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Attualità

La Puglia torna arancione da lunedì

Bye bye zona rossa da lunedì 26

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Con il dato Rt in calo (ad oggi è allo 0,81), l’Italia dovrebbe tornare a respirare e gran parte delle regioni tornano nella tanto sospirata zona gialla, con misure meno severe: lunedì riaprono i ristoranti a pranzo e a cena, anche se soltanto all’aperto, e si potrà circolare tra le regioni con meno contagi, attestando (in zona arancione) di essere guariti dal Covid, aver fatto il vaccino oppure un tampone con esito negativo nelle 48 ore precedenti al viaggio.


La Puglia riesce a liberarsi dalla stretta della fascia rossa.

Arancioni anche Basilicata, Calabria, Sicilia e Valle d’Aosta.

Attualità

Poggiardo e Vaste: luce ai murales

Completati i progetti di illuminazione dei murales dedicati a San Giuseppe da Copertino (Poggiardo) ed ai Santi Martiri di Vaste, Alfio, Filadelfio e Cirino

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Come annunciato sulle nostre colonne dal sindaco Antonio Ciriolo sono state completate le illuminazioni del Murales di San Giuseppe di Copertino.

Qualche settimana fa era stata completata l’illuminazione del murales dedicato ai Santi Martiri di Vaste, Alfio, Filadelfio e Cirino ed ai loro genitori Vitalio e Benedetta. Il murales dei Santi Martiri è stato realizzato nei mesi scorsi dall’artista Antonio Chiarello ed è ubicato in Via Gabriele D’Annunzio a Vaste.

Entrambi i progetti di completamento di illuminazione sono stati stato realizzato da Selettra Illuminazione Pubblica di Avigliano (Pz), azienda che gestisce la pubblica illuminazione di Poggiardo e che ha interamente sostenuto le spese dell’iniziativa.

I progetti sono stati attuati dall’Amministrazione Comunale di Poggiardo con i fondi del progetto di Street Art PACT – Polo Arti Cultura Turismo Regione Puglia “Santi Lumi” della Regione Puglia.

Arte Amica di Lecce ha realizzato l’intero progetto: murales di San Giuseppe da Copertino e dei Santi Martiri di Vaste Alfio, Filadelfo e Cirino, luminaria nel Palazzo della Cultura e video dedicato a Poggiardo e Vaste.

Il murales dedicato a San Giuseppe da Copertino – in alto quello dedicato ai Santi Alfio, Filadelfio e Cirino

 

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Attualità

Tricase: la scomparsa di Mario D’Aversa

… aveva un profondo senso dell’amicizia che riversava su coloro che riconosceva veri amici e coi quali si poteva avere anche una discussione, a volte aspra, ma che, alla fine, tutto ritornava come prima, senza rancore o risentimenti…

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di Ercole Morciano

Non è facile, a poche ore dalla morte, scrivere su Mario D’Aversa.

I ricordi emergono a fiotti, impetuosamente, e il suo volto appare sorridente o incavolato, ma sempre nitido, come viva e presente è la sua voce dai toni cangianti.

Da quello a bassa intensità, delicato, per i colloqui confidenziali, quasi segreti, a quello rude, urlato, quasi senza ritegno, per i suoi j’accuse pubblici su questioni o piccoli – grandi problemi riguardanti Tricase, che egli amava e – ne sono certo – continuerà ad amare anche lì dove ora si trova.

Conosco Mario da sempre, perché quasi coetanei e cresciuti qui, nel centro storico, anche sulla piazza Pisanelli, dove ancora ci si rivedeva la mattina presto o nel tardo pomeriggio.

Tante volte è venuta l’idea di aiutarlo a scrivere un libro auto-biografico – lui ci teneva ed era un desiderio anche degli amici – ma gli avevo posto una condizione: il nulla osta della famiglia.

Era lui che raccontava tanti aneddoti della sua vita: l’amore per la madre che lo lasciò orfano da piccolo; la sua breve esperienza nel collegio dei PP. Trinitari di Gagliano; la non facile frequenza scolastica (ma si vantava di saper fare bene la prova del 9); il primo lavoro presso la ditta Peluso-Marmi di Tricase; il suo ingresso nelle Ferrovie del Sud-Est come operaio in officina a Lecce fino al pensionamento; la sua “supplenza” come forma di volontariato nell’edicola di Gigi De Francesco. Ma Mario raccontava anche episodi del suo trascorso dilettantistico nel campo musicale o in quello calcistico – e il calcio gli era rimasto nel cuore col tifo per la sua squadra: la Juve – così come raccontava dei suoi viaggi all’estero – e sono stati tanti, in quasi tutti i continenti – che ne facevano forse il tricasino più globe trotter di tutti.

Aveva avuto anche un’esperienza elettorale.

Lui proveniva dalla D.C.: lo ricordo presente nelle infuocate assemblee sezionali, oppure impegnato durante le campagne elettorali politiche a sostegno di qualche candidato. Fu candidato con “Città per l’Uomo” nelle comunali del 1993, ma ebbe una delusione: prese 88 preferenze: se ne aspettava molte di più e lamentava l’ingratitudine di tanti elettori che pure gli avevano assicurato il loro appoggio. Non si candidò più, ma gli restò un acuto senso della cittadinanza attiva e il dovere, come cittadino, di segnalare grandi e piccoli problemi e spingere-attivarsi per la loro soluzione. Occorre dire che spesso trovava gli uffici comunali disponibili all’ascolto e all’azione. Si vantava di essere l’unico cittadino di Tricase che aveva chiesto e ottenuto di parlare in Consiglio comunale a norma di regolamento: ed è vero. Aveva un alto concetto di cittadinanza attiva e lo viveva sempre in tensione verso il bene comune.

Nel privato Mario era un uomo sensibile ai bisogni degli ultimi. Era un cristiano disponibile. Mi confidava con molta discrezione, e sapendo che non l’avrei detto a nessuno, tanti casi di aiuto materiale a persone bisognose alle quali lui aveva donato direttamente o tramite i sacerdoti.

Tuttavia, due aspetti qualificano nettamente l’umanità di Mario: l’amore per la famiglia e il culto della vera amicizia.

L’amore per la famiglia Mario lo declinava nella concretezza: aiutare la moglie Lina, la donna della sua vita, in casa e ogni giorno; seguire le figlie Mary e Serena e soprattutto le nipoti che gli davano tante soddisfazioni negli studi.

Infine egli aveva un profondo senso dell’amicizia che riversava su coloro che riconosceva veri amici e coi quali si poteva avere anche una discussione, a volte aspra, ma che, alla fine, tutto ritornava come prima, senza rancore o risentimenti.

Nella foto in alto: Mario D’Aversa tra Peppino Scarascia e Franco Buccarella in piazza Pisanelli.

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Attualità

 “Fintech for good” tra gli ulivi

Deloitte in collaborazione con Olivami: nasce a Borgagne il parco dedicato all’impatto positivo del fintech per le persone e per il pianeta. Saranno messi a dimora 51 nuovi alberi di olivo che rappresenteranno la capacità di Deloitte Next Hub di supportare la crescita del territorio

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Deloitte porta nel Salento il primo giardino dedicato al “Fintech for good”, il settore in rapida crescita che coniuga finanza e sostenibilità.

Sono infatti 500 le startup nel mondo, analizzate da un recente report pubblicato da Deloitte, che incorporano sostenibilità ambientale e impatto sociale nei propri modelli di business e nelle soluzioni proposte.

Il centro di eccellenza di Deloitte Next Hub, ospitato nei padiglioni della Fiera del Levante a Bari, avrà il suo giardino di ulivi a Borgagne, frazione di Melendugno.

In collaborazione con l’Associazione Olivami saranno messi a dimora 51 nuovi alberi di olivo che rappresenteranno la capacità di Deloitte Next Hub di supportare la crescita del territorio.

L’azienda di servizi, consulenza e revisioni ha annunciato duemila assunzioni da qui a quattro anni in Puglia e intende contribuire alla ricostruzione del paesaggio salentino devastato dalla Xylella con la creazione del parco Deloitte attraverso l’adozione di nuovi alberi.

Il progetto è stato presentato al Salone dei Pagamenti di Milano, l’appuntamento nazionale per l’industria bancaria promosso da ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, diventato il polo di riferimento sui Pagamenti, l’innovazione e l’ecosistema fintech italiano.

Nel corso dell’evento, Deloitte ha presentato una nuova ricerca proprietaria – realizzata in collaborazione con Tiresia – Politecnico di Milano, Fintech District e FTS Group, analizzando come il fintech (utilizzo di strumenti digitali applicati in ambito finanziario) a livello globale stia guidando il cambiamento per promuovere sostenibilità e inclusione sociale a partire dal mondo finanziario.

«Il Fintech potrebbe fungere da catalizzatore per il campo emergente della finanza verde, visto che esistono applicazioni sempre più pervasive di soluzioni rese possibili dalle tecnologie digitali nel climate finance e nell’impact investing», evidenzia Marco Mione, Voice of Fintech & Head of Market Bridge 4 FSI di Deloitte, che ha promosso il progetto con Olivami.

A suggellare l’intesa tra Deloitte e la startup salentina la produzione del primo olio extravergine di oliva a doppia etichetta.

«Abbiamo avuto la possibilità di raccontare ad una vasta platea il nostro impegno per la riforestazione del Salento e siamo davvero orgogliosi di aver intercettato l’interesse di Deloitte», aggiunge Simone Chiriatti direttore di Olivami, «creando un ponte verde tra Bari che ospiterà il grande hub di Deloitte e il Salento della rinascita olivicola».

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