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Cronaca

Armi, munizioni e droga tra le mura domestiche

Una Santa Barbara in casa: per questo si sono strette le manette intorno ai polsi di Francesco Calò, 35enne, di Melendugno

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Una Santa Barbara in casa: per questo si sono strette le manette intorno ai polsi di Francesco Calò, 35enne, di Melendugno. I militari, avendo notato uno strano movimento nei pressi dell’abitazione dell’uomo, già noto alle forze dell’ordine per i precedenti di polizia inerenti le armi, hanno fatto irruzione cogliendo di sorpresa Calò e procedendo ad una immediata perquisizione domiciliare alla ricerca di armi e materiale esplodente.


Francesco Calò

Francesco Calò


All’interno dell’abitazione, i Carabinieri hanno rinvenuto una carabina ad aria compressa, modificata e resa utilizzabile quale arma comune da sparo in cal. 36, 10 cartucce per fucile cal. 36, 100 cartucce varie cariche per fucili ad anima liscia e 20 cartucce a salve per pistola. Ritrovati anche  20 grammi di marijuana, un sacchetto di cellophane con residui della medesima sostanza, di quelli che normalmente avvolgono i “panetti”, un bilancino di precisione e materiale vario per il confezionamento, nonché la somma contante di 55 euro in banconote di piccolo taglio. Per quanto riguarda la carabina modificata, su autorizzazione del PM di turno presso la Procura di Lecce, Dottoressa Paola Guglielmi, i Carabinieri si sono recati presso un poligono attrezzato, al fine di verificare se la modifica effettuata avesse davvero trasformato la carabina ad aria compressa in un arma clandestina perfettamente efficiente; l’esito di tale verifica è stato positivo, dato che la carabina ha davvero esploso due cartucce calibro 36 forando con i pallini una bomboletta in metallo. Per tale motivo, concordemente al parere della Dottoressa Guglielmi, i Carabinieri di Melendugno hanno proceduto all’arresto di Francesco Calò, ed oltre a contestargli la violazione dell’art. 23 della legge n.110/75 relativa alla fabbricazione ed alla detenzione di armi clandestine quale ipotesi principale per l’arresto, è stata ipotizzata a sua carico anche la violazione degli artt. 2 e 7 L. 895/1967 sulla detenzione di munizionamento ed esplosivi, e l’art.  73 comma 5 del D.P.R. 309/90 per quanto riguarda la detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Tutto il materiale e la sostanza rinvenuti durante la perquisizione sono stati sequestrati per il successivo versamento all’Ufficio Corpi di Reato del Tribunale.


Al termine del fotosegnalamento e delle altre formalità di rito, Francesco CALO’ è stato tradotto presso il Carcere di Borgo San Nicola, in attesa del giudizio di convalida dell’arresto.


Cronaca

Brucia auto nella notte: incendio sospetto a Matino

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Alle ore 02:00 di questa notte un incendio divampato a Matino ha distrutto una vettura.

Sul posto, una squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Gallipoli, appartenente al Corpo dei Vigili del Fuoco di Lecce, precisamente in via Verdi.

L’auto è una Mercedes, modello 180, di proprietà di un 36enne.

Grazie alla rapida risposta e all’efficace azione dei Vigili del Fuoco, è stato possibile contenere l’incendio evitando danni ulteriori a persone e beni.

Al momento e’ in corso l’attività investigativa per determinare la natura dell’incendio.

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Cronaca

Tricase: ferisce la nonna e poi sferra calcio in faccia a carabiniere

Ventinovenne del posto arrestato in flagranza per per violenza e minaccia a pubblico ufficiale, resistenza e lesioni personali

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I Carabinieri della Sezione Radiomobile di Tricase hanno arrestato un uomo di 29 anni, del posto, per violenza e minaccia a pubblico ufficiale, resistenza e lesioni personali.

L’arrestato, nel corso della serata, aveva avuto un accesa discussione per futili motivi prima con la nonna usando violenza fisica e causandole addirittura una distorsione al braccio e poi con la madre oggetto di violenza verbale.

I militari dell’Arma che, allertati dalla madre, sono intervenuti mentre l’aggressore era ancora presso l’abitazione.

Vano il tentativo di calmarlo: in evidente stato di agitazione e non tollerando l’intervento dei Carabinieri, si è scagliato contro uno di loro colpendolo con un calcio al volto.

Sul posto a dar manforte ai colleghi anche i carabinieri della Stazione di Gagliano del Capo.

Il 29enne è stato bloccato e arrestato in flagranza di reato.

Come disposto dal P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce, il fermato è stato condotto presso la Casa Circondariale Borgo San Nicola del capoluogo salentino.

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Cronaca

Tricase Porto: Villa Sauli, che succede?

Nonostante una sentenza esecutiva e inappellabile del Consiglio di Stato che a dicembre ne ha ordinato l’abbattimento l’ecomostro è ancora lì a fare ombra all’antico e prezioso porto. E i tempi potrebbero ancora allungarsi causa altro ricorso al Tar. Vi spieghiamo perché e quali potrebbero essere i possibili scenari

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Che succede a Tricase Porto?

Mentre in altri lidi, vedi Sant’Isidoro a Nardò, hanno già inviato le ruspe per abbattere gli ecomostri nel porto rifugio tricasino, autentico gioiello tanto amato ed osannato, continua a tiranneggiare la famigerata “Villa Sauli”.

Eppure su quello che nelle intenzioni dichiarate negli anni Sessanta doveva diventare un albergo diffuso, pende come una mannaia inesorabile la sentenza, esecutiva ed inappellabile, datata 14 dicembre 2023, con la quale il Consiglio di Stato ne ha ordinato l’abbattimento, ponendo definitivamente fine ad una vicenda giudiziaria avviata nel 2017 dall’allora sindaco Carlo Chiuri che intraprese una battaglia personale per la sicurezza ed il decoro del Porto di Tricase.

E quindi? Quindi abbiamo scoperto che i tempi potrebbero ancora allungarsi causa l’ennesimo ricorso.

Ma come, direte, la sentenza non era inappellabile?

Si lo era e tale rimane, ci mancherebbe altro!

Quello che è avvenuto è che, all’atto di procedere all’abbattimento, così come ordinato dal Consiglio di Stato, per un eccesso di correttezza e zelo, dal Comune son partiti gli avvisi agli eredi, proprietari del fabbricato.

Uno di questi, però, non sarebbe andato a buon fine per un mero errore formale, forse un “difetto di notifica”, che ha dato adito ad uno degli eredi di ricorrere nuovamente al Tar.

Difficile, anzi improbabile, secondo il parere di alcuni legali da noi interpellati, mettere mano alla sentenza di abbattimento emessa dal Consiglio di Stato, ma i tempi, come dicevamo, potrebbero allungarsi ed anche di anni.

Il ricorso (iscrizione a ruolo del 22/4/2024 n° 465/2024) è stato già comunicato al Comune di Tricase che, a quanto ci risulta, non si è costituito in giudizio.

I possibili scenari: in caso di richiesta di sospensiva i tempi sarebbero certamente più celeri; se, invece, si entrerà nel merito, lo si farà su input delle parti e, a quel punto, conoscendo le lungaggini di questo tipo di procedure, potrebbero volerci anche 4-5 anni.

Anni durante i quali dovremo continuare a spiegare a chi verrà trovarci, come mai quell’ecomostro domini ancora l’antico porto preso a modello in tutto il Mediterraneo per la sua bellezza e per le pratiche di sviluppo sostenibile di ecosistemi rurali e costieri.

Giuseppe Cerfeda

 

 

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