Andrano
Olocausto, la memoria diffusa
Fino al 6 febbraio mostra fotografica su Auschwitz Birkenau in 30 luoghi. Nell’Unione dei Comuni Andrano Spongano Diso, negozi di vicinato, botteghe, chiese, uffici e luoghi aperti al pubblico accolgono la mostra fotografica sui due campi di concentramento realizzata dal fotografo Paolo Arrighi
“OLOCAUSTO, LA MEMORIA DIFFUSA”
FINO AL 6 FEBBRAIO, MOSTRA FOTOGRAFICA SU AUSCHWITZ-BIRKENAU IN 30 LUOGHI
Nell’Unione dei Comuni Andrano Spongano Diso, negozi di vicinato, botteghe, chiese, uffici e luoghi aperti al pubblico accolgono la mostra fotografica sui due campi di concentramento realizzata dal fotografo Paolo Arrighi
Le chiese, il cimitero, la scuola, il teatro, gli ambulatori medici, le botteghe: sono trenta i luoghi che accolgono “Olocausto, la Memoria diffusa“, la mostra fotografica sui campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau. L’iniziativa, voluta dall’Unione dei Comuni Andrano Spongano Diso e avviata il 24 gennaio scorso, si protrarrà fino al prossimo 6 febbraio: il racconto dell’orrore nazista è ripercorso attraverso le stampe del reportage fotografico sui due lager polacchi realizzato dal
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“OLOCAUSTO, LA MEMORIA DIFFUSA”
FINO AL 6 FEBBRAIO, MOSTRA FOTOGRAFICA SU AUSCHWITZ-BIRKENAU IN 30 LUOGHI
Le chiese, il cimitero, la scuola, il teatro, gli ambulatori medici, le botteghe: sono trenta i luoghi che accolgono “Olocausto, la Memoria diffusa“, la mostra fotografica sui campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau. L’iniziativa, voluta dall’Unione dei Comuni Andrano Spongano Diso e avviata il 24 gennaio scorso, si protrarrà fino al prossimo 6 febbraio: il racconto dell’orrore nazista è ripercorso attraverso le stampe del reportage fotografico sui due lager polacchi realizzato dal fotografo Paolo Emilio Arrighi durante l’iniziativa “Il treno della Memoria”, a cui ha partecipato negli anni scorsi.
“L’Unione dei Comuni – spiega il presidente Salvatore Musarò – ha inteso celebrare la Giornata della Memoria attraverso un’iniziativa di grande valore simbolico. Ricordare l’Olocaustosignifica testimoniare ancora oggi la verità di una tragedia che, seppur lontana nel tempo, ci riguarda da vicino. L’antisemitismo non è solo una manifestazione di odio razziale: costituisce l’esempio più drammatico di ogni aberrazione umana poiché si alimenta in uno spettro vasto di menzogne e di pregiudizi. Le vicende di questi giorni a Venturina Terme sono la prova di quanto questo risentimento verso gli ebrei si manifesti anche nell’Europa del XXI secolo. Ecco perché l’iniziativa dell’Unione serve a sollecitare nei cittadini il dovere della memoria. Dobbiamo mantenere alta l’attenzione su questo tema perché mai dovremo finire di preservare la dignità della persona umana e la sua libertà”.
La mostra diffusa in trenta luoghi inediti
Le fotografie, tutte in bianco e nero, sono esposte con delle cornici e raccontate attraverso didascalie: da qualche giorno sono spuntate nei luoghi più inediti di Andrano, Castiglione, Spongano, Marittima e Diso.

Cimitero di Spongano
Sono concepite come tappe di un racconto che si snoda tra piazze, rivendite di alimentari, bar, cimiteri, uffici pubblici, farmacie, cittadelle della salute, chiese, luoghi della cultura, bar, tabaccherie. La modalità scelta per la mostra, quella “diffusa”, risponde a due esigenze: socializzare il più possibile il suo significato e i suoi contenuti, arrivando anche ai più distratti, ed evitare la concentrazione in un unico luogo e i possibili assembramenti in questo periodo di pandemia.
Forni crematori, binari innevati, dormitori, cumuli di valige ed effetti personali, camere di disinfestazione, filo spinato: quello proposto è un reportage in memoria di chi non ha superato l’odio, la fatica, il gelo nelle ossa. “È stato uno degli inverni più freddi e all’arrivo a Cracovia – racconta il fotografo Paolo Emilio Arrighi – c’erano quasi 20 gradi sotto zero. Visitare il campo di concentramento di Auschwitz e il campo di sterminio di Birkenau è stato qualcosa di surreale, eppure maledettamente reale per le centinaia di migliaia di persone che lì hanno trovato morte e disperazione, torture e umiliazioni.
Attraversando i corridoi con i pavimenti consumati, così come le scale che accedevano ai dormitori, si potevano vedere cumuli di effetti personali, di giochi di bambini che lasciavano le loro case pensando di andare in vacanza, capelli tagliati a uomini e donne perché non avessero identità, montagne di scarpe, valigie, occhiali. Immortalare quei luoghi è stato come mettere “un filtro” tra me e la storia, per evitare l’angoscia e lo sconforto. Ho provato molta commozione”.

Spongano, chiesa di San Giorgio
Le fotografie, tutte in bianco e nero, sono esposte con delle cornici e raccontate attraverso didascalie: da qualche giorno sono spuntate nei luoghi più inediti di Andrano, Castiglione, Spongano, Marittima e Diso. Sono concepite come tappe di un racconto che si snoda tra piazze, rivendite di alimentari, bar, cimiteri, uffici pubblici, farmacie, cittadelle della salute, chiese, luoghi della cultura, bar, tabaccherie. La modalità scelta per la mostra, quella “diffusa”, risponde a due esigenze: socializzare il più possibile il suo significato e i suoi contenuti, arrivando anche ai più distratti, ed evitare la concentrazione in un unico luogo e i possibili assembramenti in questo periodo di pandemia.
Forni crematori, binari innevati, dormitori, cumuli di valige ed effetti personali, camere di disinfestazione, filo spinato: quello proposto è un reportage in memoria di chi non ha superato l’odio, la fatica, il gelo nelle ossa. “È stato uno degli inverni più freddi e all’arrivo a Cracovia – racconta il fotografo Paolo Emilio Arrighi – c’erano quasi 20 gradi sotto zero. Visitare il campo di concentramento di Auschwitz e il campo di sterminio di Birkenau è stato qualcosa di surreale, eppure maledettamente reale per le centinaia di migliaia di persone che lì hanno trovato morte e disperazione, torture e umiliazioni.
Attraversando i corridoi con i pavimenti consumati, così come le scale che accedevano ai dormitori, si potevano vedere cumuli di effetti personali, di giochi di bambini che lasciavano le loro case pensando di andare in vacanza, capelli tagliati a uomini e donne perché non avessero identità, montagne di scarpe, valigie, occhiali. Immortalare quei luoghi è stato come mettere “un filtro” tra me e la storia, per evitare l’angoscia e lo sconforto. Ho provato molta commozione”.
Andrano
Lupo ucciso a Castiglione, cacciatore a processo
LNDC Animal Protection annuncia che si costituirà parte civile. La presidente dell’associazione: «Faremo tutto ciò che è in nostro potere perché questa persona abbia una pena congrua al reato commesso. Ci stiamo battendo, anche in sede Europea con un ricorso tuttora pendente, perché sia annullato il declassamento per insussistenza di dati scientifici».
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Un lupo ucciso a colpi di fucile da caccia nelle campagne di Castiglione d’Otranto, c’è il rinvio a giudizio di un 67nne di Nociglia, che quindi sarà processato.
All’uomo, difeso dall’avv. Amilcare Tana, si contestano i reati di “uccisione di animali” e “abbattimento di specie protette”.
Il tutto per avere «con crudeltà e senza necessità, cagionato la morte di un esemplare di lupo, specie particolarmente protetta, contro il quale esplodeva un colpo con un fucile da caccia in località Castiglione di Andrano», si legge nel decreto di citazione a giudizio.
Si sono costituite come parte offesa diverse associazioni a tutela degli animali, aderenti al “Coordinamento a tutela del lupo e della fauna nel Salento”, difese dall’avvocato Anna Grazia Maraschio.
LA CRONACA
I fatti risalgono al 7 ottobre 2024 quando, nelle campagne di Castiglione d’Otranto, un uomo in abbigliamento mimetico e fucile da caccia sparò un esemplare di lupo, lasciandolo agonizzante per terra.
La scena fu notata da un automobilista che guidava in una stradina adiacente, che fotografò la scena e pubblicò le immagini sui social.
Da lì partirono le indagini dei Carabinieri Forestali di Tricase che, in presenza del testimone, si recarono sul posto.
Il corpo dell’animale fu trafugato ma sul terreno erano ancora presenti tracce di pelo e sangue, che furono prelevate dal personale tecnico del progetto Hic Sunt Lupi e in seguito analizzate dal corpo dei Carabinieri Forestali, analisi che confermarono come il materiale organico fosse riconducibile a un esemplare di lupo.
In poco tempo l’autore del gesto fu identificato e sottoposto a indagine.
Quindi il recente rinvio a giudizio.
L’uccisione di un lupo, infatti, è reato, punibile con una reclusione da 4 mesi a 2 anni.
LNDC ANIMAL PROTECTION PARTE CIVILE
LNDC Animal Protection annuncia che si costituirà parte civile nel processo a carico dell’autore della brutale uccisione di un lupo a Castiglione Andrano, in provincia di Lecce, all’inizio di ottobre scorso e per la quale aveva già sporto denuncia contro ignoti appena appreso il fatto.
L’uomo, un cacciatore, è stato incastrato grazie a un automobilista che passando in quella zona aveva notato l’animale a terra, pubblicando poi in rete la foto della scena: da qui erano successivamente partite le indagini dei Carabinieri forestali di Tricase. Nonostante il corpo fosse stato rimosso dal cacciatore, sono state sufficienti le tracce di pelo e sangue rimaste sul terreno per capire che si trattava di un lupo e, con l’avanzamento delle ricerche, è stato possibile poco dopo risalire anche all’autore del gesto, ora sottoposto a indagine e rinviato a giudizio.
«Un gesto di crudeltà gratuita e intollerabile per il quale speriamo ci possa essere una condanna esemplare», ha affermato Piera Rosati, presidente di LNDC Animal Protection, «la violenza contro gli animali è un sintomo di una società che ha perso il rispetto per l’altro, che sia animale o umano. Faremo tutto ciò che è in nostro potere perché questa persona abbia una pena congrua ai reati commessi. Ci stiamo battendo, anche in sede Europea con un ricorso tuttora pendente davanti al Tribunale dell’Unione Europea e già pubblicato nella gazzetta Ufficiale, perché sia annullato il declassamento del lupo per insussistenza di dati scientifici».
LNDC Animal Protection, infatti, si batte da numerosi anni e in diverse sedi in difesa del lupo, sostenendo con fermezza come le scelte politiche debbano essere basate su dati scientifici e non sugli interessi economici a breve termine di alcuni settori, che rappresentano una minoranza della cittadinanza. L’associazione ha sottolineato più volte come le misure di protezione verso i lupi dovrebbero essere potenziate e non ridotte come invece accade, facendo pressione perché si attuino politiche di gestione che bilancino le esigenze degli agricoltori con la necessità di preservare la fauna selvatica.
Andrano
Olè, mobilità sostenibile sulle vie del Parco
Parco Naturale Regionale Costa Otranto-Leuca e Bosco di Tricase, laboratorio ad Andrano il 7 novembre. Tre le direttrici: tre direttrici ciclopedonabilità del tratto litorale adiacente alla litoranea; intermodalità su gomma e su ferro tra le stazioni FSE Maglie – Gagliano del Capo e le marine; accesso alla costa e fruizione delle marine, delle aree sosta stagionali e reversibili e il settore delle attività turistico-ricreative
Pianificare una mobilità lenta e sostenibile lungo il tratto di costa da Otranto a Leuca, per ridefinire insieme alla comunità una nuova idea di fruizione dell’area.
Con questo obiettivo nasce il progetto “Olè”, promosso dalla Provincia di Lecce, con il supporto tecnico di Città Fertile, finanziato dalla Regione Puglia, presentato oggi a Palazzo Adorno a Lecce.
Per illustrare tutti i dettagli e le opportunità di “Olè”, sono intervenuti il consigliere provinciale Ippazio Morciano, il dirigente responsabile Roberto Serra e, per Città Fertile, Rino Carluccio.
L’obiettivo è quello di costituire un laboratorio partecipato per la fruizione sostenibile della Costa Otranto-Leuca, che possa operare come strumento di governance locale, cabina di regia e incubatore di progettualità condivise.
Il Laboratorio avrà un ruolo centrale per l’attuazione della pianificazione, la promozione e il dialogo tra comunità e istituzioni.
Il progetto, prendendo come riferimento la pianificazione in materia paesaggistica e della mobilità a livello regionale, provinciale e del Parco Naturale Regionale Costa Otranto – S. Maria di Leuca e Bosco di Tricase, vuole promuovere la rigenerazione dell’attuale sistema della mobilità del tratto costiero e retro-costiero all’interno di un’area che si caratterizza per le sue peculiarità identitarie, paesaggistiche, ambientali e culturali.
“Olè” è un progetto Integrato di Paesaggio, finanziato dalla Regione Puglia, Sezione Tutela e Valorizzazione del Paesaggio, nell’ambito del “Sostegno ai Comuni finalizzato all’implementazione degli strumenti di governance per l’esercizio delle funzioni di tutela e valorizzazione del paesaggio e per l’attuazione della pianificazione paesaggistica a scala locale”.
Il percorso progettuale prevede la realizzazione di un laboratorio di co-progettazione “Scenario Workshop la costa sostenibile” ispirato al metodo EASW (European Awareness Scenario Workshop), che si svolgerà ad Andrano il 7 novembre, presso il Castello Spinola-Caracciolo, sede del Parco Naturale Regionale Costa Otranto-Leuca e Bosco di Tricase.
La fase realizzativa sarà suddivisa in diversi step per conoscere le azioni in corso e quelle pianificate.
Ad un periodo di osservazione partecipata e al coinvolgimento degli stakeholders, seguirà la redazione del “Manifesto della transizione ecologica Olè”, per orientare le linee programmatiche provinciali e il sistema di governance.
Successivamente, verrà incoraggiata l’istituzione di tre forum e la definizione di progetti pilota su proposta dei partecipanti.
Il sistema della mobilità verrà analizzato e suddiviso secondo tre direttrici in linea con i rispettivi forum tematici: la mobilità attiva partendo dalla ciclopedonabilità del tratto litorale adiacente alla litoranea, considerata come “Strada Parco”; l’intermodalità su gomma e su ferro tra le stazioni FSE Maglie – Gagliano del Capo e le marine; l’accesso alla costa e la relativa fruizione delle marine, delle aree sosta stagionali e reversibili e il settore delle attività turistico-ricreative che vengono svolte a mare.
L’integrazione tra le criticità e le potenzialità emerse dai tre forum consentiranno di costruire, assieme alla comunità, la visione futura del territorio e la governance condivisa.
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Andrano
Tartaruga liberata da rete fantasma
Associazione “A Mare”, straordinario salvataggio a Marina di Andrano: la grande Caretta Caretta visibilmente provata ma in buone condizioni, ha potuto riprendere a nuotare libera
Un commovente intervento di salvataggio ha avuto luogo oggi pomeriggio lungo la costa di Marina di Andrano, dove una tartaruga marina Caretta Caretta di grandi dimensioni è stata ritrovata in difficoltà, intrappolata in una rete fantasma.
A intervenire prontamente sono stati i rappresentanti dell’associazione A Mare, realtà da sempre impegnata nella protezione dell’ambiente marino.
A guidare l’operazione tre volontari esperti: Dario Urso, Antonio Pellegrino e Danilo Minonne, che con grande abilità e delicatezza sono riusciti a liberare l’animale dalla rete e a restituirlo al mare in tutta sicurezza.
La tartaruga, visibilmente provata ma in buone condizioni, ha ripreso a nuotare libera.
“Questi salvataggi sono la dimostrazione concreta di quanto sia urgente proteggere il nostro mare e le creature che lo abitano“, ha commentato uno dei volontari.
Le reti fantasma, abbandonate o perse in mare, continuano a rappresentare una delle più gravi minacce per la fauna marina, causando ogni anno la morte di migliaia di animali.
L’associazione A Mare lancia ancora una volta un appello alla cittadinanza: occhi aperti in mare e segnalazioni tempestive possono fare la differenza.
La salvaguardia dell’ecosistema marino è una responsabilità collettiva.
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