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Attualità

«Ai pescatori non conviene più uscire in mare!»

L’intervento di Luigi Visconti, segretario provinciale della Fai Cisl Lecce: «Il solo costo del gasolio arriva a coprire oltre il 70% dei ricavi. Fino ad oggi nessuna risorsa utile alla tutela del futuro occupazionale di 30mila lavoratori del settore. Si sta lasciando campo libero ad un import di pescato privo di qualsivoglia sostenibilità sociale ed ambientale e di qualsiasi sicurezza alimentare»

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Ai pescatori non conviene più uscire in mare: il solo costo del gasolio arriva a coprire oltre il settanta per cento dei ricavi!


Nel 2020 un’imbarcazione spendeva in media 131 euro al giorno per l’acquisto di carburante.


Nel 2022 il costo del carburante medio per battello risulta quasi raddoppiato.


In particolare, si stima che per la pesca a strascico la spesa media giornaliera quest’anno sfiorerà i 600 euro, contro una media di poco inferiore ai 400 euro negli anni 2019-2020.


L’aumento del costo del carburante ha dato, quindi, un ulteriore grave colpo ad un settore già duramente colpito dalla pandemia e dalle limitazioni delle attività imposte dalle autorità europee.

Secondo Luigi Visconti, segretario provinciale della Fai Cisl Lecce, «per risolvere questo stato di crisi, risulta necessario ed urgente attivare un insieme coordinato di azioni a sostegno del settore, nonché prevedere provvedimenti nazionali immediati per favorire il ripristino di adeguati livelli di sostenibilità economica dell’impresa».


Si è discusso con il governo dell’estensione del credito di imposta anche al secondo trimestre 2022, della necessità di inserire fra le cause del cosiddetto “fermo bellico” anche le marinerie del Mediterraneo, del decreto ministeriale appena pubblicato in G.U. che stanzia 20 milioni di euro per fronteggiare il caro energia, della messa a punto di un sistema di norme che consentano la piena applicazione della CISOA (la Cassa Integrazione già in uso nel settore agricolo che interesserà anche la pesca), dell’erogazione immediata dell’indennità di fermo pesca del 2021, di strumenti per il sostegno al reddito dei pescatori che vedono le proprie buste paga investite direttamente dal caro gasolio.


Anche la Regione Puglia, tramite l’assessore Donato Pentassuglia, ha garantito lo stanziamento di ulteriori 3 milioni di euro.


«Attenzione, però», avverte Visconti, «si tratta di provvedimenti che non hanno ancora prodotto nessuna risorsa utile alla tutela del futuro occupazionale di 30mila lavoratori del settore. Bisogna anche dire, come se già non bastasse, che la situazione attuale sta determinando complessivamente un danno enorme alla produzione italiana a favore di un import perlopiù privo di qualsivoglia sostenibilità sociale ed ambientale e di qualsiasi sicurezza alimentare: un paradosso che bisogna sanare con tempestività prima che sia troppo tardi».


Attualità

Pescata spigola da 7,5 chili

Straordinaria presa durante una serata tra amici dalla riva della spiaggia di Frigole. Vanni Durante il fortunato pescatore

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Una spigola (o branzino) di circa sette chili e mezzo, portata fin dentro il retino durante una battuta di pesca a spinning: è lo straordinario risultato di una serata tra amici dalla riva della spiaggia di Frigole, località balneare leccese.

Il protagonista è Vanni Durante che ha tenuto tra le mani la canna da pesca e si sorprende quando comprende la portata del pesce agganciato: “Mai vista una spigola così grossa è enorme” ripete più volte.

E, poco dopo: “È il pesce della vita“.

A riprendere la scena è un amico, che condivide con Vanni lo stupore per l’esito della battuta di pesca.

La tecnica spinning, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” è una tipologia di pesca sportiva che si effettua con canna, mulinello ed esche artificiali.

Si tratta di una pesca piuttosto semplice in sé ma allo stesso tempo difficile per quanto riguarda la tecnica che consiste nell’attirare e poi catturare i pesci predatori attraverso il particolare movimento in acqua fatto dall’esca che è esclusivamente artificiale, effettuando molteplici lanci a debita distanza da dove ci si posiziona e recuperandola subito dopo.

Per guardare il video clicca qui

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Attualità

Regalo Sospeso a Presicce-Acquarica

L’iniziativa promossa da Azione Cattolica di Acquarica. La presidente Daniela Monsellato: «Aiutiamo quelle famiglie in difficoltà che non riescono a provvedere ai regali da mettere sotto l’albero»

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Dopo il “caffè sospeso” arriva il “regalo sospeso”.

L’iniziativa arriva da Presicce-Acquarica ed è promossa dall’Azione Cattolica di Acquarica.

«A Natale tutti i bambini si aspettano di trovare sotto l’albero un pacco con dentro una piacevole sorpresa, un piccolo dono. Purtroppo non è così per tutti», premette Daniela Monsellato, presidente della locale AC, «ci sono delle famiglie che faticano a sopravvivere e diventa difficile riuscire a pensare a dei regali da mettere sotto l’albero».

«Inoltre», aggiunge Daniela, «desideriamo che le attività commerciali locali vengano favorite rispetto agli acquisti online».

Come poter contribuire?

«Fino al 20 dicembre», spiega la presidente di AC, «sarà possibile recarsi nei negozi che hanno aderito all’iniziativa e fare il proprio acquisto. I punti vendita provvederanno ad impacchettare i regali evidenziando con un segno di riconoscimento se si tratta di qualcosa per maschietto o femminuccia e soprattutto la fascia di età di riferimento.

Saranno poi gli educatori e le educatrici  ad occuparsi del ritiro e della consegna».

Le attività che hanno aderito all’iniziativa: Lo Scarabocchio (località Acquarica), Carpediem (Acquarica), Girotondo (Presicce), Mille idee (Presicce), Sanitaria Baby (Presicce), Joh-Chi (Presicce), Ovs kids (Presicce), Corner (Presicce).

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Attualità

Povertà sanitaria: in difficoltà 7 italiani su dieci

Undicesimo Rapporto sulla Povertà Sanitaria di Banco Farmaceutico: In sei anni (2017-2022), la spesa farmaceutica a carico delle famiglie è cresciuta di 1,84 miliardi di euro (+22,8%).  A sostenere di tasca propria l’aumento sono tutte le famiglie, anche quelle povere, che devono pagare interamente il costo dei farmaci da banco a cui si aggiunge (salvo esenzioni) il costo dei ticket. Senza il terzo settore, almeno 1/5 dell’offerta sanitaria non sarebbe garantito

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Nell’anno in corso, 427.177 persone (7 residenti su 10) si sono trovate in condizioni di povertà sanitaria.

Hanno dovuto, cioè, chiedere aiuto ad una delle 1.892 realtà assistenziali convenzionate con Banco Farmaceutico per ricevere gratuitamente farmaci e cure.

Rispetto alle 386.253 persone del 2022, c’è stato un aumento del 10,6%.

Intanto, la spesa farmaceutica delle famiglie aumenta, ma la quota carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) diminuisce.

Nel 2022 (ultimi dati disponibili), la spesa farmaceutica totale è pari a 22,46 miliardi di euro, 2,3 miliardi in più (+6,5%) rispetto al 2021 (quando la spesa era di 20,09 miliardi).

Tuttavia, solo 12,5 miliardi di euro (il 55,9%) sono a carico del SSN (erano 11,87 nel 2021, pari al 56,3%).

Restano 9,9 miliardi (44,1%) pagati dalle famiglie (erano 9,21 nel 2021, pari al 43,7%).

Significa che, rispetto all’anno precedente, le famiglie hanno pagato di tasca propria 704 milioni di euro in più (+7,6%).

In sei anni (2017-2022), la spesa farmaceutica a carico delle famiglie è cresciuta di 1,84 miliardi di euro (+22,8%).

A sostenere di tasca propria l’aumento sono tutte le famiglie, anche quelle povere, che devono pagare interamente il costo dei farmaci da banco a cui si aggiunge (salvo esenzioni) il costo dei ticket.

È quanto emerge dall’11° Rapporto Donare per curare – Povertà Sanitaria e Donazione Farmaci realizzato con il contributo incondizionato di IBSA Farmaceutici e ABOCA da OPSan – Osservatorio sulla Povertà Sanitaria (organo di ricerca di Banco Farmaceutico).

Senza il Terzo settore, la tenuta del SSN sarebbe a rischio.

Le non profit attive prevalentemente nei servizi sanitari sono 12.578 (e occupano 103 mila persone).

Di queste, 5.587 finanziano le proprie attività per lo più da fonti pubbliche. Tenendo conto di questo solo sottoinsieme, il non profit rappresenta almeno 1/5 del totale delle strutture sanitarie italiane (oltre 27mila), generando un valore pari a 4,7 miliardi di euro.

Si conferma, infine, la relazione circolare tra povertà di reddito e povertà di salute: la percentuale di chi è in cattive o pessime condizioni di salute è più alta tra chi si trova in condizioni economiche precarie rispetto al resto della popolazione (6,2% vs. 4,3% nel 2021).

La qualità della vita legata a gravi problemi di salute, inoltre, è peggiore per chi ha meno risorse rispetto a chi ha un reddito medio-alto (25,2% vs. 21,7%). Le risorse economiche non preservano, di per sé, da gravi patologie (specie all’aumentare dell’età), ma consentono di fronteggiarne meglio le conseguenze. A compromettere lo stato di salute di chi è economicamente vulnerabile, contribuisce la rinuncia a effettuare visite specialistiche, che è cinque volte superiore al resto della popolazione.

«Attraverso il rigore del metodo scientifico dell’Osservatorio sulla Povertà Sanitaria», ha dichiarato Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico Ets, «vogliamo fornire un contributo di conoscenza su alcuni aspetti essenziali per qualificare la nostra società; in particolare, quest’anno ci preme sottolineare che tante persone in condizioni di povertà non riescono ad accedere alle cure non solo perché non hanno risorse economiche, ma anche perché, spesso, non hanno neppure il medico di base, non conoscono i propri diritti in materia di salute, o non hanno una rete di relazioni e di amicizie che li aiuti a districarsi tra l’offerta dei servizi sanitari».

«Senza il Terzo settore e, in particolare, senza le migliaia di istituzioni non profit, di volontari e di lavoratori che si prendono cura dei malati», conclude Daniotti, «non solo l’SSN sarebbe meno sostenibile, ma il nostro Paese sarebbe umanamente e spiritualmente più povero».

 

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