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Cronaca

Incidente e lite. E spunta un coltello

La Polizia di Stato denuncia un 64enne per minacce aggravate e porto abusivo d’arma da taglio

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A Lecce, in viale Calasso, ad un incidente stradale che ha visto coinvolti un’autovettura ed un ciclomotore è seguita una violenta lite.


Al punto che sono dovuti intervenire glia genti della Polizia di Stato.


Giunti sul posto i poliziotti hanno appreso dagli operatori del 118 che, mentre erano intenti a medicare il ferito, un 26enne che viaggiava a bordo del ciclomotore coinvolto nell’incidente, era arrivato il padre 64enne che aveva inveito e strattonato il conducente dell’auto coinvolta nel sinistro con il figlio.


Un giovane presente sul posto, al fine di allontanare l’uomo, era stato a sua volta aggredito e minacciato con un coltello a serramanico che il 64enne aveva prelevato all’interno della sua autovettura.

Fortunatamente l’arrivo della volante ha placato la furia dell’uomo che, intimidito, ha passato il coltello alla figlia, una minore di 10 anni che era giunta insieme al padre, ed ha lanciato l’arma al di là del muro di cinta del Circolo Tennis, nelle immediate vicinanze, nel tentativo di disfarsene all’arrivo della Polizia.


In seguito l’arma da taglio è recuperata e riconosciuta dalla vittima delle minacce che ha confermato i fatti riferiti dall’operatore del 118.


Sulla base delle testimonianze e dei riscontri, il 64enne è stato denunciato per i reati di minacce aggravate e porto abusivo di arma da taglio.


Cronaca

«Sono stato io ad incendiarti le auto, se vuoi lavorare devi darmi 10mila euro!»

La Polizia di Stato ha arrestato per estorsione aggravata dal metodo mafioso un pregiudicato, già condannato per 416 bis. nelle sue mire un imprenditore del settore del noleggio con conducente

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La Polizia di Stato questa mattina a Lecce ha dato esecuzione a un’ordinanza applicativa della misura cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Lecce, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, nella quale vengono riconosciuti gravi indizi di colpevolezza a carico di U.L., 60 anni, indagato, a vario titolo, per i reati di danneggiamento seguito da incendio nonché estorsione, tutti aggravati dall’utilizzo del metodo mafioso.

Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal Gip, l’uomo avrebbe posto in essere una serie di condotte estorsive nei confronti di un imprenditore locale del settore del noleggio con conducente, vittima di alcuni danneggiamenti seguiti da incendio che avevano riguardato le sue autovetture.

«Sono stato io ad incendiarti le macchine, se vuoi lavorare a Lecce devi darmi 10mila euro, hai un mese di tempo»: queste le parole rivolte all’imprenditore, allorquando l’indagato lo ha affrontato palesando le sue pretese, confidando presumibilmente sullo stato di soggezione e omertà che ne sarebbe derivato.

Nonostante la consapevolezza che si trattasse di un personaggio appartenente ad un’associazione mafiosa, la vittima non ha ceduto alle richieste.

Così, subito dopo il successivo avvertimento in cui veniva avvisato che l’ultimatum era scaduto, ha subìto un altro incendio.

Dopo ulteriori avvicinamenti dell’estorsore anche nei confronti dei suoi familiari, l’imprenditore, ormai giunto allo stremo, ha deciso di rivolgersi alla Squadra Mobile.

Gli agenti hanno svolto una serie di approfondimenti che hanno permesso di documentare e riscontrare una serie di avvicinamenti e “avvertimenti” alla vittima, da parte dell’aguzzino.

I poliziotti hanno potuto così documentare come l’indagato abbia agito con le modalità operative tipiche delle consorterie di stampo mafioso, consapevole che la sua stessa esposizione avrebbe evocato la forza intimidatrice derivante dal gruppo di appartenenza così da produrre uno stato di soggezione, tale da costringere le vittime a subire il “potere” criminale.

L’attività investigativa, articolata in numerose riprese video, riscontrate da meticolosi servizi di osservazione, attraverso le più classiche metodologie, ha permesso di raccogliere un quadro gravemente indiziario nei confronti dell’indagato, documentando anche i numerosi “avvicinamenti” alla vittima.

Così, in mattinata, U.L. rintracciato presso la sua abitazione, è stato condotto in Questura per gli accertamenti di rito ed al termine delle formalità, associato presso la locale Casa Circondariale, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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Cronaca

Blitz della polizia al Campo Panareo

Al campo ROM coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti, abusi edilizi, abbandono di rifiuti ingombranti e misti…

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Operazione ad alto impatto della Polizia di Stato che ha visto la partecipazione del personale della Questura di Lecce, degli operatori della Polizia Stradale, delle unità Cinofile di Bari e di Brindisi, del Reparto Mobile di Taranto e del Reparto Prevenzione Crimine, con l’ausilio della Polizia Locale per la parte di specifica competenza.

Il servizio si è svolto all’interno del campo ROM “Panareo”, lungo la SS 7 Ter a Lecce, nel quale insistono numerosi nuclei familiari, per i quali sono giunte segnalazioni di comportamenti illeciti di vario genere.

È stata pianificata una complessa attività che ha consentito di far emergere situazioni di illegalità diffusa che vanno dalla coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti, all’abusivismo edilizio.

All’interno del campo, il personale della Squadra Mobile ha proceduto al sequestro di quasi un chilo e mezzo di sostanze stupefacenti ed in particolare di 10 dosi di cocaina rinvenute per terra, alcuni panetti di hascisc di circa 323 grammi, oltre a 1.126 grammi di marijuana, rinvenuti nel bagagliaio di un’autovettura.

L’attività ha altresì permesso di individuare due piantagioni di marijuana, ubicate a ridosso delle abitazioni, ove erano stati posizionati circa 884 involucri destinati alla piantumazione; di questi, circa 450 avevano già prodotto delle piantine.

Le piantagioni, come definito dalla locale Procura della Repubblica, previa campionatura, sono state distrutte sul posto dagli agenti.

Personale della Polizia Locale e dell’Ufficio tecnico del Comune di Lecce ha proceduto ai rilievi di competenza, appurando come fuori dal perimetro del campo vi fossero rifiuti ingombranti e misti.

Gli operatori del settore ambiente hanno proceduto alla messa in sicurezza di un allaccio abusivo a un impianto idraulico di sollevamento asservito al campo.

Sono stati riscontrati nove abusi edilizi di cui sette in ampliamento rispetto ai preesistenti prefabbricati autorizzati e due di nuova costruzione ed indipendenti.

In totale sono state controllate 65 persone e 10 autovetture.

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Cronaca

Operatore ecologico consegna portafogli smarrito: bel gesto a Ruffano

Protagonista Michele Passaseo, operatore ecologico Tekneko. Dopo aver trovato il portafogli, lo ha consegnato direttamente al sindaco

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Un gesto di onestà e senso civico da parte di un operatore ecologico Tekneko a Ruffano, Michele Passaseo.

Durante il servizio di raccolta porta a porta, il signo Michele ha trovato un portafoglio smarrito con all’interno documenti, carte di credito e contanti.

Senza esitazione, lo ha raccolto e consegnato direttamente al sindaco Antonio Cavallo, affinché con l’aiuto della polizia locale venisse restituito al legittimo proprietario.

Un gesto encomiabile che unisce, all’impegno degli operatori nel loro lavoro quotidiano, il senso di responsabilità verso la comunità.

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