Attualità
Musica: intervista in esclusiva a Georgeanne Kalweit
Le serate sanremesi di quest’anno sono state allietate da una voce enigmatica che molto ha a che fare con il Salento: Georgeanne Kalweit, la splendida vocalist che nel 2001 conquistò le classifiche musicali con il singolo “Un’estate fa” (Album Monaco ‘74 con i Delta V), ha presentato il suo nuovo progetto musicale “Kalweit and The Spokes” con il batterista Leziero Rescigno ed il chitarrista Giovanni Calella. Georgeanne nasce nel 1964 a Minneapolis, nel Minnesota ed il suo percorso artistico spazia dall’arte alla musica. Tra le sue diverse collaborazioni (1990-1995 vocalist dei Mo Stipiti Funk, 1995-2000 con i Torch Porch a Los Angeles, 2001-2004 vocalist dei Delta V, nel 2009 con i Calibro 35, ed un tributo a Franco Battiato con il singolo La Cura contenuto nell’album Voli Imprevedibili) è la voce della Medusa nel brano del disco “Ovunque Proteggi” di Vinicio Capossela (appassionato del Salento e in vacanza praticamente ogni estate a San Gregorio, marina di Patù) le cui innegabili influenze hanno arricchito il patrimonio musicale di Gi Kalweit e contribuiscono tuttora a farlo. Un contributo che ha il sapore della Puglia è inoltre quello di uno dei componenti della band, Giovanni Calella (basso e chitarra), tarantino d’origine, ed il nuovo Album “Around The Edges” racchiude tinte forti del disastrato Sud-Italia.
Georgeanne, qui in Italia il tuo successo ha avuto inizio con “Un’estate fa”, e il bellissimo Monaco ‘74 con i Delta V. E’ stato un vero capolavoro, ricolmo di bellissimi testi e le vibrazioni particolari della tua voce. Che ricordi hai di quei tempi? “Una piccola premessa: quando avevo iniziato a lavorare con i Delta V avevo già avuto esperienze diverse con altri gruppi, sia in Italia fra il 1990-1995 sia a Los Angeles dove ho vissuto tra il 1995 ed il 2000. I Delta V segnano un periodo in cui ero la voce di un progetto pilotato da due musicisti con delle idee ben precise, in lingua Italiana e strettamente creato da loro in tutto e per tutto. Volendo, io ero solo il veicolo per la loro visione, una cosa che avevo deciso di abbracciare e vivere pienamente. I ricordi sono tanti e variopinti, una collaborazione che mi ha permesso di raggiungere tante persone sia con la mia voce che con la mia presenza. Ho imparato molte cose, viaggiato tanto e ho sempre cercato di rimanere me stessa e coltivare l’amore per l’espressione che è il canto che ho dentro di me e che deve uscire”. Qual era il tuo sogno nel cassetto da bambina? E ne hai ancora uno? “Credo di stare vivendo i sogni che avevo da bambina: faccio arte da tenera età, ho avuto maestri che credevano in me e a 21 anni sono venuta in Italia da Minneapolis per studiare storia dell’arte, ho sempre dipinto e ora canto i miei brani in un progetto che mi da molto. Forse i sogni devono essere capiti anche dalle persone attorno. Ho la fortuna di provenire da una famiglia di artisti e nessuno ha mai messo i bastoni fra i miei “spokes”= i raggi della ruota! Per il resto sono una persona curiosa e studio quello che m’interessa continuamente. Se non facessi l’artista mi sarebbe piaciuto fare l’archeologa e l’antropologa…ma lo faccio lo stesso ogni volta che esco dalla porta di casa studiando ed osservando le persone e la storia in generale”. Ormai sei in Italia da molti anni, ma sei di origine statunitense. Come mai hai scelto di vivere in Italia, che in fondo è così piccola rispetto alla tua terra d’origine? “La scelta di restare qui in Italia è maturata negli anni. Quando si investe nell’ imparare una lingua, capire una cultura e apprezzare le diversità, è difficile tornare indietro. Non rinnego le mie origini, anzi con il passare degli anni mi rendo conto di quanto sono legata e quanto mi mancano certe cose, come la mia famiglia ma ormai sono qui, il mio lavoro è qui, il mio piccolo nucleo famigliare e gli amici di vecchia data sono qui. Poi c’è una cosa che voi Italiani non vedete, forse perche siete troppo abituati; il patrimonio artistico che si stende come un tappeto silenzioso ovunque si vada. Ci vorrebbero tre vite per poter gustare tutto quello che c’è. Il patrimonio invece che c’è negli Stati Uniti è un altro, ha a che fare con una natura immensa, incredibile e soprattutto protetta, ma anche con tutti questi popoli insieme che, nel bene e nel male, portano le loro storie e sogni nella ricerca di andare avanti, si spera, nella integrazione e rispetto per il prossimo”. Qual è la canzone più vicina al tuo cuore, tra tutte le tue canzoni? “New York Movie, che si trova all’interno del nuovo album “Around the Edges” del mio nuovo progetto Kalweit and the Spokes. Il testo si ispira ad un quadro di un mio grande maestro e pittore Americano: Edward Hopper. Scrivere il testo fissando la figura femminile mi ha fatto capire quanto preziosa è la vita e l’arte, e che in qualche modo tutte siamo, in alcuni momenti, quell’umile figura che lavora, in attesa che la nostra vita ci porta avanti…amo molto cantare la melodia di questo brano che mi fa pensare alla musica un pò drammatica e misteriosa cantata dalle femme fatale che ascoltava mia madre da giovane durante il secondo dopo guerra. Sento di essere riuscita a coniugare, in questo brano, i miei più grandi amori: la pittura e la musica”. Sei anche una geniale pittrice. Qual è la tua opera d’arte preferita? “Sono molto legata ad un’opera che si chiama Pistol Pump. È un autorittrato ed esprime come mi sento Io, donna terrena ma anche una che viaggia nell’aria con tutta questa tecnologia che ci facilita la vita ma ci rende anche dipendenti e che a volte ci allontana dalle cose essenziali…se la domanda invece riguarda l’opera d’arte di un altro artista, direi Self-portrait in a Velvet Dress di Frida Kahlo”. Sei attualmente impegnata in un nuovo progetto tutto in inglese. Kalweit and The Spokes. Come è nato e che cosa significa per te? “Il progetto nasce dall’incontro con Leziero Rescigno, batteria e Giovanni Calella, chitarra. Due musicisti con cui è nata un’intesa artistica importante dove riesco ad abbinare i miei scritti, micro-storie e poesie alla loro musica e composizioni e viceversa. L’alchimia è forte e i brani si sono evoluti in maniera naturale. Per me è l’inizio di una nuova strada creativa, matura e cosciente. Poi abbiamo una grande voglia di continuare a fare live raggiungendo tante persone, magari anche all’estero visto che il progetto è appunto in Inglese. Noi tre proveniamo da un panorama musicale diverso ma insieme abbiamo trovato una strada di ritorno alla purezza del suono. Una ricerca che spazia attraverso sonorità “old school blues”, folk e post-punk, rielaborate in una forma essenziale dove la canzone resta il centro focale. Il contenuto del disco riflette da vicino il disagio socio-politico dei nostri tempi”.
Antonella Marchisella
Attualità
Luca Abete: “Il figlio di Capitan Findus è a Tricase Porto”
Pubblicato da Luca Abete (inviato di Striscia la notizia) sui suoi canali social, fa il giro del web un video che giunge da Tricase Porto.
Un uomo, dalla banchina, pesca un pesce con un’asta fiocinata. Il gesto è sorprendente, le immagini scatenano subito i commenti che si dividono tra stupore e critiche.
Il video
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Donate letto e pittura che umanizza al Vito Fazzi
“Dicembre è quel periodo dell’anno che si riveste di luci, profumi e colori che parlano di vita, amore e famiglia, è la ricerca di un alloggio che possa accogliere e proteggere, un racconto che parla di una nascita e quindi della vita” – sono queste le parole con cui don Gianni Mattia…”
Donato un letto da parto e l’umanizzazione pittorica di tre sale parto all’U.O. di Ostetricia e Ginecologia del Vito Fazzi. Un investimento concreto per il benessere delle mamme.
Sono stati presentati e donati un letto da parto e l’umanizzazione pittorica di tre sale parto ispirate ai fiori narciso, viola e peonia per l’unità operativa di Ostetricia e Ginecologia del presidio ospedaliero “Vito Fazzi” di Lecce.
E’ un gesto di solidarietà che acquista un significato ancora più profondo perché compiuto in prossimità delle festività natalizie, periodo simbolo di nascita e rinascita.
In questo clima di rinnovamento, l’Organizzazione di Volontariato Cuore e mani aperte ODV ha presentato queste due importanti donazioni, inserendosi pienamente nella missione dell’associazione: umanizzare le cure e gli spazi ospedalieri affinché ogni persona si senta accolta, rispettata e accompagnata.
Grazie alla collaborazione con Deghi S.p.A., l’associazione ha donato un letto da parto modello AVE2, una dotazione tecnologica di alto livello e dal valore economico rilevante.
Il letto, progettato per migliorare comfort, sicurezza ed ergonomia, contribuisce a rendere l’esperienza del parto più serena e centrata sulle esigenze della donna.
Al valore tecnologico si aggiunge un investimento dall’impatto psicologico profondo: l’umanizzazione pittorica di tre sale parto, resa possibile grazie ai contribuenti che hanno scelto di destinare il 5×1000 a Cuore e mani aperte ODV. Le sale, ispirate ai fiori narciso, viola e peonia, sono state trasformate in luoghi più accoglienti, distensivi e armoniosi, capaci di ridurre ansia e stress, favorire il benessere emotivo e offrire alle future mamme un ambiente che parla di delicatezza, cura e speranza.
Un intervento che sottolinea come la qualità dell’assistenza non dipenda solo dai dispositivi clinici, ma anche dagli spazi e dall’atmosfera che circondano le persone in un momento intenso come quello del parto. E proprio nel periodo dell’anno che celebra la nascita, questa iniziativa vuole essere un segno tangibile di vicinanza, bellezza e umanità.
“Dicembre è quel periodo dell’anno che si riveste di luci, profumi e colori che parlano di vita, amore e famiglia, è la ricerca di un alloggio che possa accogliere e proteggere, un racconto che parla di una nascita e quindi della vita” – sono queste le parole con cui don Gianni Mattia, presidente di Cuore e mani aperte OdV, ha presentato l’iniziativa – “Quando una nuova vita inizia il nostro mondo cambia e ci rendiamo conto di essere protagonisti di un miracolo, del senso più profondo del nostro essere. Poco meno di un mese fa abbiamo fatto una donazione pensando ai bambini che nascono prematuri, ma innegabilmente anche le gravidanze che arrivano al termine portano con loro ansie e paure e l’umanizzazione pittorica diventa una carezza silenziosa che allevia la tensione. Con questa donazione speriamo di riuscire ad accompagnare le donne che stanno dando la vita in un’esperienza che possano ricordare in assenza della paura. Vogliamo che nel momento in cui sentiranno sul seno il corpicino dei loro piccoli possano ricordarsi del Narciso, simbolo di rinascita e nuovi inizi o della Viola che simboleggia la modestia e l’umiltà o ancora della Peonia che nel significato dei fiori richiama la prosperità, l’amore e la felicità. E forse loro insegneranno a questi bambini e bambine a coltivare questa bellezza.
Ancora una volta la nostra Associazione ha camminato insieme ad altri, perché lì dove la solidarietà unisce più cuori che amano e mani che aiutano, non c’è nulla di impossibile. Ed è così che in collaborazione con Deghi s.p.a. abbiamo realizzato la donazione del letto da parto. Deghi è una realtà consolidata nel nostro territorio e non è nuova ai gesti di solidarietà e noi siamo lieti di condividere un tratto di strada insieme.
E visto che la solidarietà è il riflesso dell’amore e che esso più è forte più sono le persone che si uniscono, l’umanizzazione pittorica delle tre sale parto è stata resa possibile da tutte le donazioni ricevute dal 5 per mille, un gesto semplice d’amore che racchiude in se tutto l’amore di Dio.”
“Ringrazio l’Associazione Cuore e mani aperte ODV, sempre attenta ai bisogni dei pazienti, delle donne in questo caso, al loro benessere psicofisico e all’accoglienza nei nostri reparti. La donazione della decorazione pittorica di tre sale parto e il letto da parto si inseriscono nel percorso di umanizzazione delle cure e dei luoghi di cura che da tempo sosteniamo e supportiamo con convinzione. Le associazioni arrivano con efficacia dove noi a volte, per le ragioni più diverse, non riusciamo a intervenire. Motivo in più per dire loro Grazie di cuore” ha commentato il Direttore generale di ASL Lecce Stefano Rossi.
L’Associazione Cuore e mani aperte OdV è un ente del Terzo Settore che opera all’interno del nosocomio leccese da più di venti anni, grazie al sogno e vocazione del cappellano, Don Gianni Mattia, che ne è fondatore e presidente. L’Associazione ha saputo rendersi luogo di cura e rifugio per chi sta affrontando una sfida per la vita e crede nella potenza di un sorriso, attraverso la clownterapia, la Bimbulanza, la Casa di accoglienza e tanti altri progetti.
Attualità
Maglie, a pochi mesi dalle elezioni parte la campagna elettorale
Lo abbiamo detto presentando il movimento, lo abbiamo ribadito in Piazza Bachelet, lo abbiamo confermato nel confronto sui temi concreti della città…
Riceviamo e Pubblichiamo:
È Ora Maglie propone Marcella Marzano come candidata Sindaco per guidare il cambiamento
Maglie si avvicina a un passaggio decisivo della sua storia. Dopo anni segnati da inerzia, scelte mancate e assenza di visione, cresce in città una volontà chiara: cambiare passo.
È da questa consapevolezza che È Ora Maglie ha deciso di fare un passo in avanti, mettendo a disposizione della comunità, in vista delle elezioni amministrative della prossima primavera, la propria proposta per la guida della città e per la carica di Sindaco: Marcella Marzano.
Fin dalla sua nascita, È Ora Maglie ha affermato una verità semplice e profonda: Maglie merita di più. Merita ambizione, qualità, ascolto. Merita un’amministrazione capace di scegliere e di assumersi responsabilità.
Lo abbiamo detto presentando il movimento, lo abbiamo ribadito in Piazza Bachelet, lo abbiamo confermato nel confronto sui temi concreti della città, a partire dalla mobilità e dai parcheggi. Sempre dalla stessa parte: quella dei cittadini e del futuro.
In questo cammino si colloca la nostra proposta.
Marcella Marzano è una donna profondamente radicata nella sua città. Madre di quattro figli, titolare di un’agenzia di assicurazioni, impegnata nel sociale, è stata la consigliera d’opposizione più votata alle elezioni comunali del 2020.
Per l’intero mandato ha esercitato un’opposizione ferma, coerente e rigorosa, dimostrando che anche dai banchi della minoranza è possibile ottenere risultati concreti e difendere gli interessi dei magliesi.
La sua candidatura a Sindaco è stata individuata all’unanimità dai simpatizzanti del movimento nel confronto di venerdì scorso.
Una scelta che nasce dal basso, dall’ascolto, dalla volontà di dare un volto credibile a una speranza che in città non si è mai spenta.
Marcella Marzano è la figura che riteniamo oggi più attrezzata per affrontare e vincere una sfida entusiasmante: restituire fiducia a Maglie e aprire una stagione nuova, all’altezza della sua storia gloriosa.
È Ora Maglie conferma la propria disponibilità a un dialogo aperto e leale con tutte le forze civiche, le realtà associative e con quei cittadini che non si sono rassegnati al grigiore, alle disfunzioni e alla mancanza di prospettiva dell’attuale amministrazione comunale.
A tutti mettiamo a disposizione la nostra proposta, convinti che rappresenti oggi la base più solida per costruire un’alternativa vincente.
Ma con la stessa chiarezza diciamo che siamo pronti a rimettere tutto in discussione – dal nome del movimento, fino alla candidatura a Sindaco – se emergerà una convergenza vera, ampia e responsabile su un progetto credibile e su una figura altrettanto forte.
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