Attualità
Nuovo Pronto Soccorso, la posizione dell’Ospedale di Tricase
Il direttore sanitario del “Cardinale Panico” Pierangelo Errico: «Potremmo mettere a frutto risorse pubbliche per il miglioramento delle prestazioni di salute dei cittadini»

«La possibilità di utilizzare quei fondi FESR-FSE+2021-2027, Rafforzamento della rete territoriale dei servizi sanitari, della rete dell’emergenza urgenza e riduzione delle diseguaglianze nell’accesso ai servizi, rappresenta un’imperdibile opportunità per l’allineamento dei nostri percorsi di Emergenza-Urgenza ai moderni standard di questa Rete Tempo-Dipendente e mettere a frutto risorse pubbliche per il miglioramento delle prestazioni di salute dei cittadini».
Per tastare il polso all’Azienda ospedaliera tricasina sul discusso argomento abbiamo incontrato il direttore sanitario Pierangelo Errico che precisa come l’intervento oggetto di finanziamento preveda: «La realizzazione di 10 posti letto di Medicina d’urgenza; la separazione dei percorsi in relazione ai codici di priorità e il potenziamento degli spazi dedicati al Pronto Soccorso».
«Gli interventi in progetto», spiega il direttore sanitario, «consentiranno di portare a regime e migliorare notevolmente quanto già si assicura agli attuali 40mila accessi annui al Pronto Soccorso, ma anche di migliorare la sicurezza e la corretta gestione della Rete Trauma per la quale siamo Centro Trauma di Zona (CTZ), la Rete Stroke (leggi Ictus) per la quale siamo attualmente Centro Spoke (presidio ospedaliero territoriale, NdR) ma con potenzialità di Hu, vista la presenza di Radiologia Interventistica, Neurochirurgia, Neurologia e Neuroradiologia. Del progetto si avvantaggerebbe notevolmente anche la Rete delle urgenze Cardio-Vascolari che centralizza le Sindromi Coronariche acute, l’Infarto miocardico (IMA-SCA) e per la Chirurgia Vascolare (aneurismi aortici, ostruzioni acute dei grossi vasi arteriosi sovraortici, addominali e degli arti inferiori)».
«La peculiarità di queste diverse Reti tempo-dipendenti», prosegue Errico, «richiede anche l’aggiornamento dei percorsi extrospedalieri di accesso e quindi l’adeguamento dell’attuale viabilità sia nelle immediate vicinanze del nostro Pronto Soccorso, sia nella rete stradale urbana in generale, a sua volta connessa con le arterie di traffico esistenti e in costruzione. I criteri sanitari di progettazione delle vie d’accesso richiederebbero tra l’altro la canalizzazione dei mezzi di soccorso con corsie preferenziali e protette a senso unico di marcia per le autoambulanze o per chi comunque deve accedere al Pronto Soccorso («e solo al pronto Soccorso») con mezzo privato».
AVVISO ALL’AMMINISTRAZIONE
Accessibilità solo dei pazienti (e loro accompagnatori) o anche degli addetti dell’ospedale?: «Per questi ultimi l’ospedale ha già predisposto un parcheggio dedicato. Riferendoci alla sola accessibilità dei pazienti e dei loro accompagnatori, si comprende bene che l’impegno a cui è chiamata l’amministrazione comunale non è da poco, né rimandabile, dato che trattasi di accessibilità ai servizi sanitari del Servizio Sanitario e, per di più, di emergenza-urgenza».
«Un Ospedale che assicura quasi 30mila ricoveri annui (inclusi i Day Services chirurgici, che di fatto richiedono alcune ore di permanenza e non solo una semplice visita ambulatoriale), oltre ai percorsi già indicati di Pronto Soccorso (circa 40mila) e circa 130mila prestazioni ambulatoriali mensili», fa notare il direttore sanitario, «avrebbe bisogno di un altro livello di gestione del traffico. Così come si dovrebbe rivalutare la potenzialità economica legata ai servizi di supporto per coloro che accedono all’ospedale di Tricase. Senza considerare, poi, il crescente impatto dei turisti nei periodi primavera-estate».
PERICOLO SOVRAFFOLLAMENTO
Tornando al progetto di ampliamento del Pronto Soccorso, Errico evidenzia che «abbiamo appena affrontato il sovraffollamento del percorso dell’Emergenza-Urgenza nel periodo estivo 2024 grazie alla professionalità di infermieri, medici, OSS, ausiliari, autisti soccorritori, Teams 118, portinai e vigilanza. Non è stato facile indirizzare e supportare pazienti ed accompagnatori negli attuali ambienti del Pronto Soccorso. Oltre alle attuali 6 postazioni di PS siamo ricorsi all’estensivo utilizzo degli adiacenti 10 posti di Osservazione Breve Intensiva che erano stati allestiti per il contenimento del contagio Covid («li utilizziamo saltuariamente ancora oggi come bolla di contenimento dei nuovi contagi»). Abbiamo potenziato il Fast-Track (percorso Urgenza per il trauma ortopedico, per l’urgenza pediatrica, per l’ostetricia e ginecologia, per oculistica ed ORL) trattandosi di codici Verdi e Bianchi per i quali, il più delle volte, è sufficiente la valutazione monospecialistica. Abbiamo iniziato a sviluppare il percorso “See & Treat” (Osserva e Tratta) che impegna prevalentemente quell’infermiere che anticipa l’iter diagnostico con l’applicazione di profili predeterminati con i medici ed esegue i primi trattamenti concordati. Allo stesso modo abbiamo potenziato attività di Bedmanagement ospedaliero con la direzione sanitaria e con l’ausilio di software, per poter ospitare temporaneamente pazienti urgenti che non possono essere dimessi e, per i quali, non vi è posto in altri ospedali. Abbiamo accolto gli accompagnatori di pazienti autosufficienti in aree separate da quelle operative sanitarie del Pronto Soccorso. Questo ci ha consentito di contenere il sovraffollamento della sala d’attesa, permettendo l’avvio del See & Treat e la gestione più adeguata della comunicazione con gli accompagnatori».
COSA SERVE
Per il direttore sanitario, «il lavoro già avviato ha confermato la necessità dell’ampliamento del Pronto Soccorso con: 7 postazioni monitorizzate per il Nucleo Assistenziale Avanzato (NAA), quindi Codici Rossi, Arancioni e Azzurri; 8 postazioni di Osservazione Breve Intensiva; sue postazioni per altri codici Verdi e Bianchi, che continueranno ad avvalersi anche dei settori “See & Treat” e “Fast-Track”; una sala riservata a condizioni di Fragilità e vittime di abuso; un’area Contumaciale per il contenimento contagi, l’attesa dei pazienti autosufficienti e di quelli non deambulanti in carrozzina, degli ingressi successivi di Pronto Soccorso e degli accompagnatori. Tutti muniti di servizi informativi e di ristoro».
Il nuovo Reparto di Medicina d’Urgenza (in continuità col Pronto Soccorso) «metterà a disposizione dieci posti letti aggiuntivi della nuova Rete Ospedaliera. La realizzazione del progetto prevede anche alcune revisioni dei percorsi: consentendo il diretto accesso delle urgenze alla diagnostica di Radiologia; evitando i collegamenti con ascensore; dando la possibilità di realizzare una nuova sala operatoria di Radiologia interventistica, molto importante per i percorsi multipli concomitanti di Stroke (Ictus) e di urgenze vascolari. Al piano terra, in adiacenza al Pronto Soccorso, vi sarà una nuova area, dedicata all’accettazione amministrativa e alla dimissione dei ricoveri ospedalieri e raggiungibile in auto, senza interferire con il percorso urgenze».
L’ultima nota del direttore sanitario del “Cardinale Panico” per ricordare che l’intervento oggetto di finanziamento prevede anche: «L’adozione di soluzioni tecniche e/o attrezzature funzionali a garantire tempestività, interattività e personalizzazione del servizio del Pronto Soccorso; l’implementazione di nuove tecnologie strumentali e laboratoristiche connesse alle funzionalità del Pronto Soccorso; l’implementazione di strumenti informativi e di supporto all’attesa (monitor per informazione e intrattenimento nonché sistemi di chiamata dei familiari) per migliorare il benessere degli utenti e degli accompagnatori; la riduzione dei consumi energetici».
Appuntamenti
#TAURISANOSVAPO, nuova apertura dopo Maglie e Tricase
“Abbiamo sempre lavorato per fornire il miglior servizio possibile, anche esponendoci di persona per cercare di diventare trend setter in questo settore”…

Nuova apertura a Taurisano per Svapo già presente a Tricase e Maglie.
«Già presenti sul territorio leccese con due negozi», spiega Dario Surano, «abbiamo deciso di arricchire il sud Salento con un terzo punto vendita. Lo scopo cardine è di espandere la nostra rete di negozi per avvicinare sempre più persone alla nostra visione».
Infatti, prosegue, «operando nel settore svapo dal 2015, abbiamo affinato esperienza e coltivato la clientela con un rapporto che va oltre il mero aspetto lavorativo. Vogliamo mettere a disposizione, tutta l’esperienza maturata in questo tempo per creare luoghi dove passione e professionalità incontrano il meglio che il mercato della sigaretta elettronica possa offrire. Al centro dell’attenzione mettiamo sempre le esigenze e le richieste di tutti coloro che negli anni si sono approcciati o che si vogliono avvicinare alla sigaretta elettronica».
Come si è arrivati alla nuova apertura?
«Insieme a tutti i nostri collaboratori», premette Surano, «abbiamo sempre lavorato per fornire il miglior servizio possibile, anche esponendoci di persona per cercare di diventare trend setter in questo settore che amiamo e in cui mettiamo tutti noi stessi. Con l’apertura di #TAURISANOSVAPO ci rimettiamo in gioco ma siamo sicuri che riusciremo a vincere anche questa una sfida con l’aiuto e anche l’apprezzamento di tutti i consumatori che si affidano a noi con fiducia».
«Vogliamo che ogni cliente di senta parte del nostro progetto», insiste, «offrire il meglio nel mondo dello svapo, con prodotti di qualità e un servizio che faccia sentire ogni persona importante grazie alla professionalità dei nostri collaboratori.
Tutti insieme ci divertiamo, certamente, ma non dobbiamo mai dimenticare che lo svapo è prima di tutto salute, ovvero uno strumento per abbandonare il vizio del fumo. Se riusciremo a trasmettere questo messaggio in allegria e con il sorriso sulle labbra, secondo me, avremo ancora più successo».
Attualità
Maria Antonietta I di Puglia
È in primo luogo necessario elaborare una strategia di massima che riguarda, per così dire, una più profonda capacità di comprendere, anticipare e soddisfare le attese e le potenzialità del territorio e un aumento del numero dei corsi di laurea e dei dipartimenti, ossia di quelle che una volta (sino al 2010) si chiamavano facoltà….

Unisalento, ecco la prima rettrice
Maria Antonietta Aiello: «Per me motivo di orgoglio diventare la prima rettrice: non ho dubbi che altre ce ne saranno, perché non c’è alternativa a un futuro di reali pari opportunità»
La professoressa sarà rettrice per il sessennio 2025-2031.
Al primo turno il voto pesato per ciascuno dei tre candidati ammessi alla procedura elettorale era stato: Maria Antonietta Aiello, 338,269; Luigi Melica, 278,944; Salvatore Rizzello, 138,239.
Dopo il ritiro degli altri due candidati, ovvero il direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche Luigi Melica e il direttore della Scuola superiore ISUFI Salvatore Rizzello, i voti della comunità accademica si sono indirizzati in blocco, infatti, sull’attuale prorettrice vicaria e ordinaria di Tecnica delle Costruzioni al Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione. Di Marzi (Cosenza), sarà dal prossimo 1° novembre, a prendere il testimone dal rettore Fabio Pollice.
La vera sfida del futuro
di Hervé Cavallera
Il 2025 è un anno importante per l’Università del Salento. Da non molto sono trascorsi i festeggiamenti per il suo 70° anno di vita ed è stato appena eletto, nella persona della prof.ssa Maria Antonietta Aiello, il suo 11° rettore, anzi la prima Rettrice di Unisalento.
Il primo rettore, e inoltre fondatore dell’Università, fu Giuseppe-Codacci-Pisanelli (nel 1955 rettore del Consorzio Universitario Salentino, dal 1956 al 1976 rettore dell’Università di Lecce), quindi Saverio Mongelli (1976-1979), Mario Marti (1979-1981), Alberto Sobrero (1981-1983), Donato Valli (1983-1992), Angelo Rizzo (1992-2001), Oronzo Limone (2001-2007) che mutò (2007) il nome da Università di Lecce in Università del Salento, Domenico Laforgia (2007-2013), Vincenzo Zara (2013-2019), Fabio Pollice (2019-2025).
In 70 anni, ovviamente, non solo è cresciuta l’offerta formativa dell’Università salentina (sorta con la Facoltà di Magistero a cui seguì quella di Lettere e Filosofia), ma è cambiato l’intero panorama nazionale.
L’Università di Lecce fu la terza ad esistere, dopo Napoli e Bari, nell’Italia meridionale continentale.
Oggi numerose sono le università statali nelle diverse regioni del Sud, a cui devono aggiungersi quelle non statali legalmente riconosciute e quelle telematiche. Il che, si capisce, comporta una serie di problemi di natura economica, che crescono ulteriormente pensando al numero consistente di studenti del Sud che preferiscono recarsi in università del Centro-Nord e, non ultimo, alla denatalità che riduce il numero dei giovani.
Mantenere al meglio l’esistente è ciò che diventa immediatamente evidente per chi assurge alla carica rettorale.
Ma “mantenere”, in una realtà sempre più complessa, concorrenziale e globalizzata, non è invero sufficiente. Nel mondo della flessibilità, non si mantiene: si sviluppa. Occorre crescere ulteriormente e divenire sempre più concorrenziali.
Sotto tale profilo il compito che attende la Rettrice, non è affatto facile.
È in primo luogo necessario elaborare una strategia di massima che riguarda, per così dire, una più profonda capacità di comprendere, anticipare e soddisfare le attese e le potenzialità del territorio e un aumento del numero dei corsi di laurea e dei dipartimenti, ossia di quelle che una volta (sino al 2010) si chiamavano facoltà.
Al tempo stesso è opportuno migliorare la qualità dell’assistenza studentesca, dei servizi che si offrono.
Basti pensare agli alloggi, ai collegamenti, alla viabilità, alle mense universitarie.
Si tratta di una serie di obiettivi che – una volta raggiunti – farebbero risaltare l’immagine di una università dinamica, accorta ai bisogni del presente e del territorio, volta all’innovazione.
E’ opportuno che per raggiungere tutto questo la Rettrice sia coadiuvata da uno staff efficiente e coeso.
Certo, quello che si è indicato pare necessario e tuttavia non facile da conseguire in quanto comporta in primo luogo una serie di interazioni con il mondo politico ed economico abbastanza complesse. Soprattutto non sono trascurabili, ad avviso di chi scrive, i dati già rilevati connessi alla denatalità e alla volontà giovanile di spostarsi altrove, anche fuori d’Italia, in vista di una più proficua occupazione dopo aver conseguito la laurea.
Alla luce di quanto sopra il problema diventa allora quello di rendere appetibile – mi si passi il termine – Unisalento.
Affinché questo sia, bisogna tornare ad essere quello che l’università ha voluto essere nel suo significato pieno, come del resto è attestato dalla storia.
Certo, è il luogo ove studiare le discipline che consentono di acquisire le conoscenze e le competenze di base della propria professione per il bene personale e del prossimo, ma in primo luogo è un centro di ricerca di alta cultura.
Solo puntando alla realizzazione di uno stimolante centro di ricerca è possibile dare veramente vita ad una università.
Si tratta, insomma, di mettere totalmente da parte sia l’idea di un mero titolificio sia quella di un’azienda che offre pure velleitarie illusioni.
Un centro di ricerca, con docenti scientificamente qualificati, sarebbe certamente in grado di diventare punto di riferimento dell’utenza studentesca e quindi motore di crescita territoriale proprio perché in sé garante della serietà e della qualità degli studi.
In un momento storico in cui prevale l’innovazione è evidente che solo un serio approfondimento nei diversi campi dello scibile umano può diventare forza attrattiva e positivamente propulsiva.
Come scrive Dante nel Canto VI del Paradiso, grande merito dell’imperatore Giustiniano fu quello di aver tolto dalle leggi, nel suo Corpus iuris, «il troppo e ‘l vano».
Ecco: il compito della Rettrice Maria Antonietta Aiello (e ciò in realtà vale per ogni università) è di snellire le lungaggini burocratiche e di puntare sull’essenziale, ossia sull’apporto di docenti veramente all’altezza del presente, che siano in grado di contribuire, ognuno per il proprio settore scientifico-disciplinare, allo sviluppo della ricerca nazionale e internazionale. Infatti, solamente rendendo ancor di più l’Università del Salento un polo di eccellenza scientifica non soltanto i giovani sarebbero indotti ad iscriversi, ma essa diventerebbe un notevole centro di promozione dell’intero territorio.
Tutto questo, si comprende bene, non si realizza in un batter d’ali e richiede lungimiranza e capacità di costituire un corpo docente di rilievo. È ciò che si augura alla Rettrice neoeletta in un momento storico in cui l’Occidente sembra scivolare nei vaniloqui e nell’asservimento alla tecnologia.
Attualità
Albaservice: Risanamento e tutela dell’occupazione le parole d’ordine
Il percorso di rilancio è stato reso possibile grazie all’impegno del Consiglio Provinciale e alla piena collaborazione dei dirigenti e funzionari dell’Ente….

Dopo oltre un decennio segnato da difficoltà economiche, ammortizzatori sociali e incertezza occupazionale, Albaservice spa, società interamente partecipata dalla Provincia di Lecce, volta finalmente pagina.
Grazie a un lavoro sinergico e determinato, guidato dal presidente della Provincia Stefano Minerva e dall’amministratore unico Marco Miceli, è stato raggiunto un risultato straordinario: dal 2025 nessun lavoratore sarà lasciato indietro. Tutti i dipendenti torneranno all’orario pieno di 40 ore settimanali, senza più ricorso alla cassa integrazione o altri strumenti di sostegno al reddito.
Un traguardo impensabile fino a pochi mesi fa, ottenuto attraverso un’azione politica e amministrativa forte, che ha visto la rimodulazione delle convenzioni quadro tra Provincia e partecipata, relative alla gestione degli edifici scolastici e alla manutenzione della rete viaria, e l’affidamento di nuovi servizi strategici per garantire la sostenibilità dell’azienda.
Il percorso di rilancio è stato reso possibile grazie all’impegno del Consiglio Provinciale e alla piena collaborazione dei dirigenti e funzionari dell’Ente. In soli sei mesi, la nuova amministrazione ha saputo imprimere una svolta concreta, restituendo ad Albaservice un’identità operativa, una prospettiva industriale e una dignità occupazionale.
“Non parliamo solo di un risultato economico, ma di un atto di responsabilità istituzionale e di giustizia sociale. Albaservice torna a essere una risorsa per il territorio, per le scuole, per le strade, per i cittadini, e questo è stato possibile anche grazie alla disponibilità dei lavoratori e al lavoro infaticabile dei sindacati, che ringrazio per il proficuo confronto e la piena convergenza per il raggiungimento di questo importante traguardo”, ha dichiarato il presidente Minerva.
Albaservice rappresenta oggi un modello di servizio pubblico efficiente e vicino alle comunità, con operatori che garantiscono quotidianamente la sicurezza e il decoro del patrimonio scolastico e stradale provinciale. Un ruolo che torna a essere valorizzato, anche grazie alla stabilità lavorativa finalmente restituita a tutte le maestranze.
Anche l’amministratore unico Marco Miceli ha espresso la propria soddisfazione: “Abbiamo lavorato con rigore, visione e rispetto per ogni lavoratore. Questo risultato è la dimostrazione che le partecipate pubbliche, se ben governate, possono essere centri di eccellenza e coesione sociale.”
Il futuro di Albaservice riparte dunque da basi solide: un piano industriale sostenibile, una squadra di lavoro motivata e un ente pubblico che ha saputo credere e investire nel cambiamento.
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