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Cronaca

Operazione antimafia nel Salento, 16 arresti

Tra Lecce, Monteroni e Porto Cesareo. Si tratta di persone legate al clan Politi della Scu, operante sul versante orientale della provincia

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Il ROS, con il supporto in fase esecutiva dei Comandi Provinciali Carabinieri di Lecce e Milano, del 6° Elinucleo di Bari, del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno (BA) e dello Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori di Puglia, con l’operazione Filo d’Arianna 2, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Lecce su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia nei confronti di 16 soggetti presumibilmente legati al clan Politi, indagati, a vario titolo, per associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, estorsione, rapina e trasferimento fraudolento di valori, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita aggravati ex art. 416 bis 1 c.p.


GLI ARRESTATI


Gabriele Tarantino, 44 anni, residente a Preganziol di Treviso e domiciliato a Monteroni di Lecce;


Ludovico Tarantino, di Monteroni di Lecce;


Fernando Nocera (detto “vecchio o zio”), 68 anni di Lecce;


Raffaele Sperti, 44 anni di Carmiano;


Manuele Sperti, 41 anni di Magliano di Carmiano;


Antonio Giordano, 51 anni di Monteroni di Lecce;


Antonio Giordano (detto “Lucio”), 37 anni di Monteroni di Lecce;


Pierpaolo Panarese, 40 anni, di Lecce;


Giacomo Pulli, 39 ani di Monteroni di Lecce;


Alessandro Ciminna, 38 anni di Monteroni di Lecce;


Marco Ciminna, 37 anni di Monteroni di Lecce;


Sandro Saponaro, 43 anni di Monteroni di Lecce;

Antonio Quarta, 38 anni di Salice Salentino;


Cosimo Miggiano, 42 anni di Muro Leccese;


Andrea Maniglia, 48 anni di Monteroni di Lecce;


Francesco Antonio Iacono, 40enne di Leverano.


LE INDAGINI


Le attività – con riferimento al clan Politi, che si ritiene operante a Monteroni, Lecce, Arnesano, San Pietro in Lama, Novoli, Leverano, Porto Cesareo e Veglie – hanno consentito di ipotizzare i seguenti scenari.


La riorganizzazione – conseguente all’operazione Labirinto del ROS (2018), nel cui ambito era stato arrestato anche il capo clan, Saulle Politi, 51 anni – favorita, a partire dal 2019, dalla detenzione domiciliare di Gabriele Tarantino, 44 anni, che ne avrebbe assunto la reggenza, curando l’affiliazione di nuovi partecipi dell’organizzazione e la definizione delle strategie criminali.


Gli assetti interni e l’esistenza di una cassa comune, ove confluivano i proventi illeciti che sarebbero stati utilizzati per il sostentamento degli affiliati detenuti e delle loro famiglie, nonché finanziamento di attività imprenditoriali riconducibili al sodalizio.


I rapporti tenuti da Tarantino con i capi di altri clan federati alla Sacra Corona Unita e con i vertici della cosca di ‘ndrangheta Mammoliti-Fischiante”.


Sotto il profilo del condizionamento del tessuto economico, gli inquirenti hanno documentato la propensione delle articolazioni mafiose a infiltrare le attività produttive locali, tra le quali i settori ittico, balneare e della ristorazione, nonché tramite la fittizia costituzione di società intestate a un cittadino di nazionalità albanese (indagato non destinatario di misura cautelare), utilizzate per riciclare i proventi illeciti mediante il sistema dell’emissione delle fatture per operazioni inesistenti.


Quanto al traffico di stupefacenti sarebbe emersa l’operatività di associazione facente capo al citato Tarantino che, anche tramite altri sodali, avrebbe curato gli approvvigionamenti di stupefacente destinato al mercato leccese (cocaina, eroina, hashish e marijuana) che avvenivano tramite fornitori operanti in Spagna o esponenti della citata coscaMammoliti-Fischiante”, attiva in Puglia e in altre regioni italiane e in diretti rapporti con fornitori sudamericani e con narcotrafficanti internazionali.


Nel corso dell’operazione sono stati arrestate altre due persone trovate in possesso di circa 5 kg di cocaina e 300 mila euro in contanti.


 


Botrugno

In casa droga, seimila euro e banconote false, nei guai 19enne

Per ora è ai domiciliari. Dovrà rispondere di detenzione illecita di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e possesso di denaro falso

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I carabinieri della Stazione di Nociglia, hanno arrestato un 19enne di Botrugno con l’accusa di detenzione illecita di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio nonché per possesso di banconote falsificate.

I militari hanno proceduto al controllo del giovane, già noto.

Il suo nervosismo ha destato l’attenzione dei carabinieri che hanno approfondito i controlli e proceduto alla perquisizione, poi estesa al domicilio.

Presso l’abitazione del giovane, all’interno di uno zainetto nella camera da letto, sono stati rinvenuti quasi 100 grammi di hashish e 12 grammi di marijuana.

Sul ripiano di una scrivania, invece, è stato rivenuto materiale vario per il confezionamento delle sostanze mentre all’interno di un borsello vi erano banconote in vario taglio per un importo complessivo di quasi seimila  euro, probabile provento dell’attività di spaccio.

In un vano a parte, infine, sono state rinvenute banconote false per un importo pari a 180 euro.

Somma, anche questa è stata sequestrata per poi essere inviata presso il Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria.

Al termine delle operazioni, il giovane è stato arrestato e, come disposto dal P.M. di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce, sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari.

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Cronaca

Ancora spari in pieno giorno nel Salento, gambizzato 40enne

Agguato in viale Grassi a Lecce. Ferito ad una gamba Cristian Salierno già noto alle Forze dell’Ordine

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Appena 15 giorni dopo l’omicidio di Casarano si torna a sparare in pieno giorno nel Salento.

Un uomo di stato gambizzato vicino al bar New Caffè dell’angolo, in Viale Grassi, nei pressi della caserma dei Vigili del Fuoco.

Anche questa volta l’agguato si è consumato in pieno giorno, alle 9,30 del mattino, con i criminali noncuranti delle possibili conseguenze anche per ignari cittadini che avessero avuto la malaugurata sorte di essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato.

La vittima è Cristian Salierno,  40 anni, già noto alle Forze dell’Ordine: era coinvolto nella nota operazione di polizia Final Blow ed aveva patteggiato una pena di 4 anni e sei mesi.

L’attentatore si sarebbe dileguato a bordo di una moto di grossa cilindrata.

Salierno era seduto ad un tavolino del bar quando è stato raggiunto dai proiettili, almeno due secondo le testimonianze degli astanti.

Proprio i clienti del bar insieme ai vigili del fuoco, di stanza a pochi metri dal luogo dell’agguato, hanno soccorso per primi l’uomo ferito.

Sul posto sono poi giunti i sanitari del 118 che lo hanno condotto al Fazzi in codice rosso. L’uomo ferito seriamente alla gamba destra, non correrebbe, però, pericolo di vita.

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Botrugno

Treni, Puglia isolata: «Viaggio tragicomico»

L’odissea raccontata da una nostra lettrice: «Oltre dieci ore da Lecce a Roma a bordo di pullman sostitutivi». Disorganizzazione totale, emblematico quanto avvenuto a Caserta: «L’autista si è preso tra le campagne e i passeggeri provavano ad indicargli la via col navigatore in mano…»

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In treno da Lecce a Roma, altro che alta velocità!

Per chi viaggia da e per il Salento continua l’odissea ferroviaria (e non solo).

I disagi ovviamente riguardano le tratte che transitano dalla Campania, in direzione Caserta e Roma.

La frana caduta ad Ariano Irpino, sei giorni fa, ha provocato danni ad una galleria e Ferrovie dello Stato ha già annunciato la necessità di almeno un mese per il ripristino della tratta ferroviaria.

Ma aveva anche annunciato soluzioni alternative che avrebbero ridotto al minimo i disagi per gli utenti.

Così invece non è stato, come testimonia Maria Grazia, di Botrugno, che ci ha raccontato l’odissea del suo viaggio per raggiungere Roma, dove lavora, sul Frecciarossa Lecce-Milano.

La nostra lettrice ci chiede di parlarne per «smuovere l’opinione pubblica ed impegnare i nostri politici perché non è giusto che tutto passi sotto traccia».

Anche perché, va detto per inciso, anche se chi ha già prenotato il biglietto del treno prima della frana, decidesse di acquistarne un’altra per un viaggio alternativo in bus o in aereo, non troverebbe vita facile. Ovunque posti esauriti o costi esorbitanti quasi a voler lucrare sulle difficoltà della gente.

Ferrovie dello Stato aveva annunciato un collegamento in pullmansolo” da Foggia a Caserta (o viceversa) per bypassare la zona colpita dalla frana. Non è, invece, andata così ieri, come conferma il racconto di Maria Grazia.

Vi riportiamo la sua (e quella di tanti altri viaggiatori) «paradossale domenica che, come passeggeri, ci siamo trovati a vivere. Tutti noi avevamo acquistato un biglietto per il treno Frecciarossa 9560 delle ore 13,10 in partenza da Lecce per Milano. Raggiungere Roma è stata un’odissea. A causa della frana, (purtroppo non prevedibile), dopo 5 giorni dall’evento, abbiamo dovuto fare i conti con i disservizi di Trenitalia e di chi dovrebbe gestire una situazione di emergenza».

I punti critici sono diversi e tutti a carico del povero viaggiatore:

«Siamo stati avvertiti delle novità in maniera assai approssimativa con una mail e, alla stazione di Lecce, non vi era alcun addetto di Trenitalia in prossimità del pullman sostitutivo per fornire informazioni ai passeggeri confusi»;

«Autisti dei pullman, come da loro stessi riportato, non informati sulla tratta da percorrere e convocati per il viaggio un’ora prima»;

«Pullman non confortevole sia nella tratta Lecce/ Barletta che nella tratta Barletta/Roma. A Barletta chi doveva proseguire per Roma, ha dovuto cambiare pullman».

«Assenza di bagni con disagio importante dei passeggeri a bordo costretti a servirsi dei bar della stazione con ritardi ulteriori»

«Non sono state date da Trenitalia informazioni chiare per poter scegliere tratte alternative, neanche via mail»;

«In prossimità di Caserta, gli autisti hanno vagato per un’ora tra le campagne, non riuscendo a raggiungere la stazione di Caserta. I passeggeri, smartphone con navigatore in mano, provavano ad indicare la strada ma si girava sempre intorno… Pareva quasi un film, non fosse la tragicomica realtà»;

«Molti a Caserta hanno provato a scendere dal pullman e prendere un treno per Roma Termini, ma il primo utile aveva 50 min di ritardo e così son ripartiti con lo stesso pullman. E, beninteso, nessun operatore di Trenitalia era presente».

Concludendo: «Siamo partiti alle 13,10 e arrivati a Roma alle 23,30 circa: a fronte della durata originaria del viaggio di 5 ore e 45 minuti, siamo rimasti in pullman per  10 ore e 20 minuti!».

Non mettiamo in dubbio che davvero occorra un mese per ripristinare la linea ferroviaria che attraversa l’Irpinia e comprendiamo la situazione di emergenza.

Emergenza che, però, può essere tollerata nelle 24ore successive alla frana.

Dopodiché non è più emergenza ma solo disorganizzazione sulle spalle di chi quel biglietto lo ha comprato e pagato.

Giuseppe Cerfeda

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