Attualità
Tricase, regionali: il sindaco conteso
Entro e non oltre il 24 febbraio 9 consiglieri dovrebbero dimettersi contemporaneamente e sfiduciare il sindaco, facendolo decadere immediatamente e scavallando i famosi 20 giorni
Appare ormai scontato che il sindaco di Tricase parteciperà alla prossima corsa per un posto nel Consiglio regionale della Puglia. Tutti gli elementi paiono concordare e, anche se non ha ufficializzato la sua decisione, Carlo Chiuri non ha mai smentito tale opportunità. Anzi, conferme in tal senso arrivano da più parti. Due sono gli elementi che non sono ancora chiari: in quale lista sarà candidato e quando presenterà le sue dimissioni da sindaco così come previsto dalla legge.
CENTRODESTRA O CENTROSINISTRA?
Sin dalle prime indiscrezioni (“Il sindaco di Tricase candidato alle Regionali?”, www.ilgallo.it del 16 novembre 2019) lo abbiamo collocato in una lista di centrodestra e nostre fonti confermano che tale collocazione era ed è ancora tra le fila di Forza Italia. In attesa di capire chi sarà il candidato presidente del centrodestra, visto che il nome di Raffaele Fitto non appare più tanto certo dopo la presa di posizione di Matteo Salvini (il premier del carroccio sarebbe intenzionato a vagliare una serie di ipotesi tra imprenditori pugliesi vicini alla Lega e che non abbiano già speso il proprio nome in politica), Chiuri è stato contattato anche dall’altro guado del fiume e gli è stata proposta la candidatura in una lista del centrosinistra. Episodio questo confortato da fonti autorevoli e circostanziato da data (il 4 febbraio), città (Lecce) e astanti: alla chiacchierata con Claudio Stefanazzi (Capo di Gabinetto del ricandidato presidente uscente Michele Emiliano) hanno partecipato anche l’assessore tricasino Lino Peluso e Angela Valli, assessore all’ambiente al Comune di Lecce, nonché cugina dello stesso Carlo Chiuri.
A quanto ci risulta il sindaco di Tricase avrebbe preso tempo e non rifiutato a priori l’invito. La sua scelta, come ci è stato riferito sempre dalle nostre fonti, sarà subordinata a determinate condizioni che Chiuri avrebbe posto ad entrambe le fazioni che gli hanno rivolto l’invito a candidarsi.
TRICASE NON PIU’ SOLO SERBATOIO DI VOTI
La considerazione a margine, aldilà di quelle di ognuno di noi su candidato e candidatura, è che Tricase (e quindi tutto l’hinterland) sia oggetto di molta attenzione da parte di chi sta studiando le strategie per l’elezione del prossimo governatore e la composizione del nuovo Consiglio regionale. Questa è una notizia, soprattutto in considera- zione del fatto che Tricase da tanti anni non esprime un suo rappresentante in seno al Consiglio regionale: l’ultimo ed unico tricasino (peraltro d’adozione) è stato, infatti, Cesare Lia, negli anni ’80 e ’90. Che sia finalmente terminato il tempo in cui Tricase era considerata alla stregua solo di un mero serbatoio di voti per interessi altrui?
QUANDO LE DIMISSIONI?
Intanto l’incertezza sul rispetto o meno delle condizioni poste da Chiuri avrebbe influito sul fatto che non siano ancora arrivate le dimissioni di Chiuri da primo cittadino.
Il limite massimo previsto dalla Legge Regionale è di “venti giorni prima del prescritto termine di presentazione delle candidature”, il tempo necessario cioè affinché le dimissioni del sindaco conseguano “l’efficacia e l’irrevocabilità allo scadere dei venti giorni dalla presentazione al Consiglio comunale”.
Se si tiene conto che ancora non è neanche stata stabilita ufficialmente la data delle elezioni, da questo punto di vista ci siamo. Argomento di discussione, invece, resta quello del termine ultimo per evitare che la Città resti troppo a lungo commissariata.
Anche se secondo taluni questo sarebbe addirittura un bene visto l’attuale clima a Palazzo Gallone e il troppo poco tempo a disposizione perché si presenti un progetto serio e nuovo. Stessa fazione che ricorda anche come, nell’attesa ci sarebbero, comunque, da smaltire tutti i lavori in cantiere, «frutto del duro lavoro di questi due anni», come più volte sbandierato coi suoi post sui social proprio dal sindaco Chiuri.
E SE LO SFIDUCIASSERO?
Per rientrare nella tornata elettorale 2020 il termine ultimo è già passato ed era quello del 4 febbraio. Resta, però, un escamotage ma ha scadenza limitata e riguarda sempre i canonici 20 giorni utili alla «efficacia e irrevocabilità allo scadere dei venti giorni dalla presentazione al Consiglio comunale»: entro e non oltre il 24 febbraio, 9 consiglieri comunali dovrebbero dimettersi contemporaneamente e sfiduciare il sindaco, facendolo decadere immediatamente e scavallando i famosi 20 giorni.
Per intenderci basterebbe che la minoranza, originariamente composta da sei consiglieri (compresa la 5 Stelle Francesca Sodero) più i transfughi dalla maggioranza (il presidente del Consiglio Dario Martina, Federica Esposito e Giuseppe Peluso) presentassero contemporaneamente le dimissioni.
Per far cadere l’amministrazione e andare subito al voto bisogna essere in nove: ognuno dei consiglieri sia di minoranza che di maggioranza ha a disposizione un calcio di rigore e può scegliere se calciarlo o meno.
Quello che nessuno di loro potrà fare in futuro è dare tutta la colpa agli altri.
Giuseppe Cerfeda
Attualità
La precisazione dell’Ordine dei Medici sulle certificazioni d’invalidità e il pagamento
In particolare, l’articolo 54 stabilisce che il compenso per le prestazioni professionali debba essere equo e proporzionato alla complessità dell’atto, ai mezzi impiegati e al tempo necessario per l’esecuzione…
Riceviamo e Pubblichiamo
Certificazioni di invalidità civile – Precisazioni dell’Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Lecce
In relazione alle recenti prese di posizione della Cgil e della Fp Cgil di Lecce, in merito al rilascio dei certificati di invalidità civile, l’Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Lecce ritiene opportuno fornire chiarimenti utili a garantire una corretta informazione ai cittadini e a ricondurre il confronto nell’ambito delle norme vigenti e dei principi deontologici.
Il presidente dell’Ordine, Antonio Giovanni De Maria, richiama innanzitutto quanto previsto dal Codice di deontologia medica. In particolare, l’articolo 54 stabilisce che il compenso per le prestazioni professionali debba essere equo e proporzionato alla complessità dell’atto, ai mezzi impiegati e al tempo necessario per l’esecuzione, e che lo stesso debba essere comunicato preventivamente all’assistito.
La normativa deontologica consente inoltre al medico di prestare gratuitamente la propria opera, qualora le condizioni lo permettano, a condizione che ciò non configuri concorrenza sleale o indebito accaparramento di clientela.
Il presidente evidenzia, inoltre, che la legislazione nazionale vigente non attribuisce agli Ordini professionali alcun potere di determinare o imporre tariffe, né minime né massime.
L’abolizione delle tariffe professionali, sancita dall’articolo 9 del decreto legge 24 gennaio 2012 n. 1, impedisce qualsiasi fissazione vincolante dei compensi da parte degli Ordini. In tale quadro, eventuali accordi sottoscritti a livello territoriale con le organizzazioni sindacali devono intendersi esclusivamente come indicazioni orientative, prive di efficacia cogente.
Con riferimento alla certificazione di invalidità civile, De Maria sottolinea che essa rientra a pieno titolo nell’ambito della libera professione medica e comporta un’assunzione diretta di responsabilità da parte del medico certificatore.
Il professionista, infatti, è chiamato a condividere e attestare il contenuto diagnostico della documentazione clinica allegata, quali diagnosi specialistiche o certificazioni di dimissione ospedaliera, assumendone piena responsabilità sotto il profilo professionale e deontologico. In questo contesto, l’eventuale variazione dei compensi richiesti da alcuni professionisti è da ricondurre all’aumentata complessità dell’atto certificativo e al maggiore tempo necessario per la sua compilazione rispetto al passato.
È fondamentale, precisa il presidente, evitare che si diffonda l’idea di una contrapposizione tra medici e cittadini o che i professionisti della salute possano essere percepiti come un ostacolo al riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità. L’azione del medico è orientata alla tutela della salute e dei diritti dell’assistito, nel rispetto delle regole e della responsabilità professionale.
L’Ordine dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Lecce ribadisce infine la propria disponibilità al confronto istituzionale e alla collaborazione con tutte le parti coinvolte, con l’obiettivo di garantire chiarezza, uniformità di informazione e tutela dei cittadini, in particolare di quelli in condizioni di maggiore fragilità.
Attualità
Tre ragazzi dalle mani d’oro: miniature e presepi rifulgono nei dettagli
Il successo ottenuto ha già però posto le basi per nuove e più ampie collaborazioni fuori regione, aprendo scenari promettenti per il futuro…
Dalla passione condivisa di tre amici nasce RKR, una realtà artistica tutta salentina che sta conquistando pubblico e addetti ai lavori grazie a un linguaggio originale, capace di fondere tradizione, innovazione e narrazione visiva.
Roberta Esposito e Roberto Memmi, entrambi di Casarano, insieme a Katia Luzio di Serrano, hanno trasformato il loro amore per la bellezza e l’artigianato in un progetto creativo che parla al cuore attraverso opere minuziose e altamente evocative.
La maestria di questi ragazzi si distingue per la capacità di muoversi con naturalezza tra diverse forme d’arte: dalle miniature, dove la precisione della piccola scala diventa espressione di grande bravura, alla presepistica, reinterpretata con realismo ed emozione, fino ai diorami, veri e propri mondi immersivi in grado di raccontare storie complesse in pochi centimetri. Ogni creazione nasce sempre ed interamente a mano, utilizzando materiali autentici, ed è arricchita da una progettazione 3D estremamente accurata, che consente di raggiungere livelli di dettaglio altrimenti impossibili.
La tecnologia però non sostituisce certo l’anima artigianale, ma la valorizza. Le opere vengono dipinte a mano con grande cura, per dare profondità e carattere a ogni figura, mentre la stampa 3D permette di realizzare miniature e soggetti altamente personalizzabili. È così che prende forma un’“arte fatta su misura”, in cui ogni lavoro diventa unico e irripetibile.
Uno degli aspetti più apprezzati del progetto è infatti la possibilità di personalizzazione dei personaggi, sapendo realizzare ritratti miniaturizzati che immortalano persone reali, familiari o figure significative, trasformandole in protagonisti di presepi e diorami o in opere da esporre in qualsiasi contesto. Un modo originale e intimo di rendere l’arte parte della propria storia personale.
Le opere di “RKR” sono attualmente esposte in diverse mostre locali, a testimonianza di un percorso in costante crescita.
A Casarano, presso Palazzo D’Elia, e a Matino, nel suggestivo Frantoio ipogeo all’interno del Presepe Vivente, le installazioni sono visitabili nei fine settimana e nei giorni festivi.
A Ugento, il Museo Diocesano ospita alcune creazioni del collettivo, mentre a Cannole, presso Masseria Torcito e partecipando al Presepe Vivente allestito nel Parco di Torcito, visitabile il 4, 5 e 6 gennaio 2026, dalle 17:00 alle 20:00.
Un traguardo particolarmente significativo è arrivato poi con la selezione di due opere per la storica Mostra d’Arte Presepiale “Città di Salerno”, giunta alla sua XXXI edizione e capace di attirare ogni anno decine di migliaia di visitatori. Un riconoscimento importante non solo per l’impegno di questi ragazzi ma per l’intera arte presepiale salentina, accolta con entusiasmo in una delle capitali italiane di questa tradizione (e, siccome nessuno è profeta in patria, fra i mille complimenti, attestazioni ed interessamenti è mancato purtroppo proprio quello della propria cittadina).
Il successo ottenuto ha già però posto le basi per nuove e più ampie collaborazioni fuori regione, aprendo scenari promettenti per il futuro. Un percorso che conferma come il presepe salentino possa ritagliarsi un ruolo di primo piano nel panorama artistico nazionale, continuando a rinnovarsi senza perdere la propria identità.
Attualità
Casarano, l’Associazione Placemaking boccia i lavori in centro
Placemaking una preparazione professionale ce l’ha e, in maniera documentata, interviene nel dibattito di questi lavori (che, ricordiamolo, sono finanziati con fondi PNRR per circa 3,5 milioni di Euro).
di Antonio Memmi
Quando iniziarono lavori di Piazza San Domenico e giardini William Ingrosso a Casarano, il mondo era diverso: Trump non era stato ancora rieletto, non era ancora cominciato il conflitto israelo-palestinese e chat GBT era riservata a pochi eletti.
Si sa: i lavori pubblici non finiscono, entrano nella leggenda.
In un modo o nell’altro però, fra imprecazioni dei cittadini ed esercizi commerciali chiusi (anche) per l’impossibilità di raggiungerli, pare che almeno i primi abbiano trovato una conclusione. Tutti quindi contenti? Assolutamente NO!
I commenti sui social si rincorrono fra coloro che ne parlano male (tanti) e coloro che vedono qualcosa di positivo (pochi) ma, come sempre accade sui social, la maggior parte dei commentatori non ha alcuna preparazione tecnico artistica per parlare ed il tutto rimane confinato nel gradimentopersonale.
L’Associazione Placemaking invece una preparazione professionale ce l’ha e, in maniera documentata, interviene nel dibattito di questi lavori (che, ricordiamolo, sono finanziati con fondi PNRR per circa 3,5 milioni di Euro).
Nel documento, firmato dalla presidente arch. Loredana Manco, l’Associazione solleva una critica tecnica e civica, non politica, al metodo progettuale adottato e agli esiti degliinterventi.
Il nodo centrale è l’assenza di una reale coprogettazione con i cittadini: le piazze, secondo l’associazione, non sono semplici superfici da pavimentare, ma luoghi sociali, storici e simbolici che richiedono ascolto e partecipazione autentica.
Viene ricordato come le normative nazionali ed europee, comprese quelle legate al PNRR, promuovano processi partecipativi strutturati e trasparenti, non consultazioni di facciata ed evidenzia inoltre che i fondi PNRR non sono “regali”, ma debito pubblico che graverà sulle future generazioni, rendendo ancora più necessaria una visione strategica di lungo periodo.
Secondo Placemaking Casarano, i due interventi si sono invece limitati a una riqualificazione estetica, senza creare nuove funzioni, opportunità sociali o sviluppo economico, e particolarmente critiche sono le valutazioni su Piazza Umberto I, dove la fontana viene definita un elemento puramente scenografico, e su Piazza San Domenico, giudicata invece priva di una logica urbana, mancando allineamenti, assi civici e gerarchie spaziali.
Un altro punto centrale è poi l’assenza quasi totale di verde, ritenuto un grave errore in termini di sostenibilità climatica e qualità dello spazio pubblico così come viene criticata anche la demolizione del bar storico, sostituito poi da un edificio anonimo, considerato uno strappo all’identità del luogo.
L’Associazione infine contesta le modifiche alla viabilità e la discrepanza tra il progetto realizzato e quello presentato, sottolineando come la piazza rischi di perdere il suo significato simbolico; il tutto porta quindi verso una conclusione che è una bocciatura netta: le critiche, aggiunge, non sono un attacco politico, ma un atto di cittadinanza attiva.
E così, dopo anni in cui si attende l’inaugurazione più come una liberazione, si comprende come non sempre ciò che dura a lungo lascia il segno… qualche volta lascia solo domande.
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