Attualità
Cremazione: cosa dice la Chiesa?
Prima era contraria, ora non proprio…
A proposito di templi crematori ed in particolare di quello di Botrugno, di cui abbiamo trattato nei giorni scorsi (con interviste al sindaco ed all’opposizione), è il caso di fare il punto sulla questione in ottica cattolica.
È vero, la Chiesa ha cambiato disposizioni a riguardo della cremazione o incenerimento dei corpi. Tuttavia, non ha mai condannato la cremazione in sé, ma l’ideologia antireligiosa e anticristiana che la accompagnava. Del resto, in casi di emergenza come le pestilenze o le guerre, la Chiesa ha sempre ammesso che venissero bruciati i corpi. Senza mai affermare che ciò sia incompatibile con l’immortalità dell’anima e la resurrezione dei corpi. L’incenerimento è un rito antichissimo, una consuetudine millenaria presente in Asia, soprattutto in India. Nell’Occidente, invece, la sepoltura (o l’inumazione) è stata, da sempre, l’unica modalità. Almeno fino al diciannovesimo secolo, quando anche in Europa si regolamentò la cremazione, per ragioni soprattutto igienico sanitarie.
La Chiesa vi si oppose, perché l’introduzione dell’incenerimento alimentò campagne di propaganda antireligiosa e anticristiana che irridevano l’usanza cristiana della sepoltura. C’era la volontà di affermare che con la morte tutto finisce, che non esiste l’immortalità e tanto meno la resurrezione dei corpi. Anche in epoca romana, i pagani usavano bruciare i corpi dei martiri e sbeffeggiavano i cristiani perché credevano nella resurrezione e nell’immortalità. Al tempo dell’Illuminismo, la cremazione era un modo per manifestare il proprio ateismo e per ribadire la ribellione contro la Chiesa. La massoneria, in particolare, aveva fatto della cremazione la sua bandiera contro la Chiesa. Al punto che, nel 1886, il Sant’Uffizio fu quasi costretto a condannare la cremazione. Ma non per ragioni dottrinali. Fino a quando, nel 1963, passato il pericolo dell’ambiguità e, soprattutto, il motivo dell’«odio contro la fede», lasciò ai cattolici la libertà di scegliere di poter essere cremati. Essa non è «cosa intrinsecamente cattiva o di per sé contraria alla religione cattolica». Soprattutto se è richiesta «per ragioni igieniche, economiche o di altro genere, di ordine pubblico o privato». Non contro le usanze e il credo cristiano.
L’incenerimento è, quindi, per la Chiesa una modalità di sepoltura rispettosa del cadavere allo stesso modo dell’inumazione. Del resto, il fuoco non tocca l’anima, distrugge solo più in fretta la parte corruttibile della persona. Fa in poche ore ciò che la natura impiega più tempo a compiere. Ma per la resurrezione dei corpi, non c’è alcuna differenza tra la polvere e la cenere. La resurrezione non sarà un nuovo inizio a partire dalla vecchia esistenza, ma si tratterà di una nuova realtà. In sintesi, dice il Codice di diritto canonico (can. 1176), «la Chiesa raccomanda vivamente che si conservi la pia consuetudine di seppellire i corpi dei defunti; tuttavia non proibisce la cremazione, a meno che questa non sia stata scelta per ragioni contrarie alla dottrina cattolica».
La Chiesa, infine, raccomanda la consuetudine di seppellire i defunti, rifacendosi all’esempio di Gesù che fu inumato. Affidare la salma alla terra ha un valore simbolico. La morte è considerata come un sonno, e la resurrezione come un risveglio. La polvere, poi, più che la cenere, ha un richiamo biblico: «Tornerai alla terra perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere ritornerai» (Genesi 3,19).
Tratto da: La morale, la fede e la ragione. Dialogo con don Antonio Sciortino sulla nuova Chiesa di papa Francesco di Giovanni Valentini – Imprimatur, 2013
Attualità
Il sindaco di Maglie revoca la nomina di assessore ad Antonio Fitto
Rottura storica con l’ex primo cittadino magliese con cui Toma ha avuto un rapporto amministrativo e politico durato complessivamente oltre vent’anni
Il sindaco di Maglio Ernesto Toma comunica di aver disposto, con proprio decreto, la revoca della nomina di assessore ad Antonio Fitto, ponendo fine a un rapporto amministrativo e politico durato complessivamente oltre vent’anni.
La spiegazione nelle parole del primo cittadino: “Antonio Fitto ha guidato la città come Sindaco per dieci anni con questa maggioranza e, successivamente, ha ricoperto il ruolo di Assessore nelle Giunte da me presiedute. In questo lungo arco temporale ha partecipato in modo diretto e continuativo a tutte le principali scelte politiche, amministrative e finanziarie del Comune, assumendosene pienamente la responsabilità.
Appare pertanto doveroso ristabilire la verità dei fatti di fronte ai cittadini: le recenti dichiarazioni con cui Antonio Fitto invoca oggi un “rilancio dell’attività amministrativa” risultano politicamente contraddittorie e poco credibili, poiché rivolte contro un’azione di governo che egli stesso ha contribuito a costruire, sostenere e approvare per due decenni. Non più tardi di pochi giorni fa, lo stesso Assessore ha votato in Giunta il Bilancio comunale, condividendone senza riserve contenuti, scelte e indirizzi strategici.
La scelta di candidarsi, senza nemmeno discuterlo con la propria maggioranza, alla carica di Sindaco di Maglie, con un progetto politico alternativo e dichiaratamente in contrapposizione all’attuale Amministrazione rappresenta una legittima ambizione personale, ma segna una rottura politica netta e non più compatibile con il ruolo di Assessore. Non è possibile, soprattutto in una fase pre-elettorale, amministrare una città e al contempo condurre una campagna politica contro l’Amministrazione di cui si fa parte. La revoca del decreto di nomina è quindi un atto di chiarezza politica, di rispetto istituzionale e di correttezza nei confronti dei cittadini, chiamati a scegliere tra progetti alternativi senza ambiguità, doppiezze o operazioni di scarico di responsabilità.
L’Amministrazione comunale continuerà il proprio lavoro fino alla conclusione naturale del mandato con coerenza, serietà e senso delle istituzioni, rivendicando con orgoglio il percorso compiuto e rimettendo, come è giusto che sia, il giudizio finale agli elettori”.
Attualità
Scuola Smart al Comprensivo “Pascoli” di Tricase: “Più dinamici e inclusivi”
Grazie ad una donazione dalla Fondazione Pietro De Francesco, l’Istituto Comprensivo Pascoli di Tricase ha allestito un innovativo ambiente collaborativo plurifunzionale.
Attualità
Dal Salento spicca il volo “Il sogno di Flip”
Un albo illustrato per parlare ai bambini di inclusività e fiducia in sé, toccando il tema del bullismo
“Il sogno di Flip” è l’albo illustrato, con testi e disegni di Alessia Urso, illustratrice e grafica di Marittima, pubblicato da Curcio Editore.
Ambientata al Polo Nord, la storia racconta di Flip, un piccolo elfo con una disabilità che sogna di lavorare nella fabbrica di Babbo Natale.
Dopo un episodio di bullismo, grazie alla creatività e all’incontro con un’amica speciale, Flip trova la forza di non arrendersi e costruisce un braccio artificiale che diventa simbolo di riscatto e fiducia in sé. Un racconto dolce e luminoso che parla ai bambini di coraggio, amicizia e inclusione. Disponibile su Amazon
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