Giurdignano
Il Sigillo Templare Otrantino
Una decina di anni fa, probabilmente nel 2003, un contadino di Giurdignano (nei dintorni di Otranto) durante la ristrutturazione di un vecchio casolare, mentre scrostava un muro malconcio, scoprì una nicchia sigillata. Questa nicchia

Una decina di anni fa, probabilmente nel 2003, un contadino di Giurdignano (nei dintorni di Otranto) durante la ristrutturazione di un vecchio casolare, mentre scrostava un muro malconcio, scoprì una nicchia sigillata. Questa nicchia costruita intenzionalmente e sigillata con cura, rivelò, una volta aperta, il suo sorprendente segreto: essa conteneva un bacile integro, di ceramica smaltata, al cui interno era stato riposto un piccolo libro cartaceo, rivestito da una sovra-copertina di cartapecora. Il contadino afferrò con evidente interesse il libretto ma quando lo sfogliò per leggerne il contenuto questo si sbriciolò, quasi all’istante, trasformandosi in polvere e friabili coriandoli! Evidentemente il contatto repentino con l’ossigeno, dopo secoli d’isolamento dall’aria ambientale, fu la causa dell’immediata, devastante, ossidazione: restò fra le mani dell’uomo la sola sovra-copertina ripiegata, alla guisa di quelle che abitualmente facciamo per i libri scolastici dei nostri figli. La cartapecora o pergamena, una volta stesa, si rivelò essere un antico atto, con tanto di sigillo rosso in cera.
Il bacile smaltato e rozzamente decorato al suo interno, con una fascia a motivo ondulatorio di colore verde, è stato datato da un archeologo locale al XVII-XVIII secolo e per tale ragione si può attribuire, con relativa certezza, a quel periodo storico sia il libretto che l’operazione di occultamento della nicchia: si ritiene probabile che il volumetto fosse un testo a tema sacro poiché è spesso testimoniato nel territorio leccese ( ma non solo) l’antico uso apotropaico e benaugurale di murare, nelle pareti delle case, immagini sacre o foglietti recanti preghiere ed invocazioni. La scoperta di questo sigillo è collegata ovviamente a quella del documento inedito al quale fu intimamente applicato, ma l’antico atto sarà oggetto di un successivo e specifico studio: quando la pergamena fu maldestramente “riaperta”, palesò, nonostante i molti danni subiti e le grosse lacune, il suo misterioso testo consistente in circa 80 righe per facciata vergate, a penna d’oca, con piccolissimi e fitti caratteri medievali ad inchiostro bruno. Lo scopritore, pur non comprendendo nulla né del testo contenuto né del valore storico dell’antico manoscritto, già importante come tale, pensò di appenderlo ad un muro di casa sua racchiuso in una modesta cornicetta in attesa di eventuali opportunità future.
Il documento è rimasto in quella situazione fino al giorno della sua casuale riscoperta e giusta rivalutazione, dovuta alla sua esibizione e consegna a uno studioso di Cannole1 che per pura combinazione di eventi si trovava, proprio in quel mese di agosto 2011, a collaborare con lo scrivente nella ricerca di testimonianze della presenza templare, sull’area chiamata “Vigne di Cannole”. Il giovane archeologo, profondo conoscitore del suo territorio2, era in grado di collimare le sue ricerche personali con le tracce evidenti o ipotizzate già attestate con la specifica analisi del sito, nel libro “ I Templari in Terra d’Otranto”3, divulgato l’anno precedente dall’autore di queste righe. Un esame sommario del diploma bastò a rivelare la natura dell’impronta del sigillo, applicato nella parte inferiore di una sua facciata e che lo portò all’immediata identificazione con il più celebre simbolo dell’iconografia sfragistica templare: il sigillo è ovvio elemento datante del documento stesso, del quale non si hanno, per ora, indicazioni di contenuto ma che può essere attribuito senza tema d’errore almeno a un’epoca anteriore alla data dello scioglimento dell’Ordine dei Templari, ovvero al 1307-12, che deve essere considerata ovviamente, con assoluta certezza, il limite “ non post quem” per la datazione di stesura del testo. L’impronta del sigillo, costituita da una “rondella” di cera rossa, è mancante di un grosso dettaglio al margine destro e di un piccolo frammento al margine sinistro mentre risulta male incisa la parte centrale: si riconosce tuttavia con chiarezza ed ottimo profilo di incisione la scritta S[ IGILLU ]M : MILITUM [: X ]PISTI +, posta sulla fascia bordata, disposta sulla circonferenza ; al centro è invece visibile, come già scritto, in maniera poco chiara ma riconoscibile, il cavallo con in groppa due cavalieri, entrambi armati di scudo e lancia. Innanzitutto si deve rilevare una sostanziale differenza tra questo sigillo e tutti gli altri conosciuti finora, italiani o di altra provenienza, siano essi “bulle” in piombo che impronte in cera. Nella maggior parte dei sigilli del “tipo equestre”, vale a dire con i due cavalieri armati su un solo cavallo, finora conosciuti è presente una scritta nella fascia circolare che circonda le figure e che può essere di due versioni: “SIGILLUM MILITUM” o “SIGILLUM MILITUM XPISTI”. La prima scritta la troviamo già in una bolla plumbea del Maestro Bertrand de Blanquefort, del 11684 e la seconda è presente nei sigilli equestri posteriori, secondo il BASCAPÈ5, al 1190. Sia nel citato sigillo del 1168 sia in quello molto simile del 1221 -presentato dal PAULI nel suo grande studio sull’Ordine di S. Giovanni6- tutte le tre “M” del motto sono in stile “capitale” ossia con carattere cosiddetto “latino”. In tutti gli altri sigilli equestri del secondo tipo, finora visionati (riconoscibili anche dalla parola CRISTI con la lettera “R” incisa alla greca e cioè “P”), le “M” sono così rappresentate: la prima e la terza in carattere “capitale”, come nel restante testo, quella centrale in stile “gotico”(detta anche “M Onciale” o “M Capitale Longobarda”). L’impronta salentina, che abbiamo definito “otrantina”, per il momento risulta essere un “unicum” poiché presenta tutte le tre lettere “M” del motto in carattere “gotico”, esibendo stilisticamente una giusta coerenza grafica: questa “maturità” compositiva la rende apprezzabile esteticamente, mentre al contrario risulta a tutt’oggi inspiegabile la stridente incoerenza stilistica di tutti gli altri sigilli conosciuti. Altra peculiarità unica di questo sigillo è data dallo stile diverso, disposto dall’incisore, ai caratteri della scritta stessa che, pur essendo anch’essa a caratteri “capitali”, palesa vistose diversità nelle “grazie”, ossia nei tratti terminali delle “teste” e dei “piedi” delle singole lettere. In tutti i sigilli conosciuti e pubblicati, sia le aste (oblique, orizzontali o verticali: lettere I,M,V,L,T,P,X) sia i “becchi” (delle lettere tonde : S,G e M gotica), risultano incisi con le estremità appuntite, connotando stilisticamente le lettere “linguate”: l’inedito sigillo “otrantino” presenta invece, singolarmente, i vertici inferiori e superiori ( ed anche i “becchi”delle lettere S e G) decorati con due“bottoni” detti anche “pomi” quindi per tale stile le lettere vengono definite calligraficamente “pomate”, in questo caso “bi-pomate”.
Lo studio dei sigilli detto “sigillografia” o più tecnicamente “sfragistica” è stato affrontato da molti studiosi: il più completo e approfondito studio di tutti i sigilli antichi e nello specifico, riferito agli antichi ordini cavallereschi e quindi anche ai sigilli templari, è stato il grande trattato “SIGILLOGRAFIA” del già citato BASCAPÈ7 che, in definitiva, è stato saccheggiato o ampiamente copiato da tutti quei ricercatori minori o dilettanti che hanno affrontato lo stesso tema negli anni successivi e senza aggiungere nulla di significativo. Il BASCAPÈ descrive con maggior dovizia di particolari la sigillografia dei Giovanniti e degli altri Ordini in quanto più ricca la documentazione e notevole il numero degli esemplari sopravvissuti. Per la sfragistica templare, pur ravvisandovi una maggior varietà tipologica delle impronte rispetto a quella più monotona dei Cavalieri di Malta, l’autore ne rileva la relativa rarità dovuta a molti fattori conseguenti alla soppressione dell’Ordine8: una piccola parte dei documenti superstiti è affluita all’archivio magistrale di Malta mentre altri frammenti di cartulari sussistono negli archivi delle commende giovannite cui furono accorpate le domus templari, nel secolo XIV 9. Molti documenti templari, oggi studiati, emergono anche da archivi diocesani o, come dimostra la pergamena accennata in questo studio, anche da scoperte fortuite e apparentemente inspiegabili. Il BASCAPÈ riporta, contestualmente al suo saggio, una ricca bibliografia di studi sulla sfragistica templare, presente nella letteratura specialistica straniera.10 Sia nelle bolle plumbee sia nelle impronte in cera i modelli più comuni ritrovati sono di due tipi, il sigillo detto “parlante” e il sigillo “equestre”, seguono i tipi simbolici, allegorici e araldici . Il sigillo detto “parlante”, che il BASCAPÈ classifica anche come tipo “monumentale”, per distinguerlo dagli altri della stessa famiglia( con la Vergine o il Pellicano, due pavoni o una testa , ecc.) raffigura la cupola del Tempio di Gerusalemme stilizzata: l’autore afferma che questo simbolo venne applicato a sigilli posti sui documenti dal 1171 in poi.11 Il sigillo con raffigurata la Cupola si suddivide in tre tipologie leggermente differenti tra loro, anche per il motto riportato: 1° “+:S:TUBE:TEMPLI:XPI: “, 2° “ +DE TEMPLO:CRISTI”, 3° “ + SIGILLUM:TEMPLI:DOMINI”. Anche nei sigilli ”equestri” si hanno tre modelli. Il primo, il più comune, come il nostro “otrantino” , raffigura due cavalieri armati in groppa ad un solo cavallo, definito in qualche documento sigillum consuetum . Il BASCAPÈ afferma che viene improntato in cera o in piombo su atti dal 1190 in poi , ma la cosa andrebbe verificata, infatti più sopra abbiamo citato la bolla plumbea con questo “tipario” applicata ad un documento del Maestro Generale Bertrand de Blanquefort, del 1168! Questo tipo, assieme all’altro raffigurante la cupola del Tempio, erano i sigilli delle autorità centrali dei Templari spesso usati in fronte e recto sulle bolle o separati su due diverse impronte in cera, nello stesso atto. Gli altri due tipi di sigilli equestri, assai rari, raffiguravano un solo milite armato a cavallo( es: quello del Maestro d’Aragona e Catalogna, 1247) oppure (nel sigillo di un anonimo precettore francese, 1255) con il patrono della cavalleria cioè S. Giorgio a cavallo, nell’atto di infilzare il drago. Altro simbolo diffuso sui sigilli templari è la croce (patente, semplice o fichée), ma questo e molti altri tipi reperiti sono da assegnare alle varie “nazioni”, province, commende o precettorie, disseminate in tutta Europa, le quali furono libere di scegliere stemmi, figure o emblemi per i propri sigilli.12 Contrariamente a quanto comunemente si pensa, il sigillo più diffuso, tra quelli giunti sino a noi, non è il tipo “equestre” (con i due militi a cavallo), diffusamente pubblicizzato su tutti i media contemporanei che divulgano storie e vicende, relative all’ordine rossocrociato, ma quello che raffigura “l’Agnus Dei”13, molto usato dai Templari inglesi14 ma riconosciuto come specifico della precettoria di Provenza e d’Aragona, nel 1224.15 Alcuni autori ritengono che le impronte dei sigilli templari ritrovate sino ad ora siano 108, ma molte di queste, soprattutto quelle di cera sono ormai illeggibili.16 Non si è in grado di verificare l’esattezza del dato ma è realistico il fatto dell’illeggibilità di molte impronte ceree pervenuteci perché questo materiale è deperibilissimo: la più resistente ceralacca, comunemente usata ancor’oggi per l’impronta dei sigilli su carta o pergamena, è un’invenzione del XV secolo e la cera da sigillo medievale era fabbricata con particolari procedimenti proprio per tentare di renderla meno fragile. Solitamente si usavano due terzi di cera d’api, un terzo di pece bianca e un pizzico di verderame. In alcuni casi si mischiava all’impasto della polvere di gesso o dei peli, per aumentarne la durata e la coesione. Al termine della preparazione si colorava la cera con pigmenti naturali poiché anche i Templari, come molte altre cancellerie, ecclesiastiche o reali, dotavano i documenti di sigilli colorati, secondo il contenuto. La cera verde era quella più comune e sigillava gli atti originali di vendita o di cessione e le convenzioni perpetue. Quella gialla ovvero al naturale, era usata per sigilli su corrispondenza ordinaria o su atti di convenzione temporanea. I sigilli di colore bruno erano apposti su copie degli atti o sulla loro riconferma, quella nera era usata per reclami e contenziosi o dichiarazioni di ostilità. La cera rossa, come quella presente nel “sigillo otrantino”, era riservata ai documenti amministrativi ( o relativi alla Regola) e agli atti di giustizia17. L’impasto da impronta era amalgamato con cura e preparato al momento dell’uso formando una pallina che, riscaldata nelle mani dello scrivano, si trasformava nella “rondella” pronta per essere pressata immediatamente dopo dalla matrice del sigillo. Il sigillo detto”bulla plumbea” veniva realizzato colando del piombo fuso entro una matrice di argento costituita da due valve incise e incernierate. La matrice detta anche “matrice principale”( chiamata bulle o boule) era conservata gelosamente in una borsa di cuoio e le tre chiavi che la chiudevano erano tenute dal Maestro e da due alti dignitari: le norme per il suo uso e la sua conservazione erano rigidamente codificate da diversi articoli della Regola come si può ancora leggere nel manoscritto francese della Regola del Tempio18. Il sigillo detto “impronta cerea” era ottenuto pressando, sulla “rondella” posta ancora calda sulla pergamena, o un dischetto ufficiale inciso e attaccato alla “matrice principale” oppure un sigillo ad anello il quale, più comunemente, riportava la matrice del sigillo personale del singolo dignitario, spesso il blasone di famiglia. La bolla plumbea era collegata al documento con il “legame” ovvero la cordicella che lo legava fisicamente all’atto e che era costituita da una striscia di cuoio, da una cordicella di canapa o lana, da un nastro di seta, ecc. L’impronta in cera invece era posta direttamente sul documento e mentre la bolla poteva avere i due lati con diversi sigilli, nell’impronta cerea i diversi sigilli erano affiancati ( o allineati se erano molti) in un ordine preordinato. Il sigillo era ritenuto sacro come il “Baussant” e severe pene erano inflitte a chiunque avesse smarrito o spezzato la matrice. Ogni dignitario dell’Ordine era autorizzato a farne uso, purché detentore di un incarico di comando, dal Maestro al Siniscalco, dal Precettore al comandante di una fortezza: esso era responsabile della sua conservazione ed anche alla convocazione del Capitolo Generale , un precettore era specificatamente incaricato a controllare, all’ingresso della sala capitolare, che ogni dignitario convocato esibisse il proprio sigillo19. L’Ordine di S. Giovanni, più antico dell’Ordine dei Templari, utilizzò la bolla plumbea fin dagli anni della sua fondazione e se ne ha notizia fin dal 1134, mentre il sigillo cereo è documentato solo dall’inizio del Duecento20: essendo più copiosa, organica e continuativa la produzione e la conservazione dei documenti giovanniti si ritiene logico ipotizzare parallelamente, per affidabilità della casistica, che anche la medesima tipologia di sigilli templari debba essere datata seguendo quella successione o cronologia. In conclusione si ritiene di affermare, almeno come anticipazione, che il documento inedito scoperto nei pressi di Otranto, anche se non ancora tradotto, è da datare tra i primi anni del Duecento e la data 1312, anno dell’emanazione della bolla papale che praticamente soppresse l’Ordine Templare e questo, per il momento, è quanto emerge dallo studio dell’impronta del sigillo.
Salvatore Fiori
Appuntamenti
Tricase: studenti del “Comi” sulla via Francigena come pellegrini
In cammino da Martano fino ad Otranto. Pernotteranno come pellegrini e continueranno a sperimentare un nuovo modo di vivere il territorio, nell’ottica di un turismo lento e sostenibile

I ragazzi del Liceo Statale G. Comi di Tricase si trasformano per due giorni in Franci… geni!
Oggi e domani due classi si metteranno in cammino da Martano fino ad Otranto, nell’ambito del PCTO (ex alternanza scuola lavoro).
Pernotteranno come pellegrini e continueranno a sperimentare un nuovo modo di vivere il territorio, nell’ottica di un turismo lento e sostenibile.
Le classi impegnate nel duro cammino saranno la IV AL e la IV DL, indirizzo Linguistico.
Accompagneranno i ragazzi i tutor interni del progetto i professori Maria Grazia Bello e Antonio Rizzello; tutor esterno il dottor Luigi del Prete.
Alle 13,30 i ragazzi partiranno da scuola in pullman per arrivare a Martano e dare inizio al loro cammino.
Giunti a Carpignano Salentino, faranno tappa alla Cripta di Santa Cristina, ricchissima di affreschi bizantini; poi sosta a Serrano dove gli studenti saranno accolti dall’associazione “Mollare mai” che si occupa di aiutare persone con disabilità, paraplegici, tetraplegici, non vedenti e vittime di incidenti stradali. Arrivo a Cannole e visita al Museo dell’Arte Olearia; a seguire i ragazzi accoglieranno la benedizione del pellegrino con Don Cristian.
In serata il meritato riposo presso la palestra comunale dove si trascorrerà la notte.
Domani, mercoledì 17, visita alla Masseria Torcito, all’antico Casale di Anfiano e al Santuario di Montevergine; all’arrivo a Palmariggi breve sosta.
Poi ripartenza passando sempre per la via Francigena, dove gli studenti del “Comi” attraverseremo il Parco dei megaliti, dolmen e menhir.
All’arrivo a Giurdignano, visita alla Cripta San Salvatore.
Infine si camminerà attraverso la meravigliosa Valle dell’Idro fino a giungere ad Otranto.
Alezio
Elezioni comunali, i nuovi sindaci
I risultati degli scrutini da Alezio, Giurdignano, Montesano Salentino, Otranto, Salve, San Donato di Lecce, Sannicola, Santa Cesarea Terme, Spongano, Squinzano. Surbo, Veglie, Vernole

Alle 15 si sono chiusi i seggi ed è in corso lo spoglio per l’elezione dei sindaci ed il rinnovo del consiglio comunale anche in 13 Comuni del Salento: Alezio, Giurdignano, Montesano Salentino, Otranto, Salve, San Donato di Lecce, Sannicola, Santa Cesarea Terme, Spongano, Squinzano, Surbo, Veglie, Vernole.
Risultati definitivi a Spongano, dove l’uscente Gigi Rizzello ha surclassato lo sfidante Mauro Polimeno. Rizzello ha ottenuto quasi l’80% delle preferenze con 1.815 voti, contro gli appena 481 andati al dirigente scolastico dello Stampacchia di Tricase.
Mai stata in dubbio durante lo spoglio la rielezione di Giuseppe Maglie a Montesano Salentino. I dati definitivi lo premiano con 1.412 voti (76,45%) contro i 435 voti del quasi omonino Massimo Maglie
Spoglio completato anche a Sannicola: Graziano Scorrano è il nuovo sindaco. Per lui 2.259 voti (61,84%) contro i 1.394 di Pippi Nocera.
Dati definitivi anche a Giurdignano dove ci sarà Monica Gravante Ter. La sindaco uscente è stata eletta con 946 voti (69,87%) contro i 408 di Donato Fanciullo.
Ad Otranto l’ex primo cittadino Francesco Bruni ha battuto Lavinia Puzzovio e sarà il nuovo sindaco.
L’uscente Francesco Villanova si è aggiudicato il duello con Simona Conte a Salve.
A San Donato di Lecce, conferma per Alessandro Quarta che ha avuto la meglio su Donato Salvatore Tanieli.
Conferma anche a Santa Cesarea Terme dove Pasquale Bleve, vincitore su Claudio Mangia, è chiamato al terzo mandato.
Ad Alezio lo scrutinio ha fatto pendere l’ago della bilancia dalla parte dell’uscente Andrea Barone ai danni di Vincenzo Romano.
Operazioni più lunghe a Squinzano, dove è in vantaggio Mario Pede su Gianni Marra e Andrea Pulli, e a Surbo, dove è in testa l’ex sindaco Ronny Trio, seguito dal primario Lino Paladini, dall’ex vice sindaca Martina Gentile e dall’ex consigliera di parità provinciale, Filomena D’Antini.
A Veglie Mariarosaria De Bartolomeo (centrosinistra) ha avuto al meglio su Giuseppe Landolfo (centrodestra).
A Vernole, Ferdinando Pedaci si è aggiudicato il confronto con Mauro De Carlo.
Alezio
Tutti i candidati
La corsa alla fascia tricolore e ad uno scranno in aula consiliare da San Donato di Lecce, Giurdignano, Otranto, Santa Cesarea Terme, Spongano, Montesano Salentino, Salve, Alezio e Sannicola

SAN DONATO DI LECCE
Sfida per la fascia tricolore tra Alessandro Quarta, 47 anni, archeologo, sindaco uscente e Donato Salvatore Tanieli, 67 anni, docente in pensione, vice di Quarta sino alla rottura del febbraio 2021.
Oltre
Candidato sindaco Alessandro Quarta
Ezio Conte
Pietro Dell’Anna
Antonio Luceri
Antonio Pellè
Riccardo Pellegrino
Chiara Perrone
Luca Perrone
Stefania Rollo
Viviana Rollo
Armando Rotondo
Cesare Taurino
Ilenia Taurino
Ci siAmo
Candidato sindaco Donato Tanieli
Veronica Vergallo
Massimo Longo
Diego Rollo
Raffaele Cristofalo
Antonella Del Sole
Valerio Mellone
Elia Dell’Anna
Anna Cristofalo
Andrea Munno
Davide Grande detto Pintu
Anna Rita Perrone
Annamaria Milanese
GIURDIGNANO
Sfida tra amministratori esperti nel piccolo centro nel cuore del Salento (meno di duemila abitanti).
Sia l’uscente Monica Gravante (prima sindaca donna di Giurdignano) che lo sfidante Donato Fanciullo hanno occupato la poltrona più importante del paese per 10 anni.
La Gravante, 56enne avvocato chiede la fiducia per il trezo mandato consecutivo. Fanciullo, anche lui avvocato, 54 anni, è stato sindaco di Giurdignano dal 2003 al 2013.
Per Giurdignano
Candidato sindaco Monica Gravante
Gabriella Vilei
Maria Cristina Accoto
Emilio Pantaleo D’Aurelio
Orazio Salvatore Santoro
Immacolata Vizzino
Elisa Caroppo
Aurelia Spano
Enea Benvenga
Roberto Cervellino
Marica Rubichi
LeAli per Giurdignano
Candidato sindaco Donato Fanciullo
Eufemia Accoto
Salvatore Pagliara
Andrea Ricchiuto
Matteo Belmonte
Fabio Protopapa
Umberto Bello
Angelo Barone
Lorenzo Santoro
Lucia Merico
Maria Grazia Caprino
OTRANTO
Elettori di nuovo alle urne a distanza di meno di un anno dopo l’inchiesta giudiziaria Hydruntiade che ha azzerato il governo cittadino.
Due volti noti ai vertici delle rispettive liste: l’ex senatore Francesco Bruni il centrodestra e Lavinia Puzzovioa guidare il gruppo di centrosinitra.
Otranto Futura
Candidato sindaco Lavinia Puzzovio
Tommaso De Benedetto
Lorenzo Bello
Cristina De Benedetto
Paola Stefanelli
Stefania Temis
Ursula Caroppo
Stefano Panareo
Gianni Ricciardi
Matteo Papadia
Serena Rosati
Antonio Ottobre
Francesca Bortone
Otranto Insieme
Candidato sindaco Francesco Bruni
Sergio Schito
Francesco Antonio Caggese
Chiara Ricciardi
Chiara Carlucci
Marco Paiano
Serena Paoletti
Marilena Botrugno
Silvia Negro
Antonio Rossetti
Patrizia Convenga
Giuseppe De Cicco
SANTA CESAREA TERME
Nella città delle Terme (poco più di tremila abitanti) l’uscente Pasquale Bleve si ripresenta agli elettori per il terzo mandato. Dovrà vedersela con Claudio Mangia avvocato e già assessore in passato.
Insieme con Responsabilità
Candidato sindaco Pasquale Bleve
Simone De Rinaldis
Antonio Giunco
Salvatore Damiano
Salvatore Maggio
Massimiliano Viva
Fabio Salvatore De Paolis
Massimiliano Cristiano
Elena Calora
Lucio Guida
Ilario Bleve
Guarda Oltre
Candidato sindaco Claudio Mangia
Donato (detto Donatello) Carluccio
Salvatore Cazzato
Maria Corvaglia
Massimo Frangillo
Giuseppe Edoardo Galati
Luigi Martella
Cinzia Mita
Marco Nutricato
Emanuele Pispico
Rosario Rizzello
SPONGANO
Come già ampiamente anticipato dalle nostre colonne, a Spongano sarà Mauro Polimeno, preside del liceo Stampacchia di Tricase (ha già ricoperto l’incarico di assessore esterno) a sfidare l’uscente Luigi Rizzello, funzionario della Provincia di Lecce, in corsa per il secondo mandato.
Progetto Spongano
Candidato sindaco Luigi Rizzello
Giuseppe Vittorio Alemanno
Luigi Baccaro
Gabriele Bonavoglia
Serena Bramato
Michele Casarano
Clemente Corvaglia
Marco De Ronzo
Oronzo Donadeo
Claudia Lecci
Giovanni Leone
Claudio Letizia
Giancarlo Marti
Scelgo Spongano
Candidato sindaco Mauro Polimeno
Fernando Scarciglia
Vincenzo Tarantino
Giovanni Rizzo
Fabio Rizzello
Giuseppe Donadeo
Raffaela Zappatore
Giuseppe Guida
Costantino Donadeo
Maria Assunta Casarano
Gianluca Maggio
Roberto Galati
Salvatore Gambino
MONTESANO SALENTINO
Sfida nota da tempo come da noi largamente anticipato. È una riedizione del turno elettorale del 2018 perché si sfideranno di nuovo l’uscente Giuseppe Maglie ed il suo rivale di 5anni fa Massimo Maglie (nessuna parentela tra i due).
Nella lista “Cambiamo Montesano”, capeggiata da Massimo Maglie, c’è anche Alberto Toma che, dopo un iniziale ripensamento per “motivi strettamente personali”, è tornato sui suoi passi, ritirando la lettera di rinuncia e rimanendo pertanto a tutti gli effetti tra i candidati.
Uniti per Montesano
Candidato sindaco Giuseppe Maglie
Donato Contaldi
Rocco Luigi
Eros Verardo Tarantino
Alessandro Verardo
Antonio (Antonello) Rizzello
Luigi Mele
Silvia Coppola
Matteo Cosi
Clara Longo
Manuela Roascio
“Cambiamo Montesano”.
Candidato sindaco, Massimo Maglie
Giuseppe Fiorentino
Antongiulio Crocefisso Verardo
Marta Corrado
Alessio Lecci
Luigi Maglie
Tiziano Donato Annesi
Donato Rizzello
Chiara Ferraro
Mauro Verardo
SALVE
Primizia assoluta nella storia del paese quella di una donna in corsa per la fascia tricolore. Sarà, infatti, l’insegnante Simona Conte con la lista civica “Futura” (sintesi dei due gruppi “coordinamento civico” e “Salve2023”) a sfidare l’uscente Francesco Villanova (avvocato).
Futura
Candidato sindaco Simona Conte
Monica Andrioli
Antonio Cavallo
Giulio Cazzato
Massimo Chirivì
Elisa Giaccari
Claudio Martella
Elio Martella
Cosimo Morra
Matteo Pepe
Maria Assunta Pispero
Giovanni Romano
Corrado Giuseppe Villanova
Con noi per Salve
Candidato sindaco Francesco Villanova
Carola Buffelli
Antonio Cirillo
Salvatore Cosi
Walter De Blasi
Francesco De Giorgi
Luigi De Solda
Giovanni Lecci
Cosimo Pepe
Elvis Petracca
Patrizia Pizzolante
Maurizio Ricciato
Silvana Simone
ALEZIO
Duello anche ad Alezio. A capo della civica “Grande Alezio”, il sindaco uscente Andrea Barone che dovrà vedersela con l’ex primo cittadino Vincenzo Romano (sindaco dal 2008 al 2018.
Grande Alezio
Candidato sindaco Andrea Barone
Gabriele Bottazzo
Roberto Bramato
Rocco (Roy) De Santis
Massimiliano Gianfreda
Fabiola Margari
Carmelina Marra
Antonio Marulli
Mariateresa (Teresina) Perrone
Eleonora Serena Romano
Gianpaolo Sansò
Rosa (Rosy) Scigliuzzo
Roberta Toscano
Viviamo Alezio
Candidato sindaco Vincenzo Romano
Andrea Carrisi
Armenia Cotardo
Fernando D’Aprile
Paola De Mitri
Alessandra Assunta Luchina
Agnese Milano
Rizzo Sonia
Emanuele Romano
Guido Sansò
Stefano Solida
Angelica Spinzi
Davide Todaro
SANNICOLA
Gli elettori dovranno scegliere tra Giuseppe Nocera (Sannicola Futura) e Graziano Scorrano (Sannicola Cambia) in continuità con l’amministrazione uscente. Giuseppe Nocera è già stato per dieci anni primo cittadino nel periodo precedentemente al decennio Piccione.
Sannicola Cambia
Candidato sindaco Graziano Scorrano
Cosimo (Mino) Piccione
Marta Aloisi
Anna Maria Bidetti
Grazia De Filippo
Katia De Matteis
Amedeo Cosimo Manco
Mariangela (Mari) Marra
Valentina (Vale) Marra
Valentina Antonella Mercuri
Gabriele Antonio Petruzzi
Patrizio Romano
Domenico Romeo
Sannicola Futura
Candidato sindaco Giuseppe Nocera
Verena Adamo
Luigi Albanese
Cosimo (detto Mimmo) Cataldi
Claudia Conte
Roberto Fonte
Giada Leo
Maurizio Musica
Felice Nucida
Valerio Nocera
Lucia Tricarico
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