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Dai Comuni

Tricase: il palazzo, l’altare e la piazza

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Il titolo racchiude icasticamente i luoghi nei quali Euterpe – colei che rallegra – la mitologica diva della musica nell’antica Grecia, ha fatto risuonare la sua arte. Sono luoghi tricasini, come precisa il sottotitolo del libro: “Documenti per una storia della musica a Tricase”. Ma non sono solo documenti, come molto modestamente l’autore precisa nel sottotitolo; vi è una narrazione che si serve dei documenti e li storicizza con sperimentato rigore scientifico-artistico animato da un’amorevole, caldo, affetto verso persone e luoghi di Tricase.


Sergio De Blasi medico cardiologo e nel contempo pianista e clavicembalista, non è nato a Tricase ma è pienamente tricasino per amore e questo non è il suo primo libro. Sono suoi Luigi Ratiglia. L’esperienza umana ed artistica del musicista salentino (Congedo Editore, Galatina 1995); L’intelligenza musicale di Michele Arditi (Congedo, 1997); Antichi canti processionali tricasini (Edizioni dell’Iride, Tricase 2003).


Il volume, dedicato alla moglie e alle figlie, si divide in quattro parti. La prima ha per oggetto la musica che si ascoltava nel palazzo della famiglia feudale, quella dei baroni e poi principi Gallone; la seconda riguarda la musica sacra: quella liturgica, che si praticava nelle nostre chiese e abbisognava di organi e di risorse umane come organisti, cantori, tiramantici, ma si cantava anche durante le processioni o durante particolari periodi come le pastorali natalizie; infine la musica popolare della piazza, quella delle bande, che a Tricase inizia nel 1873. Nell’ultima parte l’autore tratta la musica “colta”. Due sono i protagonisti della parte finale del libro: i tricasini Luigi Ratiglia (Tricase, 1880-Parma, 1935) e Vito Raeli (Tricase, 1880-1970). Di entrambi vengono pubblicate le biografie. Il primo, professore e virtuoso della tecnica del contrabbasso, “strumento che con lui raggiunge vertici espressivi raramente eguagliati”; il secondo “avvocato, pianista, concertista ma soprattutto giornalista musicale e musicologo di livello nazionale”.


Il volume è corredato da un interessante apparato fotografico: significative le foto degli organi tricasini dei quali viene delineata la storia accompagnata da documenti d’archivio. Inoltre arricchiscono il testo gli spartiti musicali interposti nel testo, molti dei quali inediti. L’autore infine unisce alla competenza di storiografo-musicologo, la capacità di esporre i contenuti con una prosa sobria e nel contempo piacevole, tenendo il lettore preso dal racconto, curioso di apprendere e di sapere.

Bella anche l’immagine olistica scelta per la copertina (foto in alto). Opera di Roberto Panarese, compendia mirabilmente il titolo del volume mentre raffigura il palazzo, le chiese e la principale piazza cittadina in un unico insieme visivo che è l’anima di Tricase.

A Sergio De Blasi avanti tutta, perché continui nella sua opera culturale che arricchisce la nostra città e contribuisce a renderla sempre più amabile e meravigliosa. Il volume è disponibile in Amazon e si può prenotare presso le locali librerie.


Ercole Morciano


Cronaca

Tricase: incendio a ridosso del rione di Caprarica

In fiamme macchia mediterranea e sterpaglie alle spalle del Castello, pericolosamente vicino ad alcune abitazioni

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Altro giro altro incendio. A Tricase come in tanti luoghi del Salento.

Per i poveri (nel senso di sfiancati) vigili del fuoco la media, a Tricase, è di un incendio al giorno da domare.

Ieri erano impegnati a spegnere le fiamme nei pressi del nuovo cimitero, vicino al Cosimina, e a lungo una vasta cappa di funo aveva dominato la zona.

Questo pomeriggio le fiamme stanno divorando (proprio in queste ore) macchia mediterranea e sterpaglie proprio vicino al rione di Caprarica, alle spalle del Castello, pericolosamente vicino ad alcune abitazioni.

Tanto per cambiare caschi rossi (del locale distaccamento) in azione.

La situazione sembra progressivamente peggiorare, almeno a giudicare dalla frequenza degli incendi, e il caldo torrido non promette certo di migliorare le cose.

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Attualità

Forno crematorio a Caprarica di Lecce? «Si valutino benefici e costi»

Il consigliere regionale Basile (FdI), a margine della Commissione Ambiente: «Non esiste un’emergenza tumulazioni, quindi, non vedo benefici a fronte dei “costi” ambientali»

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Continua a far discutere la possibile realizzazione di un forno crematorio a Caprarica di Lecce.

Questa volta registriamo l’intervento del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Dino Basile, a margine della riunione della Commissione Ambiente

«La scelta della cremazione è una scelta personale, a volte dettata anche da motivi economici», premette Basile, «quindi non si può essere a favore o contro la pratica funeraria, ma è evidente che la costruzione di un forno crematorio a Caprarica di Lecce, una comunità di poco più di 2.200 persone, qualche riflessione su costi e benefici la impone».

Dino Basile (FdI)

«Oggi in Commissione Ambiente», racconta, «non è stato neppure possibile entrare nel merito del possibile inquinamento, perché l’ARPA ha sostenuto di non aver ancora visionato il progetto, ma ci siamo soffermati sugli aspetti legislativi esistenti, ma mai attuati».

Nel 2008, infatti, il Consiglio regionale approvò una legge in in materia di attività funeraria, cremazione e dispersione delle ceneri, che prevedeva l’adozione di un programma che definiva anche la localizzazione dei forni crematori, in assenza di questa, però, e nonostante siano passati 17 anni, la richiesta di costruire nuovi impianti è andata avanti in molti centri pugliesi, un po’ a macchia di leopardo.

«Difficile, nel caso di Caprarica», aggiunge il consigliere regionale, «limitarsi a sollecitare l’attuazione di una legge regionale, che pure è necessaria. In questo caso ci sarebbe da chiedersi: se i costi di dover sopportare nelle vicinanze del centro abitato i fumi (anche controllati) della cremazione siano giustificati a fronte di una situazione dove non vi è un’emergenza tumulazione, visto che mi risulta che vi siano loculi a sufficienza per ospitare nuovi decessi».

Insomma, peer dirla come Basile, sarebbero giustificati solo laddove vi è un’emergenza: «Faccio un esempio: io non sono favorevole (tout-court) ai dissalatori, perché andrebbe fatta una programmazione ma, di fronte a un’emergenza, per alleviare la sete degli agricoltori, sarei favorevole anche alla costruzione. In questo caso, però, chiediamocelo: vi è un’emergenza?».

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Appuntamenti

Storie di Vita e Museografia con Liquilab a Tricase

Aperta la call per la Residenza “Storie di vita come artefatti di una museografia interpretativa e partecipata”. La partecipazione è gratuita e rivolta a operatori culturali, artisti, antropologi, studenti, creativi e appassionati di musei, storie di vita e patrimonio immateriale

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Vi siete mai chiesto come si possano raccontare le storie di vita attraverso l’arte, l’antropologia e la museografia partecipata?

Se la risposta è sì, questa è l’occasione che fa per voi. Liquilab – ONG UNESCO, con sede a Tricase, apre ufficialmente le iscrizioni alla residenza “Storie di vita come artefatti di una museografia interpretativa e partecipata”, che si terrà dal 23 al 27 luglio, con una giornata introduttiva in programma martedì 22 luglio.

La partecipazione è gratuita e rivolta a operatori culturali, artisti, antropologi, studenti, creativi e appassionati di musei, storie di vita e patrimonio immateriale.

La residenza si inserisce nella decima edizione della Scuola di Storia delle Tradizioni Popolari “Oltre il Mediterraneo tra storie di vita, comunità patrimoniali, archivi e musei narrativi”, promossa da Liquilab in collaborazione, con partner nazionali e internazionali, tra cui ICPI – Ministero della Cultura, Regione Puglia, Università del Salento, Accademia di Belle Arti di Lecce, ICOM Puglia, SIMBDEA, SIAC e altri.

Curata dal prof. Vincenzo Padiglione (nella foto in alto), tra i principali studiosi italiani di antropologia museale, la residenza propone un’esperienza teorico-pratica di alto profilo, fondata su un interrogativo attualissimo: come possono essere raccontate le storie di vita attraverso l’arte, l’antropologia e la museografia partecipata?

I partecipanti lavoreranno con materiali dell’Archivio Liquilab, intrecciandoli con i propri vissuti per realizzare una proposta di installazione etnografica che sarà presentata pubblicamente domenica 27 luglio.

La giornata conclusiva ospiterà inoltre il workshop “Approcci partecipativi e musei narrativi”, con la partecipazione di: Luigi De Luca, coordinatore Poli Biblio-museali Regione Puglia; Elisa Monsellato, coordinatrice ICOM Puglia; Vincenzo Padiglione, responsabile scientifico della Residenza; Eugenio Imbriani e Ornella Ricchiuto, della direzione scientifica della Scuola di Storia delle Tradizioni Popolari.

L’iniziativa rappresenta un’occasione unica di formazione e sperimentazione per chi opera – o desidera operare – nel campo della valorizzazione culturale attraverso approcci partecipativi e transdisciplinari.

Sede della residenza: Liquilab, in piazza dell’Abate 1, a Tricase

Info e iscrizioni: infoliquilab@gmail.com | +39 348 3467609

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