Connect with us

Attualità

Le ambiguità dei parchi eolici

Il professor Cavallera prende in esame benefici ed effetti degli impianti off-shore: il bilancio è tutt’altro che positivo

Pubblicato

il


A cura di Hervé A. Cavallera





Ha generato non poche perplessità il progetto della multinazionale Falck Renewables Odra srl della realizzazione di un parco eolico marino tra Porto Badisco e Castro con l’installazione di circa 90 pale eoliche alte intorno ai 250 metri sul livello del mare. L’installazione del parco si giustificherebbe alla luce della transizione ecologica, dell’assunzione di posti di lavoro, della presenza di un forte vento nel Canale d’Otranto. Né mancano altri progetti che riguardano il Tarantino e il Brindisino
E tuttavia, al di là delle ragioni di una energia alternativa e “pulita”, emergono subito, a prescindere dagli alti costi, i rischi di una alterazione naturale non priva di esisti devastanti.





Effetti economici negativi





Sono sotto gli occhi di tutti le campagne salentine cosparse di impianti fotovoltaici e pale eoliche che non solo non hanno risolto il problema energetico (altrimenti non si ricorrerebbe ai parchi eolici off shore), ma hanno imbruttito il nostro territorio e desertificato le campagne con seri danni alle coltivazioni. In altri termini, non solo è stata offesa l’immagine della nostra terra, ma si sono avuti effetti economici negativi sull’agricoltura senza un reale miglioramento delle risorse energetiche.
Ora, dalla terra si va al mare. Ebbene, non solo la presenza di parchi eolici marini è di per sé un’altra bruttura dal punto di vista estetico, ma comporta una alterazione dell’habitat naturale con conseguenze sugli “abitanti” del mare e sulla pesca.





In tal modo i Salentini svegliandosi all’alba non vedranno semplicemente la luce del sole che emerge tra le onde, bensì, nella luce, una distesa di bianche pale che si estenderà per una quindicina di chilometri. Così questa parte d’Italia, da qualche tempo riscoperta e valorizzata per la sua bellezza incontaminata e per la sua storia millenaria, verrà profondamente sfigurata dalle ragioni economicistiche che peraltro non sono in funzione del territorio in sé.
E qui il discorso va affrontato su più aspetti.




Il primo è chiedersi in quale misura un territorio può essere alterato. È evidente che impianti fotovoltaici e pale eoliche sono esteticamente devastanti. Sino a che punto possiamo distruggere quella bellezza che ci rende un polo di attrazione? Ormai si dipende totalmente dalle logiche dell’economia e della tecnologia che prescindono sia dall’estetica sia dall’etica. Fino a quando tutto questo sarà sopportabile?





Il secondo aspetto è legato ai danni intrinseci al territorio. Alla modificazione dell’habitat agricolo seguirà la modificazione di quello marino. Cui prodest? A chi giova? A qualche tecnico probabilmente, non credo al Salento, ridotto a strumento in vista di un fine esterno.





Il terzo aspetto comporta un tema più vasto. Da tempo ci si preoccupa dei cambiamenti climatici, dello scioglimento dei ghiacciai e così via. È il frutto di uno sviluppo tecnologico che ha sì migliorato alcuni aspetti dell’esistenza, ma ha inciso negativamente sulla sopravvivenza stessa del pianeta. Ecco – si potrebbe dire – il fotovoltaico e i parchi eolici offrono energia non inquinante. E questo è certamente vero. D’altra parte, però, è stato rilevato come la produzione eolica sia intermittente, dipendendo dal vento; inoltre procura gravi conseguenze sull’avifauna. Vi è inoltre il problema dello smaltimento del materiale eolico e fotovoltaico in disuso, materiale ingombrante e che rischia in tal modo di divenire una nuova e pericolosa causa di inquinamento del suolo.





A tutto questo occorre aggiungere la consapevolezza che i generatori di energia variabile rinnovabile rappresentano circa un quarto della crescita dell’energia primaria e quindi molti Paesi continueranno ad usare altre forme di energia, sì che i “sacrifici” di alcuni territori (come il Salento) gioveranno ben poco al sistema globale. Si aggiunga infine la difficoltà di consideri e trasportare la cosiddetta energia solare su lunghe distanze. Il che comporta costi rilevanti.





Occorre dunque muoversi con cautela, ripensando ad un uso articolato delle diverse forme di energia (non escluso il nucleare, anche perché il 10% di elettricità che consumiamo in Italia viene dal nucleare importato per lo più dalla Francia) in quanto si sa che esistono sotto il suolo italiano almeno 90 miliardi di metri cubi di metano che è il meno inquinante dei combustibili fossili e che potrebbe essere utilizzato con attenzione.
Ci sono pertanto sufficienti motivi a guardare con diffidenza la proliferazione di parchi eolici off shore e soprattutto di evitare, come nel caso della costa salentina, di arrecare danni di varia natura che non sarebbero compensati da reali vantaggi.


Attualità

Chef salentino Cavaliere della Cucina italiana nel Mondo

L’onorificenza assegnata a Salvatore Palma di Carpignano Salentino in una cerimonia tenutasi a Palazzo Madama

Pubblicato

il

Allo chef Salvatore Palma di Carpignano Salentino assegnata l’onorificenza, per conto dell’Accademia del Leone d’oro, di Cavaliere della Cucina italiana nel Mondo.

Lo chef de ” Il Parco delle Minuziedi Salice Salentino è stato insignito a Palazzo Madama sede del Senato della Repubblica Italiana, in una cerimonia che ha visto protagonisti, oltre ai professionisti della ristorazione, anche molti personaggi della musica e della tv.

«È inutile nascondere l’emozione e la gratitudine che provo per questo grande traguardo che trasformerò in ambizione per raggiungere nuovi obiettivi con l’amore di sempre per la ristorazione e con tanto tanto impegno!», le prime parole dello chef salentino, «l’onore di essere seduto accanto a personaggi di lustro, italiani e mondiali, mi ha dato ancora più voglia di migliorarmi sempre. Rientro a casa con entusiasmo e voglia di rimettermi in gioco, cosa che farò subito con il nuovo progetto insieme al mio amico di lunga durata Giuseppe Plata con il quale ho appena iniziato la mia nuova avventura di Chef del Parco delle Minuzie a Salice Salentino!».

«Ringrazio chi ha sempre creduto in me», conclude Salvatore Palma, «questo prestigioso riconoscimento lo dedico alle mie nipotine unica forza e amore della mia vita».

📍 Segui il GalloLive News su WhatsApp 👉 clicca qui

Continua a Leggere

Attualità

Il doppio volto della Gen Z salentina

Fuga dal Salento, ma l’artigianato convince. “Next Generation Salento Experience” di Confartigianato Imprese Lecce, presentati i risultati dell’indagine: il 69% immagina un futuro lontano ma il 55% degli intervistati intravede nel lavoro artigiano, soprattutto quello tecnologico, una reale opportunità professionale

Pubblicato

il

Più realisti, digitali, consapevoli dei propri diritti, ma anche incerti e preoccupati per le opportunità del territorio.

È la fotografia della Generazione Z salentina tracciata dalla V edizione di “Next Generation Salento Experience”, progetto promosso da Confartigianato Imprese Lecce, con il patrocinio della Camera di Commercio di Lecce, per favorire il dialogo tra scuole e sistema produttivo locale.

L’indagine — realizzata attraverso questionari rivolti ai ragazzi delle classi III, IV e V degli istituti superiori della provincia e a un campione di imprese salentine — ha coinvolto 1.004 studenti e 20 aziende appartenenti al mondo dell’artigianato, della manifattura e dell’edilizia.

Studenti: digitali, competenti, ma con fragilità relazionali e poca fiducia nel territorio

Dal report emerge un quadro generazionale che sorprende per maturità e concretezza.

Gli studenti dichiarano di sentirsi ben preparati sulle competenze digitali e tecniche, mentre riconoscono difficoltà nelle soft skills: problem solving (57,5%), pianificazione (57%) e autostima (55%).

Significativa la crescita degli indecisi sul futuro post-diploma, oggi al 24,5% (contro il 17% dello scorso anno), segno di un’incertezza che riguarda tanto il mondo universitario quanto l’ingresso nel mercato del lavoro.

Il 50,7% sceglie l’università, mentre un 6% punta all’imprenditorialità e altrettanti a diventare dipendenti.

Solo il 4% valuta i percorsi professionali come alternativa concreta.

Tra i valori del lavoro ideale spiccano: ritorno economico (85%); stabilità e sicurezza contrattuale (67%); crescita professionale (45%); work-life balance ovvero l’equilibrio tra vita professionale e vita personale (43%).

Fuga dal Salento, fenomeno ancora sistemico

Il dato più critico riguarda la mobilità territoriale: il 69% immagina di lasciare il Salento, attratti da città italiane come Milano, Torino e Bologna, o da mete europee come Londra e Amsterdam.

Le ragioni?

Migliori opportunità lavorative, servizi più efficienti, dinamismo sociale.

Solo il 25% prevede di restare, soprattutto per radici familiari, qualità della vita e clima.

La percezione delle opportunità locali rimane bassa: il 46,5% è poco ottimista, mentre il 12% è completamente disilluso.

Artigianato: attrattivo, soprattutto se digitale

Oltre il 55% degli studenti percepisce l’artigianato come settore con buone opportunità, soprattutto nella sua componente innovativa: artigianato digitale e tecnologico (stampanti 3D, digital design, making); mestieri tradizionali reinterpretati in chiave moderna

Una narrazione dell’artigianato come laboratorio di innovazione, dove tradizione e tecnologia si incontrano.

L’85% degli studenti ritiene che l’intelligenza artificiale influenzerà profondamente il futuro del lavoro, chiedendo alla scuola oltre alle competenze tecniche, anche formazione critica e creativa sull’uso dell’IA.

Il punto di vista delle imprese: più export, più digitalizzazione, ma è allarme competenze

Le 20 imprese intervistate confermano il trend di crescita dell’export: il 50% opera oggi sul mercato nazionale (contro il 28% dello scorso anno); il 25% esporta all’estero, con una forte presenza negli Stati Uniti.

Aumenta l’uso di tecnologie digitali e strumenti cloud, mentre permangono lacune su big data, realtà aumentata e metaverso.

Il dato più allarmante riguarda il reperimento di personale under 35: l’80% delle imprese lo definisce molto o abbastanza difficile.

Le cause? Carenza di competenze (55%); scarso interesse dei giovani (50%); aspettative economiche elevate (30%).

Per le aziende risultano fondamentali incentivi alle assunzioni, percorsi di tirocinio e un dialogo più strutturato con le scuole.

Il Concorso di Idee: 17 progetti e una generazione che immagina un Salento innovativo

Durante la presentazione del report sono stati premiati i vincitori del Concorso di Idee, promosso da Confartigianato Lecce, un contest che permette agli studenti di trasformare idee innovative in proposte d’impresa.

Per questa edizione sono state raccolte 17 proposte progettuali, molte delle quali orientate a sostenibilità, tecnologia, rigenerazione culturale e servizi digitali.

Tre i progetti vincitori della borsa di studio da 500 euro messa in palio da Confartigianato: AgroView, sistema solare intelligente per l’irrigazione automatizzata presentato da una studentessa del Liceo Scientifico Statale “Leonardo da Vinci” di MaglieEventCore, regia mobile intelligente per contenuti audio-video presentato da uno studente dell’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Enrico Fermi” di LecceRedesign del patrimonio del Liceo Artistico di Galatina, modello di start-up scolastica replicabile presentato dalla classa 4b, sezione Architettura e Ambiente.

Le proposte testimoniano una generazione capace di immaginare soluzioni innovative per il territorio, ma che rischia di allontanarsi per mancanza di opportunità concrete.

Una generazione pronta, quindi, ma il territorio deve fare la sua parte.

«L’indagine evidenzia un quadro generazionale consapevole, preparato e attento alle trasformazioni del mercato. I giovani salentini hanno talento, visione e una forte predisposizione all’innovazione», dichiara Emanuela Aprile, segretaria di Confartigianato Lecce, «i ragazzi, però, ci chiedono anche con chiarezza un territorio più capace di accoglierli. È fondamentale continuare a rafforzare il dialogo tra sistema formativo e mondo produttivo, affinché i giovani possano trovare nel territorio opportunità adeguate alle loro competenze e aspirazioni. Il nostro impegno è costruire ponti tra scuola e impresa, perché restare deve essere una scelta possibile».

«Colpisce che, nonostante la voglia di partire, oltre la metà dei ragazzi veda nell’artigianato, soprattutto quello tecnologico, una reale opportunità», sottolinea il presidente di Confartigianato Lecce Luigi Derniolo, «questo conferma che il futuro del Salento passa da un artigianato che innova, investe e sa parlare il linguaggio delle nuove generazioni. Confartigianato continuerà a sostenere percorsi che valorizzino il talento delle nuove generazioni e favoriscano l’incontro tra domanda e offerta di competenze».

«I risultati dell’indagine confermano la necessità di investire con decisione sulle competenze dei giovani e sulla competitività del nostro sistema economico», aggiunge il segretario generale della Camera di Commercio di Lecce Francesco De Giorgio, «la Camera di Commercio è impegnata a sostenere progettualità che rafforzino il legame tra formazione, innovazione e imprese, affinché i giovani trovino nel Salento un contesto dinamico e capace di attrarre talenti».

📍 Segui il GalloLive News su WhatsApp 👉 clicca qui

Continua a Leggere

Attualità

A Tiggiano 60 anni dopo

Un viaggio fatto di sorrisi, incontri e sentieri condivisi di giorni che si sono intrecciati l’uno all’altro. Trasformando il tempo in memoria e la memoria in storia

Pubblicato

il

📍 Segui il GalloLive News su WhatsApp 👉 clicca qui

Sessant’anni a Tiggiano, tutti insieme, una magia che solo nelle piccole comunità ancora si ripete.

1965 un anno meraviglioso, da quel momento è iniziato un viaggio fatto di sorrisi, incontri e sentieri condivisi di giorni che si sono intrecciati l’uno all’altro. Trasformando il tempo in memoria e la memoria in storia.

«Sessant’anni dopo ci ritroviamo a Tiggiano con la stessa allegria negli occhi e una complicità che non ha mai smesso di illuminarci il cammino», racconta Raffaella Riso, una dei neosessantenni tiggianesi, «abbiamo attraversato stagioni diverse accolto ciò che la vita ci ha donato custodito,affetti speranze e piccoli grandi miracoli quotidiani.  Il 28 Novembre abbiamo celebrato tutto questo, la bellezza dei giorni che ci hanno condotti fin qui,la forza dei legami che ci uniscono,la gioia semplice e autentica di rivederci ancora una volta insieme».

Un giorno speciale vissuto con gratitudine e serenità prima nella Chiesa Madre di Sant’ Ippazio per un momento di ringraziamento che nasce dal cuore e poi al ristorante Aia Nova dove un brindisi sincero ha accompagnato i ricordi di ciò che è stato e i desideri di ciò che il tempo ci riserverà ancora.

Perché 60 anni non sono solo un traguardo, sono «un dono prezioso, una storia custodita una festa che celebra il cammino e chi lo ha reso straordinario».

Continua a Leggere
Pubblicità
Pubblicità

Più Letti