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Cronaca

Inferno di fuoco a Lido Marini: distrutto stabilimento balneare

Fiamme carbonizzano lido a poche ore alla riapertura: lungo intervento del 115 e caccia alle cause dell’accaduto

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di Lorenzo Zito





Una enorme distesa di lingue di fuoco ha incenerito nella notte un intero lido balneare a Lido Marini.





Grande lavoro per i Vigili del fuoco del Distaccamento di Tricase attorno alle 4, dopo la segnalazione giunta per mezzo del numero d’emergenza. I pompieri sono accorsi in riva al mare, nella marina di Ugento, raggiungendo la colonna di fumo e l’inferno di fuoco che stava distruggendo lo stabilimento Rottacapozza. Le fiamme avevano rapidamente avvolto gran parte della struttura, carbonizzando pedane, ombrelloni, chiosco e suppellettili varie. Ingenti, chiaramente, i danni.





L’intervento dei caschi rossi è durato delle ore. Dopo il sorgere del sole e fino alle 8 di questa mattina, i vigili del fuoco erano ancora all’opera per riportare l’area in sicurezza. E, col supporto delle forze dell’ordine, per rintracciare eventuali indizi sulle cause scatenanti il rogo, tuttora ignote.





Nel weekend di riapertura





Una coincidenza infima quella che ha visto andare in fumo un vasto stabilimento balneare con alti standard di qualità. Questo infatti doveva essere il primo fine settimana di lavoro dopo un lungo inverno di lockdown accompagnato dall’apprensione per l’attesa di poter tornare a lavorare. Nelle scorse settimane, lì, in riva al mare, i fervidi preparativi. Scanditi dai post sulla pagina Facebook del resort che contavano gli ultimi giorni prima del via: appena 3 giorni addietro i proprietari avevano lanciato le immagini di quella che definivano “la spiaggia più bella del mondo”, finalmente pronta a raccogliere i suoi clienti.

























Cronaca

Dopo la Redazione, cartucce e minacce recapitate a casa dell’imprenditore

“BUON Anno nuovo dottore.. Anno nuovo… ma stessi rompimenti de sempre! Ancora dai solu fastidiu.. non hai ascoltato i nostri gentili consigli… non sei sparito… anzi… ‘nzurti… sfotti pure… perciò… ultima chiamata!!!

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Anno nuovo minacce nuove. Ricordate l’altro anno, era il 5 giugno 2024, quando ci venne recapitata in Redazione, la cartuccia esplosa di un fucile da caccia? Dopo formale denuncia titolammo: Pulp Fiction in Redazione, oggi,  7 febbraio 2025, dopo 8 mesi, si replica.

Questa volta la minaccia è arrivata direttamente all’interessato (che ci ha inviato copia, completa di denuncia ai CC), al quale, sempre con termini fra il serio ed il faceto, fra cazzeggio  e intimidazioni, vergato ancora col normografo, scrivono: “BUON Anno nuovo dottore.. Anno nuovo… ma stessi rompimenti de sempre! Ancora dai solu fastidiu.. non hai ascoltato i nostri gentili consigli… non sei sparito… anzi… ‘nzurti… sfotti pure… perciò… ultima chiamata!!! Smettila in italiano sia nu capisci oppure le prossime saranno cariche e dentro puntato su dite… datte all’ippica così armeno diventi cav. vero col cavallo!!!!”.

Gli improperi e le minacce sono dirette a Luigi Botrugno, titolare della azienda Antica Saponeria produttore dell’olio contro la Xylella, dal nome Nuovolivo.

Lo stesso ci conferma di aver “consegnato tutto ai Carabinieri di Spongano. Ieri mi è stata recapitata una busta di colore giallo, contenente una lettera minatoria e tre bossoli da caccia”. 

Alla domanda se ha un’idea di chi possa aver inviato tali minacce, lo stesso Botrugno replica: “Le minacce sono riconducibili alla mia attività e, pertanto, presumo che il mio impegno verso la risoluzione della problematica della Xylella possa probabilmente infastidire qualcuno. Sicuramente non mi farò intimorire da tali gesti e continuerò, convinto più che mai, nella mia attività sia pubblica che privata”. E precisa ancora: “Per quanto sopra ho sporto formale denuncia querela contro ignoti, nella speranza che almeno possano essere identificati e puniti a norma di legge”.

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Castrignano dei Greci

Castrignano dei Greci: minacciava la mamma e picchiava il fratello, arrestato 34enne

L’uomo dovrà rispondere di violenza in famiglia estorsione e minacce. Le indagini sono partite dopo che le vittime  hanno trovato la forza di denunciare le violenze subite

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I carabinieri della Stazione di Martano hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un uomo di 34 anni.

Il provvedimento, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce, è il risultato di un’indagine condotta dai militari dell’Arma, che ha permesso di raccogliere significativi elementi probatori a carico dell’indagato.

Le accuse comprendono i reati di estorsione, sia consumata che tentata, perpetrata nei confronti della madre convivente, nonché minacce e lesioni personali ai danni del proprio fratello.

Le condotte illecite si sarebbero verificate in diverse occasioni tra il 4 dicembre 2024 e il 31 gennaio 2025, creando un clima di paura e insicurezza all’interno del contesto familiare.

L’intervento dei carabinieri è scaturito dalla necessità di tutelare le vittime coinvolte, che hanno trovato la forza di denunciare le violenze subite.

Grazie alla solerzia e alla professionalità degli investigatori, è stato possibile raccogliere prove sufficienti per giustificare l’emissione della misura cautelare.

Al termine delle formalità di rito, in ottemperanza al provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, il 34enne è stato condotto presso la Casa Circondariale “Borgo San Nicola” di Lecce.

I Carabinieri rinnovano il proprio invito «a chiunque si trovi in situazioni simili a rivolgersi senza paura alle Forze dell’Ordine, che sono pronte ad ascoltare e a intervenire per garantire la tutela dei diritti e della dignità di ogni individuo».

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Cronaca

Tricase: ricorso OLC, il TAR rinvia

Richiesti approfondimenti e chiarimenti al responsabile del Settore Lavori Pubblici e Urbanistica in merito al diniego a costruire. Prossima udienza il 16 aprile

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Si è concluso con un nulla di fatto il primo capitolo della vicenda giudiziaria tra OLC e comune di Tricase.

L’azienda di Specchia, rappresentata e difesa dagli avvocati Antonio e Pietro Quinto nuova proprietaria del complesso industriale dell’ex Calzaturificio Adelchi, aveva presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale (TAR) contro il comune di Tricase (avv. Gabriella De Giorgi Cezzi) e il Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale di Lecce (non costituito in giudizio) per l’annullamento del diniego del permesso di costruire per il cambio di destinazione d’uso di due locali da deposito e mensa-spogliatoio a locali commerciali di tipologia M2 (gli esercizi aventi superficie compresa tra 901 e 1500 metri quadri nei comuni con popolazione residente superiore ai 10mila abitanti).

Il Tribunale amministrativo regionale per la Puglia (Lecce) – Sezione Prima ha ordinato al responsabile del Settore Lavori Pubblici e Urbanistica del comune, firmatario del diniego, di produrre e depositare una serie di chiarimenti sulla procedura che ha portato al diniego entro 60 giorni e rinviato la causa, stabilendo la prossima udienza per il 16 aprile prossimo.

Solo allora si pronuncerà, eventualmente, in merito al ricorso.

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