Approfondimenti
Miggiano, a nozze la prima coppia gay
Intervista esclusiva alle prime due donne spose del sud Salento: “Un grande giorno, anche grazie ad uffici competenti e disponibili, altro che a Tricase…”

La nuova legge 20 maggio 2016 n. 76 ha riformato il diritto di famiglia introducendo le unioni civili e la possibilità per le coppie di regolare gli effetti patrimoniali della loro convivenza. Si definiscono unioni civili tutte quelle forme di convivenza di coppia, basata su vincoli affettivi ed economici, alla quale la legge riconosce attraverso uno specifico istituto giuridico uno status giuridico analogo, per molti aspetti, a quello conferito dal matrimonio.
Volutamente non abbiamo fatto riferimenti né distinzioni tra le cosiddette coppie eterosessuali e quelle dello stesso sesso. Il mondo è cambiato, è ora di rendersene conto: la laicità di pensiero, guadagnata in tutti questi anni necessari ad affrancarci da una rigida educazione cattolica, dovrebbe farci accettare senza difficoltà che chiunque, laddove non ci siano costrizioni, possa vivere liberamente la propria sessualità e godere di tutti i diritti di legge consentiti ad una coppia. Per dirla tutta dovrebbe cambiare anche il modo di esprimersi: basta distinzioni tra gli uomini per razza (una persona non è bianca o di colore, è una persona e basta), stop ai distinguo tra coppie. Due persone che si amano e costruiscono il proprio nucleo familiare devono diventare la normalità anche se non sono i canonici marito e moglie.
Anche per questo motivo abbiamo deciso di tralasciare i nomi delle protagoniste della nostra storia, per evitare che diventino mero oggetto di pettegolezzo e siano ritenute un fenomeno da baraccone. La notizia della prima unione civile tra donne nel Capo di Leuca e nel sud Salento resta comunque storica e la strada aperta dalle due protagoniste potrà servire alle tante altre coppie che vivono con la difficoltà solita dei piccoli centri la loro storia d’amore.
Le nostre due, hanno coronato il loro sogno d’amore a Miggiano, paese di una delle due (la compagna è di Lecce): lo scorso 11 settembre sono state accolte in municipio dal sindaco Giovanni Damiano, bardato di fascia tricolore che ha sancito ufficialmente la loro unione. “Non solo la firma nostra e dei testimoni sul registro delle unioni civili, ma una vera e propria festa che abbiamo voluto condividere con parenti stretti e alcuni amici. In realtà volevamo fare il tutto a luglio ma, anche se era stata approvata la legge, il Comune di Miggiano come quasi tutti gli altri della provincia e non solo, non era ancora attrezzato all scopo”.
Quale è stata la reazione in Comune quando siete andate a chiedere di poter celebrare la vostra unione?
“Ci teniamo a precisare che l’impiegato comunale che ci ha accolte è stato gentilissimo, competente e disponibile. Ho sentito quanto è avvenuto a Tricase e della risposta assurda del dipendente di quel Comune (“Si rivolga altrove”); noi, invece, abbiamo trovato grande professionalità. Parlato col sindaco e appurato la fattibilità, siamo state seguite da un impiegato dell’ufficio anagrafe e tutto è filato liscio”.
Riguardo al grande giorno, poi, ricordano:
“Il sindaco ha letto gli articoli, rivoltoci delle domande facendoci scegliere il cognome, e chiestoci se optavamo per l’unione dei beni; dopo aver letto una poesia (“è stato molto carino”) ha dichiarato ufficialmente l’unione civile”.
Alle due donne abbiamo chiesto di raccontarci la loro storia:
“Siamo insieme da 14 anni e viviamo insieme dal 2006. Dal momento in cui è stata approvata la legge abbiamo pensato di sistemare la nostra situazione anche per metterci un po’ al sicuro pensando al domani. Non siamo più tanto giovani, pensavamo alla vecchiaia e ad eventuali imprevisti della vita. L’unione civile può aiutarci a vivere in maniera più serena. Giusto pensarci prima: è già accaduto che, deceduto uno dei partner, l’altro non si sia visto riconoscere alcunché. Ovviamente la tranquillità non è solo di tipo economico, ora siamo una famiglia a tutti gli effetti ed è giusto aver potuto sottoscrivere un patto, un contratto che ci tutela entrambe. Per noi è stata solo l’ufficializzazione giuridica di una situazione che esisteva da anni, vivevamo già nella più grande normalità e la nostra storia era ben chiara a parenti ed amici”.
State insieme da 14 anni. Mai subiti episodi di intolleranza o comunque antipatici?
“Niente di particolare. All’inizio, quando abbiamo cominciato a frequentarci, magari se ne parlava, come accade in tutte le situazioni nuove che si vengono a creare. La gente parla, parla finché non si stufa e sceglie un altro argomento. Ritengo che già da anni la nostra storia sia stata assorbita e sia diventata normalità”.
Tornando a ritroso negli anni, com’è stato l’outing in famiglia? “Credo sia stato un processo arrivato per gradi”, ci racconta una delle due conviventi, “dopo aver vissuto le mie esperienze frequentando sia uomini che donne, la mia compagna è stata la prima con cui ho deciso di costruire una vita insieme. Ho capito che era la persona giusta e me ne sono innamorata. Non ho dovuto dire nulla direttamente ai miei, hanno visto che abbiamo cominciato frequentarci e ci hanno fatto l’abitudine. Pian piano hanno realizzato il tutto ma senza alcun trauma. Questo vale sia per i miei genitori che per quelli della mia compagna. Qualcuno ha realizzato più velocemente, altri meno, ma non ci hanno mai creato problemi”.
Chiacchierando è venuto fuori anche un aneddoto relativo ad un genitore piuttosto anziano di una delle due donne che merita di essere raccontato.
“Il papà della mia compagna, l’ha capito prima di tutti e ci ha detto testuale: “Non vedo che problema ci possa essere, ce ne sono tante come voi, l’importante è che vi vogliate bene”. È stato straordinario…”.
Voi avete fatto il grande passo, vi sentite di dire qualcosa a chi vive nell’ombra il proprio amore?
“Dichiaratevi, unitevi, sposatevi: più siamo a farlo e meno clamore ci sarà. Se restiamo in pochi sarà sempre un argomento di cui parlare e sparlare o magari nascondere; se invece continuiamo a farlo, diventerà una cosa normale”.
Le facciamo notare che ora anche la tv generalista tratta in modo diverso l’argomento. Addirittura da Maria De Filippi “Uomini e Donne” ha inaugurato il “trono gay”. Non che la la cosa ci entusiasmi, però tant’è…
“Dobbiamo riconoscere che la tv oggi influenza molto il pensiero comune. Ed anche nei programmi dei teenager la cosa ora passa senza grandi difficoltà. Tutto questo magari può aiutare i genitori che scoprono l’omosessualità di un figlio ad affrontare la cosa con un pizzico di apprensione o addirittura timore in meno”.
Sognate di poter avere un figlio?
“Ci abbiamo provato, ma in Italia non è ancora possibile. Siamo state all’estero ma siamo incappate nelle mani di medici o personaggi poco chiari che avevano l’unico scopo di spillarci dei soldi. Anche per evitare che accadano cose come queste, dovrebbero sbrigarsi a renderlo possibile anche in Italia. Nel frattempo sono passati gli anni ed ora non ci pensiamo più”.
Intanto entrambe non vedono l’ora che “questo clamore si spenga perché non ci piace stare sotto i riflettori e vogliamo ritornare alla nostra vita tranquilla”.
Già quella tranquilla vita familiare, perché una famiglia comunque sia composta, resta sempre e solo una famiglia.
Giuseppe Cerfeda
Approfondimenti
Il mondo delle Associazioni nel Salento: pregi e difetti
L’unità civile si ritrova nell’incontro di tanti che sanno dialogare per poter davvero vivere meglio…

di Hervé Cavallera
Che la lettura dei caratteri peculiari di un determinato periodo storico non sia sempre facile, almeno per i contemporanei, è certamente cosa risaputa, ma ciò è particolarmente vero in un momento storico come quello che stiamo vivendo, nel quale un elemento significativo è la contraddizione.
La pace è infatti proclamata come un bene da tutti auspicato e invece persistono le guerre, sì da paventare addirittura la possibilità di un conflitto mondiale. Al tempo stesso si predica l’inclusione, ma l’integrazione reale è difficile e non mancano quartieri ghetto.
E accade che nel mondo dei social media, in cui tutti siamo apparentemente connessi, le persone non riescono a colloquiare in reale presenza tra loro e moltissimi anziani, senza più alcuno accanto, devono ricorrere alle Case di Residenza Assistenziale.
Nell’età nella quale l’istruzione è notevolmente cresciuta per tutti, e quindi presupporrebbe un mondo più sereno, è invece in atto una irrazionale violenza crescente. E si potrebbe continuare.
ANIMALE SOCIALE
Eppure l’uomo, come aveva già detto il filosofo Aristotele, è essenzialmente un animale sociale ossia destinato per sua natura a vivere in comunità e ciò, al di là delle istituzioni in cui la compresenza è inevitabile (dalle scuole alla fabbriche, dagli uffici allo stesso Stato), è confermato dalla presenza e dalla diffusione dell’associazionismo, ossia dalla libera e responsabile partecipazione ad associazioni di varia natura (culturali, sportive, di volontariato, di promozione sociale e così via).
Private o pubbliche, con una lunga tradizione storica alle spalle o con fresca baldanza di buoni propositi, le associazioni non mancano.
Non risulta (o quanto meno non conosco) il numero complessivo delle associazioni in provincia di Lecce, ma indubbiamente, considerando la varietà delle tipologie e il numero dei Comuni della provincia, possono essere migliaia.
Basti considerare una città come Tricase per rendersi conto non solo della consistenza quantitativa della loro esistenza, ma altresì della loro incisività nel sociale. Non intendo in questa sede soffermarmi su alcune poiché non mi sembra corretto fare delle scelte che potrebbero sembrare discriminatorie o di parte.
È sufficiente dire che, mentre qualcuna è un po’ sonnacchiosa, altre sono particolarmente attive e che accanto ad associazioni di carattere prevalentemente ricreativo ve ne sono altre di natura culturale e altre ancora che hanno per fine principale l’operare per il miglioramento della qualità della vita della comunità o per venire incontro ai più bisognosi.
Vi sono poi associazioni meramente online, delle comunità virtuali o gruppi digitali che diffondono opinioni, informazioni e vanno acquistando capacità di indirizzare i loro componenti in più ambiti.
Si tratta di una realtà in espansione e che andrebbe esaminata a parte, soprattutto quando assume un carattere socio-politico.
MEGLIO FARE LE COSE INSIEME
Il punto essenziale che al momento è giusto sottolineare è dato comunque dai vantaggi che l’associazionismo offre. In primo luogo, ogni associazione aggrega, accomuna ed è pertanto una comunità con dei fini accettati da tutti i membri e quindi richiede delle norme, delle regole, delle competenze, dei propositi.
Implica in tal modo il saper vivere insieme, formando un tutt’uno con i componenti pur nei diversi compiti. Sotto tale profilo, la coesione sottintende l’amicizia nel rispetto delle diverse personalità. Inoltre, un’associazione si pone obiettivi che prescindono (o dovrebbero prescindere) dagli interessi personali.
Si pensi alle associazioni di servizio volte ad attività di beneficenza e di supporto sociale i cui esiti dovrebbero riguardare il bene pubblico e ciò vale altresì per quelle culturali e di volontariato. Fini di crescita sociale esistono del resto anche in quelle di natura politico-sociale, solo che in esse, come avviene anche per quelle che sono espressione di una tifoseria, vi è sempre una natura di scelta di parte e quindi di contrapposizione, sia pure nel leale riconoscimento della realtà di differenti orientamenti.
DIMMI CON CHI VAI E TI DIRO’ CHI SEI
Ci si trova per tutti questi motivi dinanzi ad una situazione complessa che non solo mostra come il soggetto non vive isolato, ma che caratterizza una comunità, le dà un senso.
«Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei», recita un vecchio proverbio, facendo capire che il comportamento di ognuno è influenzato dall’ambiente che frequenta, ma al tempo stesso è anche vero che ognuno deve sforzarsi di far crescere l’ambiente o l’associazione di cui fa parte.
Si manifesta allora un altro elemento che deve essere costitutivo del permanere in una associazione: il farla positivamente sviluppare, accrescendo il numero dei soci attraverso la qualità e il valore di ciò che si realizza. Sotto tale profilo, le associazioni veramente meritevoli di rispetto hanno sempre un valore educativo, poiché sollecitano i componenti a dare il meglio di sé per l’interesse di tutti.
Il fine dell’azione non è personale, ma collettivo, dove per “collettivo” non si intende solo il gruppo di cui si fa parte, ma l’intera città a cui si appartiene e, attraverso la propria città, il territorio di appartenenza.
In questo modo lo sguardo, l’operare si amplia e dal proprio gruppo si estende a tutto il territorio a cui si appartiene.
La vitalità di un territorio dipende infatti dalla forza di partecipazione degli abitanti alla vita dello stesso: ognuno per la sua parte, per la sua professione, per il suo gruppo di appartenenza, per la sua competenza.
Associandoci, comunichiamo, ossia trasmettiamo idee, affetti, esperienze e collaboriamo.
Come del resto avviene nelle famiglie, il cui legame è soprattutto affettivo e parentale, oltreché giuridico. Per questo tutte le associazioni, che hanno per fine il bene pubblico, sono determinanti per lo sviluppo sociale e sono la ricchezza di un territorio.
Democrazia è partecipazione responsabile, perché comporta competenza e capacità di superare, stando insieme, i propri interessi particolari.
L’unità civile si ritrova nell’incontro di tanti che sanno dialogare per poter davvero vivere meglio.
Approfondimenti
La Fed taglia i tassi di interesse e le criptovalute scendono sotto i 4 trilioni di dollari
Il mercato delle criptovalute ha recentemente registrato una flessione, con quasi tutti i token in calo e la capitalizzazione di mercato totale delle criptovalute scesa sotto i 4.000 miliardi di dollari…

Principali vantaggi dell’utilizzo di un’app per il mining di Bitcoin
● Nessun investimento hardware: non è necessario acquistare o mantenere costose macchine per il mining, non ci sono costi di elettricità e puoi minare in qualsiasi momento con un solo clic.
● Supporto multivaluta: acquista contratti per i principali asset digitali come BTC, XRP, ETH, USDT, DOGE, SOL, BCH e LTC.
● Liquidazione in USD: i profitti vengono liquidati automaticamente ogni giorno e prelevati istantaneamente sul tuo portafoglio o conto exchange.
● Rendimenti elevati, bassi punti di ingresso: gli utenti possono guadagnare fino a $7.400 o più di reddito passivo stabile al giorno.
● Conformità e trasparenza: la sicurezza dei fondi è regolamentata e il processo di mining e l’allocazione dell’hashrate sono trasparenti.
Come utilizzare SJMine
Registrazione gratuita: inserisci il tuo indirizzo email e crea un account gratuito sul sito web ufficiale di SJMine.
Attiva il tuo contratto gratuito: ricevi un bonus di 15 $ e inizia subito a minare, senza alcun investimento richiesto.
Monitora i guadagni giornalieri: segui i guadagni visibili tramite una semplice dashboard.
Esegui l’upgrade in qualsiasi momento: controlla maggiori profitti quando decidi di firmare un contratto più grande.
Di seguito sono elencati i contratti più popolari di SJMine. Per saperne di più, visita il sito web ufficiale di SJMine.
CONTRACT AMOUNT | CONTRACT DAYE | DAILY EARNINGS | PRINCIPAL+TOTAL INCOME |
$15 |
1 | $0.60 | $15+$0.6 |
$100 |
2 | $4 |
$100+$8 |
$500 |
7 | $6.40 |
$500+$44.8 |
$1,200 |
10 | $16.32 | $1200+$163.2 |
$3,200 |
22 | $45.44 |
$3200+$999.68 |
$9,000 | 30 | $147.60 |
$9000+$4428 |
Conclusione:
È improbabile che la volatilità delle criptovalute innescata dal taglio dei tassi di interesse della Federal Reserve si riduca nel breve termine, il che è motivo di preoccupazione per gli investitori in criptovalute.
Il modo migliore per proteggersi dalla volatilità del mercato è cercare opzioni di investimento stabili.
Sjmine, con la sua sicurezza, trasparenza e il suo ampio riconoscimento da parte degli utenti, apre nuove strade per gli investitori che vogliono investire in ricchezza.
Visita subito il sito web ufficiale all’indirizzo https://sjmine.com per iniziare il tuo percorso verso la libertà finanziaria.
Approfondimenti
Il sindaco di Martano, Fabio Tarantino, si confessa…

Intervista esclusiva al sindaco di Martano, Fabio Tarantino, ospite in redazione
Una lunga chiacchierata svicolando dalla pura cronaca amministrativa alla cultura e al sociale, con qualche sortita anche sulla politica provinciale e regionale e sulla delicata situazione in Medioriente.
Tarantino sta affrontando l’ultimo anno del suo secondo mandato e, ammette, come consentito dalla nuova legge per i Comuni sotto i 15mila abitanti, di puntare al tris alle prossime elezioni.
In questi dieci anni tante le opere portate a termine ma ciò di cui il primo cittadino più va orgoglioso è come «in questi anni sia cambiato il modo di vivere il paese. È cresciuto il rispetto dello spazio pubblico, tutti insieme abbiamo compreso quale sia la strada migliore per valorizzare Martano e le sue professionalità. Non abbiamo il mare e, se vogliamo essere attrattivi, dobbiamo essere accoglienti, in tutti i sensi».
A partire dagli spazi da vivere: «Abbiamo trasformato quella che era una strada di passaggio per automobili in due piazze.
La prima, l’abbiamo chiamata piazza Castello, perché consente agli avventori
di godere del panorama del palazzo Baronale. La seconda, piazza dei Caduti, è oggi uno spazio vivo e vissuto dai miei concittadini e da chi viene da noi in visita».
L’INFRASTRUTTURA… SOCIALE
Dieci anni da sindaco saranno stati una faticaccia ma anche una fucina di soddisfazioni. La più importante?
«È un’infrastruttura… sociale! Abbiamo ricreato una stretta connessione tra la gente e l’amministrazione: il Comune è oggi un “palazzo di vetro”. Il funzionario è a disposizione di tutti, esattamente come l’amministratore. Potranno accusarci di tutto ma, di certo, non di esserci allontanati dalle persone e dalle loro esigenze. Qui nessuno si è mai chiuso nella torre».
LA CULTURA AL CENTRO
Da giornalista sa bene quanto sia importante la cultura nella vita di una città e di ognuno di noi.
«L’abbiamo messa al centro di tutte le nostre attività. Ne è stata (e ne sarà) la diretta protagonista oppure con un importante ruolo di “accompagnamento”. Comunque, presente all’interno di tutte le manifestazioni promosse dall’amministrazione, in tutti i progetti, i programmi e le opere introdotti in questi dieci anni. La cultura è il punto di riferimento per il Comune, con la sua biblioteca, i suoi eventi, le iniziative a fare da presidio culturale, insieme ovviamente alla istituzione scolastica del territorio e alle associazioni di promozione culturale».
OPERAZIONE RECUPERO
Altro punto a favore il recupero della ex struttura “Dopo di Noi”.
«Abbiamo ereditato questa opera, , incompleta e definanziata, dalle precedenti amministrazioni.
Dopo un intenso lavoro istituzionale, nel 2020, siamo riusciti a ottenere un nuovo finanziamento per completare quella che era diventata una delle opere incompiute simbolo a livello nazionale.
Da poco è scaduto il bando per l’affidamento in gestione, ora vedremo gli esiti e cercheremo di arrivare a una gestione e, quindi, all’apertura di questa struttura con un gruppo di appartamenti destinati ad anziani e disabili che restano soli. La comunità che immaginiamo è inclusiva e deve garantire ai più deboli una vita dignitosa oltre all’accesso alle cure».
CITTADELLA DELLA SALUTE
Non avete lesinato sforzi per quella che è una sorta di hub della salute.
«Non abbiamo un ospedale in loco e, per questo, abbiamo fatto il possibile per fornire almeno i servizi essenziali. Il nostro poliambulatorio lavora a pieno regime, basta consultare i numeri per averne conferma. Puntiamo ad avere, nello stesso posto, sfruttando i locali della RSA, anche i poliambulatori di tutti i medici di base del paese, i poliambulatori pediatrici e gli altri servizi».
IL CIRCOLO TENNIS
C’è qualcosa che ha urgenza di realizzare prima che finisca il secondo mandato?
«Restituire ai cittadini il Circolo Tennis. Stiamo realizzando due campi di tennis, due di padel e un campo di calcetto. Lo sport è importante e il Circolo fa parte della storia di Martano. Contiamo che ritorni all’antico splendore».
Fuori dai denti: ci sarà per il terzo mandato?
«La squadra ha fatto bene e può continuare il suo lavoro, credo proprio che ci ripresenteremo agli elettori. Anche perché…».
Perché?
«Stiamo gettando le basi affinché la nuova zona artigianale diventi un fiore all’occhiello della città. La zona PIP 1 è completa, per la PIP 2 abbiamo già ricevuto tante richieste sia da locali che da persone che vorrebbero trasferire la loro azienda da noi. Vogliamo fare in modo che la nostra zona artigianale sia davvero funzionale e quindi appetibile per dare anche un impulso all’occupazione».
Altro suo cruccio è la lotta allo spopolamento.
«Non è facile. Tra denatalità e giovani che vanno via per avere un futuro, rischiamo di rimanere una terra popolata solo da anziani. Ci stiamo ragionando e faremo tutto quanto nelle nostre possibilità per invertire la tendenza. Come creare degli spazi affinché chi svolge un’attività in altre città possa continuare a farlo da Martano, avendo tutto a disposizione e senza doverne pagarne lo scotto. Ci siamo già dotati di Ultra Fibra per la connessione internet, ora dobbiamo pensare a come offrire spazi adatti».
CONTRO IL RISCHIO IDROGEOLOGICO
Intanto avete sistemato gran parte della questione “fognatura bianca” contro il rischio idrogeologico.
«Per quanto riguarda la fognatura bianca e il recupero delle acque pluviali, abbiamo ricevuto un finanziamento di 3,5 milioni di euro complessivi con due finanziamenti. Con quei fondi stiamo realizzando un’infrastruttura primaria necessaria per Martano. Riguarderà le principali arterie, quindi, via De Gasperi, via Mameli, via Traglia, via Aldo Moro, via Don Minzoni, via Teofilo. In questo modo forniremo alla città un’infrastruttura importante contro il rischio idrogeologico. Abbiamo anche in “cottura” altri tre progetti relativi alla fogna bianca, finanziati sempre dal Ministero, per ottenere poi fondi pari a sei milioni di euro, proprio per completare la rete di fognatura bianca della città».
PRESIDENTE DELLA PROVINCIA?
Oggi è vicepresidente della Provincia e c’è già chi la vede futuro presidente…
«Il presidente Stefano Minerva si dimetterà per prendere parte alle elezioni regionali e io sarò chiamato a colmare il vuoto amministrativo fino alle prossime elezioni. Se, poi, si vorrà dare continuità all’amministrazione uscente confermo la mia disponibilità ma senza alcuna forzatura. Se ce ne sarà bisogno, io ci sarò».
LA QUESTIONE PALESTINESE
A differenza di molti suoi colleghi, non ha fatto spallucce e, sul genocidio di Gaza, ci ha messo la faccia.
«Martano condanna con fermezza qnaato accade nella Striscia di Gaza. Abbiamo esposto una bandiera della Palestina ancora più grande, a testimonianza di un impegno non solo morale, anche politico e istituzionale. Le notizie che ci giungono sono drammatiche: scarsità di medicinali, mancanza di cibo e acqua potabile, distruzione del sistema sanitario e scolastico, collasso totale delle infrastrutture civili.
Il Consiglio comunale di Martano ha formalmente chiesto: il cessate il fuoco immediato, l’apertura urgente di corridoi umanitari sicuri, il rispetto del diritto internazionale, l’opposizione a ogni ipotesi di annessione della Striscia di Gaza.
La nostra è solo un’istituzione locale.
Crediamo, però, che il compito della politica, anche a livello comunale, sia quello di dare voce ai valori universali di giustizia, pace e tutela della dignità umana. Martano non resta in silenzio e si schiera sempre dalla parte della vita e dei diritti umani. Da diversi porti del Mediterraneo, son partite le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, con l’obiettivo di rompere l’assedio e portare aiuti alla popolazione stremata. Tutti abbiamo il dovere di fare qualcosa: è in discussione il principio di umanità. Al tema dei diritti umani, del rispetto dei diritti umani contro il genocidio sono sensibili sia il sottoscritto, come vicepresidente della provincia, che l’intera amministrazione comunale di Martano. Ecco perché stiamo mettendo a disposizione della Freedom Flotilla Italia noi stessi, le nostre capacità e la nostra forza politica per aiutare, in ogni modo possibile, un popolo vittima di genocidio».
CULTURA CINOFILA
Di recente avete attivato il servizio gratuito di cultura cinofila. Di che si tratta?
«Anche questo è un aspetto importante della vita di tutti. Il Comune, in collaborazione con gli educatori cinofili Angelo De Mitri e Lavinia Donateo, ha avviato la nuova iniziativa dedicata alla tutela e al benessere dei cani. Un servizio gratuito, individuale e personalizzato per sensibilizzare il cittadino sulla cultura cinofila e supportare i proprietari nei problemi relazionali con il proprio cane».
Giuseppe Cerfeda
-
Attualità1 settimana fa
Laura Manta di Collepasso: “Non volevo diventare sindaco”
-
Cronaca3 settimane fa
Bambino travolto da furgone all’uscita da scuola a Tricase
-
Attualità6 giorni fa
Periodo Unico di Valutazione, lo “Stampacchia” di Tricase dice addio ai quadrimestri
-
Attualità4 settimane fa
Incidente in scooter: muore 32enne a Racale
-
Cronaca6 giorni fa
Specchia: scontro tra due auto
-
Cronaca3 settimane fa
Camion fuori strada sul ponte di Montesano: traffico bloccato
-
Cronaca4 settimane fa
Spari nella notte a Ruffano: 17enne ferito all’addome
-
Corsano1 settimana fa
Corsano: cede solaio e inghiotte uomo di 58 anni