Connect with us

Cronaca

Incidente sul lavoro: operaio ferito mentre potava quercia sulla Tricase-Tiggiano

Insieme a due colleghi stava provvedendo a liberare la carreggiata dai rami sporgenti di una quercia quando un ramo all’improvviso è caduto e lo ha travolto

Pubblicato

il

Un uomo è stato trasportato d’urgenza al Fazzi dopo essere stato colpito dal ramo di una quercia che era impegnato a potare.


È accaduto nel primo pomeriggio a Tricase sulla via che conduce a Tiggiano.


Tre uomini erano intenti a liberare la strada dai rami della quercia che fuoriusciva pericolosamente invadendo la carreggaita.


All’improvviso, però, uno dei rami è caduto ed ha travolto uno degli operai. I suoi colleghi hanno provveduto a issare il pesante tronco da sopra l’uomo ferito e chiamato il 118.

Arrivati sul posto i sanitari hanno caricato l’uomo ferito e lo hanno trasportato a sirene spiegate verso il “Fazzi”.


Sul posto sono giunti anche i carabinieri della Compagnia di Tricase e gli ispettori dello Spesal per ricostruire la dinamica dell’accaduto.


Cronaca

Spari nella notte a Ruffano: 17enne ferito all’addome

Pubblicato

il

Notte di paura a Ruffano. Dopo l’una, nel centro abitato, una sparatoria ha scosso la quiete del paese: da una vettura, che secondo alcune testimonianze potrebbe essere giunta da un paese limitrofo, sono partiti diversi colpi di pistola. Alcuni esplosi in aria, altri ad altezza d’uomo.

La scena si è consumata davanti a un bar di Viale Asia, dove in quel momento si trovavano alcune persone. Sorprese dagli spari, hanno cercato rifugio dietro le auto parcheggiate. Non tutti, però, sono riusciti a mettersi in salvo: uno dei presenti, un ragazzo di 17 anni, è stato raggiunto da un proiettile all’addome.

Il giovane  è stato immediatamente soccorso e trasportato d’urgenza all’ospedale di Tricase, dove si trova ora ricoverato in prognosi riservata.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Casarano, che hanno avviato le indagini per ricostruire la dinamica dei fatti e risalire ai responsabili. Al momento non è chiaro se si tratti di un regolamento di conti o di un episodio riconducibile a fatti di altra natura.

Al vaglio degli inquirenti l’intera serata: prima della sparatoria ci sarebbe stata una colluttazione al termine della quale la vittima si sarebbe allontana per poi tornare sul posto in un secondo momento. Solo allora, dopo esser tornato sul luogo, il ragazzo sarebbe stato raggiunto dall’auto da cui sono partiti gli spari. Una ricostruzione questa, tuttavia, da confermare.

Continua a Leggere

Attualità

Pesca a cianciolo: «Svuotano i nostri mari!»

Pescherecci siciliani con la “rete a circuizione come le cianciole” fanno incetta di ricciole e altri pelagici. Ogni anno si ripete lo scempio: nulla di illegale ma molto presto si rischia una riduzione epocale degli stock ittici

Pubblicato

il

La protesta degli amanti del mare corre sui social e una  segnalazione è stata inoltrata anche allo Sportello dei Diritti.

Un coro di disapprovazione di pescatori e appassionati salentini che si sono messi in moto per sollevarsi pacificamente e che hanno deciso di organizzare manifestazioni contro lo scempio che ogni anno e ormai ciclicamente si ripete: pescherecci siciliani con la “rete a circuizione” che approdano sulle nostre coste per fare incetta di migliaia di esemplari di ricciole e altri tipi di pesci pelagici.

Enormi quantità di pesce in una volta sola come riferisce la D.ssa Diana D’Agata, Veterinary Surgeon nel Regno Unito, esperta di fauna marina, che, dopo essere accerchiati, sono rinchiusi ed issati sull’imbarcazione.

Anche se, va specificato, che parliamo di pesca prevalentemente della ricciola, che non prevede limiti quantitativi imposti per legge.

La “sommossa” corsa in rete è nata dopo che alcuni appassionati di apnea hanno segnalato la presenza di un motopeschereccio proveniente dalla Sicilia e che avrebbe stazionato qualche giorno nelle acque di Gallipoli.

La pesca eccessiva peraltro avviene durante il periodo riproduttivo, generando un allarme tra i pescatori locali e le associazioni ambientaliste, che denunciano le pratiche distruttive e l’impatto negativo sull’ecosistema marino.

Normalmente veniva applicata per la cattura del pesce azzurro in particolari periodi dell’anno, quando le grandi ricciole si riuniscono in grandi banchi, diventando facili prede dei ciancioli nel momento in cui inseguono il pesce azzurro. Tuttavia, l’utilizzo dei sonar e di altri strumenti sempre più all’avanguardia ha reso ancor più semplice l’individuazione e quindi la cattura.

Il D.P.R. 1639/68 disciplina questo tipo di pesca e la vieta “entro una distanza di 3 miglia dalla costa o all’interno dell’isobata di 50 m (quando tale profondità è raggiunta a una distanza inferiore dalla costa)”.

Per eludere i controlli della capitaneria di porto, i pescatori interromperebbero temporaneamente il segnale ICE che identifica la loro posizione e, una volta completata la cattura, lo riattiverebbero.

Avendo appreso della presenza “ingombrante” dell’equipaggio siculo, i pescatori salentini hanno denunciato pubblicamente quanto sta accadendo ormai ciclicamente ed i rischi per la fauna marina.

In molti l’hanno definiti una vera e propria “mattanza” per l’eccessiva quantità di pesce pescato in ogni battuta con il conseguente pericolo a medio termine d’impauperimento degli stock ittici di queste specie di pesci che si stanno riducendo, anno dopo anno, con pericolose conseguenze sulla catena alimentare.

Dal presidente dello Sportello dei Diritti, Giovanni D’Agata, l’invito al Capo del compartimento Marittimo a verificare la sostenibilità di tale tipo di pesca intensiva.

È bene ricordare, infatti, che questa autorità al fine della tutela delle risorse biologiche del mare e previo parere della commissione consultiva locale per la pesca marittima, può stabilire ogni altra disposizione circa la località di esercizio, i periodi di tempo e i tipi degli strumenti pescherecci per la pesca con fonti luminose nelle acque del compartimento.

Un appello urgente alla responsabilità e all’adozione di misure più severe per tutelare le risorse marine e il fragile equilibrio ecologico del nostro mare.

📍 Segui il GalloLive News su WhatsApp 👉 clicca qui

 

Continua a Leggere

Attualità

Pesce alieno pescato a Gallipoli: è un pesce tropicale rarissimo

Una nuova specie la cui popolazione che potrebbe alterare gli equilibri del Mediterraneo….

Pubblicato

il

Specie aliene del mare, a Gallipoli pescato un pesce tropicale rarissimo. Si tratta del pesce foglia. Si tratta di un pesce cosmopolita nei mari tropicali e subtropicali, con l’eccezione dell’oceano Pacifico orientale.

Una rara specie di pesce tropicale, classificata come ‘aliena’, è stata ritrovata nello specchio d’acqua di Gallipoli, sul Mar Ionio.

Si tratta di un esemplare di pesce foglia, noto anche come lobote, una specie diffusa nei mari tropicali e subtropicali, con l’eccezione dell’oceano Pacifico orientale.

Vive in acque basse, eccezionalmente fino a 70 m di profondità. È una specie eurialina: si incontra soprattutto in ambienti riparati come le baie e penetra nelle foci e nel tratto inferiore dei fiumi.

Talvolta sosta all’ombra di oggetti galleggianti. I giovanili sono spesso associati alla presenza di sargassi. L’esemplare è finito sul banco di vendita di una pescheria di Gallipoli, che ha avvisato l’associazione “Sportello dei Diritti” dalla quale, come da ‘protocollo specie aliene’, è partita la segnalazione alla guardia costiera di Gallipoli, settore specie aliene e alla D.ssa Diana D’Agata, Veterinary Surgeon nel Regno Unito, esperta di fauna marina che, dopo aver visionato la foto, ha confermato la specie.

L’esemplare, è di circa 80 centimetri e del peso di 5 kg circa. Ha un corpo dall’aspetto molto caratteristico, alto, compresso lateralmente e nel complesso piuttosto robusto. Il profilo della fronte è concavo, mentre la regione dorsale è gibbosa.

Gli occhi sono piccoli, situati vicino alla punta del muso e rivolti in avanti. La bocca è protrattile. La pinna dorsale ha una porzione anteriore spinosa con 1112 raggi e una posteriore con 1516 raggi molli. La pinna anale ha tre brevi raggi spinosi di lunghezza crescente e undici molli.

Le parti a raggi molli della dorsale e dell’anale sono alte e arrotondate e, insieme all’ampia pinna caudale rotondeggiante, danno l’impressione che l’animale abbia una pinna caudale trilobata. Le scaglie, grandi e robuste, ricoprono in parte le pinne impari.

Il colore è di solito bruno, variamente marezzato di scuro, con due strisce scure, non sempre ben visibili che si dipartono dall’occhio e si dirigono indietro. Il ventre è grigio argenteo. A volte il colore di fondo può essere verdastro o giallastro. La pinna caudale è bordata di giallo; le altre pinne sono più scure del corpo, tranne le pinne pettorali che sono giallo chiaro. I giovanili sono giallastri.

La taglia massima è di 110 cm di lunghezza per quasi 20 kg di peso, mentre quella comunemente raggiunta è di circa 80 cm. Ha un corpo dall’aspetto molto caratteristico, alto, compresso lateralmente e nel complesso piuttosto robusto.

Rimane comunque una nuova specie la cui popolazione che potrebbe alterare gli equilibri del Mediterraneo. La deposizione delle uova avviene principalmente in estate lungo le coste dell’Atlantico e del Golfo del Messico degli Stati Uniti, con picchi durante i mesi di luglio e agosto. Le larve attraversano quattro livelli di sviluppo.

Negli ultimi tempi oltre al pesce foglia, infatti, sono arrivati nel Mediterraneo dal Canale di Suez altre quattro specie estranee che sono: il pesce palla maculato, il pesce coniglio scuro, il pesce coniglio striato e il pesce scorpione.

Giovanni D’Agata

Continua a Leggere
Pubblicità
Pubblicità

Più Letti