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Cronaca

Sicurezza sul lavoro: fioccano le sanzioni

Per 12 attività di ristorazione tra Lecce e le principali località rivierasche di Gallipoli, Porto Cesareo e Otranto

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Continuano i controlli sui luoghi di lavoro: i carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Lecce, unitamente agli Ispettori del Lavoro della ITL di Lecce e ai militari dell’Arma Territoriale, hanno svolto una vasta operazione di verifica su tutto il territorio della provincia salentina, finalizzata al controllo del rispetto sulla normativa in materia di salute, di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla regolarità contrattuale.


I controlli hanno interessato dodici attività di ristorazione, dislocate nei principali centri con maggiore affluenza turistica.


Particolare attenzione è stata rivolta a Lecce e alle principali località rivierasche di Gallipoli, Porto Cesareo e Otranto.


L’attività investigativa condotta dai militari ha evidenziato diverse situazioni di irregolarità da parte degli imprenditori che sono stati tutti segnalati alle competenti autorità.


Le violazioni hanno riguardato la “mancanza della prescritta visita medica di idoneità al lavoro dei propri dipendenti”, il “mancato rispetto delle condizioni minime di igiene e salute sui luoghi di lavoro”, “l’inosservanza dei due giorni di riposo settimanale – anche non consecutivi – ai dipendenti minori degli anni 18” ed infine “superamento dell’orario di lavoro rispetto a quanto contrattualizzato”.

Un’attività alberghiera, invece, è stata temporaneamente sospesa per la “mancata redazione del documento di valutazione dei rischi”.


L’attività ispettiva ha anche avuto un importante risvolto positivo per le 75 posizioni lavorative controllate poiché, tutte quelle risultate irregolari, oltre alle previste sanzioni, sono state regolarizzate con il recupero dei pagamenti delle retribuzioni e dei contributi non versati.


Il totale delle sanzioni comminate relative alle ammende sono state di circa centomila euro mentre le sanzioni amministrative elevate si aggirano intorno a 15mila euro.



Cronaca

Arrestato pusher, vendeva cocaina e hashish in un parcheggio

NAscondeva la droga tra gli indumenti intimi. Anche qunato rinvenuto dalla perquisizione domiciliare ha confermato l’attività del pusher ristretto ai domiciliari

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Era il pomeriggio di ieri quando l’attenzione degli agenti in servizio di volante è stata attirata da due uomini che, con fare sospetto, confabulavano in maniera ravvicinata, in un parcheggio a Lecce, nei pressi del piazzale dell’area che ospita diversi stabili commerciali di via Gino De Santics, vicino alla Tangenziale Est.

Osservando la scena i poliziotti hanno assistito allo scambio tra i due di un involucro di cellophane a cui seguiva la cessione di banconote da parte dell’altro.

Subito i due sono stati raggiunti dagli agenti che hanno invitato l’acquirente, un 48enne del posto, a consegnare la bustina appena intascata, contenente cocaina (circa 0,3 grammi).

Mentre l’altro uomo, un 52enne anch’egli di Lecce, noto alle forze di polizia, è stato sottoposto a perquisizione personale.

Negli indumenti intimi nascondeva: due involucri di cellophane trasparente contenenti 51 grammi di hashish; in due involucri differenti erano custoditi rispettivamente 6 bustine di cellophane trasparente e 3 nell’altro, tutte contenenti cocaina, per un peso complessivo di 11grammi.

Nel portafogli rinvenute banconote per una somma di 70 euro, poste sotto sequestro perché probabile provento di spaccio.

La perquisizione è proseguita presso il domicilio dell’uomo con l’ausilio di ulteriore personale delle volanti ai quali l’uomo ha consegnato di spontanea volontà una scatola di cartone contenente diversi involucri contenenti differenti quantitativi di cocaina, per un peso complessivo di 54grammi.

Nella scatola anche 52 grammi di hashish, un bilancino di precisione e diverso materiale utilizzato per il confezionamento delle dosi, tre involucri di mennite (200 grammi), comune agente di taglio per la cocaina.

Tutto il materiale rinvenuto è stato posto sotto sequestro insieme ad uno smartphone in uso al 52enne.

L’uomo stato arrestato in flagranza di reato e su disposizioni dell’Autorità Giudiziaria posto ai domiciliari è Davide De Rinaldis.

Al cliente contestato l’art. 75 DPR 309/90 per detenzione di sostanza stupefacente per uso personale.

 

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Cronaca

«Tanta umanità nel momento più tragico»

La lettera di una coppia di Patù allo staff della nave da crociera, a bordo della quale hanno appreso della scomparsa prematura del loro figlio

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Lo scorso 8 settembre la Costa Fascinosa, la più imponente nave della flotta Costa Crociere, dopo aver salpato dal porto di Taranto ha lambito la Città di Gallipoli per uno scalo tecnico.

Il fuori programma è stato causato da un drammatico evento: la morte improvvisa e prematura del figlio di una coppia di crocieristi di Patù.

Abbiamo ricevuto e pubblichiamo il sentito ringraziamento al Comandante e all’equipaggio dei due coniugi, Giosuè Rosafio e Lucia Reo, colpiti dal grave lutto.

«Rivolgo un sincero ringraziamento al comandante Fabio Bramato e a tutto lo staff della Costa Fascinosa. Eravamo salpati da circa mezz’ora da Taranto quando nostra figlia Tiziana ci ha informato di quanto accaduto al nostro Mino, residente a Sion, in Svizzera. Come un fulmine a ciel sereno, quella che doveva essere una crociera allegra e spensierata è diventata di colpo un inferno. Il fatto di trovarci in navigazione, ormai in mare aperto, aumentava il senso di impotenza dopo una notizia di per sé straziante. Per noi sarebbe stato impensabile dover attendere il primo scalo previsto, in Grecia, per poter lasciare la nave. Non avremmo mai affrontato un’altra giornata di navigazione in quello stato. È in quel momento che abbiamo potuto apprezzare l’elevato livello di competenza professionale arricchito da tanta umanità e gentilezza, nient’affatto scontate, da parte del personale di bordo.

Innanzitutto, ringrazio di cuore il Comandante Fabio Bramato, il quale ha dichiarato l’emergenza consentendoci di sbarcare al largo di Gallipoli. Inoltre, non dimenticherò la sensibilità che hanno dimostrato in un momento così drammatico anche gli altri membri dell’equipaggio, che sulla nave si sono presi cura di me e di mia moglie dimostrando grandi doti umane.

Infine, non saremo mai abbastanza grati ai nostri amici e parenti con i quali avevamo iniziato la crociera, che senza esitazione hanno voluto sbarcare insieme a noi rinunciando alla loro vacanza. La loro vicinanza e il loro supporto morale è stato per noi fondamentale».

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Cronaca

Nuovamente aggredito don Antonio Coluccia

Un uomo ha puntato il prete antispaccio salentino e voleva lanciargli una bomboletta d’acciaio addosso. Aggressione sventata solo dalla prontezza degli uomini della sua scorta. Sparato anche un colpo in aria. L’aggressore è riuscito a fuggire aiutato dalla folla scesa in strada

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Nuovo tentativo di aggressione ai danni di don Antonio Coluccia a Roma.

Teatro ancora una volta il Quarticciolo, quartiere alla periferia della Capitale.

Un uomo, riuscito poi a sfuggire alle forze dell’ordine, si è avventato sul sacerdote con una bomboletta d’acciaio durante una passeggiata della legalità.

L’aggressore ha puntato il prete antispaccio originario di Specchia e voleva lanciargli una bomboletta d’acciaio addosso. Aggressione sventata solo dalla prontezza degli uomini della sua scorta.

Bloccato dalla polizia presente e dal servizio di sicurezza, l’aggressore non è riuscito nel suo intento ma ha cominciato a urlare frasi del tipo “aiutateme, me stanno a carcerà”, che hanno fatto arrivare in strada una sessantina di persone. Attimi di panico, in cui un uomo ha cercato di aizzare un pitbull contro i poliziotti, mentre altri hanno preso a calci gli agenti, due dei quali hanno riportato lesioni guaribili in sette giorni. Secondo quanto riportato da un poliziotto, è stato sparato anche un colpo di pistola in aria, “per mettere in sicurezza Don Coluccia” e “guadagnare terreno“.

Nel trambusto è stato fermato un uomo di 41 anni (non quello che ha cercato di colpire don Coluccia, riuscito a fuggire con l’aiuto della folla scesa in strada) – arrestato con l’accusa di resistenza aggravata. Processato questa mattina per direttissima, che è stato condannato all’obbligo di firma. HA dichiarato di non c’entrare nulla con l’agressione e che era in piazza solo per cercare i figli. La sua versione non è stata ritenuta attendibile dai giudici che gli hanno imposto l’obbligo di firma.

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