Attualità
Coronavirus: il “Card. Panico” tra filtraggio e percorsi puliti
Il direttore sanitario Pierangelo Errico: “Controlliamo i pazienti a monte per continuare a far fronte ad urgenze, all’assistenza oncologica e agli interventi indifferibili”

“Dispositivi di sicurezza solo per metà delle persone che tra medici, infermieri ed Oss lavorano in ospedale!”.
È la confidenza di alcuni tra medici, infermieri o operatori sanitari dell’Ospedale “Cardinale Panico”.
“Ognuno di noi”, ci è stato riferito, “ha a che fare con decine di persone ogni giorno. Se io contraggo il virus e circolo senza mascherina, quante persone rischio di contagiare?”.
E ancora: “Maneggiamo provette e altri strumenti del mestiere. Immaginate voi, farlo senza guanti…”.
Il momento è drammatico, oseremmo dire tragico, in tutta Italia e l’emergenza, altrove, è assai peggio che alle nostre latitudini. Ma di mascherine, guanti e degli altri dispositivi di sicurezza, proprio non se ne può fare a meno! Così abbiamo provato a chiedere di persona (con le accortezze richieste dal momento), telefonicamente o in camera caritatis ad altri tra medici e infermieri che lavorano al “Panico” che invece ci hanno detto di essere regolarmente forniti dei dispositivi di sicurezza.
Per capire meglio come viene regolata la fornitura ed anche per comprendere come oggi è organizzato l’ospedale di Tricase, abbiamo intervistato (rigorosamente al telefono) il direttore sanitario Pierangelo Errico.
Premessa doverosa: “Fino ad oggi non abbiamo registrato alcuna positività né tra medici o operatori sanitari né tra i pazienti”.
PERCORSI PULITI
La situazione però è fluida e la settimana prossima, secondo molti potrebbe essere quella del picco dei contagi.
Sappiamo bene che da un momento all’altro potrebbe accadere anche da noi”, ammette Errico, “per cui abbiamo attivato tutta una serie di accorgimenti per essere pronti in qualunque momento e soprattutto per garantire percorsi puliti per attività d’urgenza”.
Percorsi puliti? Vale a dire?
“Innanzitutto abbiamo ridotto l’attività ospedaliera solo alle urgenze, all’assistenza oncologica e agli interventi indifferibili. Tutto il resto è rinviato. Stiamo attivando, in pratica, tutte le procedure indispensabili nella logica di evitare un eccessivo affollamento che potrebbe rendere difficili i controlli, avendo sempre personale a sufficienza per filtrare meglio chi entra. Anche per questo stiamo facendo in modo di tenere sempre a casa una parte dei dipendenti per avere in ogni momento una squadra di sostituzione in caso di bisogno. Questo per garantire il minimo di assistenza con personale che non ha corso rischi di contagio e può intervenire nel caso di un infarto, una frattura, una colica renale e tutte quelle che sono le tipiche urgenze ospedaliere che verranno affrontate nel cosiddetto percorso pulito. Porteremo avanti questo iter fino a che lo potremo fare, nella speranza che il contagio alle nostre latitudini non raggiunga mai quelle dimensioni che, ad esempio, hanno messo in ginocchio la Lombardia”.
Ecco perché la distribuzione delle mascherine, come del resto prevedono le stesse disposizioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, non comprende chi opera nel cosiddetto percorso pulito ma privilegia chi è in prima linea proprio nella lotta alla diffusione del virus che, lui sì, mai dovrà rimanere senza dispositivi di sicurezza.
“Chi entra nei percorsi puliti per curarsi”, spiega il direttore sanitario, “è già stato controllato a monte e non risulta contagiato, allo stesso modo medici ed operatori sanitari dovranno responsabilmente denunciare se hanno sintomi sospetti o hanno avuto contatti con persone a rischio e in quel caso rimanere a casa”.
PRE-TRIAGE SEPARATO
Proprio allo scopo di mantenere il percorso pulito l’azienda ospedaliera sin da fine gennaio ha attivato le procedure necessarie e “almeno finché non arriva lo tsunami (inteso come contagio a tappeto), sperando comunque che ciò non si verifichi mai, continueremo a far funzionare il triage separato. Se arriva un paziente con seri problemi respiratori ci sarà questa sorta di prefiltraggio che stabilirà se si tratta o meno di coronavirus. Se non sarà infetto da covid 19 potrà regolarmente essere curato da noi. Se invece ha i sintomi da coronavirus potrà: essere accompagnato con l’apposita ambulanza al “Vito Fazzi”, all’ospedale di Galatina o negli altri presidi di raccolta dove si svolge la fase due; oppure se può tranquillamente curarsi a casa perché non presenta particolari problemi come l’80% dei positivi, verrà invitato a mettersi in quarantena presso la propria abitazione e, come del resto vale per tutti, non dovrà avere alcun contatto con l’esterno”.
Ritornando al triage, Errico aggiunge: “Stiamo costituendo un punto di stazionamento dove, in una stanza singola si possa effettuare l’osservazione transitoria, una sorta di astanteria di passaggio. Detto questo, a volte i pazienti sono chirurgici e quindi non possono aspettare, altre volte sono medici e possono attendere. E per questo stiamo prevedendo ulteriori situazioni di filtro”.
Errico torna poi sulla questione mascherine e dispositivi di sicurezza: “Chi lavora nei percorsi puliti, proprio perché tali, lo potrà fare con i dispositivi che ha sempre utilizzato anche prima dell’emergenza virus”. Magari tenendo la distanza di sicurezza e, se qualcuno ha un po’ di raffreddore o tosse e si porta la mascherina da casa per dirla come il direttore sanitario “può solo farci piacere”. Proprio sulla mascherina in genere, Errico ha qualcosa da ridire: “Ricordando che la mascherina non ripara chi la porta ma serve solo eventualmente per non contagiare altri se si è infetti, sa quante mascherine da muratori ho visto in giro? In questo caso equivale a mettersi un fazzoletto sulla bocca o ad usare il gomito per parare uno starnuto o un colpo di tosse. Va bene se c’è la giusta distanza, altrimenti…”.
(QUASI) A PROVA DI CONTAGIO
I percorsi puliti dovrebbero dunque essere esenti da contagio. La garanzia totale che non ci sia un contagio però nessuno la può dare, neanche il direttore sanitario. E se ciò dovesse accadere? “Innanzitutto se dovesse accadere sarà un caso straordinario, perché abbiamo preso tutte le precauzioni umanamente possibili. Dovesse proprio accadere, però, il paziente sarà portato da quell’area contumaciale ai presidi attrezzati (Lecce o Galatina) ed il personale che era in quell’area dovrà rimanersene a casa per 15 giorni. Non ci sono alternative, questo è l’unico modo per proteggere il resto dell’ospedale, dai medici ai pazienti”.
Il rischio di contagio da cosa può nascere? “Ad esempio da un controllo all’ingresso fasullo, anche se qui stiamo molto attenti ed ogni giorno aumentano consapevolezza del pericolo, attenzione e sforzo dell’ente di creare luoghi che consentano di osservare bene”. Secondo Errico, infatti, “gli strumenti di controllo non sono tanto i tamponi che richiedono tempo ma le aree di sosta dove controllare i pazienti”.
Il direttore sanitario insiste anche su un altro punto fondamentale: “Il personale deve avere grandissima attenzione per sé stesso, per i propri familiari e per i pazienti. Nel momento in cui qualcuno pensa di essersi esposto incongruamente saremo ben felice di farlo rimanere a casa pur di non correre alcun tipo di rischio. Se un dipendente di questa azienda ospedaliera ha un familiare che ritorna dall’Inghilterra, giusto per fare un esempio calzante con l’attualità, dovrà avere la coscienza di chiedere di rimanere a casa in isolamento per almeno 15 giorni”.
Non correte il rischio che in tanti vi chiedano di rimanere a casa per non correre alcun rischio di contagio?
“Abbiamo fiducia nei nostri medici e in chi lavora da noi, tutti professionisti seri e coscienziosi. E poi in questo momento abbiamo bisogno di gente consapevole del momento che stiamo vivendo e che viene serena a lavorare senza contribuire a creare panico. Ben sapendo che prima o poi il caso positivo potrà capitare (“Non esistono sicurezze a prescindere ma se capita dovremo affrontarlo senza alcuna ansia”), speriamo che quest’ospedale, finché dura l’emergenza, resti nelle possibilità di operare come avvenuto fino ad ora. In questo momento è necessaria l’opera di tutti i nostri professionisti per aiutare coloro che hanno bisogno di essere operati per un tumore, un’ernia strozzata o un’altra urgenza…”.
E non sembri una banalità se in altre parti d’Italia c’è chi paventa il rischio che si arrivi al punto di dover scegliere chi curare chi lasciare morire.
Giuseppe Cerfeda
Appuntamenti
“ChiAmaLaVita”. Le nuove storie di Federica Sabato
Sicurezza stradale: il secondo libro della giornalista. Per “non darla vinta alla morte”, anche semplicemente continuando a vivere la propria vita, uno strumento di sensibilizzazione su un tema tristemente attuale ma che è necessario continuare a divulgare per una maggiore presa di coscienza

La sala conferenze del museo archeologico “S. Castromediano” di Lecce (via Gallipoli) ospiterà la presentazione ufficiale del nuovo libro della giornalista Federica Sabato: “ChiAmaLaVita. Le nuove storie” (Edizioni Esperidi).
Sono previsti i saluti istituzionali di: Adriana Poli Bortone sindaco di Lecce, Fabio Tarantino presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone deputato parlamentare, Girolamo Tortorelli governatore Lions distretto 108AB, Claudio Martino editore. Insieme all’autrice interverranno Valter Spadafina viceprefetto di Lecce, il cap. Domenico Molino comandante del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia dei Carabinieri di Lecce, Stefano Guarnieri presidente dell’ass. “Lorenzo Guarnieri onlus” e Walter Gabellone presidente dell’ass. “Alla conquista della vita”.
L’appuntamento è per domani, venerdì 24 ottobre, alle ore 17,30; modererà la serata la giornalista Roberta Grassi.
L’evento gode del patrocinio della Città di Lecce, della Provincia di Lecce, in collaborazione con Lions Club International.
IL LIBRO
Ritorna Chiamalavita, con le sue storie e i suoi approfondimenti sulla tematica della sicurezza stradale.
Nella prima edizione del libro, pubblicato nel 2017, l’autrice raccontava le vite distrutte e stravolte a causa di un sinistro stradale.
Oltre al dolore però è stata raccontata anche la speranza che ha accompagnato le famiglie delle vittime, nel “non darla vinta alla morte”, anche semplicemente continuando a vivere la propria vita.
La nuova edizione, come la prima, intende essere strumento di sensibilizzazione su un tema tristemente attuale ma che è necessario continuare a divulgare per una maggiore presa di coscienza.
I protagonisti di queste nuove storie sono: Diego De Luca, Luca Margiotta Casaluci, Viola Casilli, Walter Gabellone, Leo (Pantaleo) Delle Donne, Mattia “Desmo” Ottaviano, Virginia Campanile.
Le storie di Mattia Marchello e Elisa Bascià sono state scritte dalla giornalista Francesca Pastore, impegnata da sempre nel sociale e nella difesa dei diritti dei più deboli.
Nel libro ci sono anche i contributi degli esperti Stefano Guarnieri, Marco De Mitri, Roberto Guido, del prefetto di Lecce Natalino Domenico Manno, Tiziana Montinari.
L’AUTRICE
Federica Sabato, nella vita professionale, si divide tra l’attività giornalistica e quella di educatrice professionale all’interno di comunità per minori e scuole, oltre a essere impegnata nel mondo del volontariato sociale.
Ha approfondito i suoi studi in materie psico-pedagogiche, di cui è docente.
È insegnante di ruolo presso l’I.C. Polo 2 “Borgo” di Gallipoli.
Giornalista pubblicista dal 2005, ha collaborato con numerose testate giornalistiche, tra cui “il Gallo”, Canale8, il Nuovo Quotidiano di Puglia, Puglia e Mare, Salento Review, ecc.
Dal 2014 fa parte dei Lions Clubs International e da anni promuove campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale rivolte principalmente agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado.
La prima edizione di ChiAmaLaVita (Esperidi 2017) è stata regalata a numerose scuole della provincia di Lecce ed è stata inclusa in una campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale a cura della Provincia di Lecce e finanziata da Upi Puglia.
Per lei, “la scrittura è un’estensione del pensiero, una necessità, un’arte e un atto di connessione”.
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Attualità
Patto per il lavoro
Collaborazione tra Arpal Puglia e Consorzio ASI di Lecce che gestisce i sei agglomerati industriali di Lecce – Surbo, Maglie – Melpignano, Nardò -Galatone, Galatina-Soleto, Gallipoli, Tricase-Specchia-Miggiano. Si punta a rafforzare i servizi alle imprese, analizzare i fabbisogni occupazionali e rilanciare l’economia locale

Prosegue il processo di collaborazione tra i centri per l’impiego e il tessuto produttivo pugliese, per l’incrocio domanda-offerta di lavoro e il rilancio dell’economia locale.
Rafforzare i servizi alle imprese, analizzare i fabbisogni occupazionali e rilanciare l’economia locale.
Punta a questi tre obiettivi il Protocollo d’intesa sottoscritto da Arpal Puglia e Consorzio per l’area di sviluppo industriale (Asi) di Lecce.
Voluto fortemente dal direttore di Arpal Gianluca Budano e dal già presidente del Consorzio Antonio De Donno, inaugura una collaborazione stabile e continuativa tra i due enti: spetterà ad una cabina di regia monitorare la realizzazione dei contenuti dell’accordo, che prevede, tra le altre attività, la condivisione di banche dati, un servizio personalizzato di incrocio domanda-offerta, uno studio dei fattori di criticità nella domanda di lavoro, fino ad arrivare a proiezioni sulle future tendenze della richiesta di competenze e professioni del territorio.
«Si rafforza il rapporto con il mondo delle imprese», afferma Gianluca Budano, direttore di Arpal Puglia, «in particolare nei luoghi in cui sono presenti le medie e grandi imprese che operano nel territorio pugliese. Dopo il Consorzio Asi di Brindisi, continua il processo di collaborazione che si estende oggi al Consorzio di Lecce. Con l’auspicio – continua il direttore – che tutti i Consorzi che rendono servizi nelle zone industriali possano essere il viatico per rendere un ulteriore servizio per l’impiego, in particolare di incrocio domanda-offerta, che Arpal può realizzare, aiutando le imprese a smaltire i fabbisogni occupazionali e consentire loro di proseguire nei propri processi produttivi. Si punta ad integrare le reti dei servizi utilizzando il nodo dei Consorzi Asi, dando anche un compito nuovo e comune nel rafforzare i servizi alle imprese del territorio».
«Il Protocollo siglato tra Arpal Puglia e Consorzio Asi Lecce», afferma Marta Basile, dirigente U.O. Coordinamento di Lecce Arpal Puglia, «permette di approfondire il dialogo tra le imprese e i Centri per l’impiego, che oggi sono dotati di strumenti nuovi per dare risposte alle esigenze del tessuto produttivo. Il portale e l’app Lavoro per Te Puglia e le avanzate licenze LinkedIn, che si basano anche sull’uso dell’Intelligenza artificiale per la ricerca di candidati, rappresentano l’avanguardia dei servizi alle imprese di Arpal, che da settembre ha anche avviato nel territorio salentino un servizio di scouting che prevede ogni venerdì le visite degli operatori presso le sedi aziendali».
«Le collaborazioni tra istituzioni sono sempre una buona notizia quando riescono a portare avanti un obiettivo importante», dichiara Andrea Musio, presidente facente funzione del Consorzio Asi di Lecce, «questo Protocollo si inserisce perfettamente nella nostra visione. Il Consorzio si trova in una fase di profonda ristrutturazione e di svolta rispetto al passato, con un programma di rilancio e nuove assunzioni che porteranno alla creazione di una società di servizi capace di offrire servizi reali e concreti alle imprese, supportando a 360 gradi la loro crescita e il loro sviluppo, guardando sia alla costruzione di impianti sia allo sviluppo di nuovi servizi tecnologici, scientifici e basati su AI. È un obiettivo ambizioso, ma siamo convinti che lo sviluppo possa essere grande».
Tra gli obiettivi dichiarati all’interno del Protocollo: la promozione dei servizi offerti dai Centri per l’impiego nei canali comunicativi dei Comuni e delle altre associate del Consorzio ASI Lecce; la condivisione delle informazioni contenute nelle banche dati in possesso dei Comuni e di tutte le altre associate del Consorzio ASI Lecce; la programmazione di attività convegnistica, informativa e formativa volta allo scambio reciproco di nozioni, aggiornamenti normativi e buone prassi.
Particolare spazio sarà dato alle attività di studio e ricerca sulle dinamiche del sistema economico e su quelle che intervengono nelle transizioni tra il mondo della scuola e della formazione e quello del lavoro.
Saranno centrali anche i temi dell’orientamento e della formazione, al fine di sperimentare procedure e prassi che consentano non solo la rilevazione dei fattori di criticità nel collegamento tra imprese e lavoratori, ma che possano, altresì, anticipare e, quindi, prevenire il sorgere di eventuali e futuri ostacoli alla situazione di pieno impiego.
Cruciale sarà la rilevazione dei fabbisogni lavorativi delle aziende appartenenti all’ambito territoriale del Consorzio ASI Lecce, che gestisce i sei agglomerati industriali di Lecce-Surbo, Maglie-Melpignano, Nardò-Galatone, Galatina-Soleto, Gallipoli, Tricase-Specchia-Miggiano.
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Appuntamenti
Agorà Design: dopo il festival, le mostre
Fino al 26 ottobre a Martano saranno aperte e visitabili nel palazzo Baronale e Ducale

Dopo il successo delle quattro intense giornate del festival dedicate la tema “Il progetto necessario“, Agorà Design prosegue a Martano e invita ancora il pubblico a esplorare il mondo del design e dell’architettura.
Le mostre ideate per la manifestazione biennale, sostenuta dal main sponsor Sprech in collaborazione con numerose realtà pubbliche e private, resteranno aperte e visitabili gratuitamente fino a domenica 26 ottobre.
Dal 2 al 5 ottobre, il comune salentino ha ospitato un ricco programma di talk, lectio magistralis e workshop con la partecipazione di architetti, designer, giornalisti, creativi e imprenditori.
Il festival ha celebrato la creatività e la circolazione di idee sui grandi temi dell’innovazione e della biodiversità progettuale, offrendo inoltre incontri con aziende, laboratori per le scuole e momenti di approfondimento formativo.
Per la prima volta, Agorà Design non si esaurisce con la conclusione degli eventi principali concedendo ancora la possibilità di immergersi nelle visioni e nei progetti che hanno caratterizzato questa edizione.
Continuando a offrire spunti di riflessione sul futuro del design e dell’abitare, rimarranno dunque accessibili la mostra allestita nel Palazzo Baronale (dal lunedì al venerdì 16:00 – 20:00 | sabato e domenica 8:30-12:30 / 16:00 – 20:00), con circa 80 progetti, tra prototipi e tavole, dedicati alla progettazione di interni ed esterni scelte tra quelle partecipanti al contest internazionale, le installazioni di Agorà Design Off e i disegni di Agorà Design Kids nel Palazzo Ducale (dal lunedì alla domenica 8,30-12,30 / 16-20).
Un’occasione imperdibile per chi non ha potuto partecipare alla quattro giorni e per tutte le persone appassionate che desiderano approfondire le tematiche del festival. Info linktr.ee/agoradesignfestival.
IL PROGETTO NECESSARIO
Ispirandosi alla filosofia “Less, but better” di Dieter Rams, oltre 150 professionisti, studentesse e studenti hanno presentato proposte capaci di migliorare la qualità della vita e dialogare con una società in continua trasformazione.
Nel Palazzo Baronale (dal lunedì al venerdì 16-20 | sabato e domenica 8,30-12,30 / 16- 20) sarà fruibile la mostra con circa 80 progetti, tra prototipi e tavole, dedicati alla progettazione di interni ed esterni.
Difficile il compito per la giuria, composta da Francesco Zurlo, docente del Politecnico di Milano e fondatore di Poli.Design, Giulio Iacchetti, industrial designer, e AMDL Circle, studio multidisciplinare fondato da Michele De Lucchi, presente a Martano con i senior architect Federica Cevasco e Giacomo Nava.
Nella sezione Living, dedicata al mondo dell’interior design (complementi d’arredo, tessuti, rivestimenti, pavimenti) la vittoria tra i professionisti è andata a Marta Doberti con Gabbiano, secondo e terzo posto per Tiratisù di Patrizia Bertolini e M19 di Sissy Daniele.
Tra gli studenti ha vinto la libreria Tac&Stac di Filippo Meriggi.
Le tavole progettuali di Garden, sezione riservata all’outdoor hanno incuriosito visitatori e giuria che ha premiato Aldo Mucciarone con Salice, Damiano Lorenzani con Archimede e Marco Taietta con Schultz Daybed. Ex aequo tra gli studenti con Tressé di Marco Negrin e Tria di Elena Maffioletti.
Due le menzioni speciali assegnate dalle aziende partner di Agorà Design: Giuseppe Campailla si è aggiudicato il premio di MAXXI – Interior Design con Enosi mentre Marta Doberti è stata scelta per Gabbiano anche da Italamona.
DA PROGETTO A PROTOTIPO
Oltre alle Targhe e ai premi in denaro, la Sprech si è impegnata a scegliere alcuni dei progetti per realizzare prototipi da inserire nel proprio catalogo commerciale.
Un’opportunità che non ha eguali nell’ambito dei concorsi di architettura e design in Italia.
«Il grande successo di pubblico di questa edizione conferma quanto il design, quando è autenticamente connesso ai bisogni reali e alle persone, sappia generare valore condiviso. La qualità dei progetti presentati è stata altissima: idee capaci di coniugare ricerca, estetica e sostenibilità, restituendo un’immagine viva e concreta del “Progetto Necessario”», sottolinea Lucia Rescio, general manager della Sprech.
AGORÀ DESIGN OFF
Nelle sale interne del Palazzo Ducale (dal lunedì alla domenica 8,30-12,30 / 16-20), grazie alla collaborazione con il Comune di Martano, si potranno visitare le mostre di Agorà Design Off, una nuova sezione, promossa da Sprech, che ha ampliato l’offerta culturale del festival, aprendo a linguaggi espressivi differenti, tutti accomunati dall’idea del design e dell’architettura come strumenti per leggere i bisogni collettivi, generare significato e favorire coesione sociale.
In mostra ci saranno: Oggettario di r+s Studio, che racconta storie e memorie legate agli oggetti quotidiani; Lo Spazio Morale a cura della Fondazione degli architetti di Reggio Emilia, sull’architettura come gesto solidale; Anatomie del visibile di Alice Caracciolo, con opere fotografiche che interrogano il reale; la mostra Shelter, dedicata all’evoluzione dei rifugi tra crisi umanitarie e disuguaglianze globali.
Da non perdere gli elaborati di Agorà Design Kids 2025, contest che ha coinvolto alcune classi dell’Istituto Comprensivo di Martano-Carpignano-Serrano, ideato per intrecciare professionalità e nuove generazioni, ricerca e gioco, creatività e comunità.
Nella giornata conclusiva del festival, il 5 ottobre, sono stati premiati Rete telecomandata c6.300X di Marta D’Aluisio, La matita ingrandimento di Sofia Lanzillotto e Il pinguino domestico di Lisa Natalizio (plesso di Carpignano Salentino), Il cucchiaio elettronico di Vittoria Chiriatti, Pianta etichetta di Maria Blasi e Il raddrizza chiodi di Francesco Mariano (plesso Francesco Galiotta di Martano), Voce vicina di Sofia De Santis, Il pulisci banchi di Alessia Saracino e (ex aequo) Fiorinnaffiatoio di Sebastiano Calò e Piatto cambiagusto di Cristian Specchia (sede via Fratelli Rosselli di Martano).
IL FESTIVAL
Sostenuta dal main sponsor Sprech, la manifestazione è organizzata dalla cooperativa Radio Salentina, in partenariato con Fondazione Achille Castiglioni, ADI – Associazione per il disegno industriale, Ordine degli Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori di Lecce, Consiglio nazionale e Ordine degli Ingegneri di Lecce, Ordine dei giornalisti della Puglia, Università del Salento, Accademia Belle Arti di Lecce, Rotary Club, Provincia di Lecce e Comune di Martano.
Le aziende partner sono MAXXI – Interior Design, Talamona, Fowhe.com – Comunication Tecnology, KeraKoll, Pimar, Rosa del deserto e Giovanardi.
Media partner Radio Salentina, Interni, Domus, Professionearchitetto.it, Outdoor, The Plan e Finiture Green.
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