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Attualità

Il lavoro c’è, mancano i lavoratori? Colpa del RdC?

Cristian Preite: «Il personale manca in tutti i settori e le lamentele si sprecano da entrambi i lati: datori di lavori e dipendenti sono reciprocamente insoddisfatti”.

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Come un disco rotto, il ritornello del momento nel mondo del lavoro è sempre lo stesso: le aziende non trovano personale, nonostante il costante allarme disoccupazione.

Un paradosso che attraversa tutta Italia.


Lungo la penisola, si rincorrono storie di aziende a caccia di dipendenti da assumere. È ormai una costante, tra tv e social, la comparsa di imprenditori che portano con sé messaggi eclatanti: offerte appetitose cui nessuno vuole dare seguito.


Dall’altra sponda, tutte le categorie di lavoratori, dagli operai ai camerieri, fanno muro e denunciano in serie: proposte trappola, sfruttamento mascherato, promesse non mantenute.


Nel mezzo, lo stato che non riesce più a tessere un mondo, quello del lavoro, che attendeva l’uscita dal Covid per rilanciarsi e che invece annaspa, si impantana. Il capro espiatorio è presto servito: il reddito di cittadinanza. «Aria fresca sulle gote dei più sfaticati. Pretesto e disincentivo. Motivo di scontro. Maniche che non si rimboccano più». E se c’è crisi, ne paga per primo chi parte svantaggiato. E il meridione, senz’altro, non è ai primi blocchi di partenza.


Voglia di lavorar…


Di storie come quelle di cui sopra al sud Italia se ne son contate a dozzine. Alcune, eclatanti, anche in Salento.


Lo scorso gennaio è stata la Scandiuzzi Steel Constructions, azienda di Treviso, a cercare invano operai per la sede di Brindisi. “Siamo pronti ad assumere 50 nuovi dipendenti con effetto immediato con un percorso di formazione che consenta di acquisire la necessaria esperienza per operare in un ambito così importante come quello metalmeccanico”, spiegava Fernando Parata, il direttore dello stabilimento brindisino.


Eppure, le candidature non arrivavano: “Il problema non riguarda soltanto noi, visto che nell’ultimo direttivo della sezione Metalmeccanica di Confindustria, che presiedo, anche altre aziende hanno denunciato le stesse difficoltà nel reperire operai e tecnici specializzati per far fronte alle commesse già contrattualizzate”.


Poche settimane ed è stato il turno di una pizzeria leccese, che ha spopolato con un annuncio più provocatorio che sarcastico: “Cerco personale che non sappia fare nulla, va bene anche maleducato, svogliato e di qualsiasi presenza. Giorni lavorativi, orari e paga, li decidete voi. Non astenetevi, valuto anche perditempo! Speriamo…”.


Lo sfogo era di Marco Paladini, presidente dei maestri pizzaioli gourmet salentini di Confcommercio e proprietario, assieme a suo fratello, della pizzeria “I Paladini”.


Un sasso lanciato in uno stagno in un momento in cui, vessati dalla pandemia, gli imprenditori si ritrovavano a far fronte a difficoltà che spesso vengono taciute. Finendo per trovarsi faccia a faccia con le problematiche dei lavoratori, con le loro legittime richieste ma anche con le loro lamentele. Parole, le sue, che ha scatenato fiumi di commenti sui social, risollevando il polverone della caccia al lavoro (da ambo le sponde) senza portare però a soluzione.


Anche qui, il reddito di cittadinanza finiva sul banco degli imputati. Una misura, quella adottata su spinta del Movimento 5 Stelle nel 2019, tra le più discusse degli ultimi anni, ma sopravvissuta ai successivi governi. Gli esecutivi infatti han messo mano ad altri sussidi, come l’ex bonus Renzi, ma non han toccato la patata bollente del reddito minimo garantito.


Il tempo trascorso allora accentua dubbi e interrogativi. La crisi odierna del mondo del lavoro dove nasce? Di chi sono le responsabilità? Il reddito di cittadinanza è il vero corto circuito tra offerta e domanda?


“Misure concrete, non contentini”


Ne parliamo con chi mastica il mondo del lavoro da tempo: Cristian Preite, titolare della Caffetteria Valentino di Casarano, imprenditore con 18 lavoratori alle sue dipendendenze, cassa di risonanza dell’umore degli esercenti casaranesi, in quanto presidente (riconfermato) della locale associazione commercianti.

«Il personale manca in tutti i settori e le lamentele si sprecano da entrambi i lati: datori di lavoro e dipendenti sono reciprocamente insoddisfatti.

Il problema non è più estemporaneo e sta diventando un circolo vizioso. I salari, già tendenzialmente bassi del meridione, stanno perdendo peso specifico: l’aumento del costo della vita ed il caro-bollette e carburante stanno accentuando le difficoltà dei lavoratori, costretti a pretendere di più.


Di contro, i titolari di attività hanno le mani legate dalla burocrazia e, soprattutto, da una pressione fiscale che non accenna ad allentarsi. Il mondo del lavoro è diventato così terreno di battaglia: una guerra tra titolari e dipendenti, e solo lo stato ha gli strumenti per sedarla.


Serve un supporto per permettere agli imprenditori di aumentare i salari; vanno agevolate sempre le nuove assunzioni, anziché le forme di assistenzialismo.


Il reddito di cittadinanza, di per sé, non è una idea sbagliata. Lo dimostrano i tanti paesi in cui esiste da tempo. L’Italia dovrebbe, però, riformularlo per farlo diventare un incentivo all’ingresso nel mondo del lavoro, e non una spinta a restare a casa.


Parte dei soldi spesi, poi, andrebbe reinvestita come bonus annuale di integrazione al reddito.


Aiuti concreti per i lavoratori, arrotondamenti delle tante buste paga che si assestano sulle mille euro, non più sufficienti a far fronte alle spese cresciute vertiginosamente in questi mesi.


Misure come quella appena varata dal governo Draghi, che si appresta ad elargire 200 euro una tantum in busta paga ai lavoratori, sono fumo negli occhi.

Una toppa che verrà divorata dal buco che dovrebbe tappare.


Lo stato è il vero responsabile di questo momento di difficoltà: non vigila, non controlla e non aiuta.


Preda di urgenze sempre più grandi, sembra essersi messo di punta per non far ripartire la nazione. Ne deriva un clima di nervosismo, una perdita di serenità delle famiglie che, sempre più in difficoltà, non possono spendere come una volta. Il mercato in un batter d’occhio si inceppa e la voglia di tornare a vivere, che abbiamo coltivato durante i periodi più bui della pandemia, non trova riscontro nel portafogli.


C’è fame di misure concrete e non di contentini. Interventi che passino anche dalle regioni, che hanno in mano tutti gli strumenti necessari per riavvicinare datori di lavoro e dipendenti.


Uno su tutti, la formazione professionale. Ripartire da questa, rendendola volano vero per la ripresa e non più terreno di sfruttamento e scorciatoia per chi cerca manodopera a poco prezzo o a spese dello stato, sarebbe un primo passo importante.


Una prima tappa di un percorso di ricucitura del mondo del lavoro che deve giocoforza passare dall’intervento di uno stato che torni a rivestire il tipico ruolo di guida del buon padre di famiglia».

Lorenzo Zito


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Luca Abete: “Il figlio di Capitan Findus è a Tricase Porto”

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Pubblicato da Luca Abete (inviato di Striscia la notizia) sui suoi canali social, fa il giro del web un video che giunge da Tricase Porto.

Un uomo, dalla banchina, pesca un pesce con un’asta fiocinata. Il gesto è sorprendente, le immagini scatenano subito i commenti che si dividono tra stupore e critiche.

Il video

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Donate letto e pittura che umanizza al Vito Fazzi

“Dicembre è quel periodo dell’anno che si riveste di luci, profumi e colori che parlano di vita, amore e famiglia, è la ricerca di un alloggio che possa accogliere e proteggere, un racconto che parla di una nascita e quindi della vita” – sono queste le parole con cui don Gianni Mattia…”

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Donato un letto da parto e l’umanizzazione pittorica di tre sale parto all’U.O. di Ostetricia e Ginecologia del Vito Fazzi. Un investimento concreto per il benessere delle mamme.

Sono stati presentati e donati un letto da parto e l’umanizzazione pittorica di tre sale parto ispirate ai fiori narciso, viola e peonia per l’unità operativa di Ostetricia e Ginecologia del presidio ospedaliero “Vito Fazzi” di Lecce.

E’ un gesto di solidarietà che acquista un significato ancora più profondo perché compiuto in prossimità delle festività natalizie, periodo simbolo di nascita e rinascita.

In questo clima di rinnovamento, l’Organizzazione di Volontariato Cuore e mani aperte ODV ha presentato queste due importanti donazioni, inserendosi pienamente nella missione dell’associazione: umanizzare le cure e gli spazi ospedalieri affinché ogni persona si senta accolta, rispettata e accompagnata.

Grazie alla collaborazione con Deghi S.p.A., l’associazione ha donato un letto da parto modello AVE2, una dotazione tecnologica di alto livello e dal valore economico rilevante.

Il letto, progettato per migliorare comfort, sicurezza ed ergonomia, contribuisce a rendere l’esperienza del parto più serena e centrata sulle esigenze della donna.

Al valore tecnologico si aggiunge un investimento dall’impatto psicologico profondo: l’umanizzazione pittorica di tre sale parto, resa possibile grazie ai contribuenti che hanno scelto di destinare il 5×1000 a Cuore e mani aperte ODV. Le sale, ispirate ai fiori narciso, viola e peonia, sono state trasformate in luoghi più accoglienti, distensivi e armoniosi, capaci di ridurre ansia e stress, favorire il benessere emotivo e offrire alle future mamme un ambiente che parla di delicatezza, cura e speranza.

Un intervento che sottolinea come la qualità dell’assistenza non dipenda solo dai dispositivi clinici, ma anche dagli spazi e dall’atmosfera che circondano le persone in un momento intenso come quello del parto. E proprio nel periodo dell’anno che celebra la nascita, questa iniziativa vuole essere un segno tangibile di vicinanza, bellezza e umanità.

Dicembre è quel periodo dell’anno che si riveste di luci, profumi e colori che parlano di vita, amore e famiglia, è la ricerca di un alloggio che possa accogliere e proteggere, un racconto che parla di una nascita e quindi della vita” – sono queste le parole con cui don Gianni Mattia, presidente di Cuore e mani aperte OdV, ha presentato l’iniziativa – “Quando una nuova vita inizia il nostro mondo cambia e ci rendiamo conto di essere protagonisti di un miracolo, del senso più profondo del nostro essere. Poco meno di un mese fa abbiamo fatto una donazione pensando ai bambini che nascono prematuri, ma innegabilmente anche le gravidanze che arrivano al termine portano con loro ansie e paure e l’umanizzazione pittorica diventa una carezza silenziosa che allevia la tensione. Con questa donazione speriamo di riuscire ad accompagnare le donne che stanno dando la vita in un’esperienza che possano ricordare in assenza della paura. Vogliamo che nel momento in cui sentiranno sul seno il corpicino dei loro piccoli possano ricordarsi del Narciso, simbolo di rinascita e nuovi inizi o della Viola che simboleggia la modestia e l’umiltà o ancora della Peonia che nel significato dei fiori richiama la prosperità, l’amore e la felicità. E forse loro insegneranno a questi bambini e bambine a coltivare questa bellezza.

Ancora una volta la nostra Associazione ha camminato insieme ad altri, perché lì dove la solidarietà unisce più cuori che amano e mani che aiutano, non c’è nulla di impossibile. Ed è così che in collaborazione con Deghi s.p.a. abbiamo realizzato la donazione del letto da parto. Deghi è una realtà consolidata nel nostro territorio e non è nuova ai gesti di solidarietà e noi siamo lieti di condividere un tratto di strada insieme.

E visto che la solidarietà è il riflesso dell’amore e che esso più è forte più sono le persone che si uniscono, l’umanizzazione pittorica delle tre sale parto è stata resa possibile da tutte le donazioni ricevute dal 5 per mille, un gesto semplice d’amore che racchiude in se tutto l’amore di Dio.”

Ringrazio l’Associazione Cuore e mani aperte ODV, sempre attenta ai bisogni dei pazienti, delle donne in questo caso, al loro benessere psicofisico e all’accoglienza nei nostri reparti. La donazione della decorazione pittorica di tre sale parto e il letto da parto si inseriscono nel percorso di umanizzazione delle cure e dei luoghi di cura che da tempo sosteniamo e supportiamo con convinzione. Le associazioni arrivano con efficacia dove noi a volte, per le ragioni più diverse, non riusciamo a intervenire. Motivo in più per dire loro Grazie di cuore” ha commentato il Direttore generale di ASL Lecce Stefano Rossi.

L’Associazione Cuore e mani aperte OdV è un ente del Terzo Settore che opera all’interno del nosocomio leccese da più di venti anni, grazie al sogno e vocazione del cappellano, Don Gianni Mattia, che ne è fondatore e presidente. L’Associazione ha saputo rendersi luogo di cura e rifugio per chi sta affrontando una sfida per la vita e crede nella potenza di un sorriso, attraverso la clownterapia, la Bimbulanza, la Casa di accoglienza e tanti altri progetti.

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Maglie, a pochi mesi dalle elezioni parte la campagna elettorale

Lo abbiamo detto presentando il movimento, lo abbiamo ribadito in Piazza Bachelet, lo abbiamo confermato nel confronto sui temi concreti della città…

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Riceviamo e Pubblichiamo:

È Ora Maglie propone Marcella Marzano come candidata Sindaco per guidare il cambiamento

Maglie si avvicina a un passaggio decisivo della sua storia. Dopo anni segnati da inerzia, scelte mancate e assenza di visione, cresce in città una volontà chiara: cambiare passo.
È da questa consapevolezza che È Ora Maglie ha deciso di fare un passo in avanti, mettendo a disposizione della comunità, in vista delle elezioni amministrative della prossima primavera, la propria proposta per la guida della città e per la carica di Sindaco: Marcella Marzano.

Fin dalla sua nascita, È Ora Maglie ha affermato una verità semplice e profonda: Maglie merita di più. Merita ambizione, qualità, ascolto. Merita un’amministrazione capace di scegliere e di assumersi responsabilità.

Lo abbiamo detto presentando il movimento, lo abbiamo ribadito in Piazza Bachelet, lo abbiamo confermato nel confronto sui temi concreti della città, a partire dalla mobilità e dai parcheggi. Sempre dalla stessa parte: quella dei cittadini e del futuro.

In questo cammino si colloca la nostra proposta.

Marcella Marzano è una donna profondamente radicata nella sua città. Madre di quattro figli, titolare di un’agenzia di assicurazioni, impegnata nel sociale, è stata la consigliera d’opposizione più votata alle elezioni comunali del 2020.

Per l’intero mandato ha esercitato un’opposizione ferma, coerente e rigorosa, dimostrando che anche dai banchi della minoranza è possibile ottenere risultati concreti e difendere gli interessi dei magliesi.

La sua candidatura a Sindaco è stata individuata all’unanimità dai simpatizzanti del movimento nel confronto di venerdì scorso.

Una scelta che nasce dal basso, dall’ascolto, dalla volontà di dare un volto credibile a una speranza che in città non si è mai spenta.

Marcella Marzano è la figura che riteniamo oggi più attrezzata per affrontare e vincere una sfida entusiasmante: restituire fiducia a Maglie e aprire una stagione nuova, all’altezza della sua storia gloriosa.

È Ora Maglie conferma la propria disponibilità a un dialogo aperto e leale con tutte le forze civiche, le realtà associative e con quei cittadini che non si sono rassegnati al grigiore, alle disfunzioni e alla mancanza di prospettiva dell’attuale amministrazione comunale.

A tutti mettiamo a disposizione la nostra proposta, convinti che rappresenti oggi la base più solida per costruire un’alternativa vincente.

Ma con la stessa chiarezza diciamo che siamo pronti a rimettere tutto in discussione – dal nome del movimento, fino alla candidatura a Sindaco – se emergerà una convergenza vera, ampia e responsabile su un progetto credibile e su una figura altrettanto forte.

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