Attualità
Donare gli organi per donare la vita
Sono 60mila in Europa le persone in lista d’attesa per ricevere un organo… per riconquistare la vita. Più di quaranta sono gli anni passati dal primo trapianto di cuore, e di certo i progressi
Sono 60mila in Europa le persone in lista d’attesa per ricevere un organo… per riconquistare la vita. Più di quaranta sono gli anni passati dal primo trapianto di cuore, e di certo i progressi nel campo della donazione di organi sono stati incredibili. Purtroppo la disponibilità di organi non è tale da soddisfare tutti i pazienti che necessitano di trapianto, tanto che sono circa 4mila (!) i decessi europei ogni anno a causa della mancanza di organi. Vi abbiamo elencato una serie di numeri, significativi, ma che sicuramente non possono nemmeno lontanamente riassumere l’efficacia e la grandezza di un trapianto. Ci pensate? Donare un organo è donare nuovamente la vita a una persona, una vita che sembrava ormai una battaglia persa, e che può tornare a risplendere grazie ad un gesto di grande umanità ed umiltà da parte di uno sconosciuto benefattore. E sì, precisiamo che la legge impone il divieto assoluto che si sappia il nome del donatore dell’organo in caso di trapianto. La mancanza di organi è però ancora un problema serio, che nasce da un’inconsapevolezza da parte della gente e da un’informazione non ben ramificata. Insomma, pare di capire che il consenso per l’espianto di organi, in caso di decesso, non faccia ancora parte pienamente della cultura della gente, spaventata dal solo pensiero della morte. Come dire: “Non voglio proprio pensare ad una possibilità che io possa morire, seppur donando gli organi, sia mai” e scattano le solite toccate di ferro, le immancabili grattatine e i corni rossi stretti fra le mani. Eppure basterebbe una semplice riflessione che ammetta un’eventualità malaugurata: dare il proprio consenso per l’espianto non allevierà naturalmente il dolore dei cari che avranno perso un congiunto, ma darà una gioia immensa a chi ha bisogno di organi. Avremmo inconsciamente ridato la vita ad una persona che sembrava senza speranza! E chi meglio della coriglianese Rita Cuna, oggi presidente della Sezione pugliese dell’Associazione Italiana Trapiantati di Fegato, che ha vissuto sulla propria pelle un trapianto, avrebbe potuto spiegarci questo concetto? “La mia è una storia bellissima, provo davvero piacere a raccontarla a distanza di tanto tempo e mi sento fortunata ad essere ancora in vita. Ho ricevuto un dono. Maggio 2001: mentre ero al lavoro mi sentii male e presto entrai in coma epatico; mi fu riscontrata un’epatite fulminante e avevo bisogno urgente di un altro fegato. Per me scattò il “codice zero”, avevo la precedenza su tutti”, racconta la signora Cuna, che avrebbe avuto non più di 48 ore di vita senza l’efficienza del fegato. “Il mio nuovo fegato arrivò subito a Taranto dove subii un intervento di 12 ore, con due arresti cardiaci, tutto questo mentre ero in dialisi per malfunzionamento renale. Dopo venti giorni mi risvegliai e… finalmente capii tutto quello che mi era accaduto. Ma solo quando tornai a lavorare, dopo appena tre mesi di riposo, realizzai la grandezza del dono che mi era stato fatto, da uno sconosciuto, che non potrò mai ringraziare: un fegato, la vita!”. Rita Cuna, precisando l’importanza dell’attività dell’Aitf, che sostiene spese per specializzandi all’estero in questa branca della chirurgia, e ricordando che esiste un protocollo d’intesa fra Asl e alcuni Comuni per la dichiarazione di volontà all’espianto, invita a “firmare il consenso, non avendo paura dell’eventualità, perché solo dopo aver vissuto una situazione del genere ci si rende conto dell’importanza e della provvidenzialità di un organo a disposizione. E di organi c’è davvero tanto bisogno”. La donazione di un organo è strettamente connessa a quella del sangue che non è mai abbastanza: “La mancanza di sangue rappresenta un ostacolo insormontabile nel trapianto di organi. Per un trapianto di midollo osseo occorrono almeno 16 o 20 unità di sangue e suoi derivati, per non parlare di un trapianto di fegato, per cui se ne ha bisogno di non meno di una cinquantina. La ricerca medico-scientifica sta ottimizzando l’uso delle risorse di sangue, ma i donatori sono sempre fondamentali!”, chiarisce Mimina Sergi, presidente della Fidas di Gagliano del Capo, organizzatrice a tal proposito dell’evento “Donare la vita… oltre la vita” tenutosi lo scorso 28 gennaio a Gagliano del Capo. “Non ci sono campagne ad hoc atte a far capire l’importanza del sangue donato, che va oltre l’immaginabile. Una corretta sensibilizzazione, che passa attraverso l’informazione, farebbe capire alla gente che il sangue, come gli organi, è una prima necessità!”. Sulla stessa lunghezza d’onda, il dr Mario Gallucci, medico coordinatore della donazione in sala operatoria, spiega: “Donare gli organi in caso di morte è utilissimo e ora più che mai semplice: basterà lasciare una memoria scritta con modulo inviato al Ministero della Salute. Il modulo di consenso può essere stilato e firmato presso la propria Asl, che si occuperà di farlo arrivare al Ministero. La telematica poi, permette che tutto sia più veloce e semplice, così che i medici possano verificare agilmente e in piena sicurezza il consenso all’espianto da parte del deceduto!”. Il Dr Gallucci, che presiede incontri nelle scuole per responsabilizzare i giovani verso un’eventuale donazione, propone tre validi motivi perché i ragazzi acconsentano: “E’ una dimostrazione di grande apertura mentale, oltre che di immensa solidarietà. Pensare, poi, che si possa riconcedere la vita ad una persona, magari giovane, in difficoltà, è tutto dire. Inoltre, i familiari saranno certamente felici di vedere gli organi del proprio figlio che vivono in un’altra persona. Spesso la paura di incappare in giri malavitosi di compravendita illegale e clandestina di organi rappresenta un freno a dare il consenso: mi sento di dire che questa paura, per lo meno in Italia, non deve esistere perché le leggi e i controlli sono rassicuranti”.
Stefano Verri
Attualità
Tricase: “I lavori in via F.lli Allatini un bel pasticciaccio”
L’intervento dei consiglieri di minoranza Carità, Ciardo e Baglivo
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I consiglieri comunali di minoranza del Comune di Tricase Giovanni Carità, Armando Ciardo, Antonio Luigi Baglivo intervengono con una nota sulla situazione riguardanti i lavori in corso in via Fratelli Allatini.

Capita spesso, soprattutto quando si ricopre il ruolo di Consiglieri Comunali di opposizione, di uscire di casa e scoprire l’apertura di nuovi cantieri pubblici. Raramente capita di essere chiamati alla condivisione di un’idea, di un progetto, di una visione della città. Ovviamente, non è questo il caso dei lavori in via Fratelli Allatini e, a dire il vero, di tanti altri casi, come accaduto di recente per il cantiere di via Lecce.
Preso atto dell’inizio dei lavori in via Fratelli Allatini, per quello che compete al nostro ruolo, abbiamo immediatamente protocollato una interrogazione consiliare in data 21/11/2025 (prot. N. 00023283). L’interrogazione è stata calendarizzata per il Consiglio Comunale del 26/11/2025 e in quella sede discussa. La discussione è agli atti, pubblica e visibile sul canale istituzionale del Comune di Tricase.
Nel corso del dibattito abbiamo evidenziato le nostre perplessità, facendo spesso riferimento al rispetto del PEBA (Pieno di Eliminazione delle Barriere Architettoniche), esposto le potenziali criticità e chiesto certezze sulla futura viabilità. Il Sindaco, che ricopre anche il ruolo di Assessore ai Lavori Pubblici, ha risposto illustrando il progetto e dando garanzie sul rispetto del PEBA e sulla realizzazione dell’opera in funzione soprattutto del rispetto dei pedoni.
Questo è quanto avvenuto, nulla di più ma neanche nulla di meno. L’opposizione, che pare essere il problema di Tricase, ha svolto il suo ruolo, per quello che le compete.
Passiamo ora alle valutazione politiche, che poi sono quelle più importanti. L’opera in corso in via Fratelli Allatini parte da lontano, come da lontano vengono le tante criticità di questa nostra città. Come sempre manca una visione realistica e concreta di ciò che serve, ma anche di ciò che non serve e che paradossalmente peggiora la qualità della vita di tutti noi.
La strada in questione è una delle arterie viarie più importanti di Tricase. E’ situata nel mezzo di un quartiere fatto di uno stretto reticolato di strade parallele e perpendicolari alla stessa. Stradine frutto di una politica disastrosa e che tuttavia fungono anche come parcheggio per i residenti. Persone che li vi abitano e che continueranno ad abitarci. Un quartiere con un’alta densità demografica sul quale insistono anche diverse attività commerciali.
Preso atto di questo e anche delle difficoltà che l’area sopporta, a nostro parere, sarebbe stato necessario, e forse ancora lo è, soffermarsi sul da farsi con la giusta cautela, senza cedere alla cieca e disastrosa politica del fare tanto per fare.
In conseguenze di queste nostre pubbliche riflessioni e delle ulteriori criticità emerse, in particolare in via Massa e via Micetti, invitiamo il Sindaco, la Giunta e i colleghi di maggioranza ad una riflessione seria, urgente e pubblicasull’intero intervento.
Attualità
Con le donne, per le donne a Salve: Salento in Rosa
Da oggi la mostra organizzata dall’Istituto comprensivo Salve Morciano Patù che sarà intitolato a Renata Fonte. Venerdì 5 convegno con la rettrice di UniSalento Maria Antonietta Aiello, il Commissario della Polizia di Taurisano Federica Mele, l’imprenditrice Tina De Francesco e Viviana Matrangola (figlia di Renata Fonte)
Il convegno “Salento in rosa: Donne di Coraggio” è l’iniziativa che l’Istituto comprensivo Salve Morciano Patù organizza nell’ambito della staffetta promossa dalla rete de Il Veliero parlante “Donne coraggio”, nata per celebrare storie di donne visionarie e rivoluzionarie.
Nella Scuola Secondaria di via Rosenberg, oggi si inaugura una mostra (aperta al pubblico fino al 5 dicembre) che presenterà storie, esempi di passione civile e di sfida ai pregiudizi: un’occasione per mettere al centro le donne non solo nella giornata del 25 novembre.
Al termine della mostra, alle ore 10 di venerdì 5 dicembre, quattro figure femminili che si sono distinte nel panorama socio-culturale ed istituzionale si confronteranno e si racconteranno.
Tenacia, talento e impegno nella loro cassetta degli attrezzi, a testimoniare un duro lavoro e anche un bagaglio di esperienze da trasmettere alle nuove generazioni.
Interverranno Maria Antonietta Aiello, (Rettrice dell’Università del Salento), Federica Mele (nuovo Commissario capo di Polizia a Taurisano), l’imprenditrice Tina De Francesco (dell’azienda DFV) e Viviana Matrangola, figlia di Renata Fonte.
A quest’ultima, prima donna vittima di mafia, assassinata più di 40 anni fa per aver difeso quel meraviglioso lembo di costa che grazie a lei oggi è il Parco Regionale di Porto Selvaggio, sarà denominato l’Istituto comprensivo Salve, Morciano Patù.
La conferma arriva dal dirigente scolastico Gianni Sergi: «Intitoleremo la scuola ad una donna salentina che ha pagato col sangue l’amore per la propria terra. La nostra scuola continuerà nel solco del suo esempio a educare al rispetto delle persone, dell’ambiente e della legalità».
Per le nuove generazioni che si affacciano in un mondo sempre più complesso, il convegno, la mostra, il confronto con donne che ce l’hanno fatta possono rappresentare un modello, un faro puntato sui diritti necessari e non negoziabili, che la scuola vuol tenere sempre acceso.
Come sottolinea il Dirigente, «oggi la scuola non può e non deve rimanere neutrale di fronte a queste tematiche. Il nostro Istituto è impegnato quotidianamente non solo nell’istruzione ma anche nell’educazione dei suoi allievi alla cittadinanza attiva, al rispetto e al riconoscimento del valore inestimabile del contributo femminile in ogni ambito della società. Il coraggio di cui parliamo è la forza quotidiana di resistere, di studiare, di lavorare e di credere nei propri sogni».
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Attualità
Aldo, Giovanni e Giacomo hanno un messaggio per Tricase
Un simpatico video destinato a Tricase da parte del mitico trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo.
Il messaggio, indirizzato ai tricasini in vista del film Attitudini, in uscita al cinema, è stato recapitato al sindaco De Donno dalla regista della pellicola, Sophie Chiarello, passaporto francese, corsanese d’origine.
Ecco il video in cui il trio ironizza sul nome di Tricase e confida di essere…”culo e camicia” col primo cittadino.
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