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Attualità

Tricase, il campanile incompleto: parola all’esperto

Il parere sulla costruzione monca della Natività del progettista e direttore dei lavori per le chiese di San Domenico e Santa Lucia a Tricase e San Nicola al Porto: l’architetto Vincenzo Ruberto

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Sulla questione del campanile incompleto della chiesa Matrice di Tricase abbiamo interpellato anche l’architetto Enzo Ruberto, in virtù dell’esperienza maturata con i lavori di restauro delle facciate della Chiesa di San Domenico a Tricase, di cui è stato progettista e direttore dei lavori, nella progettazione e realizzazione del sagrato della Chiesa di San Nicola a Tricase Porto, già incaricato per un piccolo ampliamento della Chiesa di Santa Lucia ed infine titolare del progetto, ancora in corso, del restauro conservativo sempre della Chiesa di San Domenico.


«L’articolo 9 della Costituzione riferisce che la Repubblica tutela e valorizza il patrimonio culturale. In attuazione di tale principio è stato redatto dal Ministero nel 2004, il Codice dei beni culturali e del paesaggio, che annovera ianche i beni appartenenti agli enti ecclesiastici, come nel caso delle nostre Chiese. Lo stesso decreto afferma che l’esecuzione di opere e lavori è subordinata ad autorizzazione del soprintendente. Nell’avviare un intervento su tali immobili, dunque, è vincolante e fondamentale confrontarsi con la Soprintendenza. Sul nostro territorio il funzionario referente è l’arch. Fernando Errico, con il quale mantengo un ottimo rapporto».


Fatta questa premessa il tecnico tricasino, per spiegare una prassi utilizzata, si rifà ai lavori per il restauro di San Domenico: «Prima di redigere un progetto di restauro si parte da studi sulla nascita del bene architettonico, sul suo inquadramento storico, sulle sue componenti strutturali e planimetriche, attraverso approfonditi saggi e accertamenti preliminari. Nell’intervento sulla facciata della chiesa di San Domenico, avevamo dei presupposti sui quali pensare di poter operare anche in merito alle sue pitture originarie. Attraverso i necessari saggi stratigrafici, eseguiti sull’intera facciata della chiesa, approvati dalla Soprintendenza, e attraverso quelli in corso d’opera, giunti alla pellicola originaria, abbiamo verificato che quei colori che oggi si presentano a lavori completati, erano quelli all’origine. Ciò è supportato anche da studi effettuati dal Ministero durante i lavori di restauro della facciata eseguiti verso la fine degli anni 70. Colori, tra l’altro, che si ritrovano sulle sfere presenti sulla guglia del suo campanile. Nel caso della Chiesa Matrice», entra nel dettaglio l’architetto Ruberto «non parliamo di restauro. come nel caso di San Domenico. L’intervento sul campanile si propone come opera di completamento, mentre il Codice detta come opere di intervento sui beni vincolati solo quelle di prevenzione, manutenzione e restauro. Non fa riferimento alcuno a nuove costruzioni, anche se riferite ad opere rimaste incomplete e sulle quali non vi sono dati tecnici ed architettonici originari, come nel nostro caso».


Quindi il completamento del campanile, in ogni caso, non sarebbe attuabile?


«Se la proprietà manifestasse l’intenzione di intervenire dovrà comunque passare dal parere della Soprintendenza. Stando al Codice, si potrebbe intervenire solo su una struttura preesistente, per ricostruirla con gli stessi materiali. Nel nostro caso, però, il campanile non è crollato o rimasto danneggiato, non è stato mai realizzato».


Ci sarebbe secondo lei, una opzione attraverso la quale ricevere quanto meno un “nì”?


«Può darsi. Si deve, però, partire dal presupposto che il materiale da utilizzare debba essere di diversa natura rispetto a quella originaria (legno o ferro, per esempio), ma tale, comunque, che l’occhio non esperto comprenda, vedendo l’intero immobile, che non si tratta di costruzione storica ma di un intervento effettuato in epoca diversa rispetto a quella originaria. Bisogna distinguere anche tra costruzioni storiche e quelle più recenti: più recente è la data di realizzazione, più facile è che la Soprintendenza conceda il relativo nulla osta».


A tal proposito Ruberto racconta un aneddoto che riguarda la Chiesa di San Nicola a Tricase Porto: «La sua struttura originaria venne realizzata agli inizi del ’900, quando si decise di spostare il luogo di culto dalla piazzetta  all’attuale ubicazione, per lasciare più superfice alle operazioni per la costruzione del Porto. Quando negli anni ’90, il compianto don Luigi Mele mi chiese una soluzione progettuale per il sagrato, ebbe difficoltà a farsi dare l’autorizzazione. La sua caparbietà lo portò a realizzare comunque il sagrato, senza che la Soprintendenza muovesse un dito».

E il progetto di Don Tonino del 1981?


«Probabilmente fossimo stati negli anni ’60-’70, quando non vi era ancora una certa sensibilità, il progetto sarebbe anche passato. In quegli anni è stato fatto di tutto e non sempre è stato un bene. Oggi le cose stanno, per fortuna, diversamente».


Mettendo per un attimo da parte regole e codici, qual è il pensiero di Enzo Ruberto sulla vicenda?


«Da esteta e tricasino avrei piacere se si potesse realizzare il campanile, sempre con materiali diversi e ben distinti dal resto della Chiesa. Sarebbe anche un ulteriore motivo di attrazione per Tricase, con tutti i benefici, turistici ed economici che ne deriverebbero, così come avvenuto in altri posti».


Come lo vedrebbe, eventualmente, il nuovo Campanile?


«Se dovessi decidere per conto della Diocesi, direi di promuovere un concorso di idee. Un immobile così importante lo meriterebbe».


Aradeo

Ragazzi SottoSopra. Generazioni verso l’autonomia

Giovanissimi a rischio marginalità sociale. Per 18 mesi l’associazione “Ariadne” ha operato tra gli adolescenti nell’Ambito di Galatina: «Un felice bilancio conclusivo»

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È un felice bilancio conclusivo quello di “SottoSopra: Generazioni verso l’autonomia”, progetto realizzato nel Salento dall’associazione di promozione sociale Ariadne. Per 18 mesi una rete di professionisti ha operato nell’Ambito territoriale di Galatina tra adolescenti a rischio marginalità sociale e famiglie.

Le attività hanno visto l’associazione al fianco di enti, realtà sociali e istituzioni (Comune di Aradeo, Consultorio Familiare di Galatina e Cooperativa sociale Polvere di Stelle), costruendo nel tempo una rete di lavoro e partenariato.

Ariadne ha presentato i primi risultati di “SottoSopra” al teatro comunale “Modugno” di Aradeo alla presenza del sindaco Giovanni Mauro, dell’assessora comunale alle Politiche sociali Tania D’Acquarica e dell’equipe di progetto.

«Destinatari», spiegano da Ariadne, «sono stati i ragazzi della fascia d’età 13-18 individuati attraverso i Servizi sociali dei Comuni o l’Ambito di zona, ma siamo intervenuti anche sulle famiglie».

«Seguirli, nonostante il supporto degli enti citati, non sempre è stato semplice, tranne in quei casi», sottolineano, «in cui si è creata una buona interazione con le famiglie. Abbiamo operato attraverso l’accompagnamento individualizzato, metodologia finora mai sperimentata in Puglia ma molto sviluppata in Lazio, Piemonte e Lombardia, prevedendo incontri tra il ragazzo e il cosiddetto “compagno adulto”, ruolo che abbiamo sempre assegnato a uno psicologo. Gli incontri non sono avvenuti in luoghi strutturati o prestabiliti ma scelti liberamente di volta in volta: una piazza, un cinema, il mercato o anche a casa se non si aveva voglia di uscire».

«Questo metodo, che ad Aradeo e paesi limitrofi fornisce servizi e prestazioni di consulenza, sostegno psicologico, psicoterapia individuale e di gruppo», precisano ancora quelli di Ariadne, «mira a rendere l’adulto un punto di riferimento diverso da figure come genitori o professori, per adolescenti che spesso non hanno amici, non escono e non vedono nessuno. La figura del compagno-adulto serve proprio a questo: sperimentarsi in una nuova relazione. Poi abbiamo formato, parallelamente, gruppi per adolescenti e altri per i genitori. I primi con incontri bisettimanali mentre i secondi una volta al mese, sempre alla presenza di un terapeuta».

«Un’esperienza», concludono dall’associazione, «che rivela l’importanza del lavoro di gruppo e in rete con il territorio».

SottoSopra: Generazioni verso l’autonomia” è un progetto realizzato da Ariadne APS attraverso il Fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel Terzo Settore (artt. 72 e 73 D.Lgs. 117/2017) – Avviso “PugliaCapitaleSociale 3.0″ – CUP: B65I22000640009.

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Attualità

Caldo africano, Caronte pronto a soffiare sul Salento

Temperature ancora una volta in aumento, caldo sempre più intenso, al Centrosud nella prossima settimana…

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DAL WEEKEND CALDO AFRICANO IN DECISO AUMENTO, TEMPORALI SOLO ISOLATI

Confermata una rimonta dell’alta pressione africana nei prossimi giorni sul Mediterraneo e Italia.

Temperature ancora una volta in aumento, caldo sempre più intenso, al Centrosud nella prossima settimana potremo nuovamente registrare picchi di 38°-40°.

Qualche grado in meno lungo le coste complici le brezze marine, ma qui si farà sentire maggiormente l’afa.

Il caldo del giorno farà aumentare anche le temperature notturne, solo sulla costa, a ridosso del mare, le minime potranno scendere sotto i 23°-25°.

Questo caldo africano, secondo le previsioni di 3bmeteo, ci terrà compagnia fino a fine mese ed anche nei primissimi giorni di agosto, quando tuttavia l’anticiclone potrebbe iniziare a mostrare qualche segnale di cedimento.

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Alessano

Un film su Don Tonino

“Un santo nuovo per una Chiesa nuova (Il sud del sud, La vita di Don Tonino Bello): riprese da gennaio nei luoghi amati e frequentati dal Venerabile

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Un film per raccontare la vita dell’indimenticato (ed indimenticabile) vescovo don il grembiule. Le riprese avranno inizio a gennaio e coinvolgeranno i luoghi appartenuti a don Tonino che la produzione visiterà in agosto. Quindi, certamente, Alessano, paese natio, Tricase dove don Tonino ha lasciato un’impronta indelebile e Molfetta dove da vescovo ha indossato mozzetta e zucchetto.

Il religioso sarà interpretato dall’attore Francesco Oranges, chiamato a riprodurre la serenità del vescovo nella frenesia delle sue giornate, cogliendone attivismo e spiritualità.

La regia del lungometraggio, nato dall’idea di Andrea Coppola, autore di una biografia su don Tonino, sarà curata da Luciano Silighini Garagnani (regista e produttore cinematografico).

Proprio il regista ha anticipato che «sarà un film che rispecchierà fedelmente la vita del Venerabile, come chiesto dalla famiglia in una bellissima lettera».

Il film inizia con una delle tante giornate frenetiche vissute, anche se Don Tonino sembra sorridere sempre e far passare quella frenesia come quotidianità.

È in auto con Michele, un ragazzo che lo guarda tra l’emozione e lo stupore: «Dobbiamo correre verso sud… il sud del sud».

Michele non capisce dove quel prete riesca sempre a trovare la forza di sorridere. E così inizia un racconto, quasi una confessione, di un sacerdote con chi un giorno, scopriremo, proprio da quelle chiacchierate troverà la sua vocazione.

Il titolo del film già spiega molto: “Un santo nuovo per una Chiesa nuova (Il sud del sud, La vita di Don Tonino Bello)’’.

Don Tonino è stato innanzitutto un grande uomo, segnando la sua epoca aldilà del Credo che ognuno di noi professa (se ne ha uno). Il presente è solo una logica conseguenza: il Vescovo con il Grembiule è già considerato un Santo dalla sua gente, soprattutto da chi ha avuto la fortuna di conoscerlo di persona, anche se per la Chiesa, ufficialmente, è ancora “solo” Venerabile.

Ma è questione di tempo…

 

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