Connect with us

Attualità

Alessandra, dal Coro di Tricase Porto a Parigi

Pubblicato

il

Con grande gioia don Luigi Mele, parroco della Chiesa di San Nicola di Tricase Porto, mi partecipava, alcuni giorni fa, la notizia che la nostra amica e componente solista del Coro di San Nicola di Tricase Porto, Alessandra Rizzello, si era esibita come soprano solista del Coro di “Radio France”, nello “Stabat Mater” di Antonin Dvorak, tenuto nella Eglise de Saint-Eustache di Parigi sotto la direzione del Maestro e Direttore musicale Matthias Brauer il 5 marzo scorso. L’usignolo del Coro di Tricase Porto ha spiccato il volo.


Alessandra Rizzello è figlia di Cosimino e di Loreta Esposito. Ha trascorso infanzia ed adolescenza tra Taurisano e Tricase. Si è diplomata in pianoforte e canto al Conservatorio Musicale di Taranto. Ha seguito un corso per cantanti d’opera organizzato dalla Regione Veneto col partenariato del Gran Teatro “La Fenice” di Venezia. Successivamente ha proseguito gli studi per artisti del Coro Lirico-Sinfonico all’Accademia delle Arti e Mestieri dello Spettacolo al Teatro “La Scala” di Milano, dove ha ottenuto il Diploma di Merito rilasciato agli studenti più meritevoli dell’Accademia. Grazie a questi successi professionali, Alessandra ha potuto partecipare ai concerti e alle produzioni d’opera de “La Scala” e del Teatro Strehler di Milano. Nello stesso teatro ha frequentato, con grande successo, il Master “La tecnica e l’interpretazione del lied e della voce d’opera” cantando le “Quattro ultime sinfonie” di Strauss sotto la direzione del Maestro Lior Shambadal e debuttando nella “Bohème” di Puccini nel ruolo di Mimì.


Numerosi sono stati i suoi successivi concerti, che hanno spaziato dall’opera lirica alla musica sacra e barocca e molto apprezzato dalla critica è stato il suo debutto nella “Messa di Santa Cecilia” di Gounod, tenuto recentemente al Teatro Marlacchi di Perugia sotto la direzione del Maestro Michel Tabachnik. Poi il concorso per un solo posto al Coro di “Radio France”, nel novembre 2009, dove Alessandra si è piazzata al primo posto su 72 concorrenti. I successi che la nostra amica Alessandra sta mietendo con “Radio France” e nei maggiori teatri italiani ed esteri riempiono di orgoglio i suoi amici del Coro di S. Nicola di Tricase Porto, che per tanti anni hanno goduto, insieme ai tanti fedeli che hanno frequentato la Chiesa, della sua melodiosa voce. Grati ad Alessandra per ciò che ha dato a noi e alla comunità di Tricase Porto, noi componenti del Coro di San Nicola, insieme al parroco don Luigi, al Maestro del Coro, Carlo Errico, e alla Direttrice Gianna De Blasi, le rivolgiamo i nostri migliori auguri per sempre più grandi successi e le assicuriamo il suo gradito ricordo nelle nostre preghiere.

Romeo Erminio


Attualità

Genitore si scusa con la dirigente del Liceo Comi: “Rivolsi parole gratuitamente ingiuriose”

“Fu solo il frutto di un momento di forte tensione personale”: nella lettera pubblica inviata alla Redazione, l’intento di chiudere bonariamente una vicenda incresciosa risalente al 2024

Pubblicato

il

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di scuse giunta in Redazione dal signor Grazio De Paoli, genitore di uno studente del Liceo Comi. La lettera pubblica è indirizzata alla Dirigente del medesimo istituto. Come si evince dalla stessa comunicazione, inviata alla Redazione per tramite dell’avvocato Francesco Accoto, la presente vale quale presa di coscienza dell’errore commesso e come manifestazione della volontà di chiudere bonariamente una spiacevole vicenda, risalente al 2024. All’epoca, nel mese di settembre, lo scrivente avrebbe rivolto pubblicamente delle parole ingiuriose all’indirizzo della Dirigente e del Liceo.

“In riferimento a quanto accaduto nel settembre 2024, durante l’accoglienza nell’auditorium delle classi prime del Liceo “G. Comi” di Tricase, desidero esprimere alla Dirigente scolastica, Prof.ssa Antonella Cazzato, e all’intera comunità scolastica, le mie più sincere scuse per le parole e i toni inappropriati usati. Riconosco che il mio intervento è stato inopportuno, errato, offensivo e non riflette il rispetto e la stima che invece avrebbe dovuto avere la Dirigente e dell’Istituto e tutti gli altri addetti, che si sono distinti per serietà, attenzione e professionalità nelle numerose attività scolastiche ed extracurriculari svolte.

Le mie parole, gratuitamente offensive, pronunciate in quella circostanza nell’auditorium del Liceo “G. Comi”, sono state solo il frutto di un momento di forte tensione personale, senza alcuna responsabilità da parte della Dirigente scolastica, Prof.ssa Antonella Cazzato né di tutta la scuola. Per quanto ho potuto constatare il Liceo “G. Comi” ha sempre garantito un percorso formativo di elevata qualità, e il personale docente e non docente, insieme alla Dirigente, si è sempre mostrato all’altezza del proprio compito educativo verso mio figlio assicurandogli un ottimo percorso scolastico quinquennale”.

Continua a Leggere

Attualità

Alessano-Specchia: fronte comune a scuola contro il bullismo

Questa mattina l’incontro, nei due plessi, con l’Associazione Nazionale Carabinieri Sezione Tricase

Pubblicato

il

Coinvolgimento e partecipazione attiva degli studenti e delle studentesse del Comprensivo di Alessano e Specchia che oggi hanno incontrato l’Associazione Nazionale Carabinieri Sezione Tricase, in un incontro sul delicato tema del bullismo e cyberbullismo.

Un momento di dialogo autentico, che ha contribuito a sviluppare consapevolezza e responsabilità tra le giovani generazioni, grazie anche al prezioso intervento della psicologa Marinella Martella, che ha offerto spunti concreti per riconoscere e contrastare questi fenomeni.


A impreziosire l’iniziativa, la presenza dei Sindaci dei rispettivi Comuni, segno tangibile di un’attenzione condivisa e di una comunità che sceglie di fare rete per proteggere e sostenere i propri ragazzi e le proprie ragazze.

Continua a Leggere

Approfondimenti

Pompeo Maritati, “Quando i numeri si innamorano (e io ci casco)”

Oggi che sono in pensione, che posso permettermi di scrivere senza Excel aperto in sottofondo, ho ritrovato quei fogli, li ho riletti, e mi sono detto: “Perché non completarlo? Perché non dare voce a quei numeri innamorati?”…

Pubblicato

il

L’idea di questo libro nasce in un luogo che, a prima vista, sembrerebbe il meno romantico del mondo: una sala corsi di una grande banca italiana, illuminata da neon impietosi, con pile di dispense, calcolatrici scientifiche e tazzine di caffè che avevano visto giorni migliori.

Era verso la fine degli anni 90, e io, in giacca e cravatta, stavo tenendo un corso di matematica finanziaria a un gruppo di operatori bancari. L’argomento del giorno? Il calcolo delle rate di mutuo con il sistema cosiddetto “alla francese”.

Un nome che evoca baguette, bistrot e chanson d’amour, ma che in realtà nasconde una formula che farebbe piangere anche un ingegnere.

Eravamo immersi in coefficienti, tassi d’interesse, progressioni geometriche e quel misterioso “ammortamento” che, più che un piano di rimborso, sembrava una lenta agonia numerica. E proprio mentre stavo spiegando la logica dietro la distribuzione degli interessi nel tempo, uno degli uditori – un tipo sveglio, con l’aria di chi aveva già capito tutto, ma voleva vedere se anche io lo avevo capito se ne uscì con una frase che mi colpì come una freccia di Cupido: “È come se alcuni numeri si fossero innamorati.”

Silenzio. Sorrisi. Qualche risatina. Io, ovviamente, feci il classico gesto da docente navigato: annuii con un mezzo sorriso, come a dire “bella battuta, ma torniamo seri”. E così fu. Riprendemmo la lezione, tornai a parlare di rate, di formule, di Excel. Ma quella sera, solo in albergo, mentre il minibar mi offriva una bottiglietta d’acqua a prezzo da champagne e la TV trasmetteva repliche di quiz dimenticati, quella frase tornò a bussare alla mia mente.

“È come se alcuni numeri si fossero innamorati.”

Ma certo! Perché no? Perché non pensare che dietro le formule ci siano storie? Storie di attrazione, di repulsione, di corteggiamenti matematici, di triangoli amorosi (non solo geometrici), di numeri che si cercano, si sfuggono, si fondono. Un’idea folle, certo.

Accostare l’innamoramento, quel sentimento poetico, irrazionale, profondo, all’aridità dei numeri, che per definizione sono freddi, impersonali, astratti. Ma forse proprio per questo l’idea mi sembrava irresistibile.

Così iniziai a scrivere. A spizzichi e bocconi, tra una riunione e una trasferta, tra un bilancio e un report. Annotavo storielle, dialoghi, immagini. Immaginavo lo Zero e l’Uno in crisi di coppia, il Due che cerca equilibrio, il Pi greco che seduce tutti ma non si concede a nessuno. Poi, come spesso accade, la vita prese il sopravvento.

Gli impegni si moltiplicarono, le cartelle si accumularono, e quei fogli finirono in fondo a un cassetto. Lì rimasero, silenziosi, per anni. Fino a oggi.

Oggi che sono in pensione, e che ho tempo per ascoltare le idee che bussano piano, che posso permettermi di scrivere senza Excel aperto in sottofondo. Ho ritrovato quei fogli, li ho riletti, e mi sono detto: “Perché non completarlo? Perché non dare voce a quei numeri innamorati?”

E così è nato questo libro. Un libro che non pretende di insegnare matematica, ma di farla sorridere. Un libro che non vuole dimostrare teoremi, ma raccontare storie. Un libro che, se tutto va bene, vi farà guardare i numeri con occhi nuovi.

Continua a Leggere
Pubblicità
Pubblicità

Più Letti