Attualità
A Marittima, da tutto il mondo
Fra vele color amaranto, la globalizzazione ha raggiunto anche l’Ariacorte

Durante i decorsi quattro lustri di più o meno assidua ma comunque indicativa amicizia con la penna, una cesta di mie narrazioni (si, proprio una cesta) ha avuto per ambientazione Marittima, il minuscolo borgo del Sud Salento in cui sono venuto al mondo nell’ormai remoto 1941.
La località in discorso è situata in corrispondenza del quarantesimo parallelo e a ridosso del tratto di costa a scogliera, esattamente nel punto di congiunzione fra il mare Adriatico e il mare Ionio.
Invero, attualmente, con detto paesello, e specialmente con i residenti, non intrattengo più i rapporti di intimità e consuetudine viscerale a tutto campo, che hanno, invece, caratterizzato le stagioni della mia fanciullezza, adolescenza e prima giovinezza.
Ciò, giacché, al completamento degli studi superiori, men che ventenne, sono partito per intraprendere l’attività lavorativa, rimanendo a vivere altrove, in pianta stabile, per circa otto lustri, salvo ritorni al paesello in estate o in occasione di qualche festa o ricorrenza.
Inoltre, a motivo che, dei miei coetanei e famigliari, ne residuano ormai pochissimi e, infine, i tempi e il modo di vivere in generale sono mutati radicalmente, pure all’interno della piccola comunità natia.
Tuttavia, accanto agli affetti più cari concernenti le persone, anche se mancate, che hanno conferito un segno e un senso alla mia esistenza, e la cui presenza ideale dentro di me non si cancellerà né affievolirà giammai, di Marittima – lo constato e lo confermo con piacere e gioia, anzi ne sono felice e orgoglioso – rimangono, tutt’ora, due precisi e definiti posti o luoghi che mi hanno incessantemente accompagnato nella mente e nel cuore, seguitando a esercitare anche adesso tale azione, con un carico di fortissimi e vividi ricordi.
Si tratta dell’Ariacorte, ossia a dire del rione o isola del centro abitato nei cui confini sono venuto al mondo, e dell’Acquaviva, l’insenatura di sogno che è il mare per eccellenza dei marittimesi sin da tempi remoti e, da alcuni decenni, è altresì il sito per i bagni prescelto e frequentato da considerevoli schiere di visitatori, turisti e villeggianti, provenienti da ogni regione d’Italia, da vari paesi d’Europa e pure dall’America.
Ebbene, l’Ariacorte e l’Acquaviva sono stati da me eletti a “luoghi dell’anima”, li “sento” con emozione anche quando mi trovo a distanza, con trasporto intenso, anzi con sentimenti di autentico amore.
Di riflesso, detti posti/habitat, durante tutto questo ventennio iniziale del terzo millennio, mi hanno dato lo spunto naturale per la stesura di narrazioni, abbraccianti vicende lontane e, specialmente, rievocanti volti, persone, famiglie, abitudini, costumi che li animavano allorquando io abitavo lì, nella casa dei miei genitori e in seno alla numerosa famiglia da loro formata.
Inserendo, sovente, negli scritti, puntuali e distintivi rimandi e confronti rispetto all’Ariacorte e all’Acquaviva quali appaiono e si presentano adesso.
Sul piano toponomastico, l’incipit dell’isola Ariacorte – in questo caso, isola, più realisticamente, a guisa di isolato – avviene accostando lievemente a destra nel primo tratto di via Convento, là dove viene così a formarsi un esiguo slargo, all’altezza della casa una volta abitata dal nucleo famigliare di Trifone Mariano e, quindi, si sostanzia percorrendo, su un approssimativo quadrilatero, le brevi vie Francesco Nullo, Leopardi, Piave, Pier Capponi e Isonzo.
Tutta qui, l’Ariacorte, una minuta bomboniera, eppure, un tempo, nido per circa cento persone, mentre, attualmente, i residenti stabili sono poco più di una decina, cui vanno aggiunti altrettanti abitanti “estivi”.
Qualche giorno fa, a metà mattinata, mi vado dirigendo verso la mia villetta del mare posta sul proseguimento di via Francesco Nullo, che, con la recente intitolazione di via Agostino Nuzzo, conduce dall’Ariacorte all’insenatura Acquaviva, quando, all’ improvviso, sono colto da un impatto visivo che mi colpisce particolarmente, mi coinvolge e interessa.
Al punto, da indurmi ad arrestare l’andatura del mio scooter e ad accostarmi alla scena.
Da premettere che, giusto sullo slargo sopracitato fra via Convento e via Francesco Nullo, esisteva nei tempi andati, e si affaccia pure adesso, sottoposta a lavori di ristrutturazione e rammodernamento per essere adibita a struttura ricettiva b & b, una modesta abitazione, già conosciuta come “casa della Saveria”, dal nome di battesimo della padrona di casa di un tempo.
Una cantina a piano seminterrato, in cui si scende attraverso una serie di scalini, e due/tre vani di casa vera e propria a livello rialzato, dove si accede grazie ad altrettanti scalini a salire, questi ultimi da poco impreziositi con ringhiere corrimano laterali.
Su quei gradini all’aria aperta, scorgo seduti due giovani, una coppia, chiaramente lì ospiti per vacanza, e, senza pensarci su, mi avvicino loro, presentandomi come un “curioso” e chiedendo da dove provengano.
Un istante, e mi accorgo che i due non parlano italiano; al che, tiro fuori la mia precaria e approssimativa conoscenza dell’inglese e apprendo che sono americani di San Francisco, California, USA, che sono arrivati in aereo a Roma e quindi a Brindisi e, da quest’ultima località, con un’autovettura presa a noleggio, hanno infine raggiunto Marittima, per due settimane di vacanza.
Nell’intento di apportare maggior senso e motivo alla mia invadenza, confido alla coppia che quegli scalini, sono a me conosciuti in maniera particolare, a prescindere dalla circostanza di essere nato e aver vissuto fino a diciannove anni d’età a pochi metri di distanza, per una ragione ben precisa.
Nel novero delle famiglie dell’Ariacorte della mia fanciullezza, rientrava anche quella di Fortunato Nuzzo, sposato con Giulia Contino, originaria di Vaste di Poggiardo, e comprendente, accanto ai genitori, la figlia Teresa, mia coetanea.
Con la signora Giulia, nonostante il nome di battesimo del marito, la natura, purtroppo, era stata tutt’altro che generosa, a voler dire che la donna, sebbene ancora giovane, soffriva di gravi disturbi respiratori, da arrivare, talora, a sentirsi quasi soffocare.
I giovani stranieri, malgrado il mio inglese arrangiato, seguono molto attentamente il racconto, accennando, a comprova, la parola “asma”.
Proseguendo e concludendo la storia, riferisco che Giulia, nei momenti di crisi più acuta, si spostava da casa sua a quei gradini nello slargo, vi si sedeva e si tratteneva, dicendo che almeno lì c’era più aria e aveva agio di respirare meglio.
Congratulazioni, da parte degli ascoltatori, per la mia acuta e fresca memoria.
Un approccio di relazione/contatto con ignoti, così occasionale ed estemporaneo, doveva, stranamente se non eccezionalmente, avere un imprevedibile seguito.
Nel pomeriggio, mentre mi predispongo, nel cortile della mia casa di vacanza, ad annaffiare le aiuole e le piante, transitano su via Agostino Nuzzo, verosimilmente diretti all’Acquaviva, i due ragazzi di prima e rallentando, forse per ammirare la mia villetta e la pineta adiacente, mi vedono e riconoscono immediatamente.
D’istinto, dischiudo il cancello, invitandoli a entrare e, in tal modo, prosegue, per un bel pezzo, il nostro colloquio. Chiedono quale sia il mio nome, pronunciando, quindi, Rocco senza difficoltà e, di rimando, mi è dato di conoscere i loro appellativi, Sam e Samantha (il femminile, si precisa, con la h, pronunciato “sementa”).
I due mi confidano, poi, di aver già sperimentato alcune bellezze naturali della zona, soprattutto l’incantevole mare di Marittima e dintorni e di essere intenzionati, nella restante parte della loro vacanza, a visitare anche l’interno del Salento, a cominciare dalla città capoluogo, Lecce.
Da ultimo, io credo opportuno di invitarli a parlar bene di questa terra ai loro conoscenti, parenti e amici, venendo a sapere, con gioia, che in realtà, almeno a San Francesco, il Salento è già abbastanza noto e c’è gente che lo sceglie per le vacanze al mare.
Scambi di saluti sorridenti chiudono e suggellano il cordiale e prospero incontro.
Recandomi ad Andrano per acquistare il pane, noto, seduta sull’uscio di casa, una donna di terza età, intenta a lavorare al ricamo su un panno di stoffa bianca. Anche in questo caso si verifica l’arresto del mio ciclomotore “Scarabeo”, dopo di che parte diretta la domanda alla signora: “A che punto sta ricamando?”. La risposta: “Signuria (lei) non puoi sapere il nome, si tratta di cose antiche”.
E io, a replicare: “No, signora, da ragazzino, sono stato spettatore di lunghe stagioni di ricamo per mano delle mie zie e, lei si meraviglierà, serbo addirittura reminiscenza dei nomi di più di un punto: a giorno, Rodi, raso, ombra, erba, Palestina. Lei, adesso, quale sta usando, me lo dice?”.
Con un sorriso, la donna mi informa che sta eseguendo il punto a giorno, su un’asciugamani destinato a una nipotina (ne ha otto di nipoti, più due pronipoti).
Dopo aver atteso, per un pomeriggio, alla faticosa incombenza del taglio delle erbacce nella Marina ‘u tinente, mi avvio a risalire in macchina per rientrare a casa e, proprio in quel momento, vedo sopraggiungere lentamente, nella medesima direzione di marcia, una carrozzella sospinta da un motore a batteria.
Il mezzo è guidato da Toto Minonne, primo cugino di mia madre, giacché figlio di zio Michele, fratello di nonno Giacomo, e nello stesso tempo mio compare, avendo io tenuto a battesimo, una sessantina di anni fa, uno dei suoi due figli, Vittorio, il quale, attualmente, esercita la professione di medico a Marittima.
Ci scambiamo d‘istinto un saluto vocale a volo; però, non sentendomi appagato, mentre la carrozzella procede pian piano, la raggiungo, mi accosto, apro il finestrino e domando a Toto quanti anni abbia; un attimo di esitazione e il mio parente, nonché compare, pronuncia il numero novantatré.
Gli indirizzo un augurio di buona salute e accelero.
Mi sono appena concesso la prima veleggiata dell’estate 2019, notando, con soddisfazione, che la mia fedele barchetta “My three cats” continua a svolgere dignitosamente la sua parte, anche se mi è fedele compagna sin dall’anno 2000 e per di più, all’epoca, la comprai già usata.
Esperienza di mare breve ma gradevolissima, allietata da tenui refoli di tramontana che tonificano e vivificano il corpo e la mente.
Cosicché, penso e spero di poter effettuare numerose altre uscite, in compagnia, oltre che del mio amico Vitale, anche dei miei figli e nipotini.
Per mia buona sorte, si succedono i calendari, le stesse forze fisiche, ovviamente, ne risentono e però lo spirito si mantiene giovane.
Rocco Boccadamo
Appuntamenti
Patù, torna l’infiorata per la decima volta
I tappeti floreali saranno visitabili fino al 24 giugno giorno in cui a Patù si festeggia San Giovanni Battista…

Un tappeto di fiori lungo 250 metri per celebrare la fede, la bellezza e la forza della tradizione: è questo lo spirito con cui il borgo del sud, sito di interesse archeologico e Bandiera Blu per le sue marine, si prepara alla decima edizione dell’Infiorata, in programma tra sabato 21 e domenica 22 giugno, in occasione della solennità del Corpus Domini.
I tappeti floreali saranno visitabili fino al 24 giugno giorno in cui a Patù si festeggia San Giovanni Battista, offrendo così un’occasione prolungata per ammirare questo capolavoro di arte e fede.
L’Infiorata ha conquistato un posto di rilievo nel panorama culturale salentino
Grazie all’impegno e alla passione della comunità locale, ogni anno la strada principale del borgo si trasforma in un vero e proprio capolavoro floreale, realizzato esclusivamente con fiori e foglie raccolti nei campi.
I bozzetti, ispirati a tematiche religiose e sociali, vengono minuziosamente elaborati e poi riportati in vita grazie al sapiente lavoro di infioratori esperti e volontari. I preparativi iniziano con largo anticipo: si raccolgono fiori di campo, si essiccano petali ed erbe spontanee, ma anche fondi di caffè utilizzati per le sfumature dei volti e dei dettagli.
Un capolavoro a cielo aperto per pregare e stare insieme
I lavori cominceranno nel pomeriggio di sabato 21 giugno, per culminare nella notte con la composizione dei tappeti floreali lungo via Principe di Napoli. La domenica mattina, le opere saranno benedette dal Vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, Monsignor Vito Angiuli, prima della tradizionale processione eucaristica guidata dal parroco don Carmine Peluso.
Un momento corale e silenzioso, in cui il gesto diventa preghiera e l’arte si fa liturgia. Nella notte tra sabato e domenica, tutta la comunità si ritrova per realizzare insieme i quadri: famiglie intere, bambini entusiasti, giovani e anziani.
Un messaggio di inclusione e condivisione
Uno degli aspetti più belli e caratterizzanti dell’Infiorata è il messaggio di inclusione che questa manifestazione pone al centro.
Accanto ai volontari locali e ai ragazzi dell’oratorio, hanno partecipato attivamente anche i giovani ospiti dei progetti sai MSNA e ORD del Comune di Patù, gestiti da ARCI Lecce solidarietà cooperativa sociale.
Insieme ad altri giovani provenienti da progetti attivi in vari comuni del Salento, hanno contribuito alla raccolta dei fiori e al loro trasporto fino a Patù. Un gesto semplice ma potente, che rinnova lo spirito autentico di questa manifestazione: una comunità che si apre, accoglie e costruisce bellezza condivisa e collettiva, petalo dopo petalo.
La notte della Cultura
Durante i giorni di festa, i visitatori potranno esplorare il MAV – Museo Archeologico di Vereto. Un luogo immersivo che racconta la storia del territorio, in particolare quella del misterioso insediamento dei Messapi e dei leggendari resti della città di Vereto.
Per l’occasione, il 21 e il 22 giugno, sono previste visite guidate speciali per gruppi e famiglie in occasione della notte della Cultura che coincide con questi eventi. Il punto di ritrovo è Palazzo Liborio Romano. È possibile prenotare la visita inviando un messaggio al numero 347 640 400 9. Esperti locali vi guideranno in un tour esperienziale alla scoperta del patrimonio culturale patuense.
Attualità
La Provincia pensa ad un’App contro gli zozzoni che abbandonano rifiuti
L’intelligenza artificiale per l’analisi provenienti dall’App, acquisite da privati cittadini e associazioni; 32 fototrappole intelligenti, con cartelli di segnalazione, da installare sul territorio provinciale ad integrazione di quelle già presenti

Un’App per la raccolta, l’elaborazione e il monitoraggio delle segnalazioni relative all’abbandono di rifiuti sul territorio provinciale, consentendo agli organi competenti di collaborare nel processo di monitoraggio e pulizia del territorio.
E’ lo strumento che la Provincia di Lecce intende realizzare con il progetto denominato “Salento pulito d’Amare: sistema integrato per la segnalazione, gestione e monitoraggio dei rifiuti abbandonati nel territorio provinciale”, che punta a contrastare l’abbandono illecito di rifiuti sul territorio provinciale, aree pubbliche e non, mediante l’adozione di strumenti digitali avanzati.
Il presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva, in data odierna, con proprio provvedimento, ha approvato la programmazione delle somme necessarie, pari a 564mila euro. Tali somme rappresentano le economie rivenienti dal Piano di Attuazione per l’Ambiente della Provincia di Lecce, per le quali Palazzo dei Celestini ha presentato proposta di utilizzo alla Regione Puglia nell’ambito della rimodulazione dello stesso Piano.
Elementi innovativi utilizzati (app più software di gestione) saranno: l’intelligenza artificiale per l’analisi preliminare delle immagini provenienti dall’App e acquisite da privati cittadini e associazioni, per consentire di individuare in automatico la tipologia dei rifiuti e l’estensione presunta dell’area oggetto di abbandono; detti dati, poi, saranno opportunamente validati dall’operatore della Polizia Provinciale; 32 fototrappole intelligenti, con cartelli di segnalazione, da installare sul territorio provinciale ad integrazione di quelle già presenti, capaci di monitorare le aree di interesse, di riconoscere automaticamente le targhe dei veicoli e di interagire con il software di controllo della Control Room.
Le fototrappole saranno dotate di connettività 4G per trasmettere in tempo reale immagini e video alla piattaforma centrale. La presenza di un modulo GPS servirà a geolocalizzare con precisione ogni evento rilevato, facilitando così l’intervento tempestivo delle autorità competenti.
L’attivazione automatica al rilevamento di movimenti, grazie a sensori a infrarossi passivi (PIR), permetterà di catturare immagini o video di alta qualità, anche in condizioni di scarsa illuminazione. L’implementazione di queste tecnologie avverrà nel rispetto delle normative vigenti in materia di protezione dei dati personali.
I dati raccolti saranno fruibili attraverso grafici interattivi e mappe tematiche.
Il presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva sottolinea: “La tutela dell’ambiente e la sostenibilità delle risorse sono da sempre una priorità per questa Amministrazione. In tale quadro la gestione efficace del contrasto all’abbandono illecito dei rifiuti è fondamentale ai fini di impatti positivi e significativi sulla salute pubblica, sul decoro urbano, sull’ecosistema. L’adozione di strumenti digitali avanzati per segnalare e poi gestire i rifiuti abbandonati è una risposta concreta all’esigenza di un territorio più pulito e sostenibile, anche in chiave turistica. Elemento cardine è il coinvolgimento attivo di cittadini ed associazioni, non solo nel fare la segnalazione, ma anche nella possibilità di monitorarla, ed essere così parte integrante del processo di tutela ambientale”.
Il sistema si propone i seguenti obiettivi strategici: facilitare l’invio di segnalazioni da parte dei cittadini, attraverso un’applicazione mobile intuitiva e accessibile; garantire la protocollazione automatica e la tracciabilità dell’intero flusso informativo; supportare le attività di controllo e sanzione da parte degli organi preposti, in particolare la Polizia locale, mediante strumenti di analisi e classificazione avanzati, garantendo la tempestività negli interventi di rimozione dei rifiuti, il monitoraggio e la rendicontazione delle attività svolte; rendere interoperabili i dati con sistemi esterni, come il Catasto Terreni gestito dall’Agenzia delle Entrate, per una verifica puntuale della proprietà dei terreni interessati; centralizzare anche le segnalazioni pervenute tramite pec, email, fototrappole o altri canali, creando un archivio unico e strutturato; garantire al cittadino e alle associazioni coinvolte la possibilità di monitorare lo stato della propria segnalazione, promuovendo la partecipazione e la fiducia nell’operato dell’amministrazione.
Appuntamenti
Walter Veltroni stasera a Neviano presenta il libro “Iris la Libertà”
Ispirato alla vita di Iris Versari, l’autore compone un romanzo di amore e di lotta, narrandoci senza sconti di quei ragazzi che hanno scritto la Storia con il sangue e con il coraggio…

“Un festival per tutte e per tutti”
La rassegna itinerante dedicata ai libri quest’anno fa tappa in tredici comuni del Salento, tra piazze, giardini, castelli e belvedere sul mare, ospitando alcuni degli autori più amati
Aradeo, Castrignano Dei Greci, Collepasso, Corigliano D’Otranto, Cutrofiano, Galatone, Gallipoli, Muro Leccese, Nardò, Neviano, Racale, Specchia e Tricase, tutti in provincia di Lecce, a cui si aggiunge uno speciale appuntamento nello storico store Candido 1859 di Maglie.
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Prosegue la XV edizione del “Salento Book Festival” che fa tappa quest’anno in tredici comuni salentini e ha preso avvio ieri, martedì 17 giugno 2025, da Nardò, con ospite Alessandro D’Avenia.
Domani, giovedì 19 giugno appuntamento a Neviano, alle ore 21, in Piazza Concordia. Ospite Walter Veltroni che presenta il libro “Iris, la libertà” (Rizzoli).
Ispirandosi alla vita di Iris Versari, in queste pagine l’autore compone uno straordinario romanzo di amore e di lotta, narrandoci senza sconti di quei ragazzi che hanno scritto la Storia con il sangue e con il coraggio.
La rassegna legata ai libri, per tutta l’estate porterà tra piazze, giardini, castelli e belvedere sul mare alcuni degli scrittori e delle scrittrici più amati, ma anche professionisti e personalità del mondo del giornalismo, della cultura, della musica, dello sport, dello spettacolo che presentano i propri lavori editoriali.
Quest’anno “La Festa dei Libri, la Movida dei Lettori” fa tappa ad ARADEO, CASTRIGNANO DEI GRECI, COLLEPASSO, CORIGLIANO D’OTRANTO, CUTROFIANO, GALATONE, GALLIPOLI, MURO LECCESE, NARDÒ, NEVIANO, RACALE, SPECCHIA e TRICASE, e uno speciale appuntamento nello storico store Candido 1859 di Maglie e un altro extra Salento, nella sede del Consiglio Regionale della Puglia, a Bari, a novembre.
Il SBF si caratterizza fin dalle origini per un programma capace di raggiungere pubblici diversi e alternare la riflessione sui temi più discussi dell’anno, sui diritti sociali e civili, sulla politica, sulla storia più o meno recente, e l’intrattenimento.
È “Un festival per tutte e per tutti”, come richiama il claim 2025, ricordando la storia di una rassegna ormai iconica, giunta alla 15esima edizione, con un format da sempre semplice e riconoscibile che porta nelle piazze pubblico, libri, autori e storie.
Gli appuntamenti del SBF sono ad ingresso libero.
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