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Attualità

Alunni dal Papa: a Tricase scoppia la polemica

I genitori degli alunni del Via Apulia: “Non è corretto mandarci solo quelli col 10 in pagella. Interesseremo il Porvveditorato”. La dirigente scolastica: “Scelta trasparente”

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Un gruppo di genitori di alunni delle quinta elementare della Scuola di Via Apulia di Tricase, imbufaliti, hanno preso carta e penna ed esternato la loro “indignazione di genitori nei confronti di una scuola e di una dirigente scolastica che a nostro avviso ha discriminato i nostri figli”.


Oggetto del contendere una gita scolastica o meglio la grande opportunità di partecipare ad un’udienza privata con Papa Francesco. Il costo per poter partecipare a questo entusiasmante viaggio verso Roma è di 40 euro ma il problema era ed è che i posti sono limitati, appena dieci.


Ciò che ai genitori proprio non è andato giù è stato “il criterio di scelta. La dirigente Musarò”, scrivono, “ha effettuato una scelta a dir poco bizzarra se non proprio discriminatoria nei confronti dei suoi alunni.  Scelta che è ricaduta purtroppo,  ahinoi e ahi per i nostri poveri figli, su coloro più meritevoli delle rispettive classi, circa 12 tra cui poi e’ stato effettuato il sorteggio”.


Dovete sapere che se non si ha come voto il 10 a Roma da Papa Francesco non si può andare. Si avete capito bene, sembra uno scherzo, ma non lo è. Questo è stato il criterio di scelta. Quasi fosse una prova Invalsi. Ma stiamo scherzando?!


Tralasciamo la scena a cui abbiamo dovuto assistere esterrefatti, nostro malgrado al ritorno a casa dei nostri figli che ci chiedevano e ci chiedono turbati, spiegazioni su come mai per andare ad una udienza privata di Papa Francesco servisse avere 10 in tutte le materie, senza contare il fatto che alcuni dei fortunati e meritevoli estratti si sono presi gioco di coloro che rimarranno a casa per… demerito!”.

Con queste scelte”, aggiungono, “si vanificano tutti gli sforzi di noi genitori che ci impegniamo quotidianamente a crescere nel migliore dei modi i nostri figli. Come dovremmo spiegare ai nostri figli un fatto di una gravità del genere? Come dire e fare capire loro, che già da piccoli bisogna abituarsi a delle distorsioni che la vita ci propina? La dirigente lo spieghi ai nostri figli che non sono da meno di coloro che saranno così fortunati da incontrare Papa Francesco”. I genitori si chiedono ancora: “Non sarebbe stato più corretto fare una scelta casuale tra tutti i ragazzi delle classi quinte? O questo è chiedere troppo? Siamo indignati si e non poco, perché una dirigente (volutamente minuscolo) ha usato un metodo a nostro avviso perverso e discriminatorio nei confronti dei suoi alunni. Nei confronti di coloro ai quali bisognerebbe insegnare il concetto di uguaglianza e lealtà e tanto altro ancora. Chiediamo con forza che il criterio di scelta venga cambiato e che si proceda ad una estrazione a sorte tra tutti i bambini delle classi quinte. Diversamente”, concludono minacciando, “interesseremo  il Provveditorato agli Studi di Lecce”.


La dirigente: “Decisione in buona fede”


Ovviamente abbiamo chiesto la versione dei fatti alla dirigente scolastica di Via Apulia, Eufemia Musarò, che ci è sembrata sorpresa oltre che amareggiata dalla reazione a quella che voleva essere “una decisione corretta, trasparente e comunque in buona fede”. La stessa dirigente racconta come sono andate le cose: “Ho ricevuto una telefonata dalla dirigente scolastica del “Don Tonino Bello” Anna Lena Manca la quale mi prospettava l’opportunità di mandare alcuni ragazzi ad un’udienza privata del Santo Padre. Ma, mi avvertiva, i posti erano appena 10 e dovevamo fare in fretta perché erano rimaste solo poche ore per l’eventuale adesione. A quel punto non potendo mandare tutti i ragazzi delle quattro quinte abbiamo deciso per un criterio che ci appariva trasparente e incontestabile: quello della meritocrazia. Per questo abbiamo chiesto ai nostri insegnanti di segnalarci i ragazzi con la media voto più alta nel primo quadrimestre. Per onestà non si tratta di tutti 10, comunque di quelli con la media più alta. A mio avviso”, aggiunge la dirigente, “il criterio della meritocrazia può essere fortemente educativo e andrebbe applicato anche all’esterno della scuola. Se vogliamo una società migliore, ognuno di noi si deve impegnare con senso di responsabilità e senso del dovere.  Mi spiace sinceramente che si sia generato questo malcontento”, conclude Musarò, “quello che voglio ribadire è che la nostra è stata una scelta effettuata in buona fede e proprio nel tentativo di essere il più trasparenti possibile”.


Attualità

Lavori da remoto? Ecco tutta la tecnologia che ti serve nel 2025

Vediamo insieme gli strumenti indispensabili per rendere il lavoro da remoto davvero produttivo, sicuro e – perché no – anche più piacevole

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Il lavoro da remoto non è più un esperimento nato durante la pandemia: è diventato la normalità per milioni di professionisti. L’ufficio, oggi, può essere ovunque – una baita di montagna, un bar nel centro città o il tavolo della cucina. Ma per sfruttare davvero libertà e flessibilità, serve un kit tecnologico intelligente, capace di semplificarti la vita e proteggerti dalle insidie digitali.

Vediamo insieme gli strumenti indispensabili per rendere il lavoro da remoto davvero produttivo, sicuro e – perché no – anche più piacevole.

VPN: il passe-partout digitale di cui non puoi fare a meno

In un mondo in cui i caffè diventano sale riunioni e gli aeroporti uffici improvvisati, la VPN gratis resta lo strumento numero uno. Non si tratta solo di connessioni criptate: pensa a una VPN come al tuo scudo digitale.

Che tu stia inviando documenti riservati da un coworking o leggendo email sul Wi-Fi dell’hotel, una VPN crea un tunnel privato che tiene lontani occhi indiscreti e hacker. E non solo: ti permette anche di aggirare restrizioni geografiche, dandoti accesso a strumenti e piattaforme fondamentali ovunque ti trovi.

In breve? La VPN è il compagno di viaggio che ti serve sempre.

Produttività smart o caos digitale? La scelta è tua

Ogni giorno spuntano nuove app che promettono miracoli. Ma attenzione: riempire il tuo laptop di strumenti inutilizzati non ti renderà più produttivo.

La strategia giusta è scegliere con criterio:

  • Calendari intelligenti che incastrano riunioni tra fusi orari senza mille email.

  • Trello o ClickUp per gestire i progetti in squadra.

  • Notion, la piattaforma tutto-in-uno amata da chi vuole ordine e chiarezza.

E ricordati: meno è meglio. Spesso un’app leggera e ben fatta batte sistemi complessi e pieni di funzioni superflue. A questo aggiungi uno storage cloud aziendale affidabile: così i tuoi file saranno sempre al sicuro e accessibili, senza intoppi.

Benessere e concentrazione: i veri alleati del lavoro da remoto

Non tutti gli strumenti utili al lavoro da remoto sono software professionali. Alcuni ti aiutano a restare concentrato e in salute:

  • Krisp, che elimina i rumori di fondo durante le call.

  • Playlist e suoni ambientali che trasformano le ore di focus in momenti davvero produttivi.

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E non dimenticare l’ergonomia: un supporto per il laptop, un poggiapolsi o un poggiapiedi regolabile possono sembrare dettagli, ma sul lungo periodo fanno la differenza tra lavorare bene e lavorare soffrendo.

Un toolkit su misura per te

Il segreto del lavoro da remoto nel 2025 è semplice: non esiste una soluzione universale. Il tuo kit tecnologico deve rispecchiare le tue esigenze. Sicurezza dei dati, strumenti che ti fanno risparmiare tempo e piccoli accorgimenti che migliorano il benessere: questo mix è la vera formula vincente.

Essere sicuri – scegliere cosa serve davvero e cosa no – è la chiave per lavorare meglio, ridurre lo stress e godersi al massimo i vantaggi del lavoro da remoto. Perché l’ufficio, ormai, è dove decidi tu.

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Il Mezzogiorno inizia a Tricase

Presentato il nuovo libro di Uli Weber, fotografo internazionale che firma con questo volume un intenso omaggio al Sud Italia. Accompagnano le immagini, i testi della Premio Oscar e salentina d’adozione, Helen Mirren. e di Denis Curti, storico e critico della fotografia. Parte del ricavato del volume sarà destinato a sostenere le attività di Save the Olives

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Un viaggio per immagini che si snoda dalla Sicilia alla Sardegna, dalla Puglia all’Abruzzo, restituendo la forza dei contrasti che rendono unico il Mezzogiorno.

Scorci di armonia assoluta convivono con segni di disarmonia e abbandono; paesaggi naturali incontaminati si alternano a tracce antropiche e urbane.

È in questo equilibrio precario e affascinante che Weber trova la sua cifra poetica, capace di trasformare il paesaggio in emozione e di rivelarne la dimensione simbolica.

La sua fotografia si muove al di là dei cliché turistici per restituire un Grand Tour contemporaneo, un racconto iconografico che invita a guardare oltre la superficie, a cogliere il legame profondo fra l’uomo e il suo ambiente. Protagonista assoluta è la luce, che ora incide la realtà con precisione chirurgica, ora avvolge i luoghi in atmosfere sognanti.

«Questo libro vuole essere il mio omaggio all’Italia, Paese che amo e in cui vivo per buona parte dell’anno, e in particolare a quel Mezzogiorno che mi ha fatto innamorare 20 anni fa quando ho comprato la mia casa pugliese dove tutt’ora risiedo nella stagione estiva», spiega Uli Weber, «un Sud al cui fascino concorrono egualmente “pregi e difetti”, l’armonia assoluta di alcuni scorci e altresì la totale disarmonia di altri, in un contrasto che a mio modo di vedere ne caratterizza l’Unicità. Attraverso le migliaia di chilometri percorse, ho cercato di cogliere con la mia macchina fotografica un Mezzogiorno inedito, e al contempo familiare, in cui ciascuno di noi ritrova tracce di esperienze personali, o visioni inconsuete di posti conosciuti».

Ad accompagnare le immagini, i testi di Helen Mirren, attrice Premio Oscar e impegnata con l’associazione Save the Olives, che in Puglia combatte la devastazione degli ulivi secolari causata dalla Xylella, e di Denis Curti, storico e critico della fotografia, che offre le chiavi di lettura di un’opera sospesa fra poesia e testimonianza.

Parte del ricavato del volume sarà destinato a sostenere proprio le attività di Save the Olives, contribuendo concretamente alla salvaguardia di un patrimonio naturale e culturale unico.

Queste le parole di  Helen Mirren, presente al lancio del libro: «Credo che nessuno possa dimenticare il primo incontro con i monumentali alberi secolari della Puglia. La loro presenza è travolgente. La loro forza immobile nasce dal movimento costante di centinaia, a volte migliaia di anni. Le loro intricate forme scultoree, opera della terra, del vento, del sole, della pioggia e delle mani dell’uomo che si è preso cura di loro nel corso dei secoli, fanno di ciascuno di essi un individuo, una testimonianza del legame tra uomo e natura. E ora questi testimoni della nostra storia sono sotto una terribile minaccia. Un batterio chiamato Xylella si sta diffondendo da circa dieci anni: partito da un piccolo angolo della punta più meridionale della Puglia, prosegue la sua marcia distruggendo tutti gli ulivi sul suo cammino, giovani e antichi. Dobbiamo fare appello alla nostra grande immaginazione umana, alle nostre conoscenze e alla nostra esperienza per salvare questo patrimonio».

«Il mio sentito ringraziamento a Uli Weber», conclude The Queen, «il cui straordinario libro cattura il fascino dell’Italia meridionale attraverso le sue fotografie, portando ulteriore attenzione internazionale alla piaga degli ulivi del Salento».

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Tartarughe curate e rimesse in mare

Erano state ripescate lungo la costa di Leuca con problemi di galleggiamento che le mettevano a serio rischio. La reimmissione in natura importante per la conservazione della biodiversità marina

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Due tartarughe marine affette da gravi problemi di galleggiamento, curate presso il Centro di Recupero delle Tartarughe Marine del Museo di Storia Naturale del Salento, sono state liberate in località Rivabella, a Gallipoli.

I due esemplari erano stati recuperati lo scorso agosto lungo la costa di Leuca, da un’unità navale del Corpo impegnata in un ordinario servizio di vigilanza e controllo del litorale.

Entrambi gli animali presentavano anomalie nel galleggiamento, che li esponevano a un elevato rischio di collisione con le imbarcazioni in transito.

Il recupero e la gestione delle operazioni sono stati resi possibili anche grazie al prezioso supporto logistico e operativo fornito dalla Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Gallipoli, che ha messo a disposizione uomini e mezzi per facilitare le fasi di intervento in mare e garantire il trasporto in sicurezza degli esemplari fino al Centro di Recupero.

Dopo il soccorso, le tartarughe sono state sottoposte a esami diagnostici approfonditi presso il Centro, tra cui indagini radiologiche ed ecografiche, per escludere la presenza di corpi estranei e per valutare lo stato dell’apparato respiratorio.

La reimmissione in natura rappresenta un risultato significativo per la conservazione della biodiversità marina e testimonia l’efficacia della sinergia tra enti scientifici, forze dell’ordine e istituzioni pubbliche, impegnati in prima linea nella difesa dell’ambiente.

L’operazione conferma inoltre il ruolo attivo della Guardia di Finanza nella protezione degli ecosistemi marini, un impegno che si affianca ai compiti di polizia del mare, contribuendo in modo concreto alla tutela della fauna e della flora del nostro territorio costiero.

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