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Attualità

Calzaturiero, Filograna rilancia

Nasce la “Antonio Filograna”: nel capannone di 6mila mq previsti produzione di calzature e di articoli di pelletteria ed una scuola di formazione: un vera Academy per il settore

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C’è chi, nei momenti di crisi, si nasconde in un angolo e spera supinamente che passi e chi invece si butta e decide di scommettere sulla ripresa; un po’ come quel servo, di evangelica memoria, che nasconde sotto terra il talento ricevuto e l’altro che invece lo investe e lo raddoppia.


Un industriale che ha deciso di non nascondersi ma che invece si è lanciato in un investimento vero ed importante c’è ed è un casaranese doc: Antonio Sergio Filograna


Erede di due importanti e impegnativi cognomi oltre che di un impero industriale calzaturiero purtroppo decaduto per colpa della crisi di alcuni decenni fa; una prima crisi, specifica di settore, che ha praticamente azzerato il distretto industriale più grande del Salento ma che, dopo alcuni lunghissimi anni, ha visto proprio Antonio Sergio Filograna avere il coraggio di scommettere sulla ripartenza, investendo capitali propri e puntando su calzature di alta qualità.


Quella scommessa in realtà è già stata vinta perché, nonostante le mille difficoltà, la rinascita produttiva di Casarano c’è stata e quindi quel giovane imprenditore ha già avuto ragione.


Ora ci riprova ma noi prima di tutto dobbiamo correggere quel termine scommessa spesso utilizzato perché in realtà non rende merito al progetto da lui stesso annunciato.


Scommessa vuol dire affidarsi esclusivamente al proprio intuito, un po’ come puntare un numero qualunque sulla roulette e affidarsi poi alla fortuna, mentre invece il progetto di cui parliamo non è frutto della temerarietà di uno sprovveduto, quanto piuttosto scaturito da un’attenta analisi del mercato, da un piano di sviluppo realizzato da una squadra di professionisti e anche, perché no, dal fiuto e dal coraggio che contraddistinguono ogni buon imprenditore.

«Nonostante la pandemia, il mondo del lusso non si è mai fermato», ha dichiarato Antonio Sergio Filograna, «e allora abbiamo riconsiderato un precedente progetto di sviluppo che stava per essere definitivamente abbandonato».


Nello specifico si tratta della costituzione di un polo di produzione che prenderà il nome di “Antonio Filograna” (in memoria dello zio e padre adottivo che ha creato un impero economico partendo dal nulla) e che sarà completamente distinto dalla Leo Shoes, con un management indipendente ed un destino tutto proprio.


Il piano di sviluppo è triennale e si concretizzerà in uno stabilimento il cui capannone (che un tempo ospitava la “Filanto Boys”) già sorge a pochi metri dalla Leo Shoes stessa. Nei suoi 6mila metri quadri, sarà organizzato in tre diversi lotti con il primo riservato alla produzione di calzature, il secondo (la vera novità per il nostro territorio) alla produzione di articoli di pelletteria ed il terzo invece sarà una vera e propria scuola di formazione: un Academy per il settore.


«L’attività relativa alla produzione di pelletteria partirà in realtà in un secondo momento», evidenzia l’imprenditore casaranese, «perché è una materia nuova per il nostro territorio e non ci sono  ancora le figure specializzate per la produzione a livello industriale. Nel solo calzaturificio puntiamo ad impiegare da subito 80 addetti che gradualmente aumenteranno sino a 190 e sono già partiti i tirocini per circa 50 risorse. È una sfida stimolante», conclude Antonio Sergio Filograna, «perché, al di là del progetto industriale, noi vogliamo formare la futura forza lavoro di questa terra».


Attualità

Donna scomparsa ritrovata morta dopo un mese vicino alla marmeria del marito

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Si è conclusa tragicamente la vicenda di Gina Monaco, la 60enne di Ceglie Messapica scomparsa il 6 aprile scorso. Il corpo della donna è stato ritrovato l’8 maggio in avanzato stato di decomposizione sotto un albero nel boschetto di contrada Moretto, a pochi metri dalla sua abitazione e dalla marmeria del marito.

A fare la drammatica scoperta sono stati alcuni volontari impegnati nelle ricerche. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e il medico legale. La Procura di Brindisi ha disposto l’autopsia per chiarire le cause della morte, che, secondo una nota del procuratore reggente Antonio Negro, sembrano non essere imputabili ad altri.

Gina, conosciuta e benvoluta in paese, era uscita di casa la mattina del 6 aprile, dopo aver chiesto al marito di prenotare un ristorante per il pranzo domenicale. Le ultime immagini la mostrano camminare con passo deciso lungo la strada vicino alla marmeria. Uno dei suoi cellulari era stato localizzato proprio nei pressi del bosco dove è poi stata trovata.

Cinque giorni prima della scomparsa, la donna era stata ricoverata in ospedale per un’ingestione di psicofarmaci. Le indagini proseguono per chiarire se si sia trattato di un gesto volontario o meno.

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Alessano

Fiocco azzurro per Chiara e Matteo: è il loro decimo figlio

Risale a meno di un anno fa la nascita della loro figlia Vittoria, ultima di nove figli, quando la famiglia Amico-Calsolaro si era ripromessa che non sarebbe stata l’ultima…

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Mamma Chiara e papà Matteo, di Alessano, come anticipavamo a febbraio scorso, erano euforici e felici per l’arrivo che sarebbe dovuto avvenire, a maggio, del loro decimo figlio. 

Ebbene, quel momento è arrivato, Achille, questo è il nome scelto per il nascituro, è l’ultimo di dieci figli della coppia alessanese.

Il piccolo è nato ieri, all’ospedale Panico di Tricase e pesa 3,5 chili, lui e la mamma stanno bene, presto potranno rientrare a casa. 

Risale a meno di un anno fa la nascita della loro figlia Vittoria, ultima di nove figli, quando la famiglia Amico-Calsolaro si era ripromessa che non sarebbe stata l’ultima.

Il piccolo è stato accolto dal calore di sorelle e fratelli: Mattia, Azzurra, Francesco, Riccardo, Enea, Ludovica, Diego, Luigi Maria e Vittoria.

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Attualità

Verso il referendum: a Muro nasce il Comitato Cittadino

Per promuovere la partecipazione consapevole e informata della cittadinanza all’appuntamento del prossimo 8-9 giugno

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Si è costituito a Muro Leccese il Comitato Cittadino promotore dei cinque sì al referendum dell’8 e 9 giugno 2025, con l’obiettivo di promuovere la partecipazione consapevole e informata della cittadinanza al prossimo appuntamento referendario.

Il comitato è espressione di un’ampia convergenza democratica e civile: ne fanno parte ARCI Liberi Cantieri, la Camera del Lavoro della CGIL, Patrizia Miggiano, Antonio Carluccio, Marco Chiri, consiglieri comunali, ed è aperto a tutti coloro che vorranno unirsi. 

“Una composizione pluralista che testimonia l’importanza di un confronto aperto e costruttivo sui temi referendari”, si legge nella nota che ne dà notizia.

Promuove il SÌ ai quesiti sul lavoro portati avanti innanzitutto dalla CGIL Fabrizio Patera – rappresentante della Camera del Lavoro di Muro Leccese – che dice “serviranno a restituire dignità, stabilità e sicurezza al lavoro in Italia; un’opportunità concreta per correggere le distorsioni introdotte dal Job Act”.

Christian Bevilacqua – Presidente del locale circolo Arci Liberi Cantieri – a nome del direttivo si schiera dalla parte “dei diritti di chi cresce, studia e vive nel nostro Paese e ha il diritto di sentirsi pienamente parte della comunità attraverso il referendum per diminuire i tempi di concessione della cittadinanza” e invita “tuttə a recarsi e votare a favore dei referendum e in particolare per quello sulla cittadinanza”.

Il comitato promuoverà incontri pubblici, iniziative nelle piazze, momenti di approfondimento e distribuzione di materiali informativi sui quesiti referendari perché tutte e tutti riconoscano l’importanza della partecipazione.

Tutte le forze associative, i partiti, le cittadine ed i cittadini che vogliano aderire al Comitato referendario possono scrivere a referendum25.lecce@gmail.com

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