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Attualità

Il Salento è (sempre) a fuoco

“Salviamo gli ulivi del Salento” Coordinamento di rete del Terzo Settore per la Rigenerazione Agro-ambientale del Salento: 10 Domande (ancora aperte) alle Istituzioni

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Dopo la nostra intervista a Francesco Minonne, biologo del Comitato esecutivo del Parco Otranto – Leuca, si torna a parlare di emergenza incendi.


In particolare “Salviamo gli ulivi del Salento”, Coordinamento di rete del Terzo Settore per la Rigenerazione Agro-ambientale del Salento, torna a interrogare gli organi di Governo con dieci domande di… fuoco per chiedere conto dello stato attuale delle cose, in un’estate 2022 rovente che vede rinnovarsi, immutata, la stessa condizione di Emergenza dell’estate scorsa.


«A un anno esatto dalla mobilitazione in cui si chiedeva in piena emergenza incendi un Piano straordinario di rigenerazione ecologica e paesaggistica», si legge in una nota dell’associazione, «– la nostra terra continua ad essere sotto assedio, brucia ancora e ancora. Nulla è stato fatto per prevenire e fermare la distruzione. Gli incendi sono cresciuti in misura esponenziale, come giornalmente rileva il Satellite NASA del sistema Copernicus. Il Salento è al primo posto in Puglia ed è a pari merito con la Sicilia per quanto riguarda il numero di incendi (clicca qui per la mappa numero 1).


La mobilitazione attivata nella rovente estate del 2021 raccolse circa 40mila firme. La petizione dei quarantamila donne e uomini fu inoltrata a tutti gli organi di Governo e alle Forze dell’Ordine, si chiedeva attenzione sullo stato di palese emergenza e si chiedevano risposte. Il silenzio è stato pari al fuoco, costante ed esponenziale.


Ed è per questo che la stessa società civile che si è attivata intorno alla petizione del 2021, ora, nell’ennesima estate di fuoco datata 2022, rivolge agli organi di governo 10 domande (ancora aperte) per chiedere conto del mancato operato a contenimento dell’emergenza e dello stato attuale delle cose.


Non di solo fuoco si muore. Poiché l’Emergenza riguarda anche lo stato di abbandono delle terre da parte dei contadini e dei contadini da parte delle Istituzioni. Dopo almeno 7 anni dalla comparsa del disseccamento, decine di migliaia di ettari di uliveti sono in stato di abbandono, solo una parte marginale di uliveti è stata interessata da progetti di reimpianto, nessuna azione pubblica di rimboschimento è stata ancora avviata, mentre i piani di intervento non hanno dato vita ad un ampio e capillare piano di sostegno economico alle comunità locali, i proprietari, gli agricoltori e le associazioni impegnate nella tutela, promozione e valorizzazione delle aree rurali».  





  • PERCHÉ BRUCIANO GLI ULIVI (E NON SOLO)?




Dopo tre stagioni estive roventi, perché non si è ancora indagato sulle cause reali del ricorso esponenziale al fuoco nei terreni agricoli, con l’intento di prevenirne la genesi e contenerle con adeguati provvedimenti istituzionali?




  • COSA È VERDE IN SALENTO?




Viviamo un paradosso. L’Area Boschiva del Salento copre il 3,8% del territorio, costituita da piccoli boschi misti, pinete e macchia mediterranea che come una sottile fascia verde lambisce la costa (vedi mappa n. 2). Tutto l’entroterra, invece, è occupato dall’Area Olivetata che copre il 40,5% del territorio (vedi mappa 3). Dunque la maggior percentuale del ‘verde’ in Salento – che produce ossigeno, fa ombra ai terreni in corso di desertificazione e ospita la fauna – è (era) costituita dagli uliveti, veri e propri boschi per circa 84 mila ettari. Le Aree Olivetate sono caratterizzate anche dai cosiddetti ‘margini’ – zone di macchia, filari di querce ed altre specie – che costituiscono vere e proprie riserve per la rinaturalizzazione. Quando un uliveto va in fiamme ad andare distrutte sono anche quelle riserve di biodiversità rappresentate dai ‘margini’.


Perché, malgrado queste proporzioni, le Aree Olivetate (‘margini’ inclusi) non rientrano nel Piano Forestale, non sono considerate alla stregua delle Aree Boschive?




  • PERCHÉ LA DISTINZIONE TRA INCENDI AGRICOLI E INCENDI BOSCHIVI?




Si tratta di una distinzione fuorviante per quel che riguarda il Salento in fiamme, poiché la quasi totalità degli incendi degli ultimi anni riguarda le aree agricole/olivetate (40% del territorio) e molto meno le aree boschive (3,8% del territorio). La legislazione in materia – alla base dei Piani annuali antincendio – è focalizzata sugli ‘incendi boschivi’, con la recente introduzione dell’articolo 423-bis che prevede il reato specifico di “Incendio boschivo”. Sul piano pratico ciò comporta una differenza di mezzi messi a disposizione per i due tipi di incendi. Ad esempio, l’utilizzo dei canadair è previsto solo per le aree boschive ma non per gli uliveti, tranne se si ravvisa pericolo per persone o abitazioni.


Perché se bruciano 6 ettari di uliveto i VVFF non possono usare i canadair, così come accade se brucia  mezzo ettaro di bosco/pineta/macchia?


Perché bruciare un uliveto non è un reato perseguibile tanto quanto bruciare un bosco?




  • PERCHÉ IL SALENTO SI STA DESERTIFICANDO?




Il Salento non ha boschi. Gli interventi pubblici di rimboschimento sono sostanzialmente fermi agli anni ’80, con una riduzione generalizzata negli ultimi 30 anni, come evidenziato da una recente ricerca dell’Università di Bari (Mairota, 2012). Non si è mai pensato di proteggere i rari boschi esistenti, né di costituirne di nuovi, per contribuire a ricreare un’infrastruttura vegetale garante della biodiversità e della quantità di vegetazione necessaria ed essenziale per la sopravvivenza della specie animale e umana.


Perché nel corso degli ultimi decenni non si sono attuati programmi di rimboschimento, al di là della sostituzione di cultivar agricole?


Perché, pur conoscendo la desertificazione in corso nel Salento a causa del disseccamento degli ulivi, non si è attivato un piano di ricostruzione della superficie arborea salentina per contrastare il deficit di ossigeno incombente?




  • PERCHÉ ANCHE I VIGILI DEL FUOCO SONO LASCIATI SOLI? 




I VVFF e la Protezione Civile a tutt’oggi lamentano la mancanza di mezzi e personale per la gestione degli incendi.


Perché, nonostante l’aumento esponenziale delle chiamate di intervento, non si è lavorato per incrementare mezzi e personale e non si è fatta opera di prevenzione e comunicazione a livello capillare?




  • PERCHÉ IL SILENZIO GENERALE DI POLITICA E ISTITUZIONI SUL FUOCO E SULL’ABBANDONO?




Pur potendo ampiamente prevedere l’incombente desertificazione a causa del disseccamento degli ulivi, negli ultimi anni non si è lavorato con sufficiente tempestività e forza né per contrastare l’abbandono delle terre, né per prevenire l’insorgere dell’emergenza incendi.




  • CI CONDANNATE A UNA LENTA ASFISSIA?




Siamo continuamente esposti ai fumi che si sviluppano dalla combustione di ettari di terreno e oliveti (disseccati e non), che sono lasciati bruciare fino a consumarsi, spesso insieme ai rifiuti abbandonati nelle campagne, con conseguenze nefaste per la salute dell’aria e delle nostre vie respiratorie, sia in aree rurali che cittadine.




  • PIANTIAMO ALBERI O PALE EOLICHE E PANNELLI FOTOVOLTAICI?



Non si è a conoscenza di Piani di ricostruzione della superficie arborea, ma sono noti i progetti di impianti di fotovoltaico/eolico in corso di autorizzazione per le province di Lecce e Brindisi.  Poco più di 100 progetti per un totale di oltre 2.500 MW.  Per farsi un’idea della portata, basta pensare che la centrale Enel di Cerano ha una capacità di 2.640 MW.


È questa l’idea delle Istituzioni, una ‘Cerano diffusa’?


Quali provvedimenti istituzionali sono stati presi per contrastare il rischio di interventi speculativi sui terreni olivicoli abbandonati o percorsi dal fuoco?


Quali quelli volti a tutelare la vocazione rurale del territorio salentino?


Come si intende contrastare il consumo del suolo, per cui la provincia di Lecce è tra i primi posti in Italia?




  • VERSO UNA NUOVA RIFORMA AGRARIA?




L’80% della terra salentina è nelle mani di piccoli proprietari, esclusi da qualsiasi incentivo perché non inquadrati come aziende agricole o coltivatori diretti.


Perché le misure economiche varate dalla Regione sono dirette a salvare solo il 20% dell’area agricola (e verde) del Salento?


Quali sono le azioni per tutelare la maggioranza della proprietà terriera, eventualmente coinvolgibile in una vasta opera di ricostruzione e tutela?




  • ESISTE UN PROBLEMA ACQUA NELL’AGENDA POLITICA REGIONALE?




Il processo di desertificazione, in corso da oltre 20 anni – come già evidenziato alla fine degli anni ’90 dagli studi di Unisalento – sta galoppando in modo inesorabile. Ad aggravare il processo, si sono aggiunti altri fattori, come la perdita delle chiome di milioni di ulivi necessarie a dare ombra ai terreni e, soprattutto, come ogni forma di vegetazione arborea, fondamentali per il mantenimento del tasso di umidità e la creazione di microclimi favorevoli alla creazione delle piogge; l’esaurimento delle falde acquifere, con la pesca di acqua salata dai pozzi per l’irrigazione dei campi; l’autorizzazione continuativa di piscine private; l’incentivo a piantare cultivar con altissimo fabbisogno idrico a sostituzione degli ulivi disseccati, come la Favolosa F17 (come denunciato da tempo da Coldiretti).


Ancora una volta, quali sono i piani di ricostruzione arborea, al di là dei reimpianti a finalità agricola?


Quali sono i piani di riutilizzo delle acque bianche?






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Luca Abete: “Il figlio di Capitan Findus è a Tricase Porto”

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Pubblicato da Luca Abete (inviato di Striscia la notizia) sui suoi canali social, fa il giro del web un video che giunge da Tricase Porto.

Un uomo, dalla banchina, pesca un pesce con un’asta fiocinata. Il gesto è sorprendente, le immagini scatenano subito i commenti che si dividono tra stupore e critiche.

Il video

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Donate letto e pittura che umanizza al Vito Fazzi

“Dicembre è quel periodo dell’anno che si riveste di luci, profumi e colori che parlano di vita, amore e famiglia, è la ricerca di un alloggio che possa accogliere e proteggere, un racconto che parla di una nascita e quindi della vita” – sono queste le parole con cui don Gianni Mattia…”

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Donato un letto da parto e l’umanizzazione pittorica di tre sale parto all’U.O. di Ostetricia e Ginecologia del Vito Fazzi. Un investimento concreto per il benessere delle mamme.

Sono stati presentati e donati un letto da parto e l’umanizzazione pittorica di tre sale parto ispirate ai fiori narciso, viola e peonia per l’unità operativa di Ostetricia e Ginecologia del presidio ospedaliero “Vito Fazzi” di Lecce.

E’ un gesto di solidarietà che acquista un significato ancora più profondo perché compiuto in prossimità delle festività natalizie, periodo simbolo di nascita e rinascita.

In questo clima di rinnovamento, l’Organizzazione di Volontariato Cuore e mani aperte ODV ha presentato queste due importanti donazioni, inserendosi pienamente nella missione dell’associazione: umanizzare le cure e gli spazi ospedalieri affinché ogni persona si senta accolta, rispettata e accompagnata.

Grazie alla collaborazione con Deghi S.p.A., l’associazione ha donato un letto da parto modello AVE2, una dotazione tecnologica di alto livello e dal valore economico rilevante.

Il letto, progettato per migliorare comfort, sicurezza ed ergonomia, contribuisce a rendere l’esperienza del parto più serena e centrata sulle esigenze della donna.

Al valore tecnologico si aggiunge un investimento dall’impatto psicologico profondo: l’umanizzazione pittorica di tre sale parto, resa possibile grazie ai contribuenti che hanno scelto di destinare il 5×1000 a Cuore e mani aperte ODV. Le sale, ispirate ai fiori narciso, viola e peonia, sono state trasformate in luoghi più accoglienti, distensivi e armoniosi, capaci di ridurre ansia e stress, favorire il benessere emotivo e offrire alle future mamme un ambiente che parla di delicatezza, cura e speranza.

Un intervento che sottolinea come la qualità dell’assistenza non dipenda solo dai dispositivi clinici, ma anche dagli spazi e dall’atmosfera che circondano le persone in un momento intenso come quello del parto. E proprio nel periodo dell’anno che celebra la nascita, questa iniziativa vuole essere un segno tangibile di vicinanza, bellezza e umanità.

Dicembre è quel periodo dell’anno che si riveste di luci, profumi e colori che parlano di vita, amore e famiglia, è la ricerca di un alloggio che possa accogliere e proteggere, un racconto che parla di una nascita e quindi della vita” – sono queste le parole con cui don Gianni Mattia, presidente di Cuore e mani aperte OdV, ha presentato l’iniziativa – “Quando una nuova vita inizia il nostro mondo cambia e ci rendiamo conto di essere protagonisti di un miracolo, del senso più profondo del nostro essere. Poco meno di un mese fa abbiamo fatto una donazione pensando ai bambini che nascono prematuri, ma innegabilmente anche le gravidanze che arrivano al termine portano con loro ansie e paure e l’umanizzazione pittorica diventa una carezza silenziosa che allevia la tensione. Con questa donazione speriamo di riuscire ad accompagnare le donne che stanno dando la vita in un’esperienza che possano ricordare in assenza della paura. Vogliamo che nel momento in cui sentiranno sul seno il corpicino dei loro piccoli possano ricordarsi del Narciso, simbolo di rinascita e nuovi inizi o della Viola che simboleggia la modestia e l’umiltà o ancora della Peonia che nel significato dei fiori richiama la prosperità, l’amore e la felicità. E forse loro insegneranno a questi bambini e bambine a coltivare questa bellezza.

Ancora una volta la nostra Associazione ha camminato insieme ad altri, perché lì dove la solidarietà unisce più cuori che amano e mani che aiutano, non c’è nulla di impossibile. Ed è così che in collaborazione con Deghi s.p.a. abbiamo realizzato la donazione del letto da parto. Deghi è una realtà consolidata nel nostro territorio e non è nuova ai gesti di solidarietà e noi siamo lieti di condividere un tratto di strada insieme.

E visto che la solidarietà è il riflesso dell’amore e che esso più è forte più sono le persone che si uniscono, l’umanizzazione pittorica delle tre sale parto è stata resa possibile da tutte le donazioni ricevute dal 5 per mille, un gesto semplice d’amore che racchiude in se tutto l’amore di Dio.”

Ringrazio l’Associazione Cuore e mani aperte ODV, sempre attenta ai bisogni dei pazienti, delle donne in questo caso, al loro benessere psicofisico e all’accoglienza nei nostri reparti. La donazione della decorazione pittorica di tre sale parto e il letto da parto si inseriscono nel percorso di umanizzazione delle cure e dei luoghi di cura che da tempo sosteniamo e supportiamo con convinzione. Le associazioni arrivano con efficacia dove noi a volte, per le ragioni più diverse, non riusciamo a intervenire. Motivo in più per dire loro Grazie di cuore” ha commentato il Direttore generale di ASL Lecce Stefano Rossi.

L’Associazione Cuore e mani aperte OdV è un ente del Terzo Settore che opera all’interno del nosocomio leccese da più di venti anni, grazie al sogno e vocazione del cappellano, Don Gianni Mattia, che ne è fondatore e presidente. L’Associazione ha saputo rendersi luogo di cura e rifugio per chi sta affrontando una sfida per la vita e crede nella potenza di un sorriso, attraverso la clownterapia, la Bimbulanza, la Casa di accoglienza e tanti altri progetti.

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Maglie, a pochi mesi dalle elezioni parte la campagna elettorale

Lo abbiamo detto presentando il movimento, lo abbiamo ribadito in Piazza Bachelet, lo abbiamo confermato nel confronto sui temi concreti della città…

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Riceviamo e Pubblichiamo:

È Ora Maglie propone Marcella Marzano come candidata Sindaco per guidare il cambiamento

Maglie si avvicina a un passaggio decisivo della sua storia. Dopo anni segnati da inerzia, scelte mancate e assenza di visione, cresce in città una volontà chiara: cambiare passo.
È da questa consapevolezza che È Ora Maglie ha deciso di fare un passo in avanti, mettendo a disposizione della comunità, in vista delle elezioni amministrative della prossima primavera, la propria proposta per la guida della città e per la carica di Sindaco: Marcella Marzano.

Fin dalla sua nascita, È Ora Maglie ha affermato una verità semplice e profonda: Maglie merita di più. Merita ambizione, qualità, ascolto. Merita un’amministrazione capace di scegliere e di assumersi responsabilità.

Lo abbiamo detto presentando il movimento, lo abbiamo ribadito in Piazza Bachelet, lo abbiamo confermato nel confronto sui temi concreti della città, a partire dalla mobilità e dai parcheggi. Sempre dalla stessa parte: quella dei cittadini e del futuro.

In questo cammino si colloca la nostra proposta.

Marcella Marzano è una donna profondamente radicata nella sua città. Madre di quattro figli, titolare di un’agenzia di assicurazioni, impegnata nel sociale, è stata la consigliera d’opposizione più votata alle elezioni comunali del 2020.

Per l’intero mandato ha esercitato un’opposizione ferma, coerente e rigorosa, dimostrando che anche dai banchi della minoranza è possibile ottenere risultati concreti e difendere gli interessi dei magliesi.

La sua candidatura a Sindaco è stata individuata all’unanimità dai simpatizzanti del movimento nel confronto di venerdì scorso.

Una scelta che nasce dal basso, dall’ascolto, dalla volontà di dare un volto credibile a una speranza che in città non si è mai spenta.

Marcella Marzano è la figura che riteniamo oggi più attrezzata per affrontare e vincere una sfida entusiasmante: restituire fiducia a Maglie e aprire una stagione nuova, all’altezza della sua storia gloriosa.

È Ora Maglie conferma la propria disponibilità a un dialogo aperto e leale con tutte le forze civiche, le realtà associative e con quei cittadini che non si sono rassegnati al grigiore, alle disfunzioni e alla mancanza di prospettiva dell’attuale amministrazione comunale.

A tutti mettiamo a disposizione la nostra proposta, convinti che rappresenti oggi la base più solida per costruire un’alternativa vincente.

Ma con la stessa chiarezza diciamo che siamo pronti a rimettere tutto in discussione – dal nome del movimento, fino alla candidatura a Sindaco – se emergerà una convergenza vera, ampia e responsabile su un progetto credibile e su una figura altrettanto forte.

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