Attualità
In crescita le imprese salentine: nel III trimestre più 451
L’imprenditoria salentina continua ad essere “vitale” e la provincia di Lecce è nuovamente al top della classifica nazionale stilata da Unioncamere, occupando il secondo posto preceduto da Pisa
L’imprenditoria salentina continua ad essere “vitale” e la provincia di Lecce è nuovamente al top della classifica nazionale stilata da Unioncamere, occupando il secondo posto preceduto da Pisa. Questo risultato è stato ottenuto grazie a un tasso di crescita trimestrale pari a + 0,62% scaturito da 1.295 nuove imprese iscritte e da 844 cessate che hanno originato un saldo positivo di 451 imprese. La base imprenditoriale salentina quindi al 30 settembre 2011, ha raggiunto le 73.189 imprese e 83.984 localizzazioni.
I settori
In relazione all’andamento della nati-mortalità riferita ai singoli settori, questa non può che essere approssimativa in quanto su un saldo di 451 imprese, ben 442 sono le imprese non classificate, per cui è impossibile stabilire quali settori abbiano avuto risultati più o meno apprezzabili, sino a quando le imprese non dichiareranno l’inizio di attività. A titolo meramente indicativo l’agricoltura segna un saldo negativo pari a 34 imprese, analogamente al comparto manifatturiero che perde 38 unità produttive. Al contrario, invece, le costruzioni registrano un saldo positivo pari a 23 unità, analogamente al settore commercio con 37 imprese in più e le attività dei servizi di alloggio e ristorazione (+10). Analizzando le variazioni dello stock dei singoli settori, i segni dei dati di flusso, sia negativi che positivi, sono confermati. Il comparto agricolo, infatti, registra una diminuzione del 2,50% e le attività manifatturiere del – 1,49%, mentre sia le costruzioni che il commercio registrano un aumento rispettivamente dell’1,58% e del 2,47%. Considerando il peso percentuale dei singoli settori sul totale delle imprese, è il commercio che incide maggiormente con un peso del 30,57% che rappresenta a poco meno di un terzo del totale delle imprese (il dato nazionale è del 25,36%); il settore dell’edilizia ha un impatto sul totale del 14,54% in linea con il dato nazionale (14,85%), il comparto agricolo incide per il 14,15% (13,78% il dato Italia), mentre le attività manifatturiere per il 10,10% (10,15% il peso del settore sul totale nazionale).
Le imprese artigiane
Tra luglio e settembre sono nate 326 imprese artigiane a fronte di 271 chiusure, per un saldo positivo di 55 unità e un tasso di crescita pari a +0,28%. Al 30 settembre 2011 le imprese artigiane ammontano complessivamente a 19.463 unità, di cui il settore più rappresentativo è costituito dalle 7.572 imprese del comparto delle costruzioni, a seguire le attività manifatturiere che contano ben 4.765 imprese a le altre attività di servizi pari a 2.838 imprese. Nel trimestre considerato si sono registrati saldi negativi per le attività manifatturiere (-15), positivi invece per il settore delle costruzioni (+ 30), per le altre attività di servizi (+21), e le attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+14).
I dati comunali
In ambito provinciale il comune più dinamico è stato quello di Nociglia con un tasso di crescita del 2,70%, seguito da Porto Cesareo (2,63%), Specchia (2,49%) e San Cesario di Lecce (2,18%). Il comune, invece, che ha registrato il peggior tasso di sviluppo è stato Castrì di Lecce con – 1,33%, preceduto da Cutrofiano (-0,88%), Palmariggi (0,77%) e Spongano (-0,72%). In termini assoluti il maggior contributo al saldo è venuto da Lecce con 59 nuove imprese, seguito da Galatina (24) e a pari merito con 18 imprese Gallipoli, Tricase e Porto Cesareo. Negativo il contributo al saldo di Veglie e Cutrofiano, entrambi con -6 aziende, e di Racale, Castrì, Acquarica con -3 unità imprese.
Attualità
Meteo, da mezzanotte allerta arancione sul Salento
Protezione civile: “Per le prossime ore, un bollettino meteorologico con avverse previsioni e rischi di forti piogge, grandinate, vento e temporali…”

La protezione civile, gestione emergenze, ha diramato, per le prossime ore, a partire da mezzanotte, un bollettino meteorologico con avverse previsioni e rischi di forti piogge, grandinate, vento e temporali.
Il bollettino recite: “Precipitazioni da sparse a diffuse, a prevalente carattere temporalesco specie sui settori meridionali, con quantitativi cumulati generalmente moderati, fino a puntualmente elevati;
Sparse, anche a carattere di rovescio o temporale, sui restanti settori, con quantitativi cumulati moderati.
I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità , frequente attività elettrica (fulmini), locali
grandinate e forti raffiche di vento“.
Appuntamenti
INPS – Lecce, Rendiconto sociale
Presentazione domani nella sala convegni della Camera di commercio

Sarà presentato domani (giovedì 16 ottobre, alle ore 9,30, nella sala convegni della Camera di Commercio) il Rendiconto sociale INPS – Lecce.
In programma i saluti istituzionali da parte del presidente della Camera di commercio Mario Vadrucci, del presidente della Provincia Stefano Minerva, del sindaco di Lecce Adriana Poli Bortone.
Introdurrà i lavori il presidente del comitato provinciale Inps di Lecce Massimo De Giorgi. A seguire la presentazione del Rendiconto da parte del direttore Inps di Lecce Giuseppe Garrisi.
Interverrà Davide Stasi, responsabile dell’Osservatorio Economico “Aforisma School of Management” che ha condotto un’indagine socioeconomica sulla provincia di Lecce.
Sono previsti i contributi della presidente del Comitato regionale Inps di Puglia Nadia Polito e della direttrice regionale Inps di Puglia Benedetta Dito.
Dopo gli interventi delle parti sociali, concluderanno i lavori i componenti del consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) Angela Caracciolo e Franco Rampi.
Coordinerà gli interventi Antonio Tommasi, direttore provinciale vicario Inps di Lecce.
Il Rendiconto sociale è il più importante e dettagliato strumento con cui il consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) dell’Inps, nell’esercizio delle sue funzioni, mette a disposizione delle istituzioni e degli altri enti pubblici, delle parti sociali, degli istituti di ricerca e di istruzione e dei cittadini, un insieme di dati e informazioni che riguardano l’attività complessiva dell’Istituto nell’anno di riferimento, per quanto concerne sia le prestazioni erogate, sia gli elementi che attengono alla qualità e all’efficacia dei servizi nel rapporto con l’utenza, i cittadini e le imprese.
Sono raccolti i dati sociodemografici che caratterizzano il territorio, il numero e il valore delle prestazioni erogate dall’Istituto, come le pensioni, gli ammortizzatori sociali e gli altri interventi di sostegno alla famiglia e di inclusione sociale, l’andamento delle entrate contributive, la qualità del rapporto con l’utenza e il contenzioso.
Il Rendiconto sociale rappresenta anche un importante strumento attraverso cui il Civ esercita la funzione di vigilanza sull’attività dell’Istituto, nell’ottica che gli compete in quanto organo di rappresentanza delle parti sociali, dei lavoratori e delle imprese.
Anche le sedi regionali si dotano di un proprio rendiconto regionale, che rappresenta il valore creato dall’Istituto nelle regioni, attraverso dati e informazioni sul sistema di protezione sociale, in una logica di servizio al territorio e di colloquio con le comunità.
Dal 2022, inoltre, su iniziativa del consiglio di indirizzo e vigilanza, anche le sedi provinciali presentano i propri rendiconti provinciali, redatti dai comitati provinciali Inps, in collaborazione con le rispettive direzioni, ove si espongono i dati locali sui servizi dell’Istituto, destinati direttamente ai cittadini del territorio di riferimento.
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Attualità
«Lì non è come qui…»
Il racconto di Diana D’Agata, veterinaria salentina, costretta a vivere lontano da casa per veder riconosciuta la propria dignità di lavoratrice e uno stipendio consono. «Il Salento? Mi mancano il clima, il sole e il mare. Ma ci tornerò solo una volta in pensione»

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«A Lecce, un giorno di lavoro poteva anche valere la miseria di cinque euro, il costo di una prestazione sanitaria» ha raccontato al Corriere, la giovane veterinaria salentina Diana D’Agata (foto in alto, durante una sua vacanza in Salento).
Si è trasferita in Inghilterra nel 2015, per il momento si accontenta di circa 3mila sterline (poco meno di 3.500 euro) ma solo perché ha «deciso di calibrare l’orario di lavoro alle esigenze famigliari. Una casa da portare avanti, due figlioletti e un marito, per quanto fonte di gioia, restano un impegno non indifferente per una donna, madre e moglie».
«Quando sarà il momento», spiega la salentina, «potrò puntare ad uno stipendio anche molto più alto, fino a 60mila-80mila sterline, perché qui al merito, all’impegno, soprattutto ai titoli di studio, di specializzazione, ai master, si dà molta importanza. Con rammarico devo dire che è un altro mondo, non solo rispetto a Lecce, ma credo pure in confronto al sistema italiano che non offre le stesse possibilità di crescita e affermazione professionale».
«In Salento», prosegue nel suo racconto al Corriere Diana D’Agata, «non avevo nemmeno un conto corrente, non avrei saputo che farmene, visti gli scarsi guadagni».
Invece, appena giunta in Inghilterra trovò subito un impiego nel settore del controllo della qualità delle carni.
Fu cooptata da un’agenzia interinale e spedita sul luogo di lavoro con un’ottima paga, affiancamento e telefonino di servizio. Cose… dell’altro mondo. Almeno per l’Italia!
«Quando era ancora a Lecce», ricorda la professionista, «lavoravo in un centro veterinario per pochi euro al giorno e, ovviamente, ero insoddisfatta con in mano una laurea. Ma non era colpa del mio datore di lavoro, quanto del sistema. Certo, in Italia il sistema è un freno per le carriere, per i giovani anzitutto. Manca spesso il riconoscimento del merito. Un veterinario può mai lavorare per cinque euro al giorno?».
Altra musica oltremanica: «Sono stata assunta in una clinica veterinaria. Mi pagano bene. Ho potuto scegliere l’orario di servizio e persino il giorno libero. Ovviamente la paga è commisurata alle ore lavorative che io ho facoltà di ampliare o diminuire quando voglio, in base alle mie necessità».
Ovviamente dell’Italia e del Salento, in particolare, le mancano «il clima, il sole, il mare. Ma qui lavoro e sono felice sono felice. Chi lo sa, una volta in pensione, forse, tornerò in Salento»
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