Tricase
Tricase: Targhe al Merito a cinque personalità
La Sezione di Tricase della Società di Storia Patria per la Puglia ha recentemente pubblicato “Leucadia” (edizioni del Grifo), una miscellanea storica che comprende contributi di vari autori (H. A. Cavallera, G. Meuli, E. Morciano, G. Ricchiuto, R. Fracasso, G. Coluccia, S. Cosi, R. Margiotta, C. Martinelli, A. Nichil, A. Penna, N. Russi, G. B. Sodero, E. Cazzato Esposito, A. Quaranta) su argomenti che riguardano il Basso Salento, dalle sommosse popolari di Salve dell’Ottocento alla chiesa di Sant’Angelo di Tricase, dal giardino come metafora al lusso delle famiglie borghesi di Casarano tra Sette e Ottocento, alla Chiesa di San Nicola a Specchia, a Leuca Piccola, alle vicende del naufragio del Travancore.
Mercoledì 23 settembre, alla presenza del presidente della Società di Storia Patria per la Puglia, prof. Cosimo D’Angela dell’Università di Bari, e di altre Autorità, tra cui il sindaco di Tricase Antonio Musarò, il libro sarà presentato al pubblico dal prof. Hervé Cavallera, ordinario nell’Università del Salento e presidente della Sezione di Tricase, nella Sala del Trono di Palazzo Gallone, alle 18,30. La Società di Storia Patria per la Puglia è istituita come Regia Deputazione nel 1935, sostituendo i più antichi Istituti Storici presenti nella Regione, ed assume la denominazione attuale nel 1950. L’istituzione, tra le più attive tra quelle consimili nella nazione, raccoglie e studia le tradizioni storiche pugliesi e ha il fine di tutelare, come recita lo Statuto, le ricchezze bibliografiche, archivistiche, monumentali, archeologiche, artistiche e demo-etno-antropologiche della regione. Inoltre esprime dei pareri sulla toponomastica stradale dei Comuni pugliesi. Il prof. Cavallera ha assicurato che “Leucadia” avrà una cadenza semestrale e che egli conta sul valido apporto degli studiosi salentini.
In occasione della presentazione, verrà consegnata una “Targa al merito” a delle personalità che si sono particolarmente distinte nel campo degli studi e dell’attività sociale, offrendo inoltre testimonianza di vita retta. Saranno consegnate cinque Targhe. All’avv. Vittorio Aymone, nato a Tricase, certamente una delle massime espressioni del Foro di Lecce, riconosciuto come uno dei più grandi penalisti in ambito nazionale; al prof. Salvatore Cassati di Tricase, già sindaco della città e per lunghi anni, Preside nella Scuola Media; al prof. Giovanni Cosi di Arigliano (frazione di Gagliano), che ha dedicato gran parte delle sue energie ad indagare la storia patria negli archivi di Stato e parrocchiali; al dottor Alfredo Quaranta di Marittima, studioso di cose locali e per decenni solerte direttore didattico ed educatore; al prof. Donato Valli, nato a Tricase, già Rettore dell’Università di Lecce ed importante storico della letteratura contemporanea, in particolare del Salento. La “Targa al Merito” vuole essere il riconoscimento di una vita spesa positivamente, ha così un ruolo educativo ed è una buona iniziativa per far conoscere dei salentini che hanno a lungo operato nel migliore dei modi.
Appuntamenti
Una serata per Pasolini a Tricase, a 50 anni dal suo omicidio
L’idea dell’Associazione “Tricase, che fare?” in memoria dell’icona culturale del nostro Paese del secolo scorso

A Tricase l’Associazione “Tricase, che fare?” propone una serata in occasione dell’imminente 50esimo anniversario dalla tragica morte di Pier Paolo Pasolini.
In memoria dell’icona culturale del nostro Paese del secolo scorso, giovedì 30 si terrà l’evento che segue in locandina.
Cronaca
Tricase: chi abbandona i rifiuti in piazza?
Il soliti zozzoni col “vizietto” di riempire i luoghi pubblici di sacchetti della spazzatura

Siamo a Tricase in piazza dei Caduti.
Un luogo come tanti altri, almeno per il connotato di cronaca che segue.
Perché di cittadini incapaci del rispetto altrui ce ne sono tanti.
Tutti con il solito vizietto.
Quello di abbandonare rifiuti con una nonchalance che ne fa degli autori delle vere facce di… bronzo!
Perché aivoglia di prendercela con le istituzioni e chi ci governa a tutti i livelli se poi i primi a non rispettare e a non rispettarsi siamo proprio noi!
Un episodio come tanti ,dicevamo, quello di piazza Caduti a Tricase dove, peraltro, vi è l’aggravante della reiterazione del misfatto (non è la prima volta).
Ma il fatto che gli zozzoni di quella piazza (o che portano i sacchetti in quella piazza) non siano i soli non li salva certo dalal figura barbina che fanno e dalla misera dimostrazione di (in)civiltà che continuano a dare.
Giuseppe Cerfeda
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Cronaca
Ambulanze sporche e personale non autorizzato: chiesta revoca autorizzazione
Il mezzo oggetto della verifica era in pessime condizioni igieniche e denotava mancanza di manutenzione, pulizia e sanificazione periodica. Autista soccorritore e ausiliario non hanno poturo esibire i titoli autorizzativi. L’ambulanza controllata presso il nosocomio di Tricase effettuava il servizio di trasporto di dializzati presso i centri di emodialisi nel distretto di Gagliano del Capo

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L’Asl chiede di fermare le Ambulanze per la dialisi perché non rispondono ai requisiti igienici richiesti e il personale non è autorizzato.
Il Dipartimento Prevenzione Sisp Sud dell’azienta sanitaria leccese che in carico la “Disciplina per l’autorizzazione e la vigilanza per il trasporto di infermi e feriti”, ha dato seguito alla relazione di servizio a firma dei Tecnici della Prevenzione del S.I.S.P. Area Sud-Maglie.
Tutto è iniziato con un esposto al Dipartimento di Prevenzione presentato nel giugno scorso e con il quale veniva segnalato, da parte della ditta incaricata, il trasporto infermi e feriti (dializzati) con mezzi non idonei e da personale non qualificato.
Così qualche giorno dopo la segnalazione, personale ispettivo del Servizio Igiene e Sanità Pubblica – Area Sud Maglie del Dipartimento di Prevenzione, si è recato presso il Centro Emodialisi dell’ospedale di Tricase e ha sottoposto a controllo i mezzi di trasporto infermi in arrivo presso il nosocomio.
Era il 3 luglio e, intorno alle 7,20, sopraggiungeva un’ambulanza che trasportava un paziente dializzato.
Dalle verifiche effettuate sul posto, risultava che il mezzo, condotto da un uomo che dichiarava di avere anche la qualifica di ausiliario, e di proprietà di un’associazione di volontari convenzionato con l’Asl.
Sul mezzo era presente un altro uomo nella sua dichiarata qualità di autista soccorritore.
I due, però, non erano in grado di esibire la specifica autorizzazione né di produrre i titoli relativi alla qualifica di autista soccorritore.
Tali titoli non sono stati prodotti neanche successivamente.
Entrambi, quindi, risultavano sprovvisti di documentazione attestante l’idoneità per l’espletamento di tali mansioni.
Peraltro, il già menzionato personale «non risultava conforme ai dettami stabiliti dall’art.3, comma 3, della L.R.15.12.1993, n.27 e s.m.i.».
Il mezzo oggetto della verifica, poi, era in pessime condizioni igieniche e denotava mancanza di manutenzione, pulizia e sanificazione periodica.
Inoltre, dalla carta di circolazione è risultato come la revisione periodica del mezzo risultasse scaduta a marzo 2025, più di 3 mesi prima del controllo.
Dalle successive verifiche, effettuate presso di Distretto Socio Sanitario di Gagliano del Capo è stato evidenziato come al momento dell’accertamento l’ambulanza effettuasse il servizio di trasporto di dializzati presso i centri di emodialisi per conto di una società cooperativa sociale omonima alla ditta proprietaria del mezzo.
Quindi il Dipartimento prevenzione Sisp Sud dell’Asl, preso atto che “l’associazione volontari titolare di autorizzazione per il trasporto di infermi e feriti Tipo “B” concedeva l’uso della propria ambulanza autorizzata, peraltro in pessime condizioni igienico-sanitarie e con revisione periodica scaduta in marzo 2025, a altro soggetto giuridico sprovvisto della prescritta autorizzazione».
Per questo ha poposto la revoca dell’autorizzazione al trasporto infermi e feriti con ambulanza Tipo “B” all’associazione titolare.
Associazione che, dalla richiesta di revoca (1° ottobre), ha tempo 60 giorni per ricorrere al Tribunale Amministrativo di Lecce o, in alternativa, 120 giorni per proporre un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica.
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