Castrignano del Capo
Leuca: ancora mistero sulla morte del sub. Sei indagati per omicidio colposo
Sotto inchiesta, per la morte di Fabio Galati, l’equipaggio della barca che l’uomo stava soccorrendo. Sospetti bagliori, ripresi dalle telecamere di sorveglianza, e attrezzature sull’imbarcatura hanno fatto aprire l’ipotesi della folgorazione
Continua l’indagine sulla morte di Fabio Galati, 43enne pescatore subacqueo morto lo scorso 8 Aprile, in circostanze ancora misteriose, nelle acque del porto di Santa Maria di Leuca. Al momento le persone iscritte nel registro degli indagati, per omicidio colposo in concorso, sono sei, tutti residenti tra Bari e Mola di Bari. Si tratta dell’equipaggio dell’imbarcazione per la quale l’uomo si sarebbe immerso a sciogliere una cima impigliata. Sarebbero rispettivamente il comandante, l’armatore, tre marinai e l’addetto alla saldatura.
Pare infatti che sul peschereccio fossero in corso dei lavori che potrebbero avere a che fare col decesso di Galati. In particolare, si parla di una possibile scossa elettrica che avrebbe folgorato il 43enne causandone la morte sul colpo. Questa ipotesi è avvalorata da una ulteriore circostanza misteriosa: le telecamere di sorveglianza del porto di Leuca avrebbero ripreso dei bagliori sospetti derivanti proprio dalla zona dell’incidente.
Ad accrescere le perplessità, nelle ore successive al decesso, anche le voci corse per il porto che raccontano della presenza, nel fatidico giorno, di attrezzature necessarie per la saldatura e di cavi elettrici a bordo dell’imbarcazione che Galati stava soccorrendo.
Nelle ultime ore, intanto, sulla spinta dei familiari e della particolarità del caso, nonchè convinta anche dagli interrogatori ai sei indagati, Stefania Mininni, sostituto procuratore, ha disposto l’autopsia sul corpo dell’uomo. È previsto per mercoledì prossimo il conferimento dell’incarico ad un medico legale.
Nel frattempo familiari e conoscenti, a Leuca, attendono con ansia novità sugli sviluppi della vicenda.
Castrignano del Capo
Castrignano del Capo: arrestato spacciatore, era ai domiciliari
Il 56enne del posto Filippo Costanzo è stato trovatop in possesso di droga e per lui si sono aperte le porte del carcere leccese di Borgo San Nicola
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I carabinieri della Stazione di Castrignano del Capo, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di sostituzione della misura coercitiva degli arresti domiciliari con quella della custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Lecce su richiesta della locale Procura della Repubblica.
Il provvedimento riguarda Filippo Costanzo, 56 anni, sempre di Castrignano del Capo.
Il 56enne era stato fermato dagli agenti di polizia del Commissariato di Taurisano nel novembre scorso e sottoposto ai domiciliari.
questa volta è stato fermato dai carabinieri e sempre per detenzione ai fini di spaccio.
Solo pochi giorni fa infatti, gli uomini dell’Arma avevano proceduto al controllo dell’uomo, già sottoposto alla misura degli arresti domiciliari presso la propria abitazione, dando seguito ad una perquisizione domiciliare.
In tale circostanza è stato trovato in possesso di grammi 6 di marijuana già confezionata e pronta per essere ceduta.
A seguito di ciò l’uomo è stato segnalato alla competente autorità giudiziaria quale detentore di sostanza stupefacente ai fini di spaccio, mentre quanto rinvenuto è stato invece sottoposto a sequestro.
Ieri mattina, quindi, i carabinieri hanno dato esecuzione all’ordinanza e per l’uomo, al termine delle formalità di rito, si sono aperte le porte della Casa Circondariale “Borgo San Nicola” del capoluogo salentino.
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Castrignano del Capo
Castrignano del Capo, altro colpo della Banda del Postamat
Poco prima delle 5 i ladri, con il collaudato metodo della marmotta hanno asportato l’erogatore automatico di banconote
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Alba col botto a Castrignano del Capo.
Non erano neanche le 5 del mattino quando un boato ha svegliato molti dei residenti.
La deflagrazione arrivava da via Grassi dove è tornata a colpire la banda dei postamat.
Con il collaudato il metodo della marmotta (viene infilato dell’esplosivo nella feritoia dello sportello automatico da dove vengono erogati i contanti, proprio come una marmotta che si infila in tana) hanno asportato l’erogatore automatico di banconote.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Tricase che come prima cosa hanno visionato le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti della zona, alla ricerca di elementi utili all’identificazione dei malviventi.
Secondo le prime notizie trapelate ad agire sarebbero stati almeno in due, incappucciati, e sarebbero giunti sul posto (e poi scappati) a bordo di una Y10.
Non è ancora dato sapere quale sia stato il bottino del colpo portato a termine.
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