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Casarano

Casarano: Confagricoltura chiede all’Amministrazione cittadina l’annullamento della delibera di Giunta n. 51 in tema di agricoltura

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Le conseguenze della crisi finanziaria internazionale si fanno sentire sull’ intero tessuto economico produttivo, agricoltura compresa; tra gli effetti indesiderati la contrazione del capitale liquido per le imprese agricole ed una richiesta conseguente di maggiori garanzie per l’ accesso al credito delle stesse. Oggi le imprese agricole a Casarano sono impegnate in un difficile controllo dei costi di produzione, dei prezzi appesantiti dall’ incursione di produzioni di aree terze che arrivano e vengono venduti come prodotto italiano e da vari fattori tra cui una mancata vera coesione degli sforzi al livello locale degli enti pubblici (Comuni) più vicini.


Le aziende scontano un accesso al credito difficile e costi più alti per la provvista del danaro, in tali condizioni il Comune di Casarano ha stanziato nei 4 anni precedenti quello in vigore ben 60.000 euro affidando uno sportello agricolo esternalizzato ad una singola associazione agricola il cui referente cittadino è anche consigliere comunale di maggioranza, raggiungendo a nostro avviso sempre scarsi risultati in tema di sviluppo rurale, privando le aziende agricole di un percorso-progetto utile alla loro causa. La scrivente non ha intravisto nei precedenti 4 anni e non vede tutt’ oggi, nonostante l ennesimo affidamento del servizio comunale, nessuna opportunità vera ed in cantiere per le imprese di produzione e trasformazione, capisaldi di un tessuto sociale ed economico.


L’ Ente Comune deve essere leva per garantire la competitività delle aziende locali per un innovazione dei prodotti e dei processi produttivi. Per superare tali criticità l’ ente Comune di Casarano e l’ Assessorato competente (agricoltura) hanno deciso con delibera di giunta n. 51 del 31.01.2010 di stanziare sempre alla solita associazione  la somma importante di 15.000 euro per il 2010 a fronte di una nostra proposta di gestione gratuita per i prossimi 4 anni avanzata in forma ufficiale in data antecedente l affidamento, ma  rimasta purtroppo  nel cassetto.

Con la presente, in virtù del rispetto dello Statuto comunale, della proposta alternativa a costo zero per le casse comunali avanzata dalla scrivente, si richiede l’ annullamento della Delibera di Giunta n, 51 del 31.01.2010 al fine di individuare al più presto  insieme alle altre associazioni agricole presenti in città inziative utili al settore, andando oltre il solito corso a cadenza semestrale che denota la mancanza di vision di sviluppo vero e condiviso,  stanziando ad esempio lo stesso fondo comunale (quindicimila euro) in favore di imprese in difficoltà e che non percepiscono aiuti comunitari.


Il referente – Dr. agr. Antonio Stea


Approfondimenti

Comitati feste per cosa? Devozione o occasioni per eventi, sagre, fiere e lucro?

Far partecipare fisicamente e coinvolgere in una festa diventa anche un compito educativo per far incontrare e dialogare le persone, il coinvolgimento è necessario per far crescere la comunità ed è una delle sfide che ci attende se si vuole essere una società civile in cui tutti si sentano veramente e responsabilmente di far parte…

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di Hervé Cavallera

Le sagre paesane, volte di solito a celebrare il Santo patrono (feste patronali), ma anche positivi eventi come il raccolto o un particolare cibo, si perdono, per così dire, nella notte dei tempi.
Il Salento, come ogni parte d’Italia, ne vanta tantissime e non si può elencarle tutte, considerando i tanti centri della provincia di Lecce.

Ad esse naturalmente sono da aggiungere le Festività nazionali religiose e civili come Natale, Capodanno, la Festa delle Repubblica e così via.

Una volta, la festa era sempre accolta con particolare gioia soprattutto dai bambini e ragazzi. Basti ricordare che già la domenica era un giorno felice in quanto non si andava a scuola.  Poi nella festa patronale e in quelle importanti vi erano i dolci, alcuni propri della festa. Inoltre, vi erano le fiere e i piccoli vedevano e chiedevano ai genitori l’acquisto dei giocattoli. Era il momento dell’incontro e delle curiosità, come attraevano le bande musicali che, suonando, percorrevano le strade.

Chi non è più giovane ricorda molto bene che le feste rappresentavano per la comunità in cui si viveva un momento nel quale si interrompeva la routine di una realtà prevalentemente agricola, e quindi scandita dalle stagioni e dalla levata e dal tramonto del sole, e ci si riuniva nella pubblica piazza liberamente e allegramente, e si comunicava.

Il clima festaiolo era di fatto per lo più connesso con l’evento religioso che trovava (e trova) per il pubblico il momento più appariscente nella processione con la statua del Santo.

Di fatto i buoni pranzi e quant’altro non erano che una forma di testimonianza della benevolenza del Patrono a cui andava il ringraziamento solenne. Di qui lo spettacolo delle luminarie, per alcune delle quali il Salento è noto in tutta Italia.

Accadeva – e accade tutt’oggi –  che tra paesi o tra frazioni dello stesso paese si facesse a gara a chi riusciva a realizzare il festeggiamento più spettacolare. Il che ha condotto, dappertutto nella Penisola, a spostare l’attenzione dalla celebrazione liturgica in sé alla festa come spettacolo.

L’elemento laico ha finito col prevalere su quello religioso con la presenza di cantanti, ghiottonerie, balli e tant’altro. Questo sempre a prescindere dalle sagre chiaramente mangerecce come a Tricase la Sagra di San Vito Cucuzza e Cadduzzu» (9 agosto) e la Sagra de la Pasta fatta a casa (17 agosto, frazione di Depressa) per fare qualche esempio di sagre che hanno caratterizzato un determinato prodotto.

Ora, che le festività patronali e le sagre continuino ad esserci è un fatto chiaramente positivo in quanto rappresentano la nostra tradizione, solo che si stanno risolvendo, alcune volte, in puro spettacolo volto alla promozione turistica e al guadagno (basti pensare alla “Notte della Taranta” che è divenuto un notissimo e fortunato festival della canzone popolare, ma che ha perduto ogni rapporto con l’ancestrale fenomeno del tarantismo).

Sotto tale profilo sono soprattutto da tenere presenti le festività religiose, dove la celebrazione del sacro dovrebbe essere prevalente e veramente sentita.

Tali feste, infatti, non hanno alcun scopo di lucro, anche se in alcune le spese per luminarie e complessi musicali sono ingenti e non mancano le difficoltà a far quadrare il bilancio.

Né solo questo. È in forte crescita, purtroppo, il fenomeno della denatalità. I giovani sono sempre meno e talvolta disattenti alle tradizioni. Il mondo dei social networks è per lo più quello della comunicazione quotidiana, dell’immersione nel contingente.

Avviene così che viene meno quel cambio generazionale che vi è stato per secoli e i componenti dei comitati festa, i quali curano l’aspetto esteriore delle feste religiose dedicate alla Madonna e ai Santi venerati nella parrocchia di appartenenza, non hanno il naturale ricambio, spesso apportatore di nuove idee.

Così, generalizzando un discorso che ovviamente è diverso variando i luoghi e le persone, si rischia, soprattutto per le feste patronali, che tutto si traduca in un déjà vu, in un prodotto già visto e quindi poco attraente.  Tuttavia, occorre non confondere due elementi che sono diversi e, però, accomunati.

Il primo e fondamentale è la venerazione del Santo Protettore, con le cerimonie sacre pertinenti che riguardano esplicitamente il Parroco e nel quale si manifesta la liturgia propria del culto. Il secondo è il bisogno di accrescere la partecipazione della comunità attraverso manifestazioni non ripetitive e che coinvolgano i giovani e non solo i giovani.

L’accortezza è appunto quella di conservare il passato nei suoi elementi qualificanti, i quali consentono di non perdere l’identità di una cultura, di un luogo, in un mondo in cui tutto sembra invece omologarsi e smarrirsi nel contingente, e al tempo stesso arricchire la manifestazione con innovazioni mirate al coinvolgimento dei presenti.

La festa è un fatto corale, di partecipazione collettiva e non un mero spettacolo a cui si assiste da estranei. Occorre sentirsi parte della comunità. Ciò è oggi molto difficile poiché si tende a vivere una comunicazione virtuale, tramite i social.

Per tale motivo, far partecipare fisicamente e coinvolgere in una festa diventa anche un compito educativo per far incontrare e dialogare le persone. Si capisce che tutto questo non è facile, ma il coinvolgimento è necessario per far crescere la comunità ed è una delle sfide che ci attende se si vuole essere una società civile in cui tutti si sentano veramente e responsabilmente di far parte.

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Attualità

Casarano, polemiche continue sui lavori e il Sindaco risponde per le rime

il commento di Antonio Memmi: “A pagarne le conseguenze peggiori, i commercianti che, in un periodo storico ritenuto di rilancio (favorito anche da un’economia industriale che sembra viaggiare sempre più sicura e da turisti in grado di portare nuovi capitali), si son visti precludere ogni speranza dall’impossibilità fisica di raggiungere i propri esercizi commerciali”…

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Ottavio De Nuccio: «Minoranze assetate di commenti acchiappa-like sui social»

Dei cantieri senza fine di Casarano abbiamo chiesto conto al sindaco Ottavio De Nuccio che rassicura: «Con la fine di questa torrida estate ripartono a vele spiegate i lavori programmati per la riqualificazione di Piazza San Domenico e delle strade del Borgo Antico («dopo l’intervento sulla condotta idrica da parte di Acquedotto Pugliese»); procedono i lavori di ristrutturazione complessiva dei Giardini “William Ingrosso” e di realizzazione della rotatoria in Piazza Umberto I, insieme ai cantieri avviati per l’efficientamento energetico del Mercato Coperto e per la costruzione del nuovo Asilo Nido comunale in Zona Industriale».
Il primo cittadino ricorda come siano «decine i cantieri avviati, grazie ai finanziamenti ottenuti dalla mia amministrazione dagli avvisi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dei Fondi Europei di Sviluppo e Coesione».
«Quella che stiamo mettendo in atto a Casarano», sottolinea, «è la più consistente opera di rigenerazione urbana dal dopoguerra ad oggi: negli ultimi dieci anni sono state riqualificate tutte le piazze cittadine ed il centro storico sta cambiando volto: grazie a questo lungimirante lavoro, compresa la ristrutturazione dei maestosi palazzi storici e la ribasolatura delle stradine del borgo antico, Casarano dal punto di vista urbanistico ed architettonico, sarà finalmente al passo con tante altre cittadine».
Sui ritardi ammette: «Come in ogni situazione in cui si interviene per lavori di ristrutturazione e riqualificazione i disagi sono inevitabili: l’amministrazione però, insieme ai tecnici, e alla disponibilità dell’Acquedotto Pugliese, ha anticipato i lavori di sostituzione delle condotte idriche delle principali arterie cittadine, impedendo così di effettuare nuovi scavi e altri lavori dopo la rigenerazione. 
Un’amministrazione che programma fa anche questo: preserva il patrimonio nel tempo, a maggior ragione se riqualificato».
Il sindaco poi annuncia: «Al termine dei cantieri, nei prossimi mesi, potremmo programmare una serie di interventi per la promozione del territorio, il ripopolamento del centro storico, e dare forte impulso alle attività connesse al turismo, oltre ad attuare una politica di detassazione per incentivare lo sviluppo economico del centro urbano. Intanto, negli ultimi mesi abbiamo dato avvio alle attività per l’apertura della nuova biblioteca comunale che si insedierà a Palazzo D’Elia. Dopo tanti anni di assenza, anche Casarano avrà una biblioteca a disposizione di tutti. Questi sono solo alcuni degli interventi in corso d’opera, che una volta ultimati faranno di Casarano una cittadina all’avanguardia».
Sulle polemiche deflagrate in questi giorni taglia, infine Ottavio De Nuccio taglia corto: «Siamo impegnati a programmare i lavori ed il futuro, non rispondiamo alle critiche pretestuose delle minoranze, assetate di commenti acchiappa-like sui social, nella consapevolezza che al termine dei lavori tutta la comunità apprezzerà i risultati degli sforzi di oggi».
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CASARANO COME LA FABBRICA DI SAN PIETRO

di Antonio Memmi

Vergogna, imbarazzo, rabbia, sdegno… apri i social cercando notizie da Casarano e le parole che più frequentemente incontri sono queste.
Mai come in questo periodo, infatti, i commenti sullo stato in cui versa questa città sembrano essere unanimi e ampiamente ripetuti. Protagonista, questa volta, è “progetto Casarano” (una delle tante associazioni politiche che nascono, tanto a destra, quanto a sinistra, quando cominciano le grandi manovre propedeutiche alle elezioni) ed imputa all’amministrazione in carica lo stato di ristagno economico e commerciale casaranese.
Certo, i toni sono forti: parla appunto di “vergogna”, di “pressappochismo”, di “incapacità ed incompetenza” e chiude con la chiara minaccia (dai toni non certo violenti ma assolutamente di confronto politico) di una fine certa alle prossime elezioni.
Fermandoci a questa semplice lettura potrebbe quindi apparire come uno dei primi proclami elettorali. Una più attenta analisi dei contenuti, invece, porta alla luce tutta una serie di verità che sono, purtroppo per questa città, semplicemente innegabili.

Qualsiasi lavoro pubblico di abbellimento urbano è positivo ed è normale che, come quando si hanno le maestranze in casa, ci siano momenti di disagio che, però, preludono al risultato finale di un lavoro migliorativo. Questi benedetti lavori, però, devono anche necessariamente avere dei tempi razionalmente accettabili, altrimenti ognuno di noi quelle maestranze le caccerebbe a pedate da dentro casa anche a lavori non ultimati.

Il cuore di Casarano è letteralmente paralizzato da oltre un anno per dei lavori di basolatura della pavimentazione mentre, anche se avessero piazzato almeno 5 basoli al giorno, oggi avrebbero dovuto terminare.
In via Pellegrino ed in via Ugo Bassi (pieno centro storico) i residenti hanno terminato anche gli appellativi da utilizzare: gli hanno divelto la strada togliendo i vecchi basoli e li hanno lasciati così… senza una strada percorribile e con le prime piogge che hanno peggiorato la situazione.

A pagarne le conseguenze peggiori, i commercianti che, in un periodo storico ritenuto di rilancio (favorito anche da un’economia industriale che sembra viaggiare sempre più sicura e da turisti in grado di portare nuovi capitali), si son visti precludere ogni speranza dall’impossibilità fisica di raggiungere i propri esercizi commerciali.

A completare il poco lusinghiero quadro il riavvio delle scuole e tutto il caos a contorno dovuto all’impossibilità della circolazione stradale. Si sa, fare l’amministratore seduto sul divano di casa è facile come fare il critico sportivo al bar, ma qualche considerazione è d’obbligo. Quando ho ristrutturato casa mia, ho pattuito con mesciu Luigi l’importo ed i tempi di realizzo e, nonostante fossi sicuro della sua professionalità, nel contrattino semplice semplice, fu messa la clausola di una cifra di penale per ogni giorno di ritardo dei lavori.

Sicuramente un bando pubblico è più complesso ma… un qualcosa di simile è stato mai pensato? Ancora: che senso ha mettere dei costosissimi basoli in un’area non destinata a diventare isola pedonale?
Non avremmo fatto prima a rifare (in due giorni) l’intero manto stradale con un’economica e veloce colata di asfalto? Qual è la progettualità che c’è dietro questi lavori degni ormai della fabbrica di San Pietro?
La stessa che ha portato a realizzare qualche metro di pista ciclabile, restringendo una delle rare strade larghe disponibili?O quella che smuove quelle (tristissime e rinsecchite) fioriere in centro, utili solo a confondere gli automobilisti?

Non sappiamo ancora quando questi lavori realmente termineranno, ma sarebbe bello vivere almeno il Natale in un ambiente che non sia un cantiere e magari con degli addobbi e delle iniziative, da parte dell’amministrazione, in grado di attirare gente e ripagare (almeno in minima parte) le perdite economiche dei commercianti e di fiducia di tutti i casaranesi.
Un gesto per chiedere scusa alla cittadinanza, perché forse è davvero arrivato il momento.
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Casarano

Casarano, tabaccheria a fuoco nella notte

Le telecamere stavolta sono riuscite ad immortalare un uomo, volto coperto dal cappuccio di una felpa, mentre appiccava l’incendio alla saracinesca dell’ingresso secondario dell’esercizio…

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Ancora un’attività commerciale colpita col fuoco nel Salento. Intorno a mezzanotte, a Casarano,  la tabaccheria e bar “Lux”, è  andata fuoco.

Le telecamere stavolta sono riuscite ad immortalare un uomo, volto coperto dal cappuccio di una felpa, mentre appiccava l’incendio alla saracinesca dell’ingresso secondario dell’esercizio.

Le fiamme hanno lambito la saracinesca esterna senza arrivare ad auto e arredi esterni.

Sul luogo i vigili del fuoco di Gallipoli per domare l’incendio e mettere in sicurezza il porticato della palazzina e carabinieri della stazione di Ruffano e del Nucleo operativo e radiomobile.

I militari, dopo aver ascoltato le titolari di bar e tabaccheria, due 27enni di Casarano, hanno visionato le videocamere per  delineare l’autore del messaggio intimidatorio.

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