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Italia Nostra: “Il TAR di Lecce ferma definitivamente il mega impianto fotovoltaico di 45 ettari in Contrada Miggianello e salva il Salento!”

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Il TAR di Lecce dopo il blocco iniziale imposto ai lavori, con sentenza pubblicata il 16 aprile 2010 ha stracciato definitivamente le autorizzazioni regionali e comunali concesse al mega-impianto fotovoltaico di 45 ettari in Contrada Miggianello, esteso nei feudi di Scorrano, Botrugno, Sanarica e Muro Leccese. La bella contrada rurale ed il paesaggio circostante sono salvi; fermato il processo di desertificazione artificiale e vetrificazione dei suoli agricoli che i lavori iniziati stavano tristemente inaugurando! Italia Nostra, che attraverso il suo Avvocato Donato Saracino, ha sostenuto il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale, avverso alla Regione Puglia e alla ditta fotovoltaica tedesca Schuco implicate nei fatti, esprime tutta la sua gioia per l’attesa sentenza, che fissa uno storico macigno giudiziario contro la “corsa all’oro” per l’accaparramento degli incentivi pubblici e dei “certificati verdi” elargiti lautamente alle ditte che si dedicano alla produzione di energia dal sole con l’aberrante pratica di ubicazione dei pannelli captanti al suolo; una pratica che stava portando alla totale devastazione e sfigurazione il territorio salentino, con la complicità colpevole della politica regionale, che, in combutta con le lobby dell’energia, ha presentato il Salento agli speculatori internazionali come l’Eldorado da colonizzare, devastandolo ed intascando i soldi degli stessi cittadini beffati, sedati da un marketing e da una pubblicità, sostenuta dagli stessi politici, mirante a nascondere i forti impatti ambientali di questi estesi impianti, sotto il velo mistificatore di “energie pulite”, che in queste forme “pulite” non sono più! Non sono più “pulite” sia dal punto di vista ambientale e paesaggistico, data anche la cancellazione della biodiversità e l’uso spesso di erbicidi con la morte dei suoli e della loro fertilità e l’inquinamento delle acque, sia dal punto di vista morale, dato che si stavano favorendo le produzione energetiche accentrate nelle mani di grosse ditte, con grossi impianti impattanti, secondo logiche mediate dal sistema energetico delle multinazionali produttrici di energia da fonti fossili, e non invece la micro-generazione diffusa per l’autoproduzione di energia con pannelli fotovoltaici posti sui tetti, che da invece ricadute economiche dirette per le famiglie e impatti nulli o quasi, e che rappresenta uno dei principali fattori di vera eco-compatibilità nella novità rivoluzionaria delle fonti energetiche rinnovabili. Non solo, con la pratica politica regionale le energie pulite sono state sporcate anche dal punta di vista della legalità; lo dimostra la recente sentenza della Corte Costituzionale di fine marzo, che ha dichiarato incostituzionali alcuni punti cardine della Legge Regionale 31/08, che avevano portato ad una forte deregolamentazione nel settore delle autorizzazioni per grossi impianti fotovoltaici, con effetti così preoccupanti per il territorio, date le miriadi di progetti presentati nell’arco di pochi mesi da ogni dove in Puglia, che la stessa ARPA Puglia, l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e l’Ambiente, è intervenuta per lanciare un grido di allarme, ed invitare ad interrompere, anche con una moratoria urgente di tutti i progetti presentati, quello che si configura come l’innesco di uno stato di calamità ambientale, un disastro annunciato e artificiale dalle prevedibili catastrofiche conseguenze! Ma lo dimostra anche la sentenza del TAR Lecce in merito all’impianto fotovoltaico della ditta Schuco in questione! Uno dei principali motivi accolti dal TAR Lecce, infatti, per fermare l’enorme costoso impianto, è connesso alla condotta fraudolenta che vede coinvolta la ditta, ma le cui colpe vanno ripartite con la Regione ed i comuni coinvolti, che ben potevano e avevano il dovere di vigilare e accorgersi di quanto stava avvenendo e degli artifizi illegali utilizzati dalla ditta per facilitare l’ottenimento delle autorizzazioni ed intascare i lauti incentivi pubblici; per cui oggi si configura una vera e propria frode ai danni dell’erario pubblico favorita da funzionari e democratici rappresentanti di stessi enti pubblici! Veniamo al fatto: la ditta fotovoltaica aveva suddiviso il vasto complessivo impianto previsto nella contrada rurale Miggianello, in 4 impianti contigui, due di potenze inferiori ad 1MegaWatt, per i quali l’autorizzazione era comunale grazie al punto dichiarato oggi incostituzionale nella Legge R. 31 dalla Suprema Corte, e due di potenze di 7,6 MW e di 5,65 MW, per i quali erano state date le autorizzazioni dalla Regione con due determine aventi numero di protocollo sequenziale, motivo che aggrava la complicità della Regione che, nella concessione di così importanti autorizzazioni, non ha voluto approfondire le correlazioni spaziali e legali tra i due maxi sotto impianti. Per la presentazione delle domande di autorizzazione dei due più grandi sotto impianti, la ditta ha poi creato ad hoc, due sotto ditte maschera con nomi differenti legati a toponimi del luogo (Miggianello e Scorrano), ma di fatto non diverse dalla ditta Schuco, avendone lo stesso amministratore delegato e la stessa sede legale, nonché essendo interamente partecipate da Schuco! Queste ditte definite “società di scopo” dal TAR, servivano solo per meglio eludere eventuali controlli a livello regionale oleandone i passi autorizzativi burocratici. La procedura complessiva della “artificiosa frammentazione, parcellizzazione surrettizia”, come l’ha definita il Tar stesso, permetteva così di presentare progetti per impianti di potenze inferiori a quelle della soglia al di sopra della quale, per gli impianti, occorre la sottoposizione a VIA, la laboriosa, giustamente lunga ed incerta negli esiti Valutazione di Impatto Ambientale, che permette maggiori garanzie per l’ambiente, per il rispetto del paesaggio e i beni culturali, e soprattutto per la salute dei cittadini, ed una più democratica partecipazione delle comunità locali che così è del tutto mancata! Se non si fosse seguito lo stratagemma della suddivisione artefatta del maxi impianto, esteso quasi quanto lo stesso abitato di Scorrano, le potenze complessive sarebbero state superiori a quelle soglie stabilite dalla legge, e l’impianto avrebbe dovuto affrontare la doverosa VIA ad oggi elusa. Per questo il TAR, affermando la necessità che la ditta ripresenti ex novo la domanda di autorizzazione per l’impianto complessivo in Regione, cosicché lo si possa sottoporre finalmente a VIA, non è intervenuta nel merito dei numerosissimi punti sollevati dalla nostra associazione nel ricorso, sulle tipicità già protette o degne di massima protezione, dal punto di vista culturale, ambientale e paesaggistico presenti nei luoghi, ed ignorate totalmente dai comuni coinvolti e dalla Regione, rimandandone l’approfondimento e la migliore considerazione degli stessi nella fase di procedura di VIA cui categoricamente l’impianto va sottoposto complessivamente, incluse anche le due porzioni inferiori ad 1MW di autorizzazione comunale e in feudo di Scorrano, e contigue agli impianti maggiori, a loro volta contigui tra loro. Anche per queste ultime porzioni di impianto, di potenze inferiori al MW, ora il Comune di Scorrano, diffidato dalla nostra associazione, dovrà necessariamente intervenire in regime di autotutela ritirandone le autorizzazioni, anche a seguito di questa sentenza, ma anche a seguito della sentenza di incostituzionalità della Corte Costituzionale di quei punti della Legge R. 31 del 2008, per i quali impianti fotovoltaici di potenze superiori a 20 kiloWatt ed inferiori a 1MegaWatt, come nel caso di specie, era giudicata sufficiente l’autorizzazione comunale, bypassando la Regione. La ditta Schuco dovrà ovviamente ripristinare lo stato dei luoghi, dove già qualche pannello in fretta e furia era stato ubicato al suolo, prima della sospensione preventiva imposta dal Tar Lecce al cantiere. Tutto questo pur palese ed evidente “castello di carte” creato ad hoc per accedere a finanziamenti pubblici, è stato scoperto, denudato e denunciato attraverso l’ottimo lavoro dei legali e tecnici volontari di Italia Nostra. Ci chiediamo dunque, dove sono state le istituzioni in tutto ciò, gli uffici di controllo, le forze dell’ordine? Cosa sarebbe avvenuto se non ci fosse stato l’impegno della gente che si è sollevata e si sta sollevando in tutto il Salento contro la speculativa devastante e fraudolenta condotta che sta connotando l’immondo e paradossale business delle energie rinnovabili industriali, che distrugge il Salento per, si sostiene pubblicitariamente in maniera menzognera, salvare il pianeta, impoverendo tutti e rimpinguando le tasche e i conti bancari di pochi, creando la falsa illusione di lavoro, falsa ad impianti ultimati, data la loro altissima automatizzazione? Urge adesso una riflessione profonda di tutti gli enti coinvolti, Regione Puglia in primis, su quanto sta avvenendo. Urge fermare alla radice l’origine di tutta questa follia, attraverso il divieto categorico di ubicazione di pannelli fotovoltaici al suolo, tanto più in una Puglia, area verde in cui non esistono, non esistono se non nella mente di bugiardi ed ignoranti, deserti naturali, né aree degradate che non possono essere rinaturalizzate! I pannelli fotovoltaici devono essere ubicati solo sulle superfici dei tetti delle abitazioni moderne, sulle tettoie di parcheggi o altre strutture, e sui capannoni industriali, superfici queste sì biologicamente morte. Una campagna nazionale è ormai mobilitata per chiedere a livello parlamentare lo stop al consumo del territorio (Gruppo “Stop al Consumo del Territorio”, legato al circolo dei “Comuni Virtuosi” d’Italia), sono state presentate in merito diverse interrogazioni parlamentari, e la questione pugliese dell’aberrante ed immorale fotovoltaico al suolo, che innalza prioritariamente la produzione industriale di energia elettrica, al di sopra della tutela della biodiversità, e della produzione dal sole dei prodotti silvo-agro-pastorali, è ormai approdata con autorevoli articoli di protesta, su tutte le più importanti testate giornalistiche nazionali, (come in prima pagina su “La Repubblica”, il 17 aprile 2010, articolo dal titolo “Pannelli solari via dalle campagne!”). Così invitiamo la ditta Schuco a procedere ad un cambiamento radicale del business che intende sviluppare nel Salento, attraverso l’intercettazione di privati o enti pubblici per l’ubicazione dei pannelli sui tetti delle loro abitazioni o capannoni aziendali o edifici pubblici, sviluppando delle convenzioni favorevoli ad entrambi, impegnandosi a rimuovere al più presto gli eventuali pannelli già ubicati al suolo. La invitiamo, se davvero è stata mossa da motivazioni virtuose e volte al rispetto del Pianeta, a bonificare rapidamente il sito di Mass. Miggianello dai cavi, pannelli e tralicci di sostegno già in piccola parte apposti, e a rimboschire ulteriormente con essenze autoctone i luoghi rurali che stava per destinare all’industria dell’energia. Anche per i rimboschimenti sono previsti incentivi pubblici correlati sempre al Protocollo di Kyoto, non solo per chi devasta e produce energia elettrica da fonti rinnovabili con forme industriali; e troviamo giusto in luoghi verdi e di importanza paesaggistica, come il Salento, dove il paesaggio è vita, qualità di vita, ed economia turistica, rimboschire anziché produrre ulteriore energia in forme così impattanti ed industriali, per ottemperare ai doveri imposti dalla ratifica da parte dell’Italia dell’internazionale Protocollo, tanto più in una Puglia che già produce ben oltre il proprio fabbisogno l’energia elettrica con gravi conseguenze per la salute pubblica dei locali, anche solo da elettrosmog! Così, se davvero la società è, come dichiara, motivata dalla volontà di portare benessere e posti di lavoro nel Salento, restauri allora l’antica Masseria di Miggianello con la supervisione della Soprintendenza ai Beni Culturali, come aveva dichiarato di avere in progetto di fare, e avvii in essa attività di agriturismo, magari anche destinando parte dei suoli alla produzione di prodotti biologici, in tal caso nessuno avrebbe nulla da ridire, tutt’altro, e la nostra associazione, e tutto il nostro territorio con essa, potrebbe finalmente guardare con occhi nuovi a chi viene da fuori per investire nel Salento, portando davvero sano sviluppo, davvero bio, valorizzazione ed incremento delle locali tipiche bellezze paesaggistiche! Un’attività agrituristica darebbe lavoro duraturo, in loco e attraverso tutto l’indotto connesso, a ben più persone di quante se ne impiegherebbero in un morto deserto vetrificato di pannelli; darebbe ancora salubrità e bellezza al territorio e non deprezzamento, inquinamento chimico ed elettromagnetico, bruttura ed avvilimento come comportato da qualunque aberrante impianto fotovoltaico al suolo! La strada è segnata, ora di fronte all’alternativa proposta istituzioni e ditte devono mostrare chi aveva ragione, chi ha definito quanto stava avvenendo “frutto della volontà di salvare il pianeta” o chi lo ha definito soltanto “rapace corsa colonizzante e spregiudicata, fraudolenta e mistificata, volta solo all’accaparramento speculativo di incentivi pubblici ingannando e calpestando ogni valore”!”.

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751 posti di lavoro e 204 annunci: il report di Arpal Puglia

Si ricorda che le offerte, parimenti rivolte ad entrambi i sessi, sono pubblicate quotidianamente sul portale lavoroperte.regione.puglia.it…

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In vista della prossima apertura di un nuovo punto vendita a Galatina, “Piazza Italia”, è alla ricerca di tre commessi o commesse di vendita. Le selezioni si svolgeranno mercoledì 7 maggio, dalle 10.30 alle 12.30, presso gli uffici del Centro per l’Impiego di Galatina, in via Vito Vallone 25, alla presenza dei recruiter aziendali. La selezione è rivolta a candidati con preferibile esperienza nella vendita al dettaglio. Le figure selezionate si occuperanno di esposizione e sistemazione della merce, rifornimento degli scaffali, assistenza ai clienti durante l’acquisto e gestione della cassa.

È previsto un contratto di lavoro a tempo determinato full time, con orario spezzato (mattina e pomeriggio) e possibilità di stabilizzazione futura. Chi è interessato può partecipare al recruiting day presentandosi il 7 maggio al Centro per l’Impiego di Galatina. È inoltre necessario inviare, entro il 6 maggio 2025, il modulo di candidatura all’indirizzo email: ido.galatina@arpal.regione.puglia.it. Il modulo è scaricabile al seguente link: https://tinyurl.com/candidatigalatina. Per maggiori informazioni, è possibile contattare il CPI di Galatina al numero 0836/1909018 o scrivere a ido.galatina@arpal.regione.puglia.it.

Sono 751 le posizioni lavorative attualmente disponibili nell’Ambito di Lecce, distribuite in 204 annunci attivi. È quanto emerge dal 14° Report settimanale di ARPAL Puglia, che fotografa un mercato del lavoro vivace e in crescita, con offerte che spaziano tra i principali settori produttivi del territorio. A trainare il mercato del lavoro è ancora una volta il settore turistico che offre 284 opportunità, a testimonianza del suo ruolo centrale nell’economia locale.

Si ricorda che le offerte, parimenti rivolte ad entrambi i sessi, sono pubblicate quotidianamente sul portale lavoroperte.regione.puglia.itdal quale ci si può candidare direttamente tramite Spid. Si consiglia di consultare costantemente la pagina Facebook “Centri Impiego Lecce e Provincia”, il portale Sintesi Lecce e i profili Google di ogni centro per l’impiego. Gli uffici sono aperti al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 11.30, il martedì anche nel pomeriggio dalle 15 alle 16.30 e il giovedì pomeriggio su appuntamento.

https://drive.google.com/file/d/1cLCYz7r9-QqW_UufuQlxgqqrK1Vf0WWu/view?usp=sharing 

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Anticipo d’estate per il ponte dl 1° maggio

Sta per concludersi la lunga fase instabile che ha caratterizzato l’Italia in questa primavera decisamente turbolenta. Nei prossimi giorni tornerà ad espandersi l’anticiclone…

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Secondo 3bmeteo: “Nei prossimi giorni anticiclone subtropicale con sole prevalente e netto rialzo termico; primi picchi di 28-30°C”.

“Sta per concludersi la lunga fase instabile che ha caratterizzato l’Italia in questa primavera decisamente turbolenta. Nei prossimi giorni tornerà ad espandersi l’anticiclone subtropicale, ripristinando condizioni in prevalenza assolate su gran parte dello Stivale”.

“Non solo ampio soleggiamento ma anche netto aumento delle temperature per il Ponte del 1 maggio” – prosegue Ferrara di 3bmeteo – “sperimenteremo un vero e proprio anticipo d’estate con temperature più tipiche del mese di giugno e ben sopra le medie del periodo. Già giovedì 1 maggio si potranno sfiorare picchi di 27-28°C”.

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Acque depurate per i campi di Carpignano e Martano

“Rete irrigua consortile per il riuso delle acque depurate”: i lavori, appena affidati per un importo di circa un milione e 800mila euro, dovranno concludersi in duecento giornate lavorative, quindi entro sette mesi

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«Con soddisfazione, stiamo per risolvere definitivamente la vicenda della “Rete irrigua consortile per il riuso delle acque depurate” nei nostri territori»: lo annunciano con una nota congiunta i sindaci di Carpignano Salentino e Martano.

Un progetto innovativo e ambientalmente strategico, approvato nel 2002 e completato nel 2006, ma mai attivato a causa di problemi legati al depuratore consortile. Inizialmente, mancava una soluzione per lo smaltimento finale delle acque trattate, poiché le trincee drenanti non erano state realizzate.

Successivamente, anni di abbandono e vandalismi avevano reso inutilizzabili la vasca di accumulo e la rete irrigua.

Per superare queste criticità e valorizzare gli investimenti già effettuati, soprattutto in un contesto in cui l’acqua è diventata indispensabile per il reimpianto degli ulivi colpiti dalla Xylella fastidiosa, le amministrazioni comunali di Carpignano e Martano hanno richiesto ripetutamente l’intervento della Regione Puglia.

«Grazie all’impegno di tutta l’amministrazione regionale e, in particolare, del Presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, del consigliere regionale Cristian Casili e dell’Assessore all’Agricoltura Donato Pentassuglia», fanno sapere i sindaci Mario Bruno Caputo di Carpignano Salentino e Fabio Tarantino di Martano, «si raggiungerà l’obiettivo di ripristinare e rendere pienamente funzionanti gli impianti danneggiati, garantendo una gestione efficace delle risorse idriche e il loro riutilizzo in agricoltura».

I lavori, appena affidati, per un importo di circa € 1milione e 800mila dovranno concludersi in sette mesi (200 giornate lavorative).

«Questo risultato rappresenta un passo fondamentale per il nostro territorio», aggiungono i due primi cittadini, «ringraziamo la Regione Puglia, il consiglio regionale, la giunta e tutti i funzionari coinvolti per aver compreso l’importanza ambientale ed economica di questo intervento, nonché tutte le amministrazioni comunali di Carpignano e Martano storicamente coinvolte nella realizzazione del depuratore consortile e della rete irrigua». Recuperare e riutilizzare le acque depurate, ricche di nutrienti come l’azoto, significherà evitare sprechi idrici oggi dispersi nel terreno e fornire un sostegno concreto al settore agricolo, in particolare all’olivicoltura, gravemente colpita dalla crisi causata dalla Xylella.

«Questo progetto», si legge ancora in una nota congiunta dei sindaci di Carpignano e Martano, «è frutto di un lavoro corale e della determinazione di tutti gli attori coinvolti, a partire dalla Cooperativa San Giorgio, che ha fortemente sollecitato l’attivazione di questa infrastruttura per sostenere il reimpianto degli ulivi e il rilancio del comparto olivicolo. Si tratta di un intervento di grande rilevanza per il territorio, che fornisce una risposta tangibile alle problematiche legate alla penuria idrica e agli effetti dei cambiamenti climatici, in quanto il recupero e il riutilizzo delle acque depurate non solo mitigano l’impatto ambientale, ma offrono una risposta strutturale alle emergenze idriche, garantendo un supporto fondamentale al settore agricolo e alla rinascita dell’olivicoltura locale.

L’IMPIANTO

Attraverso tale intervento si consoliderà, dunque, un modello di gestione sostenibile delle risorse idriche, capace di affrontare le sfide del presente e preparare il territorio alle necessità future.

Dal punto di vista tecnico, la rete irrigua interesserà un’area di circa 1500 ettari, suddivisa in sette settori, che verranno serviti in modo rotativo grazie a un sistema automatizzato gestito da valvole elettroniche.

Le acque reflue urbane, dopo essere state trattate nel depuratore consortile e sottoposte a disinfezione mediante raggi UV, saranno convogliate in un serbatoio di accumulo con una capacità di 7mila metri cubi, garantendo una distribuzione costante dell’acqua per un periodo di circa quattro giorni.

L’impianto sarà in grado di erogare una portata di 28 litri al secondo (equivalente a 100 metri cubi all’ora), destinata all’irrigazione mirata, una tecnica che compensa le perdite idriche dovute all’evaporazione e alla traspirazione vegetale.

I lavori, tra l’altro, includono: l’ampliamento della camera di comando per facilitare l’utilizzo delle valvole; il ripristino delle connessioni tra le vasche e l’automazione del sistema di accumulo delle acque depurate; il rifacimento dello scarico delle acque in eccesso; la manutenzione straordinaria dei locali tecnici; la revisione completa del gruppo elettrogeno; l’installazione di un sistema antintrusione per garantire la sicurezza degli impianti; e l’adeguamento dei punti di collegamento agli utenti. Con questo progetto, i Comuni di Carpignano Salentino e Martano confermano il loro impegno per uno sviluppo sostenibile e per il sostegno alle attività agricole, pilastro economico e culturale del territorio.

MARTEDÌ 29 LA PRESENTAZIONE UFFICIALE

I lavori saranno ufficialmente presentati presso la Sala Conferenza della Cooperativa San Giorgio in Carpignano (S.P. 48) martedì 29 aprile alle ore 19, alla presenza della presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, accompagnata dall’assessore Donato Pentassuglia, dal responsabile delle Risorse Idriche Andrea Zotti, dalla direttrice di Aqp Francesca Portincasa, dal direttore generale di Arif Francesco Ferraro e dai sindaci dei due comuni interessati.

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