’autovettura Fiat 600. Come insegnante, non godeva di eccelsa fama, nondimeno era buono, gioviale e tollerante; di tanto in tanto, aduso a intercalare alla lingua italiana accezioni o frasi dialettali. Il primo compito che ci assegnò in seconda classe, materia, la computisteria, verteva sulla cosiddetta regola “catenaria”. Alle 8, ora di inizio delle lezioni, si era limitato a dettare la traccia dell’esercizio, recandosi, quindi, in un’altra classe in cui aveva lezione e lasciando a vigilare su di noi il collega di una differente disciplina. Ritornato alle 9, compì una rapida ricognizione fra i banchi e si accorse che nessuno aveva iniziato a svolgere il compito, forse perché le sue spiegazioni non erano state sufficientemente chiare alla scolaresca. Al che, si avvicinò a una parete dell’aula e proruppe in un “povero me, non hanno capito niente!”, e, a seguire, ritirò tutti i fogli e annullò la prova. Qualche tempo dopo, si ripetette un caso similare. Io pur cercando di studiare e approfondire per conto mio quella materia, a una verifica presi, come voto, 4, l’unico in tutta la mia carriera scolastica. Rimasi, di conseguenza, avvilito, per alcuni giorni “odiai” il professor Mazzotta, un mattino, incrociandolo casualmente per strada, arrivai addirittura a rinfacciargli ostentatamente, con la mano destra aperta su quattro dita, il brutto voto (per quel gesto, il giorno successivo, il docente mi rimbrottò severamente davanti a tutti i compagni). Negli anni seguenti, mi venne l’idea di aiutarmi con un altro libro, in aggiunta a quello di testo e, in tal modo, riuscii a trovarmi meglio con il docente in questione; quasi quasi, senza che me ne avvedessi, intervenne una sorta di miracolo. A comprova, eravamo in quarta, un giorno fui chiamato alla cattedra per un’interrogazione. “Parlami del conto lavorazione nelle imprese industriali “, mi invitò il professore. All’inizio un po’ timidamente, io provai ad argomentare e di lì a poco, inaspettatamente, notai che il docente, il capo quasi appoggiato sul piano della cattedra, se ne stava rivolto verso di me con lo sguardo fisso, con la bocca semiaperta e mi osservava concentrato e immobile. Mentre io seguitavo a esporre le nozioni che avevo assimilato, a un certo momento, il prof. Mazzotta si girò di scatto verso i compagni che seguivano la mia verifica dai banchi, ingiungendo loro: “State attenti, che parla il professore!”. Furono risate, come di fronte a una comica. Sia come sia, ottenni un buon voto. Dicevo sopra che, in certi frangenti, il prof. Mazzotta indulgeva ad atteggiamenti o a discorsi “alla buona”. Ad esempio, una volta, rivolto a Eugenio Agnello che stava chiacchierando in classe con un compagno, se ne usci con:” Agnello, la vuoi finire o no? Vedi che, se non la smetti, ti appendo”. Naturalmente, pure in questa occasione, ilarità generale, avendo, il prof., configurato l’immagine di un pacifico ovino macellato, appeso a un gancio e pendente sull’uscio di un negozio di carni. In un’altra circostanza, chiamando in causa il compagno Antonio Di Noia: “Noia (n.d.a., cognome in sintesi, al posto di Di Noia), perché ridi?”. Risposta del ragazzo: “Professore, è Agnello che mi fa ridere”. Replica conclusiva: “E tu, non ti fare ridere”. In quarta classe, il sabato, avevamo lezione, con il prof. Mazzotta, dalle 12 alle 13. Or bene, con l’intraprendenza da ragazzi ormai grandicelli, pensammo di prendere la licenza, approfittando dell’intervallo per il cambio di insegnante a mezzogiorno, di svignarcela, prima che il docente Mazzotta giungesse da noi. Era brevissimo il percorso fra la nostra aula e il portone l’uscita della scuola, anche se si doveva passare davanti alla porta della presidenza. Partendo da quell’idea, ponemmo ripetutamente in atto l’alleggerimento dell’orario didattico del sabato, anche se capitava di sentire dal prof. Mazzotta, in arrivo, “dove andate?” e dal preside “siete impazziti, che fate, rientrate in classe”. Tutto inutile, la fiumana della quarta “B” era ormai, in maggioranza, per strada. In fondo, il nostro pensiero autoassolutorio era che rendevamo un favore all’insegnante, consentendogli di ritornare nella sua residenza, in anticipo rispetto al previsto. Saltando dagli anni Cinquanta del secolo scorso al 2000 circa, ho avuto modo di contattare e rivedere a Lecce il professor Luigi Paolo Mazzotta, il quale si è ricordato subito del suo allievo, Boccadamo da Marittima (“eri uno bravo, vero?”, mi ha chiesto al telefono). Su suo invito ci siamo incontrati al Bar Manhattan, consumando un’aranciata amara in due e, infine, mi ha brevemente accolto nella sua abitazione nelle vicinanze. Non molto tempo fa, ho saputo che il professor Mazzotta se n’è andato, ultranovantenne.


La professoressa di matematica, Laura Orlando, era molto brava e preparata, come persona, secondo il mio giudizio di adolescente, lasciava, invece, un po’ a desiderare, andava per simpatia e io, nonostante me la cavassi bene anche nella sua disciplina, non rientravo nel novero degli allievi prediletti. Giovane, nubile, portava spessissime lenti. Quando dovevamo svolgere compiti in classe, la sua prima azione era di farmi lasciare il banco dove ero seduto abitualmente insieme a un compagno e di invitarmi a sedere, a solo, in un banchetto accanto alla cattedra. Quindi, dettava due tracce: una, per gli allievi che si trovavano nella parte destra di ciascuna fila di banchi e l’altra, per i restanti che avevano posto nella parte sinistra. Io, anche se l’insegnante mi diceva di svolgere una ben determinata prova, mi annotavo tutte e due le tracce, le valutavo e svolgevo quella che mi sembrava più facile. Il trucchetto funzionava quasi sempre. Solamente in un caso, si scoprirono gli altarini, allorquando la prova “tosta”, che sarebbe toccata anche a me, non fu svolta da alcuno della scolaresca: la docente trasse spunto da ciò, per fare mente locale, dopo di che mi rinfacciò, rimproverandomi, il giochetto posto in atto e annullò la prova.


In quarta, studiavamo la matematica finanziaria e attuariale, un vero e proprio calvario di formule da imparare e tenere a memoria. Riflettendo sulla limitazione visiva della Orlando, escogitai di copiare, con una matita o lapis, sul nero della lavagna, ovviamente in ore vuote o favorevoli, la maggior parte delle formule in questione, che la prof., anche mentre spiegava avvicinandosi alla lavagna, non riusciva a notare. Al contrario, noi allievi, quando eravamo interrogati, alla richiesta di riferire la formula A o B dicevamo: “Prof., posso scriverla alla lavagna?”. Così, spesso riuscivamo ad aiutarci. La trovata funzionò per lungo tempo.


Il professore di italiano Paolo Congedo (seconda e terza classe) era un docente eccezionale, di poche parole, ma di profondissima cultura e vasta esperienza. Durante le spiegazioni, lo seguivamo in assoluto, quasi religioso silenzio e con molta attenzione. Severo ma anche giusto, disponibile nelle interrogazioni e nelle verifiche in genere. In quarta e in quinta, arrivò, al suo posto, il professor Salvatore Errico, il quale, inizialmente, sembrò soffrire un po’ per la difficile successione; la stessa scolaresca, ovviamente, accuso la differenza e, tuttavia, non tardò a adattarsi e a integrarsi col nuovo docente, peraltro persona dal tratto ottimo e alla mano.


L’avvocato Luigi Ferrante, di ottima e nobile famiglia, docente di diritto ed economia in quinta classe, era una pasta d’uomo, un signore; ci lasciava un po’ fare e noi, purtroppo, lo ripagavamo con qualche intemperanza. Per citare, mentre lui parlava, accendevamo in classe una radiolina e, quando la stessa emetteva i classici fischi che precedono l’inizio di un programma, non poteva non accorgersi del suono, che noi sostenevamo, impunemente, dovesse attribuirsi al cinguettio degli uccellini sugli alberi d’arancio del giardino confinante con la scuola. Ancora, da poco avevo scelto di andare a sedermi all’ultimo banco accanto a Giorgio Monteduro, detto “palo” perché di altezza prossima ai due metri, a un certo punto proposi, ai vicini di banco, l’idea di vivacizzare le lezioni del professor Ferrante.


Approfittando dell’esistenza di una stufa per riscaldamento che, abitualmente, si trovava in fondo all’aula, proposi di cucinare qualcosa, appunto, durante l’ora del professore Ferrante, ad esempio due uova. Dalle parole ai fatti: chi portò una padellina, chi olio e sale, chi, secondo ricetta, un paio di uova fresche. Mentre il professore spiegava, la stufa fu inclinata con l’ampio piatto in posizione orizzontale, la padellina con l’olio posata sulla fiamma; al cadere sull’olio bollente, le uova emisero il classico sfrigolio, il professore sentì lo strano “rumore”, agitandosi e chiedendo di colpo “che cosa stesse succedendo laggiù”. Gli improvvidi cucinieri provarono rapidamente a smontare e disattivare l’apparato, ma, ovviamente, l’avvocato Ferrante si accorse di tutto, senza però farne una tragedia. Diversamente, il mattino seguente, prima dell’inizio delle lezioni, sulla Quinta “B”, si abbattette la violenta ramanzina del bidello Nino, il quale, imprecando all’indirizzo dell’intera scolaresca per la malefatta, si lamentò, specialmente, di aver dovuto lavorare a lungo per ripulire il pavimento dai residui dell’olio e delle uova rimaste non cotte.


Dopo il triennio di docenza del professor Luigi Paolo Mazzotta, in quinta, per ragioneria e tecnica, ci arrivò il professore Italo Giuri, giovane, piccolo di statura, capelli color biondo rossiccio, occhi verdi, accompagnato da nomea di ottimo insegnante, ma, nello stesso tempo, in barba all’età, di persona austera, molto esigente e severa. Dire che, noi del corso “B”, quanto a bagaglio di preparazione pregressa, non eravamo messi propriamente bene. Iniziò l’esperienza con il professor Giuri, i fatti confermarono subito la presentazione iniziale, in occasione delle verifiche, come voto, si affacciavano anche alcuni due o tre; così, un giorno, era toccato al compagno Vito Alfarano, il quale, rimasto ovviamente male per l’esito della prova, se ne ritornò al banco, seminando, vocalmente, sequenze di imprecazioni e di minacce indirizzate al prof. Giuri. Improvvisamente, si presentò una scena originale e quasi patetica, il docente, eretto sulla pedana della cattedra, con le braccia aperte a configurare una sorta di Santa Croce, ad esclamare: “Non ho paura delle minacce, anzi sono pronto al sacrificio”.


Intorno a Natale 1959, si sparse la voce che il prof. Giuri sarebbe stato il componente interno nella commissione degli esami di maturità. A tale notizia, noi tutti restammo sconcertati e commentavamo “se sarà nominato lui, anziché aiutarci, con la sua severità ci danneggerà se non, addirittura, rovinerà”. In quel periodo, io, nel pomeriggio, studiavo insieme con Franco Pirelli e Franco De Donatis, nell’abitazione presa in affitto a Maglie, per tutto il periodo dell’anno scolastico, dai genitori del secondo compagno di cui sopra. Di fronte alla prospettiva Giuri agli esami di Stato, l’anzidetto terzetto di interessati, pensò a un’iniziativa: scrivere al professore una lettera in bianco, consigliandogli di non accettare, per il suo bene, l’incarico di membro interno. Detto fatto, la missiva fu vergata, con uso, non solamente della penna ma pure di guanti per non lasciare tracce sul foglio e sulla busta, e spedita. Dopo un paio di giorni, mentre stavamo svolgendo in classe un compito proprio col professor Giuri, bussò alla porta dell’aula il bidello Nino: “Dottore, c’è una lettera per lei”. Il destinatario, stupito, prese in mano il plico e, pur seguitando a sorvegliare, al solito, fra i banchi, onde controllare che qualcuno non copiasse dai compagni, lo dischiuse e diede velocemente una scorsa al contenuto. “Molto bene!”, fu la sua ostentata osservazione. Intanto, io e i coautori dell’operazione, ce ne stavamo a capo chino sul banco. Nei giorni successivi, tuttavia, ritornammo arditi, domandando, al docente, se fossero vere le voci sull’argomento. Ma lui replicò con forza: “Non è niente vero, sono notizie destituite di ogni fondamento”. E continuando: “Poi, voi stessi, forse, non mi vorreste come membro interno” e, puntando il dito e lo sguardo verso di me:” Proprio lei, probabilmente, non mi vorrebbe”. Era duro mantenere la compostezza e far finta di niente. Di fatto, il prof. Giuri fu designato come commissario interno alle prove di maturità. Nell’ultimo giorno di lezioni, io trascorsi la mattinata in segreteria, per copiarmi in chiaro i programmi di tutte le materie. Dopo qualche ora, nel cortile della scuola, incrociai il prof. Giuri con molti registri di classe sottobraccio, che mi chiese dove fossi stato invece di essere presente in classe, aggiungendo quindi: “Si è persa un’occasione importante e irripetibile, nonostante le difficoltà e i contrasti relazionali nel corso dell’anno, oggi, nella Quinta “B”, c’è stata un’assemblea immemorabile, commossa, abbiamo tutti pianto per il commiato”. E, dopo, mi invitò a seguirlo in un’aula, per dettargli le assenze degli alunni da riportarsi nella pagina degli scrutini di fine anno.


In realtà, in mia presenza, a dimostrazione inaspettata della fiducia che riponeva in me, egli fece gli scrutini: di promozione o meno per le classi intermedie e ai fini dell’ammissione o meno agli esami di Stato, per la mia classe Quinta “B”. Giunto al mio nome, disse: “La ammetto con sette e sette (in ragioneria e in tecnica), ma guai a lei se, agli esami, non riporterà un voto migliore”. Giunsero le prove conclusive, scritte e orali; in occasione delle seconde, mi toccò un’interrogazione di circa un’ora, fortunatamente risposi a tutti, notando, man mano, come sul volto del mio insegnante andassero vieppiù a stamparsi le impronte di una grande soddisfazione.


Dopo una decina di giorni, fui informato che erano usciti i “quadri”, lo dissi immediatamente a mio padre e, con un’autovettura presa a noleggio, ci recammo insieme a Maglie. All’ingresso dell’Istituto, prima ancora di avvicinarci ai fogli con i risultati degli esami, incontrammo il segretario Mimì Mele, il quale, con un sorriso, mi fece: “Hai preso voti tutti tondi, complimenti”, volendo dire otto e nove. Così lessi, in effetti, sui “quadri”; in particolare, nelle materie ragioneria e tecnica del Prof. Giuri, avevo riportato un bellissimo nove. I miei, erano i migliori voti di tutto l’Istituto e, come seppi dopo, si collocavano ai più alti livelli pure su scala provinciale.


Come avvenuto con riferimento al prof. Luigi Paolo Mazzotta, intorno al 2000, ho chiesto e ottenuto di rivedere anche il professor Italo Giuri. Commovente il clima dell’accoglienza, contraddistinto da un particolare; quando gli ricordai che agli esami di maturità mi aveva messo nove in entrambe le sue materie, il docente rimase allibito e chiamò immediatamente la moglie, già sua allieva, dicendole: “Senti, questo signore mi sta rammentando che, agli esami di Stato, gli ho dato 9 nelle mie due materie” e la consorte:” Sembra proprio impossibile, già che, quando tu assegnavi un sei o un sei e mezzo, si era proprio al massimo”.


Avviandomi alla conclusione, non posso non dedicare una serie di piccoli dettagli o particolari ai miei cari compagni delle Superiori.


Il già menzionato Vito Alfarano aveva un amico straordinario, quasi un gemello, Salvatore Baglivo, prendevano insieme, da una vita, il treno Tricase – Maglie e viceversa, si scorgevano ovunque e sempre insieme, appariva nitido e inequivocabile che si volevano molto bene, erano affiatati, guai a parlare, all’uno, male dell’altro o viceversa: anche se, spesso, Alfarano sovrastava il secondo con iniziative, diciamo così, vivaci. Era solito, Totò Baglivo, dotarsi di quaderni di grosso formato, se non che, nel giro di pochi giorni, gli stessi erano ridotti alla misura più minuscola, del costo di cinque o dieci lire a pezzo, in quanto Vito glieli sfogliava di nascosto; beninteso, sfogliava, nel senso che gli strappava le pagine per utilizzarle lui. La vittima si lagnava di ciò, ma solo per un attimo.


Alfarano era il soggetto che serbava gelosamente, nel portamonete, un foglietto con la brutta copia di un tema assegnatogli e svolto alle Elementari, “La mia mamma”.


Non avendo moltissima voglia di applicarsi nello studio, egli, al fine di aiutarsi, soleva, durante tutto il corso di studi, comprese le Superiori, copiare una parte di quell’antico componimento, in tutti i compiti che era chiamato a svolgere, qualsivoglia fosse la traccia e l’argomento. Detta pratica di Alfarano era nota agli insegnanti di lettere di mezza Terra d’Otranto.


Negli ultimi mesi scolastici della quinta classe, io, anziché restarmene in pensione presso una famiglia a Maglie, decisi di ritornare a fare il pendolare, in treno. Venuto a conoscenza della novità, Alfarano mi diffido dal comprare l’abbonamento con le Ferrovie Sud Est, dicendomi: “Tu chiederai i soldi ai tuoi genitori, ma gli userai, di fatto, esclusivamente per l’acquisto di sigarette, così fumiamo alla grande; intanto, durante i tragitti in treno, sarai sotto la nostra protezione, non ti preoccupare, già che conosciamo tutti i controllori delle Sud Est, anzi siamo loro amici”.


Adesso, sento di dover indirizzare un pensiero ad Antonio Brocca, detto, bonariamente, “la morte”, a causa del suo viso particolarmente e perennemente pallido. Un certo giorno, mi frullò l’estro di scagliare verso di lui il cancellino, intriso di gesso, che si adoperava alla lavagna, lo raggiunsi proprio sul viso, al che, il poveretto, dopo essersi accorto che ero stato io, corse lesto in direzione della presidenza e ritornò nella nostra classe insieme con il capo dell’Istituto, il quale mi intimò: “Vai immediatamente fuori!” e io, ubbidendo, me ne andai nel giardino/palestra della scuola.


Del gruppo di otrantini, il più benvoluto dall’intera scolaresca era Luigi Rizzo, i cui genitori avevano un negozio di generi alimentari, cosicché, Gigi, arrivava ogni giorno in classe con un bel panino imbottito, che, cuore alla mano e generosità grande, per l’intero anno scolastico, non vi fu una volta che lo mangiò da solo.


Una peculiarità, relativamente ai due martanesi Luigi De Pascalis e Antonio De Santis: durante le interrogazioni, provavano, talora riuscendo, ad aiutarsi l’un l’altro, mediante suggerimenti in “grico”.


Non me ne vogliano i restanti compagni, se non li rievoco, nelle presenti righe, uno per uno, ma tengo a dire che, di tutti gli iscritti al corso “B”., singolarmente e distintamente, serbo un vivido ricordo nella mia mente e dentro l’animo. E provo, ancora adesso, sentimenti di spiccata, sincera ammirazione per quanti di loro frequentavano l’Istituto sottoponendosi, quotidianamente, a una notevole fatica, per coprire, in bicicletta, il percorso dai rispettivi paesi a Maglie.


Una volta esauritasi la mia attività lavorativa e rientrato nel Salento, ho avuto agio di rivedere di persona alcuni compagni, invero pochi e ciò mi dispiace: Franco Pirelli, Franco De Donatis, Luigi De Pascalis, Antonio De Santis, Claudio Calzolaro, Giovanni Cioffi  e Fernando Lisi.


Un ricordo speciale e commosso, infine, desidero innalzare a Salvatore Baglivo, il quale, l’ho saputo dopo, una ventina d’anni fa, ancora giovane, è stato purtroppo coinvolto, rimanendone vittima, in un incidente stradale sulla via che da Tricase conduce a Tricase Porto.


***


La mia primavera scolastica, specialmente il quinquennio delle Superiori, mi ha dato molto, formandomi e educandomi all’impegno in senso generale e alla ricerca e coltivazione di buoni rapporti con gli altri, consentendomi, in definitiva, di crescere. Sono, in particolare, fiero per i cordiali, amichevoli e quasi fraterni legami intrattenuti costantemente con tutti i miei compagni, nessuno escluso, e anche per la positiva interazione avuta con il Corpo docente e il restante personale dell’Istituto.


Si è trattato, non soltanto di una scuola didattica in senso strettamente culturale ma, pure, di una preziosa e insostituibile palestra di vita, in cui ho cercato di svolgere con umiltà e, insieme, con intensità, la mia parte, trovandomi sempre bene: dare agli altri, ma anche prendere dalle loro doti positive e dal loro buon esempio.


Da ultimo, ma non perché rivesta minore importanza, confesso che mi sono anche sanamente divertito.


Rocco Boccadamo


Approfondimenti

Il turismo di una volta e l’overtourism e turismo cafonal di oggi

Come erano le vacanze di una volta? Come è cambiata la nostra società salentina? Lampi di ricordi dal dopoguerra ad oggi…

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di Hervé Cavallera

Tra i mesi estivi agosto rappresenta più degli altri il mese delle vacanze, che per i Salentini si potrebbe esprimere con lo slogan “tutti al mare!”, mentre i turisti sono ovunque presenti nelle nostre cittadine oltre che sui litorali.
E si parla di overtourism e di turismo cafonal.
Prescindendo da situazioni limite e sempre riconoscendo l’importanza del turismo sostenibile in un contesto sociale in cui le valutazioni affidate ai social media si sostituiscono ai diretti contatti interpersonali, il ricordo, ovviamente per i più anziani, non può che andare alle vacanze del passato e rendersi conto di come tanto siano mutate.
Innanzitutto, per i bambini, ragazzi, adolescenti di una volta, ossia di ottanta-sessanta anni fa, il concetto di vacanza era collegato, particolarmente per la classe medio-alta, al non andare a scuola.
Certo, dalla metà di giugno a settembre, soprattutto per coloro la cui cittadina non era distante dal mare, come per Tricase, vacanza significava anche andare al mare.
Andare fuori, spostarsi era difficile per i più. Perché poi farlo?  Col caldo non era comodo spostarsi in altre città e la villeggiatura in montagna era pressoché impensabile, sia per la spesa economica, sia per la distanza, sia perché si aveva il ristoro per così dire a quattro passi.
Pertanto, accadeva che le famiglie benestanti non esitassero a farsi costruire la casa al mare. Né mancava chi le affittava.
Ci si spostava, insomma di quattro chilometri – tale è la distanza da Tricase centro dalle sue marine – e ciò valeva in realtà per tutti gli abitanti dei paesi del Capo di Leuca.
Anche questo – penso agli anni Cinquanta del secolo scorso – non era facile ai più, essendo ben poche le automobili.
Di qui, per la maggioranza, il ricorrere alla corriera che dal centro della città portava al mare.
Rammento corriere strapiene, dal giorno alla sera, come non mancavano coloro – pochi in verità – che ricorrevano al calesse o al più tradizionale carro.
Va inoltre ricordato che di solito si andava al mare con il costume da bagno già indossato, sì da poi togliere ciò che si aveva sopra, buttarsi in acqua, asciugarsi al sole e quindi tornare a casa.
Una volta, invece – e ve ne sono ancora a Leuca –, esistevano le bagnarole, delle eleganti strutture in pietra che consentivano, in specie nei primi anni Venti, alle nobildonne di godere, nel loro interno, delle acque marine lontano da sguardi indiscreti.
Le famiglie più ricche usufruivano altresì di barche di varia tipologia che consentivano di spostarsi in alto mare e di poter prendere il bagno separate dalla folla ammassata lungo il litorale.
Insomma, la vera vacanza, con possibilità di spostamenti e di feste notturne, era riservata alle famiglie di alto livello economico e sociale.  Per coloro che beneficiavano di una casa al mare senza alte pretese, dopo il bagno mattutino e il riposo pomeridiano, la serata spesso era allegramente trascorsa a cena con amici. Poi cominciarono ad aprirsi i primi locali notturni con il conseguente richiamo giovanile.
Per la maggior parte dei cittadini, comunque, la giornata al mare era riservata nello spazio del mattino, mentre erano ancora presenti delle colonie estive, assai diffuse ai tempi del fascismo, che raccoglievano, con intenti educativi e di svago, bambini di famiglie disagiate.
Accadeva così che, dopo il tramonto, permanendo il calore nelle case, molte famiglie si radunavano fuori casa.

DALLA RADIO ALLA TV

Gli adulti chiacchieravano tra loro, le donne anziane narravano favole ai più piccoli, mentre i ragazzi giocavano a pallone e i più grandi cercavano diversi modi di trascorrere il tempo.

Altre forme di aggregazione erano fornite dall’ascolto della radio e soprattutto, a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta, dalla televisione.
Ricordo anche che per qualche tempo fu realizzato a Tricase il cinema all’aperto.  A ben considerare, si trattava nel Salento di un’estate abbastanza tranquilla, se non proprio modesta, che rifletteva lo stato sociale dei cittadini.
Limitata, quindi, per la maggior parte e con pochi divertimenti e soprattutto volta a ripararsi dalle spossanti ondate di calore. Tenendo conto che, ancora negli anni Cinquanta, vi erano case prive di acquedotto (e in taluni casi anche della luce elettrica), le persone prendevano l’acqua dalle pubbliche fontane, acqua destinata a tutti gli usi possibili.  Lo scarso numero di auto consentiva inoltre ai bambini di occupare gioiosamente gli spazi pubblici e giocare.
Assai diffusi, tra i giochi, il nascondino, la campana, il salto della corda, la palla, il calcio e la mosca cieca.
Così, dopo la mattinata al mare e il silenzio del pomeriggio, a tarda serata i paesi sembravano prendere vita e tutte le età davano il loro contributo.
Nonostante i divertimenti fossero piuttosto pochi, la comunità riusciva a conservare il senso della propria identità e si dialogava.
Pettegolezzi tra adulti anche, narrazioni di oscuri e coinvolgenti avvenimenti per i piccoli pure: ma si riusciva a stare insieme e lo spirito comunitario era senza dubbio forte, di là dalle immancabili contrapposizioni.
Inoltre, in cittadine scarsamente illuminate, vi era il grande spettacolo del cielo stellato con la Via Lattea in evidenza e i ragazzi più acculturati erano intenti ad individuare la Stella polare.
La maggiore circolazione delle donne favoriva la nascita dei desideri sentimentali e si sognavano viaggi e avventure in terre lontane anche su sollecitazioni dei fumetti, dei film, dei romanzi.
Un piccolo mondo ancora a misura d’uomo con pregi e difetti, ma con una maggiore umanità che si manifestava nell’atten-zione per il prossimo.
Un “piccolo mondo antico”, per dirla con Fogazzaro, e di cui non resta che un lontano e forse nostalgico ricordo.
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Approfondimenti

Dove andiamo stasera di bello?

Tutti gli appuntamenti dalla A alla Z, in ogni comune del Salento: feste, sagre, concerti, riti, commedie, notti bianche…

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SABATO 9 AGOSTO 2025

ALESSANO 

Eleusi, Festival del Capo di Leuca, Rassegna Cameristica Internazionale: BioMasseria Santa Lucia, ore 19,30, Quartetto Ciak (Valeria Vecerina, violino; Sara Fazio, viola; Emanuele Rigamonti, violoncello; Loredana Paolicelli, pianoforte), SoundTracks

ANDRANO 

Marina, zona Fiume, Torneo di Water Volley (anche domenica 10). Marina, zona botte, Lido Swim, ore 18, corso di primo soccorso

BOTRUGNO

Piazza Indipendenza, ore 21, Mondoradio Dance Tour

CASTIGLIONE (Andrano) –

Vivaio dell’Inclusione Luigi Russo, via Vecchia Lecce, ore 21, Casa delle Agricolture, Il Pane e le Rose, cena di comunità sostenibile e omaggio al cantautorato italiano dei Café Chinaski. Parco Renata Fonte, ore 21, V17, Pink Floyd Tribute Band

CASTRIGNANO DE’ GRECI  

Ogni altro suono: dal palazzo Baronale ai giardini Unicef, dalle 21, Rachele Andrioli & Coro A Coro. Kascignana Festival: parco Alan Kurdi, dalle 22, Vinicio Capossela,  Sirene. Richiami, emergenze e affioramenti.

CASTRO 

Marina, dalle 19, Zarathustra, L’Artigianato che piace, mercatini

CORIGLIANO D’OTRANTO 

Castello Volante, ore 21, The Big Show, spettacolo per bambini. Castello Volante, dalle 21,30, SEI Festival di Coolclub: dopo l’opening act di Cigno, gli Offlaga Disco Pax celebreranno il ventennale di Socialismo Tascabile (Prove Tecniche di Trasmissione) 

CORSANO 

Palazzetto dello Sport, ore 21, Contrabbando Speranza, Confini Fest, spazio dedicato a chi crea: artigianə, designer, illustratori, ceramisti, ricamatrici, produttori di sogni fatti a mano  (anche domenica 10)

CUTROFIANO 

Mostra della Ceramica Artigianale (fino al 16 agosto): ore 18,30, taglio del nastro con la partecipazione straordinaria dell’Arma dei Carabinieri.

Festival itinerante Notte della Taranta: piazza Municipio, dalle 20,30, la Scuola di Danza, a cura dei danzatori della Taranta, e sul palco Fronni d’alia, il viaggio musicale tra tradizione, memoria e innovazione di Hiram Salsano (vincitrice nel 2023 del Premio Loano Giovani per la Musica Tradizionale Italiana)  e Marcello De Carolis; chiuderà la serata la pizzica travolgente dei Kamafei

GAGLIANO DEL CAPO 

Chiesa Immacolata, ore 20,30, inaugurazione Francesco Saverio Mercaldi, mostra Retrospettiva (fino a giovedì 21 agosto); a seguire concerto d’organo 

LEUCA  

Lampus, I Concerti del Faro – Note di Luna Piena: piazza della Basilica, ai piedi del Faro, dalle 21, Riofonic con Mafalda Minnozzi, ambasciatrice della musica italiana nel mondo, e Paul Ricci,  (bossa nova, jazz, canzone d’autore e improvvisazione)

Premio Leuca: piazza Asti, ore 21, Compagnia della Lira, Che pasticcio Mrs Peach, il musical 

LIDO MARINI (Salve) – 

Piazza Tirolo, ore 21,30, Mondo Radio in Tour 

MANCAVERSA (Taviano) – 

Piazza Mancaversa, ore 20, degustazione vini Calici a Riva, concerto Inner Town. Parco Jonico, ore 21, Balla sotto le stelle, liscio e balli di gruppo con Marco Restelli

MARITTIMA (Diso) – 

Festa degli Amici del Mare: piazza Principe Umberto, dalle 19, sagra del pesce fritto e panino allu purpu; ore 22, Antonio Amato Ensemble

MONTESANO SALENTINO  

Piazza IV Novembre, ore 21, Festival musica classica Mario Rizzello

MONTESARDO (Alessano) –

Piazza Sant’Antonio, ore 20,30, Donna Popa, Festivolando 

POGGIARDO 

Largo Piscina, ore 20, Fomenta Beer Fest, festival della birra artigianale, dJ set, live band e spettacoli di Circus Salento, ospiti a sorpresa e format musicali fuori dagli schemi

PRESICCE-ACQUARICA  

Borgo di Acquarica, dalle 20, La Via dei Sapori, tradizioni, storia, gastronomia, folclore, artisti di strada

OTRANTO 

Jeans Music Festival: largo Porta Terra, ore 21, Ispirazioni, concerto di chiusura del Festival, recital pianistico con Roberto Esposito

SALVE 

Anfiteatro Le Trappite, ore 20,30, Premio Canto del Grillo, in memoria  di Norman Mommens 

SAN GREGORIO (Patù) –

Rotonda, ore 21, Tanguedia Duo live music, duo pianoforte e fisarmonica

SPECCHIA  

Piazza del Popolo, Festa degli Emigranti di ieri e di oggi

STERNATIA 

La Civetta sul Pozzo: Chiostro del Convento dei Domenicani, Antonio Gemma presenta il libro Il convento dei domenicani di Sternatia fra storia e leggenda

TAVIANO  

Piazza San Martino, ore 21, Il loro grido è la mia voce con Nabil Bey

TORREPADULI (Ruffano) – 

Festa di San Rocco: largo San Rocco, ore 20,30, spettacolo musicale Medianus in Opera e musiche liriche moderne 

TORRE SAN GIOVANNI (Ugento) – 

Festa Madonna dell’Aiuto (anche domenica 10)

TORRE SUDA (Racale) –

Giardino Costiero G. Toma, Sagra della Carne Arrosto (anche domenica 10): concerto de Lu Rusciu Nosciu

TRICASE 

Festa di San Vito (fino all’11 agosto): piazza Pisanelli, ore 20, apertura degli stand gastronomici; alle 22, Siroco, il progetto musicale che nasce dalla collaborazione tra Consuelo Alfieri e  Giuseppe Astore 

UGENTO 

Nuovo Museo Archeologico, ore 19, Fili del tempo, corso di tessitura su telaio

UGGIANO LA CHIESA

Pro Loco Uggiano e Casamassella, Note di Stelle

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DOMENICA 10 AGOSTO

ANDRANO 

Marina, zona Botte, Lido Swim, ore 19, Cristiano Accogli, sfilata, Filo Conduttore – Weaving Dreams Through Fashion, 

BOTRUGNO 

Chiesa Santo Solomo, ore 20, CTG-GIS, Insieme stiamo a vedere le stelle

CANNOLE 

Festa della Municeddha: dalle 21,  spettacolo itinerante della Stella Band; dalle 23, Antonio Castrignanò & Taranta Sounds, Babilonia; Area Cocktail Bar, dall’una di notte dj-set Lamar

CASARANO 

Parrocchia San Domenico, ore 20, Accademia della Minerva, Da Franciscus a Francesco, concerto in chiesa

CASTRO 

Area portuale,  ore 21, Festa dei Sapori; Note Calanti e i Calanti. Castello Aragonese, ore 21,  Puer Natus, E quindi uscimmo a veder le stelle

CORIGLIANO D’OTRANTO 

Dalle 21,30, La Notte dei Desideri: fossato dal Castello, ore 21,30, Balletto del Sud, From Italy, with love; piazza Castello, via Dante Alighieri e piazza San Nicola, artisti di strada, musica e magia

CUTROFIANO 

Mostra della Ceramica Artigianale (fino al 16 agosto): piazza Cavallotti, dalle 19, Tremulacore, giovanissimi pionieri della tradizione salentina

GAGLIANO DEL CAPO 

Cortile palazzo Ciardo, ore 21, Io Robot, divulgazione scientifica con Domenico Licchelli

MANCAVERSA (Taviano) – 

Lungomare Jonico, ore 21,30, Gli Indiavolati e Vittorio Ciurlia in concerto 

MATINO

Piazza Primiceri, ore 20,30, Cinema all’aperto, Girodibanda

PESCOLUSE (Salve) –

Parco dei Gigli, ore 21, Astronomy Domine, laboratorio astronomico, a cura di Sidereus di Vito Lecci

PRESICCE-ACQUARICA 

Borgo di Presicce, ore 21, BazArt Salento, Galleria a cielo aperto

SAN GREGORIO (Patù) – 

Piazza Valiani, ore 21, Giulio & Giulio live music con la partecipazione di Soul Dance

SANT’ANDREA (Melendugno) – 

Festival itinerante Notte della Taranta: tappa del Furèsta Tour de La Niña; aprirà la serata l’ensemble Emanuela Gabrieli, Chora-Trad & Gambling Band; sul lungomare, dalle 20,30, la Scuola di Danza a cura dei danzatori della Taranta

SPECCHIA 

Piazza del Popolo, musica popolare salentina, Uccio Aloisi Group

TAVIANO 

Girodicorte: atrio Palazzo Marchesale, ore 21, concerto Riccardo Tesi e Giua 

TORRE PALI (Salve) – 

Zona Porto, ore 9, prova gratuita sub per bambini dai 6 anni in su

TORRE SUDA (Racale) – 

Giardino Costiero G. Toma, Sagra della Carne Arrosto (anche domenica 10): Notte di San Lorenzo, Balla Italia

TRICASE 

Festa di San Vito (anche lunedì 11 agosto): Chiesa Madre, ore 19, messa solenne presieduta da mons. Fermando Panico; al termine il sindaco Antonio De Donno consegnerà le chiavi di Tricase al santo patrono; a seguire solenne processione; nell’attesa del ritorno del corteo dei fedeli, dalle 21,30, in piazza Pisanelli, si esibirà il Concerto Bandistico Città di Lecce diretto dal Maestro Giancarlo Perrone; al rientro della processione in Chiesa Madre, esecuzione del responsorio di San Vito a cura del coro parrocchiale  della Chiesa della Natività B.V.M.;Ca mezzanotte spettacolare  incendio del castello

UGENTO 

Piazza San Vincenzo, dalle ore 20, Notte della Taranta con laboratorio di Pizzica

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LUNEDì 11 AGOSTO

ANDRANO 

Dal Tramonto All’Alba, Notte Bianca

BOTRUGNO 

Bar Namastè, ore 20, Musica Popolare Salentina

CANNOLE 

Festa della Municeddha: dalle 22, Sandro Pellè e i Kalurya; dalle 23,30, Nessuna Pretesa; Area Cocktail Bar, dall’una di notte dj-set, Dj Muerch & PTK

CASTRO 

Festa Madonna di Pompei: concerti bandistici  Città di Conversano G. Piantoni e Gran Concerto Bandistico  L. Vinella – Città di Castellana

CUTROFIANO 

Mostra della Ceramica Artigianale (fino al 16 agosto): piazza Cavallotti, dalle 19, stornelli e pizziche di Jonica Popolare

CUTROFIANO 

Parco dei Fossili, ore 21, Notte nel Parco, con l’astronomo alla scoperta di costellazioni e fenomeni astrali

GAGLIANO DEL CAPO

Piazza Falcone Borsellino, dalle 20, L’arte del sano divertimento attività ludiche, creative, teatrali, laboratorio di pittura e area gioco

LECCE 

Sei Festival e Oversound Music Festival: Cave del Duca, Lucio Corsi in concerto

LEUCA  –

Piazza Eventi, ore 21,30, Disco Party by Joyfulltime Events

LIDO MARINI (Ugento) – 

Piazza Tirolo, dalle ore 21,30, convegno, Bacini Idrografici

MANCAVERSA (Taviano) –

Piazza Mancaversa, ore 19, Ragtime Bubu Band, Dal tramonto al jazz. Lungomare Jonico, ore 21, Cinemarea, film sotto le stelle

MARITTIMA (Diso) – 

Bottega Equo Solidale, dalle 20,30, Degustazione in giardino

MATINO 

Vicoli D’Arte: centro storico, dalle 20,30, artigianato, street food, artisti di strada; Roberta Memmi (cantante lirica);  Miriam Baffi (violino); Alessandra Targa (arpa); pizzica con i Ritmo Binario; dalle 22,  Mogol e Gianmarco Carroccia, Emozioni, le più belle canzoni di Lucio Battisti

MONTESARDO (Alessano) – 

Oratorio, ore 21, Cinema in corte

PRESICCE-ACQUARICA 

Località Acquarica, Castello Medievale, ore 21, Muttura, spettacolo teatrale di Walter Prete con Patrizia Miggiano e Gustavo D’Aversa 

SAN GREGORIO (Patù) – 

Rotonda, ore 19, Compagnia Teste di Legno, Laboratorio di Burattini

TORREPADULI (Ruffano) – 

Festa di San Rocco: largo San Rocco, ore 21, giovani Green Kairòs, Vuci nelle strittule

TORRE PALI (Salve) – 

Festa di Sant’Antonio e Maris Stella (anche martedì 12): Concerto Bandistico Città di Ruffano e Processione

TRICASE 

Festa di San Vito: piazza Pisanelli, dalle 20, Sagra de Santu Vitu; dalle 22,30, Party Salento, Video Show Live; all’una di notte, Li Fochi de Santu Vitu.

Piazza Marinai d’Italia, Memorial Antonio Stifini, torneo di street basket 3vs3

UGENTO 

Festival itinerante Notte della Taranta: piazza Duomo, ore 20,30, la Scuola di Danza; a seguire, I Calanti con uno spettacolo di musica e di danza e gli Alla Bua con Dieci, il concerto celebrativo del decimo album

VASTE (Poggiardo) –

Piazza Dante, ore 20, Fiera delle Trozzelle

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MARTEDI’ 12 AGOSTO

ANDRANO 

Atrio del Castello, ore 21, Ist. di Cultura Musicale J. S. Bach, Invito alla danza

BOTRUGNO 

Campo sportivo, ore 22, On Stage, Salento Block Battle

CANNOLE 

Festa della Municeddha: dalle 22, Alta Frequenza; dalle 23,30: Balla Balla in Tour, Gruppo Folk 2000 + I Scianari; Area Cocktail Bar, dall’una di notte dj-set, Alberto Minnella & Frakatame

CASARANO 

Piazzetta D’Elia, ore 21, Premio Vittoria Alata

CASTRIGNANO DE’ GRECI 

Parco Pozzelle, ore 21, Pierluigi Mele e Roberta Refolo, La fiaba dei fichi

CASTRO 

Festa Madonna di Pompei: processione in mare e fuochi d’artificio; Stella Band e, dalle 22, concerto dei Nessuna Pretesa

CORIGLIANO D’OTRANTO 

Salento Book Festival: piazza Vittoria, ore 21,30, Vivere la vita è un gioco da ragazzi? Strategie di sopravvivenza in coppia e sui social,  Luciana Littizzetto incontra Federico Basso e Nuzzo e Di Biase (posti limitati – prenotazione gratuita obbligatoria

CUTROFIANO 

Mostra della Ceramica Artigianale (fino al 16 agosto): piazza Cavallotti, dalle 19, Fimmine Fimmine, con Serena D’Amato, la Regina della Pizzica. Parco dei Fossili, ore 21, Di Cave e d’argilla, alla scoperta del parco dei Fossili

FELLONICHE (Patù) – 

Blue Night Bar, ore 21, concerto degli Indiavolati 

GAGLIANO DEL CAPO 

Piazzetta Bitonti, dalle 19, Festa dell’Emigrante (anche mercoledì 13): dibattito pubblico, Emigrazione ieri e oggi

GIULIANO (Castrignano del Capo) –

Piazza San Giovanni, ore 21,30, Vicoli e Cortili, Mannarino tribute band

MANCAVERSA (Taviano) – 

Piazza delle Rose, ore 21, Circus Salento, Una notte magica in piazza

MARITTIMA (Diso) – 

Acquaviva, dalle 4,50, Splendido, Concerto all’Alba: Roberto Esposito (pianoforte), Daniele Vitali (pianoforte e voce) e Marco Puzzello (tromba)

MONTESANO SALENTINO 

Palazzo d’Autore: piazza IV Novembre, ore 20,30, Marcello Veneziani, C’era una volta  il Sud; dialoga con l’autore Carlo Ciardo 

MONTESARDO (Alessano) – 

Piazza Sant’ Antonio, ore 21, serata danzante, balli di gruppo

PRESICCE-ACQUARICA 

Acquarica, Castello Medievale, ore 21, Castello Divino 

SANARICA 

Piazza Martini, Piccolo Teatro Scorranese, E mo… fazza Diu

SPECCHIA 

Tutta la notte nel Centro storico, La Notte Bianca

STERNATIA

Festival itinerante Notte della Taranta:

piazza Umberto I, Pino Ingrosso, Serenate sincere, e Niuri Te Sule 

TAURISANO 

Piazza Castelli, ore 18,30, Amati, Festival di Strada dell’Amore e dell’Anima

TORREPADULI (Ruffano) –

Festa di San Rocco: largo San Rocco, ore 21, gruppo Feminae Maris, Ne vitimu a Santu Roccu; spettacolo di musica popolare Ronda Feat Acquarello sud

TORRE PALI (Salve) – 

Festa di Sant’Antonio e Maris Stella: piazza Vanini, ore 21,30, Stayin’ Alive Dance Party, musica 70’/80’/90; spettacolo pirotecnico presso il molo 

UGGIANO LA CHIESA 

Live Marquinhos

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MERCOLEDì 13 AGOSTO

ANDRANO

Atrio del Castello, ore 21, La Ginestra, Assurdamente logico o illogicamente assurdo…

BOTRUGNO 

Atrio palazzo Marchesale, proiezione film L’ultimo scrivano, di Antonio Nuzzachi, girato in Salento con riprese anche a Botrugno

CANNOLE 

Festa della Municeddha: dalle 22, Aria Corte; dalle 23,30, Palasport Pooh, tribute band; Area Cocktail Bar, dall’una di notte dj-set Adamo Cotardo

CASARANO 

Chiostro comunale, ore 20,30, Nuvole Barocche, musica e teatro, Undici personaggi con autore, omaggio a Fabrizio De Andrè, con Giulio Olivieri (voce e chitarra), Naiber Frascerra (chitarre e direzione musicale), e Gabriele Marra (narrazione)

CASTRIGNANO DE’ GRECI 

Parco Pozzelle, ore 21, On Sid, Pink Floyd tribute;  ore 21,30, Tango in anfiteatro

CASTRO 

Festa Madonna di Pompei: dalle 22, concerto  Nessuna Pretesa. Castello Aragonese, ore 21, Marcello Veneziani, presentazione del libro, C’era una volta il sud. Piazza Perotti, ore 21,15, The Big Show, spettacolo per bambini

CORIGLIANO D’OTRANTO 

Piazza Vittoria, dalle 21, Ferragosto in Famiglia, giochi, degustazioni e musica 

CORSANO 

Zona Pozze, ore 20,30, Sagra Agreste; concerto dei Crifiu 

CUTROFIANO 

Mostra della Ceramica Artigianale (fino al 16 agosto): piazza Cavallotti, dalle 19, Elettro Mascarimirì feat Amine Halin (Marocco – Italia), Visual By_Kashu

DEPRESSA (Tricase) – 

Festa della Purpetta: Antonio Castrignanò & Pizzica Sound

GAGLIANO DEL CAPO 

Festa dell’Emigrante (anche mercoledì 13): piazzetta Bitonti, ore 19, messa commemorativa; corso Umberto I, Festa in piazza

MANCAVERSA (Taviano) – 

Piazza delle Rose, ore 21, Bimbi in Festa, serata per bambini e ragazzi

MARTIGNANO 

Festival itinerante Notte della Taranta: piazza della Repubblica, dalle 20,30, Enzo Petrachi & Folkband e, a seguire, Consuelo Alfieri e Siroco

MATINO 

Piazza Primiceri, ore 20,30, Ventinovenove e La Zattera di Ulisse, Du Feiss, spettacolo teatrale

MONTESARDO (Alessano) – Chiesa Sant’ Antonio, ore 20,30, Festival Il Montesardo, 

musica  e canti d’amore e di gioia ai tempi del Montesardo

OTRANTO

Festa SS. Martiri di Otranto (fino al 15 agosto); piazzale Lungomare degli eroi, ore 20, commemorazione civile degli Eroi e Martiri Otrantini caduti nel 1840, discorso commemorativo del prof. Nicola Neri, docente di storia delle relazioni internazionali dell’Università di Bari

PESCOLUSE (Salve) – 

Parco dei Gigli, ore 21,30, Cinema per l’Ambiente 

POGGIARDO 

Piazza Giovanni Paolo II, Notte Bianca, musica, arte, artigianato, danza, sport, food

SAN GREGORIO (Patù) – 

Piazza Valiani, ore 21, Salento Son, musica italo-cubana

SOLETO 

Giardino palazzo comunale, ore 21, Cinema sotto le Stelle

TAURISANO 

Eleusi, Festival del Capo di Leuca, Rassegna Cameristica Internazionale: Anfiteatro comunale, ore 21, Trio Mistral (Antonio Puglia, clarinetto; Fabio De Leonardis, violoncello; Mariano Meloni, pianoforte), Tra passione e virtuosismo

TORREPADULI (Ruffano) – 

Festa di San Rocco: largo San Rocco, ore 21, Accademia dell’Opera Italiana, Galà d’Opera di Mezz’Estate 

TRICASE – Piazza Cappuccini, Tricasèmia, Tricase è Musica, serata danzante

UGENTO – Nuovo Museo Archeologico, ore 19, Impronte di storia corso di decorazione di una copia di vasellame antico

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GIOVEDì 14 AGOSTO

ALEZIO 

Festa della Madonna della Lizza (fino al 17 agosto): Municipio, ore 10, inaugurazione festa con corteo accompagnato da Musici e Sbandieratori del Rione Cittadella di Copertino e Concerto Bandistico Città di Alezio; largo Fiera, ore 19, santa messa presieduta dal vescovo mons. Fernando Filograna, e processione; largo Fiera, ore 22,30, Bar Italia

BOTRUGNO 

Bar Namastè, ore 21, Corri… da Namastè

CANNOLE 

Festa della Municeddha: dalle 22, Consuelo Alfieri; dalle 23,30, Avvocati Divorzisti; dall’una di notte dj-set Lost in Brasil – Dj Spike e Dulce Megan

CASTRIGNANO DE’ GRECI 

Piazza Berlinguer, ore 22, Kascignana365, The Herta’n Roll

CUTROFIANO 

Mostra della Ceramica Artigianale (fino al 16 agosto): piazza Cavallotti, dalle 19, La Combriccola, non solo cartoni animati

LEUCA

Festa Santa Maria di Leuca (anche venerdì 15): processione dell’Intorciata. Piazza Eventi, ore 22, Ferragosto in compagnia di Radio Venere

MANCAVERSA (Taviano) – 

Piazza delle Rose, ore 21, Cena di Ferragosto, serata conviviale a cura degli operatori della piazza; I Calanti in concerto

MONTESARDO (Alessano) – 

Piazza Giovanni XXIII, ore 21, Sagra Porco Pri Pri

NOVAGLIE (Alessano) – 

Punta Rossa, ore 12, Mezzogiorno di fuoco

OTRANTO 

Festa SS. Martiri di Otranto (anche venerdì 15): ore 19,30, processione; dopo mezzanotte, Luci sul Mare, spettacolo pirotecnico sulla banchina del porto

PESCOLUSE (Salve) – 

Parco dei Gigli, dalle 18, Live Street Food Festival & Mercatini Artigianato (fino al 17 agosto): dj set con Dony B

SAN CATALDO (Lecce) – 

Festival itinerante Notte della Taranta: Antonio Castrignanò & Tarantasounds, ospiti: Don Rico, I Cantori di Carpino, Ziad Trabelsi, Redi Hasa, Eliseo Castrignanò, Ieni Dance e Tarantarte

TIGGIANO 

Piazza De Francesco, Festa dell’Assunta (anche venerdì 15)

TORREPADULI (Ruffano) –

Festa di San Rocco: viale Asia, ore 19,45, partenza del Cammino di San Rocco, percorso aperto a tutti con cammino verso il Santuario,  a cura dei gruppi di cammino Camminando Insieme Ruffano e ASD Casarun; Santuario, ore 21, debutto dell’anteprima di Ronda, o la danza del dubbio, di e con Matteo Rocco Carbone; musiche originali di Gioele Nuzzo; consulenza alla drammaturgia di Anna Ronga; assistente alla regia di Martina Carbone; alle 22,45, Ronda dalle radici a oggi a cura di Gioele Nuzzo, Anna Ronga e ODV Kairòs

UGGIANO LA CHIESA 

Parco S. Medici, Rebel Sound – Suoni Ribelli

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VENERDì 15 FERRAGOSTO

ALEZIO 

Festa della Madonna della Lizza (fino al 17 agosto): via Santuario, via Parabita, via Raggi e via Gallipoli, dall’alba, Fiera della Lizza 

ANDRANO 

Marina ore 18,30, Festa Maria SS Assunta e Sant’Andrea Apostolo

CASTRIGNANO DE’ GRECI 

Parco Pozzelle, ore 21,30, Tango in anfiteatro

CUTROFIANO 

Mostra della Ceramica Artigianale (anche sabato 16): piazza Cavallotti, dalle 19, Elettro Mascarimirì feat. Pavlo Carta (Argentina) 

LEUCA

Festa Santa Maria di Leuca: processione via mare e spettacolo pirotecnico sul mare

MANCAVERSA (Taviano) – 

Piazza delle Rose, ore 21, Concerto di Ferragosto, i Kalinka

OTRANTO

Festa SS. Martiri di Otranto: ore 22, Fronte del Blasco, tribute band Vasco Rossi

PESCOLUSE (Salve) – 

Parco dei Gigli, dalle 18, Live Street Food Festival & Mercatini Artigianato (fino al 17 agosto): Bar Italia la discoteca italiana

STERNATIA 

Festa di Maria SS. Assunta: piazza Umberto I, concerto dei Vasco.Rock

TORREPADULI (Ruffano) – 

Festa di San Rocco: alle 21, Concerto Bandistico Città di Ruffano per le vie di Torrepaduli e solenne processione di San Rocco. Alle 23, spettacolo pirotecnico; seguirà la Notte delle Ronde 

UGENTO 

Ore 18,30, Assaggi di storia visita al Sistema dei Beni Culturali di Ugento

 

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Approfondimenti

Fermata la Banda dell’Audi

Massiccia presenza dei carabinieri sul territorio. Lotta ai reati predatori e sequestro di armi clandestine. Tre arresti nelle ultime ore

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Carabinieri in azione in tutto il Salento.

Tre arresti in poche ore nella lotta ai furti in abitazione, reati predatori e traffico di armi clandestine.

MAGLIE, CALIMERA E VEGLIE

È di queste ultime ore la notizia delle tre importanti operazioni portate a termine dai Carabinieri delle Stazioni di Maglie, coadiuvati dai militari del Nucleo Radiomobile della locale Compagnia, e di quelle di Calimera e di Veglie, finalizzate al contrasto dei reati predatori, fenomeno ormai sempre più diffuso che desta forte allarme sociale soprattutto nei centri abitati più piccoli e nelle aree periferiche cittadine.

All’attenzione dei militari anche il contrasto al traffico di armi clandestine.

L’operazione ha permesso di sventare un furto in abitazione e contestualmente di arrestare uno dei malviventi; un pregiudicato armato.

Il tutto è avvenuto nella scorsa notte quando, durante uno specifico e mirato servizio nel centro abitato di Maglie, quando il portone di un garage spalancato ha richiamato l’attenzione dei militari della locale Stazione.

Gli investigatori si sono prontamente avvicinati all’abitazione per controllare, quando sono stati sorpresi da un’improvvisa fuga di tre persone che, con volto travisato da passamontagna e muniti di torce, vistisi scoperti, erano fuoriusciti dalla rimessa dandosi precipitosamente alla fuga e abbandonando una vettura di grossa cilindrata, un’Audi Q5 con targhe svizzere.

Da ulteriori accertamenti, il veicolo è risultato rubato solo pochi giorni fa a Salve in occasione di un altro furto in abitazione.

Ne è scaturito un lungo inseguimento a piedi per le vie vicine, al termine del quale uno dei tre fuggitivi è stato raggiunto, bloccato e quindi arrestato dai militari nella flagranza di reato.

Si tratta di un 38enne di Taurisano, Pasquale Stifani, già noto alle cronache sia per reati specifici che per altri reati anche di tipo associativo.

 

Nell’immediatezza, gli investigatori hanno proceduto anche ad una perquisizione personale dell’uomo che è stato trovato in possesso di una pistola, fortunatamente ad aria compressa.

Il prosieguo delle operazioni, estese anche al veicolo in uso ai tre ha confermato l’intento criminale. Infatti, al suo interno sono stati rinvenuti monili in oro, oggetti in rame antico e attrezzi da scasso come cesoie, cacciaviti e un flex.

Durante le concitate fasi del controllo, uno dei militari ha riportato lesioni personali che fortunatamente sono state giudicate guaribili in pochi giorni.

Gli investigatori stanno ora conducendo ulteriori ed approfondite indagini volte all’individuazione degli altri due complici.

Al termine delle operazioni, l’uomo è stato arrestato e, come disposto dal P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini, condotto presso la Casa Circondariale di Lecce.

TENTATO FURTO AL DISTRIBUTORE DI CALIMERA

A Calimera invece, ad essere preso di mira è stato un distributore di carburante.

Solo il celere e tempestivo intervento dei Carabinieri della Compagnia di Lecce ha impedito che il furto fosse portato a compimento.

È stato qui infatti che gli uomini dell’Arma, alle prime luci dell’alba, hanno tratto in arresto in flagranza di reato un 45enne magliese, già conosciuto dagli investigatori per numerosi episodi di furto e reati contro il patrimonio.

Ad allertare i militari sono stati alcuni passanti che hanno contattato il Numero Unico d’Emergenza 112 segnalando la presenza di una utilitaria, un’Alfa Romeo Mito di colore scuro, priva di targhe, presso un distributore di carburante situato lungo la S.P. 29 Calimera – Melendugno.

Immediato e tempestivo l’arrivo dei militari che hanno subito individuato la vettura segnalata.

Gli investigatori, nel corso del controllo, hanno scorto un uomo accovacciato sul sedile all’interno del mezzo.

Sentitosi ormai braccato l’uomo si è prima disfatto di un flex a batteria, lanciandolo dietro un muretto (che i militari hanno rinvenuto immediatamente dopo), per poi mettersi alla guida e darsi precipitosamente alla fuga verso Melendugno. l’inseguimento è proseguito fino alla marina di Torre dell’Orso dove l’uomo è stato bloccato.

Approfonditi i controlli e proceduto a perquisizione, i militari hanno rinvenuto all’interno dell’abitacolo arnesi da scasso.

Il flex recuperato, invece, è risultato essere compatibile con i danni riscontrati all’accettatore automatico di banconote presente presso il distributore, fortunatamente ancora integro nel contenuto.

Nella circostanza l’uomo viaggiava con la convivente che è stata segnalata alla competente autorità giudiziaria.

Al termine delle operazioni, l’uomo è stato arrestato e, come disposto dal P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini, sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.

Questa la risposta dei carabinieri del Comando Provinciale di Lecce ad un fenomeno allarmante sul nostro territorio.

Gli ultimi due episodi, infatti, confermano la recrudescenza dei reati predatori spesso portati avanti da soggetti esperti, organizzati e recidivi

I carabinieri, con una presenza costante sul territorio, un’intensa attività di pattugliamento notturno e grazie al massiccio rafforzamento dei servizi che l’Arma ha attuato sul territorio per tutto il periodo estivo, stanno raccogliendo il frutto di un’azione repressiva e preventiva contro furti in abitazione, tentativi di rapina e danneggiamenti.

Non solo lotta ai reati predatori ma anche contrasto alla diffusione di armi illegalmente detenute.

RECUPERATE ARMI A VEGLIE

Infatti, quale risultato di un’operazione finalizzata al monitoraggio ed al contrasto della diffusione di armi illegali sul territorio, proprio ieri i Carabinieri della Stazione di Veglie hanno arrestato un operaio di 39 anni, già noto alle cronache, poiché ritenuto responsabile di detenzione abusiva di armi clandestine.

Sequestrati fucili con matricola abrasa e relativi munizionamenti.

In tale contesto, già da tempo, i Carabinieri monitoravano i possessori di armi al fine di contrastare violazioni in materia di armi.

L’uomo è finito sotto la lente di ingrandimento degli investigatori che hanno deciso di approfondire i controlli ed hanno proceduto ad una perquisizione domiciliare.

I sospetti degli investigatori si sono dimostrati subito fondati.

Nel corso delle operazioni, infatti, i militari hanno rinvenuto fucili da caccia con relative munizioni che l’uomo deteneva illegalmente e ben occultati all’interno di alcuni pensili nella propria abitazione.

Le armi sequestrate

In particolare, è stato sequestrato un fucile semiautomatico calibro 12 con matricola abrasa, dettaglio che ha immediatamente destato ulteriormente l’attenzione degli inquirenti per un possibile collegamento con il traffico illecito di armi. Gli investigatori hanno anche rinvenuto un secondo fucile sovrapposto, anch’esso calibro 12 e illegalmente detenuto, oltre a 35 cartucce di vario tipo.

Il possesso di un’arma con matricola abrasa non rappresenta solo un reato formale, ma spesso è l’indizio di un circuito criminale più ampio.

Armi di questo tipo vengono solitamente utilizzate per eludere ogni forma di tracciabilità e sono frequentemente impiegate in contesti legati alla criminalità organizzata, ai furti, o per scopi intimidatori.

La rimozione della matricola è infatti una pratica tipica del mercato nero delle armi e rappresenta ancor di più una minaccia concreta alla sicurezza pubblica.

Tutto il materiale è stato sottoposto a sequestro e sarà messo a disposizione dell’autorità giudiziaria del capoluogo salentino anche per ulteriori accertamenti balistici.

Le indagini, intanto, proseguono per accertare la provenienza delle armi e verificare eventuali legami con altri soggetti o reti criminali attive nel territorio.

Al termine delle operazioni l’uomo è stato arrestato e, disposto dal P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini, condotto presso la Casa Circondariale Borgo San Nicola di Lecce.

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