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Appuntamenti

Tricase: Open day alla “Chiesa dei Diavoli”

La chiesa della Madonna di Costantinopoli, sconsacrata dal 1878, al centro dell’iniziativa della Regione e dell’Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione. Venerdì 31 marzo dalle 15, open day con l’assessore regionale alle politiche giovanili Alessandro Delle Noci

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Luoghi comuni diamo spazio giovani. È lo slogan della Regione per la sua iniziativa mirata a valorizzare il patrimonio pubblico sottoutilizzato, attivare i giovani pugliesi, rispondere alle esigenze delle comunità locali.


Tricase risponde all’appello organizzando per venerdì 31 marzo (start ore 15) l’Open Day della chiesa della Madonna di Costantinopoli.


La chiesa, di forma ottagonale, fu edificata nel 1685 da Jacopo Francesco Arborio Gattinara, marchese di San Martino, così come riportato sull’architrave dell’ingresso principale.


L’edificio è conosciuto anche come chiesa Nuova o chiesa dei Diavoli per via di un’antica leggenda, secondo la quale la chiesa fu costruita a seguito di una scommessa tra il marchese che ed il diavolo.


In quella chiesa venne officiata messa per tutto il XVIII; il progressivo spostamento della comunità contadine verso il centro del paese e l’abbandono della chiesa portò alla decadenza dell’edificio fino a spingere il vescovo Masselli ad interdirla al culto nel 1878.


Nel 1966 fu acquistata dall’amministrazione comunale.


All’open day di venerdì 31 marzo parteciperanno, oltre allo staff dell’Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione (ARTI) Puglia, l’assessore regionale alle politiche giovanili Alessandro Delle Noci, il sindaco Antonio De Donno, l’assessore tricasino al turismo Andrea Ciardo.

Luoghi Comuni è l’iniziativa della Regione Puglia promossa dalle Politiche Giovanili e dall’ARTI: attraverso la mappatura del patrimonio pubblico sottoutilizzato, mette in rete giovani ed Enti pubblici finanziando, con risorse fino a 40mila euro, progetti rivolti al territorio e alle comunità.


Per accedere al finanziamento, le Organizzazioni giovanili del Terzo Settore si impegnano a strutturare progetti di innovazione sociale costruiti sia sulle esigenze delle comunità locali che sullo spazio pubblico da valorizzare.


L’iniziativa vuole valorizzare il patrimonio pubblico sottoutilizzato, attivare i giovani pugliesi, rispondere alle esigenze delle comunità locali.


*foto in alto di Daniele Met



Appuntamenti

Due giorni di Salento autentico, lento e rispettoso con “Eh vengo anch’io!”

Sabato 13 e domenica 14 a (e da) Tricase: il programma

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Promuovere un turismo che “rispetta i territori” e che “lascia più di quello che prende”, per dirlo con le parole di Carlo Petrini, relativamente a slow travel.

È con questo spirito che torna, nel fine settimana del 13 e 14 settembre 2025, la kermesse targata Terrarossa “Eh vengo anch’io!”, giunta ormai alla sua quindicesima edizione.

L’iniziativa, nata nel 2011, quest’anno propone due giornate ricchissime di appuntamenti per vivere il Salento in modo autentico, lento e rispettoso, lontano dai modelli di accoglienza illimitata, che ogni anno compromette la vivibilità dei luoghi nei mesi centrali dell’estate generando un forte impatto anche sull’ambiente.

Si inizia sabato 13 settembre alla Chiesa dei Diavoli di Tricase con la “Festa del turismo possibile”.

Il pomeriggio, a partire dalle 16.30, sarà dedicato a mostre d’arte e fotografia che indagano il rapporto tra bellezza naturale e impatto umano.

Alle 17, ad aprire le attività rivolte ai bambini di tutte le età, uno spettacolo di arte circense e laboratorio di gioco circo aperto a tutti.

Seguiranno, alle 18, laboratori per tutte le età: dal trekking con gli asini alla conferenza nel bosco sul ritorno del lupo, fino alla manipolazione dell’argilla, tra folletti e fate.

La serata si concluderà con un pic-nic “salta cena” a cura delle massaie di Terrarossa e il concerto di Mino De Santis.

Domenica 14 settembre sarà il Porto Museo di Tricase ad ospitare una giornata interamente dedicata al “turismo attivo”. È possibile infatti prenotare un’ampia scelta di attività: uscite in barca a vela, pescaturismo, canoa, snorkeling, laboratori di marineria tradizionale, fino alla passeggiata pomeridiana alla scoperta del porto. Una tappa di riflessione riguarderà il tema “Paesaggio agrario e naturale tra degrado e incendi”, con interventi di tecnici ed esperti. Al centro di questa domenica di puro godimento anche la convivialità con un aperitivo a bordo del veliero Portus Veneris, previsto per mezzogiorno, e le degustazioni salta-pranzo, alle 13.15, presso il Laboratorio di comunità Tricase, via Marina Serra,53. Un cibo “genuino, etico e funzionale” al benessere.

L’iniziativa è patrocinata da Parco Naturale Otranto-Leuca, Provincia di Lecce e Comune di Tricase, si propone come un’occasione per riflettere collettivamente su un nuovo modo di fare turismo, inclusivo e rispettoso dell’ambiente e della comunità locale.

La partecipazione agli eventi di sabato è libera e gratuita; sarà possibile prenotare il pic-nic salta-cena. Per le attività di domenica è obbligatoria la prenotazione qui: https://forms.gle/fJ3nCicSeBkDzwRY9.

Potrete segnalare esigenze speciali di accessibilità o intolleranze alimentari via WhatsApp al numero +393207709937.

Consultate sul sito www.terrarossatricase.org il programma completo.

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Alessano

Osare la Pace

In preghiera sulla tomba di don Tonino Bello ad Alessano. Domani dalle 20 quando, alla presenza del vescovo mons. Vito Angiuli, il prefetto Nicolino Manno leggerà la “Preghiera sul molo”

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In Preghiera per la Pace sulla tomba di don Tonino Bello che ha lottato fino all’ultimo proprio per la Pace.

Per domani (mercoledì 10 settembre), alle 20, nel cimitero di Alessano, la Prefettura di Lecce e la Diocesi di Santa Maria di Leuca organizzano un “Incontro di preghiera per la Pace”.

Dopo l’introduzione di mons. Vito Angiuli, vescovo di Ugento e Santa Maria di Leuca, il prefetto di Lecce Natalino Manno, leggerà la “Preghiera sul molo” di don Tonino Bello.

Seguiranno un canto mariano del giovanissimo Salvatore De Giorgi e la Recita del Santo Rosario a cura di Giuseppe Afrune e don Domenico Carenza.

Don Tonino Bello è passato alla storia non solo per le sue piccole grandi azioni quotidiane, a sostegno degli ultimi, che curava e faceva alloggiare nel Vescovado di Molfetta, ma anche perché il 7 dicembre del 1992, quattro mesi prima di morire, salpò assieme ad altri 500 da Ancona alla volta di Sarajevo, per chiedere una tregua anche solo di poche ore, facendo scudo con il proprio corpo.

La nave venne colta da una tempesta e arrivò con diverse ore di ritardo.

Le trattative con i capi militari furono lunghe ed estenuanti.

Ma lungo il cammino per Sarajevo, don Tonino Bello raccontò “l’inizio di un miracolo umano”.

Gli autisti croati dei pullman malandati su cui viaggiavano i 500 volontari, vennero invitati a casa dai serbi per essere rifocillati.

Lo stesso don Tonino venne invitato da un uomo che stava dando il pranzo funebre per la morte di suo padre.

«Sono entrato e mi ha detto: “Io sono serbo, mia moglie è croata, queste mie cognate sono musulmane, eppure viviamo insieme da sempre e ci vogliamo bene. Perché questa guerra? Chi la vuole?».

I 500 entrarono a Sarajevo l’11 dicembre ad un orario impossibile: quello più pericoloso a causa dei cecchini.

Ma nessuno sparò contro di loro.

Il girono dopo don Tonino tenne un discorso memorabile  in un cinema buio e gelido davanti a vari capi religiosi e don Renato Sacco, consigliere di Pax Cristi, riuscì a registrarlo di nascosto consegnandolo alla storia.

Come San Francesco 800 anni prima, aveva fatto scudo con il suo corpo per arginare la guerra tra Crociati e Musulmani.

«Questa è la realizzazione di un sogno», disse il vescovo col grembiule, «di una grande utopia che abbiamo tutti portato nel cuore, probabilmente sospettando che non si sarebbe realizzata. Ma ringrazio il Signore che, attraverso il nostro gesto folle, ha realizzato l’utopia. Queste forme di utopia dobbiamo promuoverle, altrimenti le nostre comunità che cosa sono? Sono solo le notaie dello status quo, non le sentinelle profetiche che annunciano tempi nuovi. Siamo abituati a pensare che “osare” sia il verbo del combattere, quando per morire e ammazzare ci vuole coraggio, invece è la pace che va osata e che davvero richiede coraggio».

Osare la Pace, appunto.

Partendo dalla preghiera sulla tomba di don Tonino e chiedendo la fine di tutti i conflitti di questa guerra mondiale a pezzi.

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Papa Francesco in preghiera sulla tomba di don Tonino durante la visita in Salento dell’aprile 2018

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Appuntamenti

Tricase: Storie di donne del ’900

Le donne della Terra d’Otranto tornano protagoniste venerdì 12 e sabato 13 settembre. Il patrimonio femminile del Novecento in Terra d’Otranto attraverso le storie di vita delle donne dei paesi salentini

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La Scuola Liquilab di Storia delle Tradizioni Popolari prosegue con due appuntamenti in piazza Dell’Abate a Tricase, dedicati al progetto Storie di donne del ‘900”.

L’iniziativa mira a salvaguardare, valorizzare e trasmettere il patrimonio femminile del Novecento in Terra d’Otranto attraverso le storie di vita delle donne dei paesi salentini.

La ricerca antropologica e visuale si pone come un’azione morale di genere, rivolta al presente e al futuro di una società ancora segnata da disuguaglianze, nonostante l’impegno e le battaglie condotte dalle donne per i diritti e per l’eguaglianza politica, sociale, economica e giuridica.

L’indagine, dunque, si focalizza sulle microstorie di venti donne: le lotte, i sacrifici, le paure legate alla guerra, così come i successi e gli eventi drammatici, trovano spazio in un mosaico che racconta la vita delle comunità del Mezzogiorno.

Come sottolinea l’antropologo Lombardi Satriani, ogni essere umano è un patrimonio dell’umanità.

Venerdì 12 settembre, alle ore 19, sarà presentata la giornata dedicata a Donne in Terra d’Otranto, con gli interventi di: Leandro Ventura, Direttore dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Ministero della Cultura, sulla memoria delle donne e la storia del territorio; Eugenio Imbriani, docente di Antropologia Culturale all’Università del Salento, sulla condizione femminile nel Novecento; Pietro Clemente, docente di Discipline Demoetnoantropologiche all’Università di Firenze, sulle storie di vita; Ornella Ricchiuto, autrice del libro e dottoranda in Scienze del Patrimonio Culturale all’Università del Salento, con Donne in Terra d’Otranto. Per un’antropologia delle voci.

Nel corso della serata la performance Frammenti di sogno, con Angelo Urso al contrabbasso e Sara Colonna nella danza.

La pubblicazione Donne in Terra d’Otranto, edita da Liquilab, racconta venti storie di donne provenienti da piccoli paesi della provincia di Lecce, affrontando temi che spaziano dalla famiglia al lavoro, dalla narrativa popolare alla tradizione orale cantata, dalla cucina ai giochi, dal corteggiamento al matrimonio, dalla scuola all’emigrazione, fino alle occasioni cerimoniali, agli usi e costumi, alla politica e alla guerra, ricostruendo così la microstoria del Mezzogiorno.

Sabato 13, alle ore 20.30, sarà protagonista Salvatora Marzo, conosciuta come Tora (foto in alto), con la presentazione della pubblicazione Salvatora Marzo. Biografia di una guaritrice.

Interverranno: Stefania Baldinotti, responsabile del Laboratorio di Antropologia Visiva dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Ministero della Cultura; Eugenio Imbriani con Tora con gli altri; Pietro Clemente con Tora e Teresa”; Ornella Ricchiuto con l’approfondimento sulla figura di Tora.

La serata includerà la performance Ndeup in Senegal, tradizione spirituale ancestrale e rito comunitario di guarigione, con Khady Diop nella danza, e un concerto di canti, percussioni e musiche tradizionali africane con Laye Bado Seck alla voce e percussioni e Anna Lucia Fracasso al pianoforte.

Salvatora Marzo è stata guaritrice e unica componente femminile dell’orchestrina dei musici terapeuti di Nardò, nota per la cura delle persone affette da tarantismo, e la pubblicazione a lei dedicata coniuga approccio antropologico, visuale e biografico, offrendo una riflessione sul valore dei saperi femminili nella costruzione della cultura e nella trasmissione dei valori.

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