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Attualità

Perrini: “La Regione riduce i fondi per i disabili”

Ridotta la mensilità degli assegni di cura. La Regione taglia i fondi per i disabili

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RICEVIAMO & PUBBLICHIAMO


La proposta della Regione di Puglia per il nuovo  Bando 2018  di  procedere per gli assegni di cura per i disabili gravi e gravissimi dagli attuali mille a 900 euro al mese, fatta alle associazioni che rappresentano i malati e le loro famiglie, lo trovo un colpo basso. Se già nella ‘normalità ‘ si fa fatica ad arrivare a fine mese, non è possibile immaginare che  queste 900 euro al mese debbano   bastare a chi si trova in un letto nella impossibilità di fare nulla della propria vita per malattie invalidanti,  allora dico Che non Basta!

Le difficoltà che vivono queste persone, queste famiglie le ascolto e le tocco con mano ogni santissimo giorno. Quelle  cento euro in meno sono vitali per chi per essere in vita ha bisogno di cure essenziali.

Qui il diritto alla vita traina il diritto alla dignità della persona con gran fatica.


Dai 60 milioni di euro rispetto ai 18 iniziali del 2017  la Regione dà una nuova e inaspettata sforbiciata ai diritti dei malati . La riconferma sulla disponibilità di solo 25 milioni di euro per gli assegni di cura,  intenzione già preannunciata dal presidente della Regione Michele Emiliano, è  stata data nei giorni scorsi  dall’Assessore regionale al Welfare Salvatore Ruggeri  in un incontro con le associazione pugliesi interessate.

La regione Puglia  quindi  , con criteri ancora da stabilire , oltre a ridurre l’importo restringe  gli aventi diritto all’assegno di cura e propone ai fuori graduatoria altre forme di sostegno sociale quali progetto di vita indipendente, buoni, servizi sanitari e Red.


E’ il revival si ripete. Si ricomincia.  Il vecchio bando è scaduto  il mese scorso, e  si rischia come l’anno passato un blackout  nella fruizione del diritto. Ritardi che sono insostenibili per le famiglie con a carico cari non autosufficienti gravi o gravissimi,  la differenza è sottile ma altrettanto grave, gravissimo per la vita umana è non commettere errori di diseguaglianza nella distribuzione dei benefici.

Lo scorso anno la  Regione Puglia erogò le mille euro a 5.055 aventi diritto ma con un budget di ben 18 milioni a cui si sono aggiunti 60 milioni anno 2017.


La domanda mi sorge spontanea, e le preoccupazioni delle associazioni sono anche le mie: come farà la Regione con solo 25 milioni di euro  a coprire le richieste che l’anno passato è riuscito a garantire solo attraverso un aumento del fondo di 60 milioni e dar via alle procedure di assegnazione?

Mi preme chiedere  quali criteri si intenderanno adottare per stabilire tra i beneficiari degli assegni  che presenteranno  analoghi aspetti ossia in presenza dello stesso grado di non autosufficienza della persona e dello stesso requisito di condizione economica vista  l’eccessiva riduzione della somma destinata?


E’ chiaro che i fondi predisposti sono insufficienti, ma se si riducessero le promozioni, le  qualifiche di Posizione organizzativa e Alta professionalità (abbreviate nelle sigle Po e Ad) dove si  spendono  7,5 milioni di euro l’anno. Queste uscite potrebbero essere utilizzate per aumentare l’importo del Bando assegni di cura 2108; stesso risultato si potrebbe ottenere diminuendo  gli incarichi di consulenza  nelle  pubbliche amministrazioni pugliesi ( Asl, Università, Comuni, Enti) e nelle società partecipate.

Come si può notare è essenziale risparmiare e tagliare il superfluo per garantire l’esistenza a persone.


E poi, affinché non si arrivi sempre con l’acqua alla gola ogni anno è basilare snellire le procedure di presentazione delle domande, anche quelle telematiche. Ossia se si tratta di invalidità che non può  cambiare da un anno altro per impedimenti dovuti a patologie gravissime perché, mi chiedo,  far rifare la trafila burocratica con dispendio di tempo e costi per tutti ma soprattutto perché i ritardi nell’espletamento dei voucher creano forti disagi alle famiglie che cadono in completa disperazione?

Purtroppo non potremo mai assistere alla parabola ‘ Lazzaro, alzati e cammina’. Spero che giungano feedback al più presto a sostegno di tutte quelle famiglie coraggiose che lottano per i propri cari.



Renato Perrini, Consigliere regionale di Direzione Italia/Noi con l’Italia


Attualità

Forno crematorio a Caprarica di Lecce? «Si valutino benefici e costi»

Il consigliere regionale Basile (FdI), a margine della Commissione Ambiente: «Non esiste un’emergenza tumulazioni, quindi, non vedo benefici a fronte dei “costi” ambientali»

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Continua a far discutere la possibile realizzazione di un forno crematorio a Caprarica di Lecce.

Questa volta registriamo l’intervento del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Dino Basile, a margine della riunione della Commissione Ambiente

«La scelta della cremazione è una scelta personale, a volte dettata anche da motivi economici», premette Basile, «quindi non si può essere a favore o contro la pratica funeraria, ma è evidente che la costruzione di un forno crematorio a Caprarica di Lecce, una comunità di poco più di 2.200 persone, qualche riflessione su costi e benefici la impone».

Dino Basile (FdI)

«Oggi in Commissione Ambiente», racconta, «non è stato neppure possibile entrare nel merito del possibile inquinamento, perché l’ARPA ha sostenuto di non aver ancora visionato il progetto, ma ci siamo soffermati sugli aspetti legislativi esistenti, ma mai attuati».

Nel 2008, infatti, il Consiglio regionale approvò una legge in in materia di attività funeraria, cremazione e dispersione delle ceneri, che prevedeva l’adozione di un programma che definiva anche la localizzazione dei forni crematori, in assenza di questa, però, e nonostante siano passati 17 anni, la richiesta di costruire nuovi impianti è andata avanti in molti centri pugliesi, un po’ a macchia di leopardo.

«Difficile, nel caso di Caprarica», aggiunge il consigliere regionale, «limitarsi a sollecitare l’attuazione di una legge regionale, che pure è necessaria. In questo caso ci sarebbe da chiedersi: se i costi di dover sopportare nelle vicinanze del centro abitato i fumi (anche controllati) della cremazione siano giustificati a fronte di una situazione dove non vi è un’emergenza tumulazione, visto che mi risulta che vi siano loculi a sufficienza per ospitare nuovi decessi».

Insomma, peer dirla come Basile, sarebbero giustificati solo laddove vi è un’emergenza: «Faccio un esempio: io non sono favorevole (tout-court) ai dissalatori, perché andrebbe fatta una programmazione ma, di fronte a un’emergenza, per alleviare la sete degli agricoltori, sarei favorevole anche alla costruzione. In questo caso, però, chiediamocelo: vi è un’emergenza?».

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Attualità

Seconda Giornata della Legalità a Marittima

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Riceviamo e pubblichiamo

🎗 2^ GIORNATA DELLA LEGALITÀ 🎗
📍 Presso il giardino della Bottega Equo-Solidale Marittima
📅 18 Luglio 2025
🕣 Ore 20:30

Ci ritroviamo insieme per ricordare la Strage di Via D’Amelio e per rinnovare il nostro impegno collettivo per la giustizia, la memoria e la legalità.

🌱 Interverranno: 🔹 Avv. Francesco Capezza – Responsabile presidio Libera di Casarano
🔹 Nadia Rizzello – Presidente Associazione Angelica Pirtoli

✨ Al termine della serata, condivideremo un piccolo rinfresco con prodotti provenienti dalle terre confiscate alla mafia – un gesto semplice, ma potente, che parla di riscatto e speranza.

Vi aspettiamo per fare memoria, costruire coscienza, e tessere insieme una comunità più libera.

📬 Info: esmarittima@libero.it
📞 338 7768095

Con il patrocinio della Pro Loco Acquaviva Marittima, del Comune di Diso e del Coordinamento Libera Lecce.

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Attualità

Terzo Settore, c’è la legge regionale

Ritenuta una delle più evolute d’Italia per principi e valori. Gli oltre 8.600 enti, 45mila operatori e 250mila volontari, hanno ottenuto il riconoscimento di attori primari nella programmazione e definizione di politiche, strategie e azioni

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Giornata storica quella di ieri per il Terzo Settore pugliese!

Con l’approvazione della Legge regionale, a detta di molti, una delle più evolute d’Italia per i principi e i valori che in essa sono inverati, il Terzo Settore, con i suoi oltre 8.600 enti, gli oltre 45mila operatori e 250mila volontari, ha ottenuto il riconoscimento di attore primario nella programmazione e definizione di politiche, strategie e azioni.

Si potranno, finalmente, superare approcci emergenziali e categorizzanti e restituire centralità alle persone, ai loro affetti, alle reti di riferimento, e soprattutto al diritto di progettare la vita di individui e comunità, secondo i propri tempi, desideri e condizioni.

Questa legge proietta il Terzo Settore dentro una più ampia dimensione del welfare.

Esso diventa principio attivo nel legare le relazioni tra cittadini, istituzioni, attori economici e territori in un’alleanza generativa, fondata sulla corresponsabilità e sull’amministrazione condivisa.

Il Forum del Terzo Settore Puglia esprime profonda soddisfazione per un traguardo che impegna i volontari a contribuire con ancora maggiore convinzione alla definizione delle linee guida sull’amministrazione condivisa, quale strumento fondamentale per rendere la legge pienamente attuativa e realmente trasformativa.

Perché, insomma, non resti solo una delle tante buone intenzioni o promessa non mantenuta.

Al Forum del Terzo Settore della Puglia aderiscono: ACLI, A.D.A., Adiconsum,  AGESCI, AICS, ANFFAS,  ANOLF, ANPAS, ANSPI, ANTEAS, ARCI, ASC, ASI, AUSER, AVO, CNCA, Comunità Emmanuel, Confcooperative Federsolidarietà, Consorzio Opus, CRI Croce Rossa Puglia, CSAIN, CSEN, CSI, ENDAS, Fidas, GRUPPI Vincenziano, Italia Nostra, Legacoop Sociali, Legambiente, MCL Movimento Cristiano Lavoratori, MODAVI, UISP, Uneba, UNPLI Pro Loco Puglia.

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