Approfondimenti
Elezioni, il futuro di Tricase/4: Maria Assunta Panico
La visione della città della candidata di Tricase sei tu e Tricase al centro
MARIA ASSUNTA PANICO, INFERMIERA, 51 ANNI
(TRICASE SEI TU – TRICASE AL CENTRO)
Cosa farà nei primi 100 giorni?
Non credo negli interventi spot, la nostra città ha bisogno di interventi strutturali che pongano le premesse per uno sviluppo economico sostenibile e per il rilancio dell’economia. Il nostro lavoro sarà quello di mettere la comunità in grado di liberare ed esprimere le sue migliori energie, fare il possibile per intercettare fondi comunitari, aiutare i cittadini a sviluppare i loro progetti ed i giovani ad investire nella loro creatività.
Credo che sia importante arrivare in breve tempo all’approvazione del Piano Urbanistico Generale già avviato. Tricase ha bisogno di un Piano che regoli il suo sviluppo urbanistico e renda la città moderna, più vivibile, ecosostenibile, pronta a intercettare nuove opportunità economiche. Una priorità sarà la rivitalizzazione del centro storico tramite il miglioramento dei trasporti, creando piste ciclabili, migliorando la qualità della vita dei cittadini.
Un provvedimento della vecchia amministrazione che non le è piaciuto?
In questi cinque anni si è lavorato molto, ma ogni processo di governo è migliorabile.
LAVORO: quali le priorità?
Occorrerà promuovere la nascita di piccole imprese di terziario avanzato che potranno offrire servizi, anche per le filiere produttive locali, incoraggiare lo sviluppo dell’ospitalità diffusa ed avviare iniziative di accoglienza che valorizzino l’identità locale. Pensiamo di attuare politiche di valorizzazione e promozione delle tipicità locali in chiave turistico-produttiva per contribuire a destagionalizzare la domanda di turismo sul territorio, offrendo al visitatore un’esperienza diversa, integrata tra mare ed entroterra, abbinando anche il consumo dei prodotti tipici del luogo. Sarà un nostro impegno valorizzare l’imprenditoria locale e la forte vocazione commerciale attraverso l’ascolto degli operatori del settore, promuovendo e sostenendo iniziative di settore (mercatini, laboratori artigianali, etc.). Pensiamo alla specificità di Lucugnano come paese della ceramica e come questa specificità potrebbe diventare occasione di eventi e di sviluppo.
In questa logica intendiamo promuovere eventi e manifestazioni inseriti in contesti di programmi finalizzati alla promozione di un turismo sostenibile ed includente che promuova l’ambiente e lo salvaguardi.
Commercio: sempre meno aziende. E l’Associazione Commercianti lamenta poca collaborazione…
Il settore del commercio rappresenta un ruolo propulsivo per l’economia e lo sviluppo di Tricase, Con il Piano del Commercio si punterà alla regolamentazione delle strutture commerciali, alla valorizzazione delle attività commerciali nei Centri Storici e delle frazioni, favorendo gli interventi di consolidamento dei poli commerciali esistenti, gli interventi di recupero e riqualificazione di aree o strutture dismesse e degradate. Si cercherà di implementare e rafforzare il servizio di prossimità e il pluralismo delle forme distributive e consolidare le attività commerciali di piccola e media vendita. Si dovranno adottare politiche di incentivo agli investimenti nei nuclei storici. La semplificazione amministrativa degli interventi contribuirà al rilancio degli investimenti privati, alla riduzione delle imposte e tasse locali per i commercianti ed artigiani che apriranno attività nel centro storico. Sarà necessario anche ripensare le funzioni degli spazi degli edifici pubblici dei centri storici e creare le condizioni per buone pratiche quali l’Albergo Diffuso.
ACAIT: dopo tanto tempo perso, quale sarà il primo provvedimento che adotterà?
La rifunzionalizzazione ed il recupero dell’ex Acait e dell’intera area ad essa pertinente può diventare il punto centrale di riconnessione tra il centro cittadino e l’area periferica. Un progetto di riqualificazione urbana che abbia l’idea innovativa di “cittadella pedonale” che recupera, insieme alla funzionalità ed alla comodità, anche il concetto del vivere felice. Si è già avviato il recupero dell’area con la realizzazione del centro anziani e annesso spazio per servizi di informazione turistica, si è progettato e si sta realizzando l’ampliamento e la riqualificazione dell’area esterna come parco pubblico attrezzato. Il prossimo passo sarà la progettazione dell’intera area, prevedendo l’insediamento di un mix di funzioni pubbliche, private, di interesse generale, in grado di interagire con l’intero contesto urbano, già interessato da processi di trasformazione territoriale. La creazione di condizioni di attrattività per attività economiche e di servizio. La creazione di opportunità formative e lavorative per i giovani, la sostenibilità ambientale e la socializzazione, insieme ad una elevata qualità architettonica, dovranno caratterizzare gli interventi di recupero di uno spazio, da sempre, fulcro della memoria storica e nodo economico della comunità di Tricase.
TURISMO: dovrà cambiare Tricase per attrarre più turisti?
Da poco è stato approvato definitivamente il Piano Comunale delle Coste che darà un impulso al settore turistico balneare ed è stato, inoltre, avviato il Piano Regolatore del Porto. Occorrerà attuare politiche di valorizzazione e promozione delle tipicità locali in chiave turistico-produttiva favorendo la destagionalizzazione dell’offerta turistica attraverso l’impulso di eventi culturali, del turismo enogastronomico e del turismo rurale (percorsi guidati tra le masserie sparse sul territorio, gli uliveti, le pajare e le frazioni). Sarà necessario impegnarsi per privilegiare manifestazioni legate al turismo culturale con l’obiettivo di armonizzare la crescita economica e la conservazione dell’ambiente e dell’identità locale. Promuovere le possibilità di gemellaggi e scambi internazionali sia a livello culturale che professionale e sportivo in modo da allargare virtualmente la città verso esperienze formative e sociali e contemporaneamente di richiamo e marketing territoriale. Fare “sistema” con i paesi limitrofi per un turismo integrato.
MARINE: cosa cambierebbe?
Come già ricordato è stato approvato definitivamente il Piano Comunale delle Coste ed è in fase di avvio il Piano Regolatore del Porto che ha già avuto come effetto l’aumento e la delimitazione dell’area portuale. Il porto sarà potenziato e implementato con servizi turistici e commerciali, e l’idea finale è di mantenere le funzioni tradizionali, implementare l’area scientifico museale anche con la creazione di un giardino botanico e dedicare uno spazio alla balneazione. Il piano è nella prima fase di quadro conoscitivo e schema di idee. Come ogni piano dovrà essere partecipato e condiviso ed aperto alle proposte della cittadinanza. Sarà necessario attivare una rigenerazione territoriale delle marine mediante azioni diffuse di trasformazione dell’esistente, ponendo le condizioni per riequilibrare il sistema dei servizi e migliorare la qualità della vita degli abitanti e dei visitatori. Sarà necessario salvaguardare e valorizzare le specificità delle marine ed il loro rapporto con il paesaggio agrario e naturalistico e nel contempo trasformarle in luoghi vivi e pulsanti del nostro territorio.
DECORO DELLA CITTA’: nonostante il rifacimento di alcune strade, Tricase versa in uno stato indecoroso…
Il rifacimento del manto stradale ha interessato sia le frazioni, le periferie che il centro, sono stati avviati i lavori per il Parco Cittadino. e sono in fase di appalto i lavori di pavimentazione della Piazza Don Tonino Bello. Nell’annualità 2018 sarà possibile attuare interventi di rigenerazione, finanziati con fondi comunali, già approvati nei modi di legge, che riguarderanno la Piazza Castello dei Trane a Tutino, l’antistante slargo di Via San Nicola a Sant’Eufemia (ove si prevede anche il recupero di un antico ipogeo), la sistemazione delle Piazze Principessa e Marinai d’Italia.
Per il Vecchio Cimitero è stato avviato l’iter per l’inserimento nei beni monumentali da parte del Ministero dei Beni Culturali. Ciò consentirà di richiedere finanziamenti pubblici per la riqualificazione di uno spazio storico e della memoria della città.
I problemi manifestati nelle frazioni di Lucugnano e Depressa sono stati, per quanto possibile affrontati e risolti, vedi il completamento della piazza Comi, la sistemazione idraulica di Via Ciccotti e la sistemazione del Cimitero di Depressa.
BAMBINI, DISABILI ED ANZIANI: secondo lei Tricase è a loro misura?
L’azione di governo dovrà mettere al centro le persone, le loro esigenze e soprattutto la loro dignità, con un’attenzione ai bisogni ed ai diritti di tutti, specie di quelli che spesso non hanno voce o rappresentanza.
Abbiamo intenzione di creare un piano di intervento urbanistico per la mobilità di disabili e anziani.
In loro favore vanno in ogni caso promosse e sviluppate realtà di aggregazione e ricreative, esiste già un Centro Anziani, nel complesso ex ACAIT, realizzato in questa legislatura, inoltre, è stato di recente avviato il Laboratorio Comunale per l’Integrazione dei Disabili che è un centro ludico ricreativo. Per gli anziani autosufficienti, che costituiscono una risorsa per la collettività, le iniziative di carattere ricreativo promosse dal Centro Anziani, dovranno essere favorite con una seria promozione culturale e con una sensibilizzazione sociale all’interno della comunità. Per le attività ricreative all’aperto si sta realizzando il Parco Cittadino e nell’ambito della rigenerazione urbana si attrezzeranno aree verdi nelle frazioni ed aree periferiche.
CITTADINA DELLA SALUTE/OSPEDALE: volano unico per Tricase o idea superata?
La cittadella della Salute è una delle linee guida del Documento Programmatico di Rigenerazione Urbana approvato in Consiglio Comunale lunedì scorso. La nostra città deve essere in grado di offrire servizi integrati a carattere socio-sanitario che riportino significativi incrementi nel reddito medio della cittadinanza locale e nuove opportunità di auto-impresa per giovani generazioni. L’offerta sociosanitaria di qualità è una delle peculiarità di Tricase ed una opportunità da sviluppare insieme alle altre potenzialità del territorio.
SEMPRE PIU’ POVERI: quale strategia adottare?
La crisi economica di questi anni è un fenomeno globale. Un’ amministrazione comunale deve agire su due fronti, da una parte rafforzare la capacità dei servizi sociali, attivare interventi in grado di intercettare le famiglie che si trovano in una condizione di vulnerabilità con soluzioni immediate e dall’altra attivare azioni concrete per creare nuovi posti di lavoro rilanciando l’economia del territorio. E’ stato attivato il Servizio Civico Comunale che fornisce un reddito di ausilio permettendo l’inclusione sociale. Ci adopereremo per istituire un banco alimentare per i Beni di prima necessità interfacciandoci con associazioni consolidate di volontariato (anche di altri territori) e grande/media distribuzione per creare una rete che intervenga sugli sprechi sostenendo la solidarietà.
Ad un eventuale BALLOTTAGGIO possibili alleanze?
Il nostro obiettivo, oggi, è concentrarci per raggiungere il massimo risultato l’11 Giugno, successivamente ragioneremo sui programmi e non sui compromessi.
Approfondimenti
Vittoria annunciata e confermata per Decaro. Affluenza al ribasso: e ora?
Credo sia arrivato il momento che qualcuno si ponga il problema: come mai tanta gente non va più a votare. E allora non sarebbe opportuno, in questa centrifuga tecnologica del nuovo millennio, che si cominciasse a pensare ad una votazione elettronica?
di Luigi Zito
Si sono da poco chiuse le urne per le elezioni Regionali in Puglia, l’affluenza in picchiata, come tutte le stime lasciavamo intendere, si è attestata al 41,85%, cinque anni fa al voto partecipò il 56,4 per cento degli elettori.
In Puglia si è registrata la più bassa affluenza di sempre, anche meno delle stesse Regioni dove ieri e oggi si è votato: Campania e Veneto.
La provincia dove si è votato di più è stata Lecce, con una affluenza del 44%; Taranto con 40,60%, Bari 41,31%, Brindisi 41,94%, BAT 41,22, la peggiore Foggia con poco più del 38%.
Le proiezioni non lasciano spazio a “ribaltoni” di sorta.
Antonio Decaro è dato al 70% non raggiungerebbe il 30% Lobuono che ha già ammesso la sconfitta.
Secondo l’instant poll YouTrendper Sky TG24, nel campo progressista guidato da Antonio Decaro Partito Democratico si attesterebbe tra il 25% e il 29%, seguito dalla lista «Decaro Presidente» stimata tra 11,5% e 15,5%.
Le altre liste della coalizione oscillano tutte tra il 6% e l’8% per «Per la Puglia» e Movimento 5 Stelle, tra il 4% e il 6% per Verdi-Sinistra e tra l’1% e il 3% per i Popolari.
Sul fronte del centrodestra, Luigi Lobuono registra Fratelli d’Italia tra il 18% e il 22%, Forza Italia tra l’8% e l’11% e la Lega tra il 3,5% e il 5,5%.
Le liste minori della coalizione – Noi Moderati, Civici e Sud al Centro – sono tutte comprese tra 0% e 2%.
Ora che la frittata è stata fatta, sarebbe opportuno che qualcuno dei nostri politici ci spiegasse come mai meno di un pugliese su due non si è sentito ispirato nell’andare a votare.
Quali sono i veri motivi: disaffezione alla vita pubblica; poca pubblicità; istituzioni lontane dai cittadini; politici ibernati nelle torri d’avorio; consiglieri regionali poco attenti al territorio ed ai veri problemi dei pugliesi, sanità alla stremo (nella puntata di ieri di Report, la Puglia è ultima nella classifica nazionale per i tempi di attesa delle prenotazioni mediche)?
Ora credo sia arrivato il momento che qualcuno si ponga il problema, la nostra non è una di quelle Regioni democraticamente avanzate (come la Svizzera ad esempio), dove ogni 3 x2 ogni quesito viene posto al popolo che, incalzato da tanta sollecitazione, non va più a votare.
E allora non sarebbe opportuno, in questa centrifuga tecnologica del nuovo millennio, che si cominciasse a pensare ad una votazione elettronica?
Sembra, ormai, che l’unico compagno che mai ci abbandona e ci delude nella nostra vita sia il disprezzato cellulare che monitora ogni respiro della nostra giornata: non sarebbe meglio (forse) iniziare a pensare ad un sistema di voto elettronico, in cui ogni votazione, registrazione e conteggio dei voti avviene tramite strumenti digitali?
I vantaggi sarebbero tanti: la velocità del conteggio, la comodità di votare ovunque, si risieda in città o meno, all’estero o in qualsiasi altra parte del mondo; una maggiore possibilità e facilità di far votare persone con disabilità; il risparmio di carta e varie.
Certo le criticità viaggiano alla stessa velocità del web: il rischio di attacchi hacker; la poca affidabilità di molti aggeggi elettronici; garantire la Privacy per tutti (sappiamo bene cosa succede con le fastidiose telefonate dei call che tutti riceviamo sul telefono), e poi la sicurezza.
Ogni innovazione ha pregi e difetti, leggi i Paesi dove hanno già sperimentato il voting, come l’Estonia, il Brasile o l’India che hanno fatto di necessità virtù utilizzando questa novità tecnologica.
Se non iniziamo a pensarci da subito si rischia che, alle prossime elezioni (qualsiasi esse siano), oltre alla penuria di votanti ci ritroveremo anche con Candidati consiglieri e Presidenti eletti che non rappresentano (di fatto) la maggioranza delle volontà dei pugliesi e, se tanto mi dà tanto, tanto vale affidarci alla Dea bendata e sceglierli dal mazzo con una estrazione, risparmieremmo tempo e salute.
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Approfondimenti
Pompeo Maritati, “Quando i numeri si innamorano (e io ci casco)”
Oggi che sono in pensione, che posso permettermi di scrivere senza Excel aperto in sottofondo, ho ritrovato quei fogli, li ho riletti, e mi sono detto: “Perché non completarlo? Perché non dare voce a quei numeri innamorati?”…
L’idea di questo libro nasce in un luogo che, a prima vista, sembrerebbe il meno romantico del mondo: una sala corsi di una grande banca italiana, illuminata da neon impietosi, con pile di dispense, calcolatrici scientifiche e tazzine di caffè che avevano visto giorni migliori.
Era verso la fine degli anni 90, e io, in giacca e cravatta, stavo tenendo un corso di matematica finanziaria a un gruppo di operatori bancari. L’argomento del giorno? Il calcolo delle rate di mutuo con il sistema cosiddetto “alla francese”.
Un nome che evoca baguette, bistrot e chanson d’amour, ma che in realtà nasconde una formula che farebbe piangere anche un ingegnere.
Eravamo immersi in coefficienti, tassi d’interesse, progressioni geometriche e quel misterioso “ammortamento” che, più che un piano di rimborso, sembrava una lenta agonia numerica. E proprio mentre stavo spiegando la logica dietro la distribuzione degli interessi nel tempo, uno degli uditori – un tipo sveglio, con l’aria di chi aveva già capito tutto, ma voleva vedere se anche io lo avevo capito se ne uscì con una frase che mi colpì come una freccia di Cupido: “È come se alcuni numeri si fossero innamorati.”
Silenzio. Sorrisi. Qualche risatina. Io, ovviamente, feci il classico gesto da docente navigato: annuii con un mezzo sorriso, come a dire “bella battuta, ma torniamo seri”. E così fu. Riprendemmo la lezione, tornai a parlare di rate, di formule, di Excel. Ma quella sera, solo in albergo, mentre il minibar mi offriva una bottiglietta d’acqua a prezzo da champagne e la TV trasmetteva repliche di quiz dimenticati, quella frase tornò a bussare alla mia mente.
“È come se alcuni numeri si fossero innamorati.”
Ma certo! Perché no? Perché non pensare che dietro le formule ci siano storie? Storie di attrazione, di repulsione, di corteggiamenti matematici, di triangoli amorosi (non solo geometrici), di numeri che si cercano, si sfuggono, si fondono. Un’idea folle, certo.
Accostare l’innamoramento, quel sentimento poetico, irrazionale, profondo, all’aridità dei numeri, che per definizione sono freddi, impersonali, astratti. Ma forse proprio per questo l’idea mi sembrava irresistibile.
Così iniziai a scrivere. A spizzichi e bocconi, tra una riunione e una trasferta, tra un bilancio e un report. Annotavo storielle, dialoghi, immagini. Immaginavo lo Zero e l’Uno in crisi di coppia, il Due che cerca equilibrio, il Pi greco che seduce tutti ma non si concede a nessuno. Poi, come spesso accade, la vita prese il sopravvento.
Gli impegni si moltiplicarono, le cartelle si accumularono, e quei fogli finirono in fondo a un cassetto. Lì rimasero, silenziosi, per anni. Fino a oggi.
Oggi che sono in pensione, e che ho tempo per ascoltare le idee che bussano piano, che posso permettermi di scrivere senza Excel aperto in sottofondo. Ho ritrovato quei fogli, li ho riletti, e mi sono detto: “Perché non completarlo? Perché non dare voce a quei numeri innamorati?”
E così è nato questo libro. Un libro che non pretende di insegnare matematica, ma di farla sorridere. Un libro che non vuole dimostrare teoremi, ma raccontare storie. Un libro che, se tutto va bene, vi farà guardare i numeri con occhi nuovi.
Approfondimenti
Luglio 1931: “Quando a Tricase, sul Quadrano, c’erano le Colonie”
Una storia intrigante di un secolo fa: nasce su uno sperone roccioso, su uno dei più bei scorci di Tricase Porto. Da opificio per tabacchine a colonia, durante il fascismo; da casa al mare a discoteca nei anni 70…
di Ercole Morciano
La costruzione conosciuta col nome di “colonie” nasce a Tricase-Porto, sul promontorio del “Quadrano”, tra fine Ottocento e primi del Novecento, come magazzino per la prima lavorazione del tabacco in foglie per conto della ditta greca Hartog & C., proveniente da Salonicco, come quella dei f.lli Allatini.
Costruire un magazzino per la lavorazione del tabacco al porto, mentre comportava indubbi benefici per la ditta proprietaria, costringeva le operaie tabacchine a portarsi da Tricase alla marina per lavorare in ogni condizione metereologica e ne siamo certi a piedi nudi, come purtroppo imponevano i tempi.
Costruire un magazzino per la lavorazione del tabacco al porto, mentre comportava indubbi benefici per la ditta proprietaria, costringeva le operaie tabacchine a portarsi da Tricase alla marina per lavorare in ogni condizione metereologica e ne siamo certi a piedi nudi, come purtroppo imponevano i tempi.
Proprio da Tricase, dove le tabacchine erano le meno pagate della provincia e oberate dal cottimo, nel 1905 partì la protesta che infiammò tutta la Terra d’Otranto con uno sciopero che portò ad un lieve miglioramento delle paghe e all’abolizione del famigerato cottimo.

Le tabacchine di Tricase erano “toste” e il loro vessillo scarlatto, recuperato per merito del consigliere comunale socialista Luigi Cavalieri, è ora esposto nella sala consiliare di palazzo Gallone.Tutte le donne del popolo di Tricase erano all’epoca coraggiose e determinate: nel 1917, in piena prima guerra mondiale, sfidarono le dure leggi di guerra che punivano gli assembramenti e scesero in piazza per reclamare pane, pace, lavoro e il rientro dal fronte dei loro uomini, figli-mariti-fratelli-fidanzati.
Le ditte greche Allatini e Hartog, verosimilmente in seguito agli scioperi di cui sopra, decisero di vendere i loro stabilimenti tricasini mettendo fine ad un periodo che, pur foriero di benefici, si caratterizzava per la durezza con cui le lavoratrici venivano trattate e per lo sfruttamento cui erano sottoposte.
Quello dei F.lli Allatini fu acquistato nel 1909 dal neonato consorzio cooperativo, poi Acait, di cui diventò la sede, mentre quello della ditta Hartog, in Tricase-Porto, passò in proprietà della famiglia del direttore dell’Acait, dott. Filippo Nardi.
“Villa Nardi”, nel primo lustro degli anni ’30”, è denominato l’ex tabacchificio Hartog, costruito sullo sperone roccioso sovrastante la baia del “Quadrano” e caratterizzato da una vasta costruzione a piano terra, con vari ambienti adibiti alla lavorazione, al deposito, agli uffici e alle abitazioni.
Edificato con conci di carparo, volte a stella, vaste aree di pertinenza, su un sito tra i più panoramici di Tricase-Porto, l’ex tabacchificio, detto ufficialmente “Villa Nardi”, fu sede di colonie elio-talasso-terapiche durante il fascismo nel triennio 1932-34.
PERCHE’ LE COLONIE
Il regime fascista sosteneva il sorgere delle colonie estive per due ragioni: una di carattere socio-sanitario per prevenire e contrastare malattie dell’infanzia molto diffuse nelle classi popolari (rachitismo, tubercolosi, avitaminosi…) e l’altra di carattere propagandistico attinente l’educazione e la formazione dei cosiddetti coloni, “Balilla e Piccole Italiane”, ovviamente in gruppi separati, di forte impronta nazionalista, bellicista, con particolare riguardo al culto della personalità verso il dittatore Mussolini, in analogia con quanto avveniva già nella scuola di stato.
Nasce così nell’ispettore Valletta l’idea di impiantare una colonia estiva in provincia quale filiazione di quella laziale, molto lontana per mandarvi i ragazzi/e delle famiglie salentine.
Il 3 agosto 1932 egli riceve l’approvazione prefettizia che autorizza la Federazione Provinciale M.S. ad “aprire una colonia estiva per bambini/e di 7-12 anni, nella marina porto di Tricase, presso ‘Villa Nardi’ che sarà intitolata ad Achille Starace”.
Valletta nomina direttrice l’insegnante leccese, Giovanna Astore che il 15 agosto 1932, alle 8.15, prende in carico i “coloni” dalla stazione di Lecce per “rilevare gli altri lungo le fermate della linea Lecce-Zollino-Maglie-Tricase”.
COME FUNZIONAVANO LE COLONIE
Nell’Archivio di Stato di Lecce, tra le carte riguardanti la colonia di Tricase, si conservano l’elenco dei capi del corredo necessario, l’orario delle attività e la “vittizzazione”.
Orario: 6, sveglia; 6-7 pulizia personale; 7-7.30, primo pasto; 8-12, alla spiaggia; 12.30-13.30, secondo pasto; 13.30-16, ricreazione o riposo; 16-19, passeggiata e merenda; 19.30-20.00, terzo pasto; 20.15, silenzio.
Ai piccoli coloni verrà somministrata: la mattina, caffè-latte, marmellata e pane; a pranzo, minestra, pietanza, frutta e pane; per merenda, pane, marmellata, od altro; a cena, pietanza, formaggio od altro, frutta e pane.
Le carte d’archivio ci dicono che l’anno seguente la direzione passò al neo-presidente della Federazione di Lecce Michelangelo Sansonetti, che confermò il personale dell’anno precedente con i relativi incarichi.
Risulta anche che l’assistenza medica era prestata dal dott. Alessandro Caputo, mentre quella religiosa era assicurata dal parroco di Tricase Porto, don Michele Nuccio.
Dalla relazione finale del presidente, densa della reboante e pomposa retorica di regime, di cui si trascrivono alcuni stralci, si apprendono i particolari sulla vita della colonia: “educare i fascisti di domani come li vuole il DUCE [sic], sani, forti, disciplinati e pronti a tutto osare”; durante l’alzabandiera: “Gli occhietti [dei bambini] si levano, il braccio si alza nel saluto romano, e un nome vibra nel coro argentino; DUCE.
Mentre una folla di passanti sosta commossa, più che incuriosita, e riverente si scopre il capo” e si ferma finché non vede di bambini rientrare in colonia “marzialmente cantando Giovinezza”.
Le parole più altisonanti le troviamo nella esaltazione della figura di Benito Mussolini: “Finita la funzione religiosa, di ritorno [dalla chiesa] in colonia, i nostri bambini, dal canto sacro all’inno Giovinezza, passano tra due fitte ali di popolo, suscitando un delirio di entusiasmo per Colui che con tanto interesse e amore attende alla sanità della stirpe… il cui nome resta scolpito nel cuore di tutti…”.
GLI ABUSI
Non è possibile scrivere tutto per motivi di spazio, ma si apprende dalle relazioni archiviate che non mancavano gli abusi.
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