Attualità
Tricase: il “Comi” si fa sportivo
Il Liceo sportivo è incardinato nel Liceo Scientifico, con il medesimo monte ore e con l’eliminazione della Lingua e cultura latina, Disegno e storia dell’arte e la riduzione di un’ora di filosofia nel triennio
Nuovo indirizzo liceale al Liceo Girolamo Comi: deliberata dalla giunta regionale l’attivazione del liceo scientifico ad indirizzo sportivo
“Con particolare soddisfazione informo che il Liceo Statale “G. Comi” di Tricase, con parere favorevole della Provincia, ha visto riconosciuta dalla giunta regionale pugliese la pluriennale richiesta di attivazione del Liceo Scientifico ad Indirizzo Sportivo”.
L’annuncio lo ha dato al dirigente scolastica Antonella Cazzato: “Il Liceo Comi è da oggi sede di un quinto indirizzo Liceale. In particolare, di due indirizzi su tre possibili, come riformato nel 2010. Com’è noto infatti, il Liceo Scientifico è attualmente tripartito appunto in: Tradizionale, delle Scienze Applicate, ad indirizzo sportivo”.
La sezione a indirizzo sportivo si inserisce strutturalmente, a partire dal primo anno di studio, nel percorso del Liceo Scientifico di cui all’articolo 8 del D.P.R. 89 /2010
“Risulta evidente a tutti”, aggiunge la dirigente scolastica, “che l’attivazione di questo indirizzo liceale a Tricase sia una opportunità formidabile per tutto il territorio. Ad oggi, l’unico Liceo Sportivo nella Provincia di Lecce si trovava nel capoluogo e rendeva di fatto non fruibile per il Sud Salento questa opzione.
Da quest’anno, il Liceo Comi, che aveva già avviato la sperimentazione di una curvatura sportiva su una delle tre classi del Liceo scientifico delle Scienze Applicate”, rimarca, “è l’unica sede del Liceo Scientifico sportivo in tutta la provincia di Lecce in un Liceo, in quanto la sezione del capoluogo avviata nell’anno scolastico 2014-15 è presso l’IISS “F. Calasso” di Lecce”.
“La specificità dell’istruzione liceale esigeva questa precisa collocazione della terza opzione del Liceo scientifico in un Liceo, ed il Comi di Tricase”, aggiunge con un certo orgoglio, “meritava questo riconoscimento di impegno.
Posso affermare che la complessità e la diversificazione dell’offerta formativa del Liceo Girolamo Comi la distingue e la qualifica una volta di più come scuola all’avanguardia, proiettata al futuro, luogo di sollecitazione importante per diverse tipologie di studenti, le cui attitudini e vocazioni professionali trovano risposte adeguate e di elevato impatto formativo in ben cinque indirizzi di livello liceale.
Non sfugge la portata culturale ma anche sociale della novità nel quadro dell’offerta formativa non solo dell’ambito di riferimento, ma per tutto il territorio del Sud Salento, dal Capo di Leuca fino ai Comuni comunque più vicini a Tricase che al capoluogo provinciale tra i 97 Comuni della Provincia”.
“Il Liceo Scientifico Sportivo”, secondo la Cazzato, “è un’importante opportunità per coniugare una approfondita e armonica cultura, sia in ambito umanistico sia scientifico, attraverso la promozione del valore educativo dello sport. Si tratta di un modello formativo che introduce nel nostro ordinamento una vera e propria rivoluzione culturale, riconoscendo il valore aggiunto della pratica sportiva nei processi formativi per la costruzione di competenze e di personalità, dove si vuole sottolineare l’unicità del fenomeno sport, non in termini addestrativi, né ricreativi, ma in una dimensione pedagogica e culturale. È volta all’approfondimento delle scienze motorie e sportive e di una o più discipline sportive. Tutto ciò all’interno di un quadro culturale che favorisce, in particolare, l’acquisizione delle conoscenze e dei metodi propri delle scienze matematiche, fisiche e naturali nonché dell’economia e del diritto”.
La sezione a indirizzo sportivo “realizza il profilo educativo, culturale e professionale dello studente a conclusione del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e di formazione per il sistema dei licei”. A tale fine, il profilo è integrato con i risultati di apprendimento previsti per la sezione a indirizzo sportivo.
Il Liceo sportivo è incardinato nel Liceo Scientifico, con il medesimo monte ore e con l’eliminazione della Lingua e cultura latina, Disegno e storia dell’arte e la riduzione di un’ora di filosofia nel triennio. Tali discipline sono così sostituite
- primo biennio: + 3 ore di Discipline Sportive, + 1 ora di Scienze motorie e sportive, + 1 ora di Scienze naturali;
- secondo biennio e quinto anno: + 3 ore di “Diritto ed economia dello sport”, + 2 ore discipline sportive, + 1 Scienze motorie e sportive.
Non sono previste prove di accesso essendo il liceo scientifico -sportivo aperto alla frequenza di tutti gli studenti.
Il titolo di studio conseguito al termine del percorso è a tutti gli effetti un Diploma di Liceo Scientifico con l’indicazione di “sezione ad indirizzo sportivo“, come già per il Liceo scientifico delle Scienze Applicate.
I possibili sbocchi professionali del Liceo scientifico sportivo sono molteplici: sport business, management dello sport, giornalismo sportivo e professioni legali nello sport.
Particolarmente favorito l’accesso ai Corsi di laurea in
- Scienze Motorie;
- Sport e Salute;
- Scienza, tecnica didattica dello sport;
- Scienze e tecniche preventive ed adattative;
- Scienze e tecnologie del fitness e dei prodotti della salute;
- Corsi di laurea ad indirizzo medico, paramedico, scientifico e tecnologico.
“Il Liceo Comi”, aggiunge ancora la dirigente scolastica, “avvierà una campagna informativa per correttamente integrare l’orientamento verso le scelte degli studenti che terminano la scuola del primo ciclo di istruzione. I tempi organizzativi sono molti ristretti ma confido nel contributo informativo degli Istituti comprensivi, ai quali chiedo fin da subito di investire i Docenti Referenti per l’Orientamento in uscita di questo compito fondamentale, al fine di consentire all’intera popolazione scolastica del Salento di conoscere l’accresciuta offerta formativa liceale a Tricase. In mancanza di questa sinergia informativa, verrebbe deprivata di opportunità di scelta consapevole tutta la comunità scolastica. Infine”, conclude Antonella Cazzato, “ringrazio tutti i docenti ed il personale non docente del Comi che hanno lavorato per questo risultato e la lungimiranza degli amministratori locali che hanno autorizzato il nuovo indirizzo”.
Attualità
“In preda alla propaganda: transizione sessuale non può essere strumentalizzata in campagna elettorale”
La riflessione degli ex consiglieri comunali, rispettivamente di Casarano e Tricase, Enrico Giuranno e Francesca Sodero
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“Tra le sciagure dei tempi che corrono sembra oramai inevitabile annoverare una comunicazione politica sempre più aggressiva, sguaiata e confusa.
Soprattutto, incurante della complessità e della delicatezza di alcune specifiche problematiche individuali e sociali per le quali ci si dovrebbe aspettare che il sistema politico porti avanti analisi imparziali, proposte equilibrate ed un’informazione caratterizzata da chiarezza e sobrietà.
Questa tendenza, di per sé dannosa, assume i caratteri della pericolosità quando prende di mira bambini, adolescenti e giovanissimi in genere, in un momento storico in cui queste generazioni iniziano a manifestare un diffuso e profondo disagio esistenziale, cui fa da sfondo un sempre più radicato nichilismo.
La politica non dovrebbe sguazzare in questo mare di insicurezze e fragilità per le proprie campagne di marketing.
Invece, sembra approfittarne esattamente come farebbe una qualunque impresa per vendere i propri prodotti.
Lo fa soprattutto cavalcando il tema dei diritti civili, uno dei pochi su cui centro-destra e centro-sinistra tentano di marcare le proprie differenze sostanziali, mentre all’interno del centro-sinistra i partiti fanno a gara per proporsi come migliori portavoce di talune istanze, alzando sempre più l’asticella dell’aggressività della comunicazione politica.
Peccato però che queste degenerazioni nel modo di fare politica, oltre a non apportare alcun concreto beneficio al Paese, possono raggiungere livelli allarmanti di rischio nell’alimentare disagio e confusione nei giovani, proprio nel momento in cui si discute su come sostenerli nell’educazione al rispetto, alle emozioni e all’affettività, che sembrano smarriti.
E veniamo al recente caso che ha destato la nostra attenzione e sul quale teniamo ad esprimere il nostro disappunto, nella sincera speranza che spinga ad un’ampia e seria riflessione.
Ci riferiamo al post dai toni trionfalistici pubblicato sulla pagina social del gruppo di Lecce di un partito nazionale a commento della sentenza con cui il Tribunale civile ha autorizzato il cambiamento del sesso e del nome ad una giovane persona trans.
Il post, che rilancia il titolo di un articolo di stampa contenente un “evviva!” di troppo, sembra portare avanti, per quanto confusamente, l’idea che il percorso sanitario e giuridico previsto per l’avvio dei trattamenti per la disforia di genere e per il cambiamento di sesso vada semplificato e reso agevole.
Emerge, ci tocca notare, un totale appiattimento sulle istanze di parte della comunità queer, in cui si perde completamente di vista il perseguimento della salute fisica e psichica della persona in quanto tale.
Non traspare nessuna traccia di un’adeguata considerazione delle esperienze che, soprattutto nei Paesi che per primi hanno regolamentato e gestito i percorsi di cambiamento di genere, raccontano storie drammatiche di ripensamenti e di cause giudiziarie contro le strutture sanitarie per l’inadeguatezza del supporto psicologico erogato.
Nessuna imparziale riflessione sui rischi derivanti dalla somministrazione dei bloccanti della pubertà e sullo status di soggetto medicalizzato a vita che queste scelte comportano.
Nessuna manifesta sensibilità rispetto alle problematiche generazionali del tutto peculiari che i giovanissmi del nostro tempo stanno attraversando e che potrebbero canalizzare la confusione provocata dall’eccesso di stimoli e di messaggi persuasivi, ma anche dalle sempre più diffuse neuroatipicità, in direzioni sbagliate e di sofferenza, in presenza di un approccio ideologico o superficiale nei riguardi di queste delicate tematiche.
L’argomento meriterebbe molto più spazio e non è questa la sede adeguata, né siamo noi dotati delle competenze necessarie per sviscerarlo.
Quello che però riteniamo doveroso fare è condividere questa riflessione per tenere vivo un dibattito che non può e non deve essere lasciato nelle mani dei partiti ma fatto proprio e difeso dalla società civile per orientare le scelte che i politici dei nostri giorni non sono evidentemente in grado di affrontare con la dovuta serietà, mentre rincorrono scampoli di consenso”.
Enrico Giuranno
Francesca Sodero
Attualità
“Vita mia”: il film di Winspeare al Torino Film Festival
Il film è stato girato in Salento tra Depressa, Sternatia, Tricase e Santa Maria Di Leuca
La Fondazione Apulia Film Commission e la Regione Puglia saranno presenti alla 43ª edizione del Torino Film Festival con “Vita Mia” di Edoardo Winspeare.
Il nuovo film del regista di Depressa di Tricase, girato in Salento tra Depressa, Sternatia, Tricase e Santa Maria di Leuca, sarà programmato nella sezione Zibaldone mercoledì 26 novembre alle 18,15 (Sala due Cinema Romano- Galleria Subalpina).
Protagonisti della vicenda sono: Dominique Sanda, Celeste Casciaro, Ninni Bruschetta, Ignazio Oliva, Karolina Porcari, Johanna Orsini, Francesca Ziggiotti, Dora Sztarenki, Josef Scholler, con la partecipazione di Stefan Liechtenstein e Christian Liechtenstein.
Il film racconta, attraverso la vita di Didi, il Novecento come una crepa luminosa.
Nobile ungherese in un’Europa attraversata dal fuoco della Storia, Didi assiste da bambina all’arrivo dei nazisti, poi al comunismo, quindi all’esilio.
In Francia cuce per sopravvivere alla Maison Dior, prima di sposare un aristocratico italiano e approdare nel silenzio dorato, ma fragile, del Salento. Il film la ritrae anziana, malata, ancora fiera.
L’arrivo di Vita, giovane pugliese chiamata ad assisterla, innesca un incontro inatteso: due mondi lontani – l’aristocrazia impoverita e la cultura popolare – che imparano a riconoscersi. Tra fatiche quotidiane, pudori e piccoli conflitti, nasce un legame capace di sospendere barriere sociali e politiche.
Il viaggio di Didi in Ungheria, intrapreso per seguire la causa di beatificazione del padre, riapre le ferite profonde della Storia: la Shoah, le colpe sopravvissute, le memorie che reclamano ascolto. Il ritorno nei luoghi dell’infanzia diventa una camera d’eco del “secolo breve”.
Grazie alla presenza forte e semplice di Vita, Didi trova infine un varco: l’accettazione del proprio passato e un fragile approdo alla serenità. In lei si riflettono i traumi e le rinascite di un intero secolo.
“Vita Mia” è prodotto da Stemal Entertainment e Saietta Film con Rai Cinema, il contributo di MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e il contributo di Apulia Film Fund di Apulia Film Commission e Regione Puglia a valere su risorse del POR Puglia FESR-FSE 2014/2020. La distribuzione internazionale è affidata a Beta Cinema.
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Attualità
Questo non è amore
Progetto strategico della Polizia di Stato per sostenere le vittime e sensibilizzare la società, promuovendo una cultura basata sul genere. Michelle Hunziker testimonial della campagna di sensiziolizzazione
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), prosegue l’impegno della Polizia di Stato nella campagna permanente “…questo non è amore”, realizzata dalla Direzione Centrale Anticrimine.
Le azioni realizzate dalla Polizia di Stato in tale ambito rappresentano un importante impegno istituzionale per il contrasto alla violenza di genere, nell’ottica di contribuire alla realizzazione di un cambiamento culturale più ampio che riguardi l’intera società.
Sul tema della violenza di genere c’è la consapevolezza che molte donne, anche in situazioni di pericolo, non denunciano per paura, per vergogna o per mancanza di fiducia nelle istituzioni.
L’iniziativa “…questo non è amore” intende smontare gli stereotipi e le false credenze legate alla violenza nei confronti delle donne, portando le forze dell’ordine direttamente tra la gente, nei luoghi pubblici con una presenza visibile e rassicurante, fatta di ascolto, accoglienza e informazione.
Ogni anno, le Questure organizzano numerosi eventi di sensibilizzazione sul territorio nazionale dove si registra una consistente partecipazione della cittadinanza.
Proprio grazie a questi incontri informali, è possibile rompere il silenzio e aiutare le donne a riconoscere i segnali di pericolo.
Nel corso degli incontri viene divulgato un opuscolo informativo (a livello cartaceo e digitale) che tratta in modo specifico i temi della violenza domestica e di genere garantendo una prevenzione concreta. Nell’opuscolo ricorda che uscire dalla spirale della violenza è possibile: per questo sono presenti numeri utili, indirizzi dei centri antiviolenza, strumenti normativi previsti dal legislatore, storie di donne che hanno trovato il coraggio di denunciare e molto altro ancora.
Il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, nella prefazione della brochure di quest’anno ha ricordato che «la violenza contro le donne non è mai un numero: è una vita violata, una dignità calpestata, un dolore che attraversa l’intera società. Non possiamo limitarci a contarne i casi: ogni femminicidio è una ferita che riguarda tutti, istituzioni e cittadini, e che richiede una risposta corale e responsabile».
Testimonial della nuova edizione è Michelle Hunziker che introducendo l’opuscolo ha affermato: «La tutela delle donne che si ottiene con l’applicazione delle leggi deve essere supportata da un profondo cambiamento culturale, che deve avvenire nella mente e nel cuore di tutti noi. Per questo è importante sensibilizzare, specialmente i più giovani, e accompagnare le vittime di violenza verso il raggiungimento dell’indipendenza economica. Denunciare non è un obbligo né una condanna, semmai un’opportunità. È il primo passo per essere, o tornare a essere, sicure, autonome, libere».
Per questo motivo, “…questo non è amore” rappresenta un progetto strategico che mira a sostenere le vittime e alla sensibilizzazione della società, promuovendo una cultura basata sul genere.
L’attività di prevenzione svolta dalla Polizia di Stato si rivolge anche agli autori delle violenze grazie all’impegno delle Questure, dei centri antiviolenza e degli ospedali che hanno reso operativo il Protocollo Zeus.
Al momento dell’esecuzione del provvedimento di Ammonimento del Questore, l’autore delle condotte viene informato della presenza sul territorio di centri specializzati che si occupano di offrire un percorso integrato sulla consapevolezza del disvalore sociale e penale delle condotte tenute.
In molti casi l’autore delle condotte che riesce a seguire il percorso psicologico riesce a interrompere la spirale della violenza e gestire gli eventuali eventi successivi, evitando la recidiva.
Nell’ottica di favorire uno scambio costante di informazioni e competenze per un intervento integrato e multidisciplinare a tutela delle vittime, sono stati sottoscritti numerosi i protocolli di collaborazione tra la Polizia di Stato e la società civile per lo sviluppo di campagne di informazione e sensibilizzazione.
Le intese siglate prevedono l’attivazione di reti territoriali per un supporto immediato e coordinato posto a tutela non solo delle donne, ma anche dei figli esposti alla violenza subita dalle madri.
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