Gallipoli
Architettura per lo sport: un Polo sportivo a Gallipoli
Si apre venerdì 29 giugno, al Convitto Palmieri di Lecce, alle 20, il Workshop Internazionale di Progettazione Architettonica “Un Polo sportivo a Gallipoli per il Salento”. Con una Lectio Magistralis e una insolita partita a scacchi
La presentazione del Workshop Internazionale di Progettazione Architettonica “Un Polo sportivo a Gallipoli per il Salento”. Una Lectio Magistralis sull’esperienza di progettazione di ABDR Architetti Associati, uno dei Gruppi italiani più noti a livello internazionale. Una performance promossa da A.A.M. – Architettura Arte Moderna dove in una inedita “partita a scacchi” tre architetti si confronteranno sul disegno.
Sono i tre momenti intorno a cui ruoterà la serata di venerdì 29 giugno a Lecce, Convitto Palmieri, quando, a partire dalle ore 20, si aprirà ufficialmente il Progetto “Architettura per lo sport. Un Polo sportivo a Gallipoli per il Salento”, ideato e organizzato dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Lecce e dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, in collaborazione con A.A.M. – Architettura Arte Moderna e con l’Associazione “Il mio Gallipoli”.
Progettare la realizzazione nel comprensorio di Gallipoli di un Polo sportivo a servizio dell’intero Salento capace di esprimere una molteplicità di funzioni e allo stesso tempo, anzi soprattutto, di essere portavoce di una architettura di qualità per un territorio che proprio sul terreno della bellezza, della sostenibilità e della qualità dei servizi sta giocando la sua partita per il futuro. Questo l’obiettivo del successivo Workshop Internazionale di Progettazione che si svolgerà, negli spazi restaurati dell’ex Mercato coperto, a Gallipoli dal 17 al 22 settembre prossimi, caratterizzato da una formula quanto mai innovativa ed essenziale capace di tenere insieme teoria, storia e progetto con discussioni e contributi tematici.
Ognuno dei sei giorni, infatti, si snoderà in modo integrato per sessioni strutturate come luogo di progettazione e di studio, concludendosi con una Tavola rotonda su temi di particolare interesse per la progettazione architettonica (paesaggio, infrastrutture, urbanistica, impianti, strutture sostenibilità), sempre più chiamata a confrontarsi con le trasformazioni dei luoghi in relazione alla contemporaneità, e con una Lectio Magistralis dei sei visiting professors invitati a confrontarsi sulla progettazione: Alberto Cecchetto, Beniamino Servino, Stefano Cordeschi, Nicola Di Battista, Mauro Galantino, Renato Rizzi.
“Il Progetto del Workshop”, dice Massimo Crusi, Presidente Ordine Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Lecce, “nasce da una sollecitazione giuntaci dall’Associazione “Il mio Gallipoli” e soprattutto dalla volontà di mettere in gioco, al di là di un’eventuale committenza, il ruolo della progettazione in un ambito, come quello sportivo, dove il ruolo dell’architettura è spesso misconosciuto, o marginale, o secondario. In Italia le strutture sportive sono spesso molto deficitarie, o obsolete. E’ un settore dove non è semplice riuscire a costruire architettura di qualità, e architettura integrata. Abbiamo pensato al Workshop come ad uno spazio dove mondo della professione e mondo della elaborazione teorica potessero riuscire a dialogare e a connettersi, dialogo che, di per sé, è invece piuttosto raro. E avevamo come paradigma finale non il progetto di uno stadio, ma di un luogo per lo sport e il tempo libero polifunzionale, con centri commerciali, spazio benessere, e così via. Un Polo moderno, per un territorio che vuole attrarre nel senso della qualità dei servizi e della bellezza dei luoghi. Noi abbiamo bisogno di architettura e di architettura di qualità soprattutto, abbiamo bisogno di confronto. Sono convinto che un momento di crisi come l’attuale sia il momento migliore per prepararsi, allenarsi, far emergere nuove idee, perché, una volta fuori dall’emergenza, si possa ripartire con un livello di elaborazione alta e di nuove consapevolezze. Non a caso il Workshop ha una scala nazionale e internazionale. Perché vorremmo che, anche grazie alla successiva Mostra degli elaborati e al Catalogo restituivo dell’esperienza, le questioni poste al centro possano costituire lo spunto per un dibattito nazionale. In fin dei conti questa iniziativa vuole far emergere la necessità che si ritorni a parlare di qualità dell’architettura, del come perseguirla. E non solo di riforma degli Ordini, o di questioni puramente amministrative”.
“E’ vero”, rimarca Davide Di Girolamo, ingegnere, presidente Associazione “Il mio Gallipoli”, “siamo orfani di una squadra di Serie B soprattutto per la mancanza di una struttura sportiva idonea. Qualsiasi società non ha nessuna possibilità di far giocare la squadra a Gallipoli. Ma non è solo per questo che abbiamo lanciato l’idea. Il nostro è un territorio dove gli spazi per lo sport sono assolutamente deficitari, mentre immaginare la progettazione di uno vero e proprio Polo per lo sport e il Tempo libero, con zone parcheggio a servizio dell’intera città di Gallipoli, significa contemperare la riqualificazione di un’area magari degradata, il benessere dei cittadini, l’attrazione turistica, la qualità urbana”.
Come sottolinea anche Leopoldo Freyre, Presidente Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, “il Workshop Internazionale di Architettura e Progetto ha il merito di porre in evidenza come gli impianti sportivi possano diventare, in zone magari degradate o poco qualificate all’interno delle città, un motore di riqualificazione. Ovviamente tutte le volte che si parla di architettura, e di architettura di spazi pubblici in particolare, il coinvolgimento dei cittadini è fondamentale, e questo è un altro tratto distintivo del Workshop, che lega il momento laboratoriale di progettazione della mattina alle Tavole Rotonde e alle Lectio Magistralis aperte alla città. Non è più l’epoca, non può più esserlo, dell’architettura magniloquente, del grande gesto architettonico nel chiuso degli empirei professionali, ma di progetti partecipati, in una relazione di ascolto dei bisogni e di confronto”.
Anche per questo, dunque, il Workshop si aprirà, venerdì prossimo, nel segno di una esperienza di progettazione architettonica di rilievo nazionale e internazionale. Quella di ABDR Architetti Associati, con interventi e relazioni di Francesco Moschini, Maria Laura Arlotti, Michele Beccu, Paolo Desideri, Filippo Raimondo. Dopo i saluti delle Autorità e la Presentazione del Progetto da parte di Massimo Crusi, sarà la volta, infatti, della Lectio Magistralis sul tema “Opere e Progetti. Ieri, oggi, domani”, per restituire l’esperienza concreta di un Gruppo di progettazione che, nel tempo, ha legato il suo nome soprattutto a quattro importanti progetti resi ancor più strategici dalla loro scala urbana e dalle città in cui si collocano: la Nuova Stazione Alta Velocità “Roma Tiburtina” (Roma, 2001); la ristrutturazione del “Palazzo delle Esposizioni” (Roma, 2003); la riqualificazione urbana “Giustiniano Imperatore” (Roma, 2005); il “Nuovo Teatro dell’Opera” (Firenze, 2007), importanti perché “descrivono in maniera perentoria una realtà progettuale radicata nella costruzione”.
Sarà però una Lectio Magistralis del tutto particolare, caratterizzata, alla fine, da una performance che vedrà Michele Beccu e Filippo Raimondo disegnare dal vivo con Vincenzo D’Alba, in una “partita a scacchi sul disegno”, ideata da Francesco Moschini e Francesco Maggiore e promossa da A.A.M. – Architettura Arte Moderna con l’obiettivo di sottolineare il rapporto tra invenzione, disegno e progetto. La serie, intitolata “Duetti/Duelli. Partite a scacchi sul disegno” vede architetti e artisti, appartenenti anche a generazioni differenti, dialogano e confrontarsi sotto il segno dell’arte e dell’architettura.
Attualità
Lavoro, incrocio tra domanda e offerta
Unisalento e Arpal, iscrizioni aperte per l’ICT DAY, sono 33 le imprese del settore coinvolte, tutte rinomate realtà imprenditoriali attive nei campi dell’innovazione tecnologica e in cerca di risorse umane. Le tappe della settimana del Camper del Lavoro. Il 43° Report ARPAL Puglia: 436 posizioni aperte in tutti i settori
ICT DAY 2025 2.0
Le opportunità di lavoro nel settore ICT crescono e si fanno sempre più concrete nel territorio leccese: si terrà mercoledì 17 dicembre la nuova edizione dell’ICT Day, organizzato dal centro I-STORE dell’Università del Salento con la collaborazione di Arpal Puglia. L’appuntamento è dalle 9 alle 16,30, presso Ed. “Aldo Romano” (ex-Ibil), nel campus Ecotekne.
Si può già prenotare un colloquio in presenza durante l’evento oppure, per chi è residente o domiciliato fuori regione, un colloquio da remoto. Per farlo, bisogna registrarsi sulla piattaforma messa a disposizione dell’Ateneo (clicca qui)
Sono 33 le imprese del settore coinvolte e aderenti al Centro I-STORE, diretto dal prof. Luigi Patrono.
Si tratta di rinomate realtà imprenditoriali attive nei campi dell’innovazione tecnologica e in cerca di risorse umane. L’ICT Day serve, dunque, ad agevolare l’incrocio domanda-offerta e si rivolge a studenti, laureandi, laureati nei corsi di laurea triennale e magistrale in Ingegneria Informatica, Ingegneria dell’Informazione, Informatica, Ingegneria delle Telecomunicazioni, Ingegneria Elettronica, Ingegneria Biomedica, Data Science, Ingegneria Gestionale, Management Digitale, Statistica, Matematica, Fisica, nonché a dottorandi di ricerca o assegnisti di ricerca in ambito ICT, Intelligenza Artificiale, Digital Transformation.
IL REPORT SETTIMANALE DELLE OFFERTE DI LAVORO
Il 43° Report di ARPAL Puglia, in via eccezionale bisettimanale dall’1 al 15 dicembre, propone complessivamente 189 offerte lavorative per un totale di 436 posizioni aperte.
Il settore che si afferma al primo posto con 136 posti di lavoro disponibili è quello delle costruzioni.
Segue, con un numero significativo di posizioni aperte, il settore del turismo con 83 posti di lavoro e si posizionano, di seguito, il comparto del commercio che ne offre 32 e il settore pedagogico dove sono disponibili 31 posti.
A seguire, il settore del tessile-abbigliamento -calzaturiero (TAC) con 29 offerte, il comparto della riparazione veicoli e trasporti con 22 opportunità.
L’area amministrativa e informatica, che si discosta minimamente, ne offre 20 al pari del comparto metalmeccanico.
Per il settore delle telecomunicazioni si offrono 13 opportunità e per il comparto bellezza e benessere si registra un calo con quattro posti. Chiudono l’elenco, con un minor numero di posizioni, il comparto agroalimentare che offre cinque opportunità, il settore sanitario e dei servizi alla persona che ne registra otto e il settore pulizie e multiservizi con due opportunità.
Per il Collocamento Mirato, sono 16 le posizioni riservate agli iscritti alle categorie protette art.18 e 14 quelle riservate a persone con disabilità.
Il report segnala, inoltre, sette tirocini formativi attivi e una serie di proposte di lavoro e formazione all’estero, promosse attraverso la rete EURES che sostiene la mobilità professionale a livello europeo.
PER CONSULTARE INTEGRALMENTE IL 43° REPORT SETTIMANALE DI ARPAL PUGLIA – BACINO DI LECCE CLICCA QUI
IL CAMPER DEL LAVORO: LE TAPPE DELLA SETTIMANA
Il Camper del Lavoro di ARPAL Puglia prosegue il suo percorso.
Dall’ 1 al 4 dicembre farà tappa a Castrignano del Capo, Corigliano d’ Otranto, Patù, Porto Cesareo, Presicce – Acquarica, Zollino, Melpignano, Salve e Ruggiano. L’iniziativa mira a portare i servizi dei Centri per l’Impiego direttamente sul territorio, rendendo le politiche attive del lavoro accessibili anche nelle aree più periferiche. Realizzato in collaborazione con Cefas, Consorzio Mestieri Puglia e Sale della Terra, il progetto offre un supporto concreto e personalizzato a cittadini e imprese. Tra i servizi disponibili: orientamento professionale, assistenza nella redazione e aggiornamento del CV, consulenza su offerte di lavoro e percorsi formativi, accesso ai servizi digitali e informazioni utili per chi assume.
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Attualità
Domande scomode ad AQP: crisi idrica, strade dissestate, bollette che non arrivano…
Navigando sul sito dell’AQP, sull’homepage leggiamo: «Siamo in crisi idrica. Le scarse precipitazioni sulle fonti ci impongono riduzioni di pressione su tutta la rete»…
ESCLUSIVA
di Giuseppe Cerfeda
A chi di voi non è capitato, soprattutto al mattino nei giorni di festa e se abitate su piani rialzati, di dover rinunciare alla doccia perché dal rubinetto non sgorga acqua? Senza contare tutti gli altri disagi, compresi i potenziali danni a caldaie, lavatrici, lavastoviglie, ecc.Navigando sul sito dell’AQP, sull’homepage leggiamo: «Siamo in crisi idrica. Le scarse precipitazioni sulle fonti ci impongono riduzioni di pressione su tutta la rete».
Questo è solo uno degli argomenti caldi che coinvolge Acquedotto Pugliese, una delle più grandi aziende idriche italiane che gestisce la distribuzione di acqua potabile e i servizi idrici integrati principalmente in tutta la Puglia e in alcune aree della Campania.
Scorrendo la Hit Parade delle lamentele che quasi ogni giorno sgorgano in redazione, i temi sono molti e non possiamo certo dire che gli utenti guardino con affetto e simpatia l’AQP, anzi: dai lavori (continuamente) in corso tra le strade dei nostri centri, alle lingue di asfalto sconnesse che restano a cantiere chiuso; da una programmazione degli stessi lavori sconnessi con l’attualità (si può iniziare i lavori e chiudere le strade proprio nei pressi di istituti scolastici il primo giorno di scuola dopo l’estate?), alle bollette che, secondo quanto ci segnalano i nostri lettori, spesso vengono recapitate in ritardo e qualche volta non vengono recapitate affatto. Anche se non con poca fatica, siamo riusciti a passare la patata bollente tra le mani di AQP per poter almeno conoscere il punto di vista dell’azienda idrica.
AQP RISPONDE
“Siamo in crisi idrica” è la campagna lanciata da AQP per annunciare la più grave crisi del millennio e nuove riduzioni di pressione su tutta la rete. Qual è la reale situazione e come si è arrivati a questo punto?
«La Puglia sta vivendo la più grave crisi idrica del nuovo millennio. Le sorgenti registrano un deficit del 28% rispetto alla media decennale e gli invasi sono sotto del 60%. È una siccità strutturale, aggravata da temperature elevate e da precipitazioni ormai insufficienti, come attestato anche dalla dichiarazione dello stato di emergenza regionale per rischio da deficit idrico. Tale quadro rende necessarie misure straordinarie di gestione, tra cui la modulazione della pressione nelle reti, per garantire continuità al servizio ed evitare turnazioni programmate.
AQP ha potuto garantire acqua a oltre 4,3 milioni di persone grazie a un percorso di efficientamento avviato da anni, che ha reso il sistema più solido e ha ridotto in modo significativo i prelievi: dal 2009 sono stati risparmiati ogni anno 117 milioni di metri cubi d’acqua, pari a quanto presente oggi negli invasi Sinni–Pertusillo–Conza messi insieme.
È questo margine, costruito nel tempo, che ha permesso alla Puglia di evitare misure drastiche già adottate in altri territori.
La rete è monitorata e bilanciata h24. L’obiettivo è preservare la risorsa e mantenere l’acqua disponibile al maggior numero possibile di cittadini in un contesto climatico che rimane estremamente critico».
Cosa dovremo aspettarci nei prossimi mesi?
«La situazione resterà complessa finché le riserve non torneranno a livelli di sicurezza. Le attuali disponibilità delle sorgenti e degli invasi richiedono una gestione molto attenta della risorsa idrica. In questa fase manterremo le riduzioni di pressione: è la misura che consente di preservare la risorsa ed evitare turnazioni programmate, mantenendo l’acqua disponibile per il maggior numero possibile di cittadini. L’orizzonte climatico rimane critico: se la siccità dovesse proseguire, la pressione sul sistema aumenterebbe ulteriormente.
Per questo AQP manterrà una gestione dinamica della rete, con bilanciamenti e interventi mirati, in coordinamento con Regione Puglia, Autorità Idrica Pugliese e Autorità di Bacino. La tenuta del sistema dipende anche dai comportamenti collettivi: l’uso responsabile dell’acqua è parte integrante della risposta alla crisi e contribuisce a salvaguardare la disponibilità per l’intera comunità».
CI SONO PERDITE?
Quanto possono influire (ulteriormente) sulla crisi idrica le eventuali perdite lungo il viaggio tra le tubature dell’acquedotto? Ci sono perdite consistenti?
«Negli ultimi anni le perdite si sono ridotte in modo continuo grazie a risanamenti, digitalizzazione e ricerca attiva. È un dato misurabile: dal 2018 al 2025 la Puglia è passata dal 45,1% al 38,4%, una delle migliori performance nazionali. Già nel 2022 – ultimo dato ISTAT disponibile – la Puglia era sotto la media italiana e molto sotto quella del Mezzogiorno.
È importante chiarire un punto spesso ignorato: il dato percentuale non è un indicatore affidabile della qualità della rete. Penalizza i territori con consumi pro capite più bassi, come la Puglia, e favorisce quelli che immettono molti più volumi in rete. Applicando a tutte le regioni lo stesso consumo medio nazionale, la Puglia passerebbe dal 40,7% al 33,3%, tra le migliori d’Italia.
Il trend è quindi netto: le perdite stanno diminuendo e continueranno a farlo, perché in una fase come questa ogni metro cubo recuperato è essenziale. Gli interventi programmati ci portano a stimare una riduzione al 34% entro il 2029, con priorità alle zone più sensibili.
Inoltre, occorre ricordare che nella gestione di AQP ci sono i grandi adduttori a cominciare dal canale principale che porta l’acqua da Caposele con tubazioni di grande diametro di cui le più vecchie sono scavate nella roccia alle quali non si è potuto fare grandi riparazioni per non interrompere il flusso principale di acqua verso la regione».
A Parabita, nelle contrade Rischiazzi e Canale Cirlici, denunciato un iper-sversamento idrico con spreco di acqua e grave danno ambientale dal canale collegato alla vasca irrigua del Consorzio di Bonifica Sud Puglia, a sua volta connessa al mega serbatoio gestito dall’AQP…
«Le verifiche condotte da AQP non hanno rilevato alcuno sversamento riconducibile alle nostre infrastrutture. L’attribuzione ad AQP di presunte fuoriuscite è priva di riscontri: il serbatoio di S. Eleuterio mostra un trend dei livelli assolutamente regolare; il punto di immissione nella vasca del Consorzio – verificato sul posto – è risultato completamente asciutto; non ci sono anomalie o variazioni di flusso compatibili con uno sversamento. Le nostre reti sono monitorate h24 dalla Struttura Territoriale Operativa e dalla Control Room. In generale, non abbiamo evidenze di episodi riconducibili alle nostre reti. Il presidio territoriale rimane attivo e ogni segnalazione viene verificata puntualmente».
UN CANTIERE DIETRO L’ALTRO
Lavori in corso in tanti centri salentini e conseguenti lamentele dei cittadini. Fanno parte di un piano organico o solo della manutenzione ordinaria?
«Nel Salento è in corso una trasformazione strutturale della rete idrica e fognaria. I cantieri che i cittadini vedono in tanti comuni rientrano in un programma organico di risanamento, digitalizzazione e ampliamento delle reti che coinvolge numerosi abitati della provincia.
A questi interventi si affiancano nuove reti idriche e fognarie, migliaia di allacci realizzati ogni anno e un’attività costante di riparazione delle perdite. Sono lavori programmati da tempo, che oggi – con un clima sempre più complesso – ci consentono di rispondere meglio alle esigenze del territorio e migliorare ulteriormente il servizio».
STRISCE D’ASFALTO DOPO I LAVORI
Dalle segnalazioni di molti lettori il minimo comune denominatore è che, spesso, dopo i lavori, il manto stradale risulta deficitario ed è tutt’altro che raro che si intervenga subito dopo il rifacimento ex novo dell’asfalto sulla strada interessata. Perché accade questo? Non c’è un coordinamento con i Comuni?
«Il ripristino stradale è uno degli elementi più evidenti per i cittadini e segue procedure obbligatorie, definite dagli enti competenti e comuni a tutti i gestori dei sottoservizi. Dopo ogni scavo realizziamo un ripristino provvisorio, necessario per garantire la sicurezza della viabilità e consentire il corretto assestamento del terreno. Solo al termine dei tempi tecnici stabiliti dalle autorizzazioni viene eseguito il ripristino definitivo.
Il coordinamento con Comuni e Province è continuo: ogni intervento è autorizzato e pianificato congiuntamente con gli uffici tecnici. In molti casi la nostra attività riguarda porzioni limitate della carreggiata; parallelamente, le amministrazioni devono considerare anche gli interventi di altri gestori dei sottoservizi. Per questo, sempre più spesso, gli enti scelgono di programmare rifacimenti complessivi del manto stradale, ottimizzando tempi, risorse e qualità finale».
BOLLETTE IN RITARDO O MAI ARRIVATE
L’altra lamentela gettonata in redazione riguarda le bollette. Voi vi affidate a un servizio privato per il recapito ma spesso, stando alle segnalazioni, arriverebbero in ritardo o, addirittura, neanche recapitate agli utenti. Le risulta? Se sì, non c’è un modo per correggere il tiro?
«Acquedotto Pugliese monitora costantemente l’andamento delle consegne, gestite da un operatore esterno, e affianca a questo controllo continuo verifiche puntuali ogni volta che arrivano segnalazioni circostanziate, chiedendo al fornitore un ripristino rapido del servizio quando necessario. Per evitare i possibili ritardi della posta, è disponibile un’alternativa semplice: attivando la fattura online dal portale AQPf@cile, la bolletta arriva subito via e-mail ed è sempre consultabile, senza dipendere dai tempi di recapito».
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Approfondimenti
La morte meditata delle Kessler ed il tema del suicidio assistito. Ma è davvero peccato?
IL suicidio continua, per il Codice, ad essere ritenuto un peccato in quanto la vita è proprietà di Dio, fermo restando che ogni decisione ultima è quella del Padre celeste che può pertanto anche concedere la salvezza eterna a chi si è tolto la vita…
Occorre altresì aggiungere che le varie religioni hanno sul tema posizioni differenti.
IL NUOVO CODICE DI DIRITTO CANONICO
Per quel che ci riguarda come cristiani e cattolici, ricordo che una volta il Codice di diritto canonico vietava che i suicidi fossero sepolti in terra consacrata. Tale divieto non compare con il nuovo Codice di diritto canonico entrato in vigore nel 1983.
Comunque, il suicidio continua, per il Codice, ad essere ritenuto un peccato in quanto la vita è proprietà di Dio, fermo restando che ogni decisione ultima è quella del Padre celeste che può pertanto anche concedere la salvezza eterna a chi si è tolto la vita.
LA LEGGE IN ITALIA
Sotto tale profilo, non si può che rilevare come la questione venga affrontata in tanti modi e in Italia, nel 2019, la Corte costituzionale ha consentito la possibilità del suicidio assistito sempre in determinate condizioni. Il Parlamento non è si è tuttora espresso, ma due regioni, la Sardegna e la Toscana, lo hanno già approvato.
DAL PUNTO DI VISTA ETICO
Il problema è quindi estremamente complesso e dibattuto.
Una scelta per così dire razionale, giudicata l’opzione migliore piuttosto che una vita in solitudine. Il che rientra nella logica, peraltro consentita dalle norme legali in vigore in Germania, di poter disporre della propria esistenza, del proprio corpo. In altri termini, si dispone liberamente del personale destino senza però nuocere ad alcuno.
SI PUO’ DISPORRE DELLA PROPRIA VITA?
In tale prospettiva si ritiene che tutto si chiuda nell’intimità del privato e tuttavia non è affatto così: la notizia dell’evento ha avuto una risonanza internazionale e comunque se al posto di due celebri ballerine si fosse trattato di due oscuri cittadini la notizia avrebbe avuto comunque eco nella comunità di appartenenza.
Vivere comporta l’acquisizione della consapevolezza di tutto ciò e di conseguenza la inevitabile accettazione, altrimenti si cadrebbe da subito nella disperazione, con tutto quello che essa può provocare.
Ma non basta: il soggetto non è mai solo: è socius. Infatti, vive in una comunità come cittadino, come membro di una famiglia, come lavoratore.
Il che significa che egli ha delle responsabilità nei confronti dei consanguinei, dei colleghi, dei concittadini. Un intreccio di doveri e di affetti che hanno consentito e consentono lo sviluppo sociale e la vita in comune. Ci possono essere persone a cui arride il successo e altre invece no, comunque tutti contribuiamo allo sviluppo di una società divenendo in tal modo esempio per le nuove generazioni.
Insomma, il problema della crescita è connesso a “sapersi farsi carico” di sé stessi e, di rimando, dei propri cari e di coloro che ci circondano o che sono in vario modo in relazione con noi.
Proprio oggi constatiamo come dilaghi quotidianamente la violenza e si teme della personale sicurezza.
Ciò è umanamente comprensibile – giova ripeterlo – ma da un punto di vista etico non serve a chi lo compie in quanto esclude la possibilità di vedere la gioia accanto alla sofferenza, la comprensione e l’affetto di chi è vicino, il sapere che non si è vissuti invano.
Per di più rischia di far apparire la vita come semplicemente una distesa di piaceri, là dove invece l’esistenza è fatta di impegni, di doveri, di tutto ciò che fa crescere e accomuna.
Per tutte queste ragioni sottrarsi alla vita per sfuggire alla sofferenza significa non comprendere che l’essere umano vive anche nel ricordo e nell’affetto della gente per quello che ha fatto di buono e che la fuga, comunque concepita, ci impedisce di cogliere la luce del bene compiuto che ci accompagna nel corso degli anni.
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