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Attualità

Santa Cesarea ed il tormento del PUG

Dopo 8 annui di governo non ci sono più scusanti…

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La cronistoria circa la redazione del nuovo Piano Urbanistico Generale del nostro comune sotto questa amministrazione è una serie di inizi terminati in un nulla di fatto.

Vale la pena fare un breve riepilogo della situazione.



  • A dicembre 2014 la giunta assegna 85.000 euro per la redazione del PUG e sempre nello stesso mese, con determina dirigenziale, si approva schema di avviso pubblico;

  • Ad aprile 2015 con determina, viene nominata la commissione di gara; Tutto si blocca fino a maggio 2017, senza che ci sia un nuovo atto amministrativo.



  •  A Maggio 2017 una determina revoca in autotutela quanto prodotto, e di fatto il percorso precedente si interrompe;

  • Il 31 luglio 2017, con un atto di Consiglio Comunale, vengono stanziati 80.000 euro per la redazione del PUG;

  • Ad Ottobre 2017, con determina del dirigente si approva l’indagine di mercato per selezionare soggetti idonei per la redazione dello strumento urbanistico;

  • A dicembre 2017 con determina del dirigente si approva la lettera di invito ed i vari allegati di gara;

  • Sempre a dicembre 2017 si nomina la commissione giudicatrice, che nello stesso mese approva i verbali di gara ed aggiudica definitivamente la redazione del PUG

  • Il 29 dicembre 2017, con determina, vengono liquidati i compensi alla commissione.

    Dopo un altro paio di anni di vuoto…




  • A luglio 2019, a seguito di interrogazione di questo gruppo consiliare presentata a maggio, si apprende che è intervenuta la rinuncia di un componente del gruppo di professionisti risultato vincitore, pertanto l’ufficio tecnico ha da espletare alcuni controlli sul secondo in graduatoria;

  • A maggio 2020, a seguito di nuova interrogazione del gruppo consiliare, si apprende che l’iter è decaduto e bisogna ricominciare daccapo;

  • A giugno 2020 l’Amministrazione partecipa ad un bando regionale chiedendo un finanziamento per la redazione dello strumento urbanistico;

  • Ad ottobre 2020 la Delibera di Giunta regionale non finanzia la richiesta dell’ente, perché sulla base dei criteri del bando viene data priorità a quegli enti che hanno uno strumento ancora più indietro nel tempo.
    Si torna nuovamente al punto di partenza.


    E’ superfluo ripetere che il PUG è lo strumento che serve al governo del territorio, che definisce le aree 1






page2image2168304da proteggere e quelle da valorizzare. Si fa un gran parlare di prevenzione contro il dissesto idrogeologico, ma se lo strumento non è aggiornato come si può difendere il territorio? Lo strumento vigente vede la presenza di grandi comparti di difficile realizzazione, sia per le norme tecniche che si sono susseguite, sia per le mutate condizioni socio-economiche. Eppure il suo essere ancora in vigore, impone ai proprietari un costo economico.




Un’amministrazione che è nell’ottavo anno di governo non ha scusanti valide per questa situazione, se non la propria incapacità amministrativa nel decidere e nel risolvere i problemi. D’altronde è un esempio lampante di ciò, il rischio di crollo cui è soggetta la litoranea in zona Ciularo e nei pressi del porticciolo dei pescatori. Il nuovo PUG dovrebbe affrontare con scelte coraggiose e non più rinviabili proprio questi problemi.


Sarebbe ora che i vari Enti di controllo decidessero di affrontare questa palese incapacità amministrativa al fine di prevenire scenari peggiori, visto che l’amministrazione non riesce ad intervenire in nessun modo ed il territorio soffre per i vari cantieri fermi.





GRUPPO CONSILIARE COSTRUIAMO INSIEME IL FUTURO – COMUNE SANTA CESAREA TERME


Avv. Maria Corvaglia; Ing. Francesco Elia; Ivan Raffaele Maschio; Sergio De Notarpietro








Attualità

Regionali, alle 12 l’affluenza si attesta, in calo dalle ultime lezioni, all8,53%

Quattro i candidati presidente della Regione, con da 13 liste per un totale di 580 candidati (con le candidature multiple) e si contenderanno i 50 posti nel Consiglio regionale della Puglia per la prossima  legislatura…

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Tra oggi e domani, si vota fino alle 15 di lunedì 24 novembre, potremo recarci al seggio per scegliere chi dovrà essere il futuro Presidente della regione Puglia e i relativi candidati.

Quattro i candidati presidente della Regione, con da 13 liste per un totale di 580 candidati (con le candidature multiple) e si contenderanno i 50 posti nel Consiglio regionale della Puglia per la prossima  legislatura.

Il centrosinistra candida Antonio Decaro presidente, ed ha presentato sei liste: sono Pd, Movimento 5S, Avs e le liste civiche «Per», «Decaro presidente» e «Popolari per Decaro» per un totale di 294 candidati.

Il centrodestra con Luigi Lobuono candidato presidente, sostenuto da cinque liste: Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega (con Udc e Socialisti) e Noi Moderati, più La Puglia con noi (solo nelle circoscrizioni di Taranto, Lecce e Bat) con 215 candidati in totale.

«Alleanza Civica per la Puglia» sostiene il candidato governatore Sabino Marco Mangano (sostenuto anche da  Marziani di Puglia e Netx Italia) con 36 candidati.

La lista di Puglia pacifista popolare (con Partito comunista italiano, Potere al popolo e Risorgimento socialista) sostiene la candidatura a presidente di Ada Donno, con 35 candidati.

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“In preda alla propaganda: transizione sessuale non può essere strumentalizzata in campagna elettorale”

La riflessione degli ex consiglieri comunali, rispettivamente di Casarano e Tricase, Enrico Giuranno e Francesca Sodero

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Tra le sciagure dei tempi che corrono sembra oramai inevitabile annoverare una comunicazione politica sempre più aggressiva, sguaiata e confusa.

Soprattutto, incurante della complessità e della delicatezza di alcune specifiche problematiche individuali e sociali per le quali ci si dovrebbe aspettare che il sistema politico porti avanti analisi imparziali, proposte equilibrate ed un’informazione caratterizzata da chiarezza e sobrietà.

Questa tendenza, di per sé dannosa, assume i caratteri della pericolosità quando prende di mira bambini, adolescenti e giovanissimi in genere, in un momento storico in cui queste generazioni iniziano a manifestare un diffuso e profondo disagio esistenziale, cui fa da sfondo un sempre più radicato nichilismo.

La politica non dovrebbe sguazzare in questo mare di insicurezze e fragilità per le proprie campagne di marketing.

Invece, sembra approfittarne esattamente come farebbe una qualunque impresa per vendere i propri prodotti.

Lo fa soprattutto cavalcando il tema dei diritti civili, uno dei pochi su cui centro-destra e centro-sinistra tentano di marcare le proprie differenze sostanziali, mentre all’interno del centro-sinistra i partiti fanno a gara per proporsi come migliori portavoce di talune istanze, alzando sempre più l’asticella dell’aggressività della comunicazione politica.

Peccato però che queste degenerazioni nel modo di fare politica, oltre a non apportare alcun concreto beneficio al Paese, possono raggiungere livelli allarmanti di rischio nell’alimentare disagio e confusione nei giovani, proprio nel momento in cui si discute su come sostenerli nell’educazione al rispetto, alle emozioni e all’affettività, che sembrano smarriti.

E veniamo al recente caso che ha destato la nostra attenzione e sul quale teniamo ad esprimere il nostro disappunto, nella sincera speranza che spinga ad un’ampia e seria riflessione.

Ci riferiamo al post dai toni trionfalistici pubblicato sulla pagina social del gruppo di Lecce di un partito nazionale a commento della sentenza con cui il Tribunale civile ha autorizzato il cambiamento del sesso e del nome ad una giovane persona trans.

Il post, che rilancia il titolo di un articolo di stampa contenente un “evviva!” di troppo, sembra portare avanti, per quanto confusamente, l’idea che il percorso sanitario e giuridico previsto per l’avvio dei trattamenti per la disforia di genere e per il cambiamento di sesso vada semplificato e reso agevole.

Emerge, ci tocca notare, un totale appiattimento sulle istanze di parte della comunità queer, in cui si perde completamente di vista il perseguimento della salute fisica e psichica della persona in quanto tale.

Non traspare nessuna traccia di un’adeguata considerazione delle esperienze che, soprattutto nei Paesi che per primi hanno regolamentato e gestito i percorsi di cambiamento di genere, raccontano storie drammatiche di ripensamenti e di cause giudiziarie contro le strutture sanitarie per l’inadeguatezza del supporto psicologico erogato.

Nessuna imparziale riflessione sui rischi derivanti dalla somministrazione dei bloccanti della pubertà e sullo status di soggetto medicalizzato a vita che queste scelte comportano.

Nessuna manifesta sensibilità rispetto alle problematiche generazionali del tutto peculiari che i giovanissmi del nostro tempo stanno attraversando e che potrebbero canalizzare la confusione provocata dall’eccesso di stimoli e di messaggi persuasivi, ma anche dalle sempre più diffuse neuroatipicità, in direzioni sbagliate e di sofferenza, in presenza di un approccio ideologico o superficiale nei riguardi di queste delicate tematiche.

L’argomento meriterebbe molto più spazio e non è questa la sede adeguata, né siamo noi dotati delle competenze necessarie per sviscerarlo.

Quello che però riteniamo doveroso fare è condividere questa riflessione per tenere vivo un dibattito che non può e non deve essere lasciato nelle mani dei partiti ma fatto proprio e difeso dalla società civile per orientare le scelte che i politici dei nostri giorni non sono evidentemente in grado di affrontare con la dovuta serietà, mentre rincorrono scampoli di consenso”.

Enrico Giuranno

Francesca Sodero

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“Vita mia”: il film di Winspeare al Torino Film Festival

Il film è stato girato in Salento tra Depressa, Sternatia, Tricase e Santa Maria Di Leuca

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La Fondazione Apulia Film Commission e la Regione Puglia saranno presenti alla 43ª edizione del Torino Film Festival con “Vita Mia” di Edoardo Winspeare.

Il nuovo film del regista di Depressa di Tricase, girato in Salento tra Depressa, Sternatia, Tricase e Santa Maria di Leuca, sarà programmato nella sezione Zibaldone mercoledì 26 novembre alle 18,15 (Sala due Cinema Romano- Galleria Subalpina).

Protagonisti della vicenda sono: Dominique SandaCeleste CasciaroNinni BruschettaIgnazio OlivaKarolina PorcariJohanna OrsiniFrancesca ZiggiottiDora SztarenkiJosef Scholler, con la partecipazione di Stefan Liechtenstein e Christian Liechtenstein.

Il film racconta, attraverso la vita di Didi, il Novecento come una crepa luminosa.

Nobile ungherese in un’Europa attraversata dal fuoco della Storia, Didi assiste da bambina all’arrivo dei nazisti, poi al comunismo, quindi all’esilio.

In Francia cuce per sopravvivere alla Maison Dior, prima di sposare un aristocratico italiano e approdare nel silenzio dorato, ma fragile, del Salento. Il film la ritrae anziana, malata, ancora fiera.

L’arrivo di Vita, giovane pugliese chiamata ad assisterla, innesca un incontro inatteso: due mondi lontani – l’aristocrazia impoverita e la cultura popolare – che imparano a riconoscersi. Tra fatiche quotidiane, pudori e piccoli conflitti, nasce un legame capace di sospendere barriere sociali e politiche.

Il viaggio di Didi in Ungheria, intrapreso per seguire la causa di beatificazione del padre, riapre le ferite profonde della Storia: la Shoah, le colpe sopravvissute, le memorie che reclamano ascolto. Il ritorno nei luoghi dell’infanzia diventa una camera d’eco del “secolo breve”.

Grazie alla presenza forte e semplice di Vita, Didi trova infine un varco: l’accettazione del proprio passato e un fragile approdo alla serenità. In lei si riflettono i traumi e le rinascite di un intero secolo.

“Vita Mia” è prodotto da Stemal Entertainment e Saietta Film con Rai Cinema, il contributo di MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e il contributo di Apulia Film Fund di Apulia Film Commission e Regione Puglia a valere su risorse del POR Puglia FESR-FSE 2014/2020. La distribuzione internazionale è affidata a Beta Cinema.

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