Cronaca
Scontro moto-camion sul ponte di Montesano: codice rosso per il motociclista

Incidente stradale questa mattina, attorno alle ore 9, sulla strada provinciale che collega Tricase a Montesano Salentino. All’altezza del ponte ferroviario che incrocia la provinciale, una moto si è scontrata con un eco-compattatore.
A seguito dell’impatto, l’uomo alla guida della moto è rimasto ferito. Sul posto è intervenuto il 118 di Tricase in codice rosso, fortunatamente solo per dinamica: le ferite riportate dal motociclista, una volta trasportato in ospedale a Tricase, non si sono rivelate tali da compromettere la sua vita.
La dinamica dell’incidente è attualmente in fase di ricostruzione. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri, con il supporto della Polizia Locale, che ha chiuso al traffico per diverse ore il tratto di strada interessato.
I mezzi provenienti da Montesano sono stati deviati in direzioni alternative, così come quelli in arrivo da Tricase. Già alla rotatoria nei pressi dell’ex calzaturificio Adelchi (non lontano dalla curva in foto), la circolazione è stata indirizzata su percorsi laterali rispetto alla provinciale.
Copertino
Ennesimo incidente sulle strade: muore centauro 36enne
Forse c’è stato un impatto fra due moto del gruppo di sette motociclisti che viaggiava in direzione Gallipoli…

Muore un uomo di 36 anni, Mauro Carafa, di Monteroni di Lecce bordo della sua moto, una BMW 1000.
Forse c’è stato un impatto fra due moto del gruppo di sette motociclisti che viaggiava in direzione Gallipoli, ha provocato il coinvolgimento degli altri centauri, compresa la moto su cui viaggiava la vittima.
Immediati i soccorsi dagli automobilisti di passaggio che hanno chiamato il 118.
Gli otto feriti (sette conducenti e un passeggero), sono stati portati negli ospedali di Lecce e Copertino con ferite non gravi.
Nessuno degli altri motociclisti sarebbe in pericolo di vita.
Si indaga sulle cause dell’incidente.
Cronaca
Malta, stupro di gruppo: coinvolto anche salentino
Indagati cinque studenti pugliesi per violenza sessuale. I giovani hanno dai 17 ai 19 anni, 4 sono della provincia di Brindisi, uno di quella leccese. A denunciarli una 19enne trevigiana in vacanza sull’isola. La violenza sarebbe stata filmata da un telefonino

Una serata che però sarebbe sfociata nell’ennesimo episodio di violenza sessuale. Cinque ragazzi (quattro brindisini ed un leccese), di età compresa tra i 17 e i 19 anni, sarebbero indagati dalla procura di Brindisi con l’accusa di violenza sessuale aggravata di gruppo.
Le indagini, riferiscono i media italiani, è partita dopo la denuncia presentata da una 19enne di Treviso, che ha raccontato di aver subito abusi mentre si trovava in vacanza a Malta alcune settimane fa.
Secondo quanto denunciato, la ragazza avrebbe conosciuto la comitiva di ragazzi pugliesi durante il suo soggiorno a Malta e, al termine di una serata trascorsa con loro in alcuni locali dell’isola, avrebbe accettato l’invito di seguirli nel loro appartamento, dove, secondo il suo racconto, sarebbe stata costretta a subire rapporti sessuali contro la sua volontà.
Secondo la ragazza, la violenza sarebbe stata anche ripresa con il cellullare di uno degli indagati.
La procura di Brindisi starebbe conducendo accertamenti tecnici sui dispositivi elettronici dei cinque ragazzi e della presunta vittima, per verificare i fatti e raccogliere ulteriori elementi utili all’inchiesta.
Si dice che gli indagati siano tutti studenti che si trovavano a Malta per festeggiare la maturità.
Il gruppo pare aver respinto con fermezza le accuse, sostenendo che la ragazza fosse consenziente.
Al momento, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non sarebbero stati adottati provvedimenti cautelari, mentre si attendono gli esiti delle analisi tecniche e delle testimonianze per chiarire la dinamica della vicenda e per acquisire ulteriori elementi ai fini investigativi.
📍 Segui il Gallo
Live News su WhatsApp 👉 clicca qui
Cronaca
Santa Cesarea dopo l’ennesimo incendio
La denuncia: «Un territorio che continua a bruciare non è solo frutto del caso, della sfortuna o di una mano criminale: è il risultato di una negligenza politica costante, di scelte rimandate, di promesse mai mantenute»

Il Salento d’estate brucia e non solo per il clima torrido.
Brucia perché qualche idiota arma la sua mano e applica dei fuochi che fanno presto a diventare incendi e devastare tutto.
L’ennesimo rogo domenica scorsa ha inferto un altro duro colpo alla vegetazione o a quel che ne rimane di Santa Cesarea Terme.
La nota località turistica è uno dei luoghi più colpiti dall’escalation di fuoco che nelle ultime estati ha raggiunto livelli poco sostenibili anche per vigili del fuoco e protezione civile i cui uomini e donne sono continuamente sul campo per limitare i danni.
Accogliamo e pubblichiamo di seguito lo sfogo-denuncia del consigliere comunale di opposizione di Santa Cesarea, Emanuele Piscopo.
«Una piaga che riguarda tutto il nostro territorio e che necessita di risorse, mezzi e strategie coordinate»
«Un’eclissi lunga 15 anni: Santa Cesarea continua a bruciare tra silenzi e negligenze.
C’è chi domenica ha ammirato l’eclissi di luna e chi, come noi cittadini di Santa Cesarea, ha visto nuovamente eclissata la propria terra.
Un maxi-incendio ha devastato ancora una volta le nostre pinete e le nostre bellezze naturali, colpendo esattamente le stesse aree già intaccate negli anni scorsi e mai ripulite, mai messe in sicurezza, mai difese da chi dovrebbe tutelarle.
È inaccettabile che dopo quasi 15 anni di amministrazione Bleve non sia stato ancora avviato un vero percorso di prevenzione e di investimento in strumenti seri di contrasto al fenomeno degli incendi.
Un territorio che continua a bruciare non è solo frutto del caso, della sfortuna o di una mano criminale: è il risultato di una negligenza politica costante, di scelte rimandate, di promesse mai mantenute.
Non da meno Regione Puglia ed Ente Parco; spettatori passivi di un fenomeno che, invece, richiederebbe interventi decisi e misure straordinarie.
Gli incendi che negli ultimi mesi hanno devastato la Baia delle Orte e la Palascia di Otranto dimostrano che non sono un problema solo di Santa Cesarea: sono una piaga che riguarda tutto il nostro territorio e che necessita di risorse, mezzi e strategie coordinate. Occorre che Regione ed Ente Parco sostengano i Comuni nell’attivazione di presidi fissi di protezione civile nei territori più esposti, come già avviene altrove, finanziando l’acquisto di tecnologie innovative, dai termoscanner per individuare i focolai sul nascere, fino a droni e sistemi di sorveglianza che possano monitorare h24 le zone più a rischio.
È necessario dare seguito al progetto di riutilizzo delle acque reflue per interventi rapidi di spegnimento, rimasto nei cassetti da anni.
E ancora: perché non creare un fondo regionale di emergenza per i comuni colpiti che consenta di intervenire subito?
Perché non si ha lo stesso impegno come quello impiegato per ricevere i soliti contentini economici pre-elettorali per i lavoratori in attesa degli stipendi da mesi e flagellati dall’incapacità gestionale delle Terme SpA?
Perché non coinvolgere le associazioni locali, i volontari e il mondo agricolo in piani condivisi di prevenzione?
Continuare a ignorare queste possibilità significa condannare il Salento – non solo Santa Cesarea – a rivedere ogni estate lo stesso incubo di fiamme, fumo e devastazione.
Al danno ambientale e paesaggistico, poi, si aggiunge, come sempre, quello economico.
Diverse strutture ricettive hanno subito danni diretti dal fumo e dalle operazioni dei mezzi aerei, mentre altre hanno visto i propri ospiti abbandonare le camere, spaventati e indignati, come già accaduto negli anni passati.
Non si tratta solo di un colpo d’immagine, ma di perdite reali, di prenotazioni cancellate e di danni che qualcuno dovrà finalmente assumersi la responsabilità di risarcire. Non è più possibile che imprenditori e lavoratori del settore turistico, che costituiscono l’ossatura economica del nostro paese, vengano lasciati soli, ogni volta, a contare i danni e a ricostruire, senza che vi sia una politica seria di prevenzione e di tutela del comparto.
Il dramma dell’altro giorno non può passare come un episodio isolato né essere liquidato con i soliti comunicati di circostanza.
I cittadini di Santa Cesarea hanno il diritto di vivere sicuri nelle loro case, di non dover improvvisare difese di fortuna contro le fiamme, di non vedere ogni anno bruciare i propri sacrifici e di non sentirsi abbandonati dalle istituzioni.
È dovere di chi governa porre la sicurezza e la salvaguardia del territorio al primo posto, non ridursi a comparse che parlano solo quando le fiamme lambiscono i comuni vicini e tacciono quando il dramma riguarda Santa Cesarea.
L’eclissi di domenica scorsa è durata qualche minuto, ma quella che oscura Santa Cesarea va avanti da troppo tempo. Se Regione, Comune ed Ente Parco continueranno a voltarsi dall’altra parte, un’intera comunità rischierà di scomparire tra le ombre dell’incuria e dell’indifferenza».
📍 Segui il Gallo
Live News su WhatsApp 👉 clicca qui
-
Corsano4 giorni fa
Insieme per celebrare i 40 anni, fra ricordi, battute e risate
-
Cronaca4 settimane fa
Tricase, truffa bonus edilizi per oltre 1,5 milioni di euro
-
Attualità3 settimane fa
Frontale auto-moto a Montesardo: un codice rosso
-
Cronaca3 settimane fa
Colpito da un fulmine, 42enne muore sulla SS275
-
Alessano4 settimane fa
In Salento in giro per feste, sagre, concerti, riti, live e street food
-
Attualità4 settimane fa
Malasanità: Galatina, manca il medico e si sospende l’ecocolordoppler per un mese
-
Appuntamenti2 settimane fa
Corsano: la “Classe ’75” festeggia il mezzo secolo
-
Castrignano del Capo3 settimane fa
Una barca incagliata, l’altra affondata: la furia del mare a Leuca e Otranto