Tiggiano
Tricase & Tiggiano Vigili insieme
Ma scoppia la polemica. Dell’Abate: “Accorpamento illegittimo e costoso solo per far fuori il Comandante”. Il sindaco Coppola: “Vuole solo giocare alla guerra. Convenzione ricalca per intero vigente normativa”

Il Consiglio comunale di Tricase, nonostante la ferma opposizione della minoranza, ha approvato la convenzione per unirsi a Tiggiano per la gestione associata delle funzioni amministrative.
“La convenzione è illegittima e per questo la minoranza si è opposta”, ha dichiarato il capogruppo all’opposizione, Nunzio Dell’Abate, “anche se non hanno voluto tenere conto delle nostre rimostranze. In primo luogo, è stata completamente disattesa la legge regionale 1 agosto 2014 n.34 “Disciplina dell’esercizio associato delle funzioni comunali” che prevede un apposito procedimento con approvazione da parte della Regione”. Ancor più grave secondo il Consigliere d’opposizione “l’assenza del parere del Collegio dei Revisori dei Conti espressamente richiesto dall’art.239 del T.U.E.L.”. Secondo Dell’Abate “la convenzione è anche inopportuna e sconveniente per Tricase. Difatti non indica i reali costi, i criteri di riparto fra Tricase e Tiggiano e gli effettivi riflessi negativi sul nostro Bilancio comunale, sebbene la precisazione di tali aspetti finanziari sia espressamente statuita dalla normativa nazionale e regionale. Il silenzio su questo punto decisivo è legato al fatto che chi ha partorito questa convenzione già sapeva che ci sarebbe stato un aumento dei costi. A cominciare da quelli per il personale, in quanto coloro che, già Responsabili di settore, saranno nominati anche Responsabili delle funzioni associate usufruiranno di una maggiore retribuzione accessoria. Difatti, l’indennità di posizione già in godimento lieviterà al massimo consentito di 16.000 euro annui, con consequenziale aumento anche dell’indennità di risultato. Costi che saranno a carico dell’Amministrazione di appartenenza: per Tricase sarà un esborso di circa 25.000 euro in più all’anno, solo per questa voce di spesa. Ma perché tutto ciò? Cosa c’è sotto? Il pallino di Coppola: sostituire, con il Comandante di Tiggiano, quello di Tricase, sbarazzandosi così dello scomodo Comandante della Polizia locale cittadina, reo solo di essere integerrimo e di denunciare gli illeciti”. Dell’Abate parla di “obiettivo occulto su cui la convenzione finisce per arenarsi e palesare tutta la sua illiceità: i Comuni possono gestire in forma associata i Servizi di Polizia Municipale, ma Tricase ha costituito nel 2009 il “Corpo” di Polizia Locale che ha una sua autonomia, tutelata dalla normativa vigente, e non può essere degradato a Servizio per essere unito o associato a Tiggiano, Comune che invece dispone semplicemente di un “Servizio” di Polizia Locale”.
“Il Sindaco Coppola”, riposiziona il mirino Dell’Abate, “non vuol proprio capacitarsi di quanto gli ha rammentato per iscritto il Procuratore Cataldo Motta: “Come ritengo sia noto alla Giunta Comunale, il codice di procedura penale assegna al Procuratore della Repubblica la direzione della polizia giudiziaria nell’ambito del circondario”. Se è vero che continua a disporre a suo piacimento, quasi fossero suoi dipendenti privati, del personale che riveste ed esercita compiti di Polizia Giudiziaria. La Polizia Locale va senz’altro esclusa dalla convenzione, anche per scongiurare intoppi di ordine giuridico (“fonte sicura di contenziosi che si andranno a generare”) nel concepire Vigili di Tiggiano che intervengono sul territorio di Tricase e viceversa. Una lettura veloce dell’art.57 del codice di procedura penale, secondo cui la Polizia Municipale riveste la qualifica di polizia giudiziaria solo nel territorio di competenza, fa comprendere che, se si esegue un sequestro fuori del proprio circondario, si compie un atto nullo e si espone il Comune e i Vigili stessi a responsabilità penali e risarcitorie”. Il Consigliere d’opposizione si chiede poi, “come faranno i nostri Vigili, già in numero inadeguato ad assicurare le necessità della nostra Città, a sovraintendere anche al Comune di Tiggiano che ha solo un Comandante e un Vigile? Al nostro Corpo di Polizia Locale va la nostra solidarietà e vicinanza per l’ennesimo tentativo demolitorio di Coppola. Il Sindaco non ci stupisce più, pur di perseguire i suoi scellerati obiettivi, viola leggi e regolamenti e passa sopra alle istituzioni democratiche della Repubblica”.
Il Sindaco Coppola: “Che centra il Comandante di Polizia Locale
con la decisione di accorpare le funzioni amministrative di Tricase e Tiggiano?”
Sollecitato in proposito, il sindaco Antonio Coppola non presta certo il fianco : “Resto ogni volta sorpreso dall’infantilismo del Consigliere di minoranza Dell’Abate. Mi ricorda tanto quei giochi che si facevano da bambini. Si inventava un nemico, pellerossa o odiato nazista e, da soli, o insieme a qualche altro bambino annoiato alla ricerca di un gioco, si combatteva contro fantasmi. Era un gioco e lo si sapeva. Finito il gioco si andava a cena o a fare i compiti. Si sapeva che era un gioco, un’altra dimensione dell’immaginario. Poi si tornava ad essere bambini normali. Dell’Abate no. Ormai si sente come Pierre Terrail il signore di Bayard, cavaliere senza macchia e senza paura. Ma non si accorge che i nemici li ha inventati lui, non esistono. Vede in me l’orco cattivo che può divorare giovin donzelle ed inermi bambini. Ne abbiamo profonda comprensione ed umana pietà”.
Veniamo al punto, la gestione associata dei vigili urbani e la presunta “antipatia” nei confronti di chi guida la Polizia Locale a Tricase. “Ma che c’entra il Comandante del corpo di Polizia Municipale con la decisione di fare una convenzione per unificare le funzioni amministrative dei comuni di Tiggiano e Tricase? I Comuni al di sotto di 5mila abitanti erano obbligati, per legge, ad accorpare le funzioni con Comuni più grandi entro il 31 dicembre 2014. Tiggiano ci ha chiesto la disponibilità e noi abbiamo accettato. I motivi sono molteplici. Prima di tutto la necessità, ormai da tutti sentita, di collaborazione tra comuni contermini, poi la vicinanza geografica, la condivisione di temi ambientali e paesaggistici o di smaltimento dei rifiuti, la stretta connessione che porta già ora gli abitanti dei due paesi a non pensare ai due territori come separati, anzi. Attività imprenditoriali tra quelle di maggior successo sono gestite da abitanti di Tiggiano. Vi è poi una totale sintonia tra le nostre due Amministrazioni, che esisteva anche quando diverse erano le collocazioni politiche”:
E l’aumento di costi? “Pura fantasia! Il 22 dicembre 2014 il Consiglio comunale di Tiggiano ha deliberato per la convenzione. Il 29 dicembre lo ha fatto il Consiglio Comunale di Tricase. Dove la frode? Dove l’inganno? Ho più volte ripetuto nella seduta del Consiglio che la convenzione ha riportato i pareri favorevoli di tutti i responsabili del Comune di Tricase e di quello di Tiggiano. Possibile che l’unico a capirci sia lui? La convenzione ricalca per intero sia la vigente normativa regionale che le direttive dell’Associazione nazionale dei Comuni d’Italia. Tutti ignoranti? Non lo crediamo ma se si scoprisse che qualche errore è stato commesso, ci siamo impegnati a riportare la problematica in Consiglio per correggerlo. Comunque vi saranno altri passaggi in aula per disciplinare le varie fasi di attuazione. Cosa vuole di più?”, Coppola torna a dedicarsi a Dell’Abate, “niente è sufficiente, vuole solo giocare alla guerra a qualunque ora del giorno e della notte (della notte, appunto: ha inviato la sua nota all’universo mondo all’una di notte! Che pena, che gran pena!)”.
Infine l’aperta polemica sull’oggetto del contendere: “Perché puntare tanto l’attenzione sul corpo di Polizia Municipale? Forse ci sono figli e figliastri tra i dipendenti del Comune di Tricase? Forse che la problematica non abbraccerà anche l’Ufficio Tecnico, l’Ufficio Ragioneria, l’Ufficio Segreteria, gli stessi segretari, l’Ufficio Assistenza, a parte le diversità relative compiti di polizia giudiziaria? Perché due pesi e due misure? È talmente sprovveduto”, affonda, “da non rendersi conto che in questo sembra proteggere un dipendente, come fosse una sua creatura. Noi, naturalmente, non crediamo sia così e, perciò”, conclude Coppola, “gli chiediamo maggiore prudenza prima di lasciarsi andare in sconsiderate esternazioni notturne”.
Giuseppe Cerfeda
Appuntamenti
Tiggiano Prima di Abitare
Arte e sperimentazione giovedì 31 luglio con l’anteprima del festival “Una Perdita di Tempo”, progetto culturale e artistico dall’approccio multidisciplinare e partecipato

Lo storico palazzo Serafini Sauli di Tiggiano ospiterà Prima di Abitare.
L’evento, in programma il 31 luglio, che anticiperà la sesta edizione del festival.
Una Perdita di Tempo, progetto culturale e artistico che negli anni ha saputo ritagliarsi un ruolo di rilievo nella scena pugliese per il suo approccio multidisciplinare e partecipato.
La serata si aprirà alle 21 con una performance di slam poetry a cura di Angela Guidato, Flavia Papadia e Gionata Atzori, voci del collettivo Poetry Slam Puglia, che porteranno in scena uno slam show sul tema dell’abitare, esplorato attraverso linguaggi poetici diversi e complementari.
A seguire, il live set di Albisumbra accompagnerà il pubblico in un viaggio sonoro tra IDM, ambient e influenze folk, evocando un paesaggio sonoro sospeso tra il desolato e il magico, in dialogo con la dimensione mediterranea.
Spazio poi alla performance musicale firmata da Rosina Lesa e Francesca Pesce con il progetto “Memoria Madre: corpo rilievo del tempo”, una proposta sperimentale che intreccia gesto performativo, suono e memoria corporea.
La chiusura della serata sarà affidata al DJ set di P@ul, con Risonanza Arcana, una selezione musicale che attraversa groove partenopei, battiti mediterranei e tracce dell’italo elettronico dimenticato, in un set che vibrerà tra memoria e futuro.
Per l’intera durata dell’evento, il pubblico potrà inoltre visitare la mostra collettiva “Abitare”, che raccoglie le opere realizzate dal collettivo artistico del festival, offrendo un ulteriore spunto visivo sul processo creativo in atto.
“Prima di Abitare” è organizzato dall’associazione “Una Perdita di Tempo” APS-ETS e dal Comune di Tiggiano, in collaborazione con Tua APS-ETS.
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- Prima di abitare è in programma giovedì 31 luglio
- Dj P@aul
- Albisumbra
Attualità
Ospedale di Tricase: via il 118, è caos
Muri di gomma. Tolta al “Panico” la gestione del presidio d’emergenza, nonostante i seri problemi dell’Asl LE nella conduzione delle sue postazioni. Nessuno però ne vuole parlare. Intanto si fanno i conti con un servizio di pronto intervento monco: ambulanze obsolete o guaste; mancano una cinquantina di medici, oltre a 100 infermieri e 30 autisti-soccorritori su vari territori. E si contano vuoti di personale in molte postazioni…

di Lorenzo Zito
Cavallo vincente non si cambia.
Salvo cause di forza maggiore.
Quella del 118 non è una gara equestre, eppure potrebbe benissimo rispondere a questa regola.
Tuttavia, la Regione Puglia ha deciso di infrangerla.
Con una nota dello scorso 1° luglio, il Dipartimento Promozione della Salute ha disposto che l’Asl di Lecce dovrà con sollecitudine avocare interamente a sé la gestione della postazione 118 di Tricase, oggi nelle mani dell’ospedale Cardinale Panico.
Andando, di conseguenza, a risolvere la convenzione in essere dal 2012 con l’azienda ospedaliera.
«La gestione della postazione di Tricase dovrà uniformarsi al regime gestionale adottato per le altre postazioni 118 operanti nel territorio della provincia di Lecce», si legge nel documento dal quale si evince anche che «la postazione di Tricase è già stata inserita nel bando relativo alla pubblicazione degli incarichi vacanti di emergenza territoriale 118, che verrà pubblicato a stretto giro».
UNA SCELTA PRIVA DI SENSO
Nulla di strano nella necessità istituzionale di rendere organica la gestione di un servizio così importante, non fosse che il cavallo di razza di cui in apertura è il 118 di Tricase.
La differenza tra le due modalità di gestione è netta.
Sotto il controllo diretto dell’ASL di Lecce, il servizio 118 ha mostrato numerose criticità. Le ultime analisi hanno evidenziato serie carenze di personale: mancano 48 medici, oltre a 100 infermieri e 30 autisti-soccorritori su vari territori, e si contano vuoti significativi di personale in molte postazioni.
A questo si sommano problemi tecnici con ambulanze obsolete o guaste – alcune trasferite fino a 125 km per la riparazione a Brindisi, assenti dal servizio per tempi lunghi.
Le sigle sindacali hanno più volte denunciato l’utilizzo di automezzi del 118 usurati e vecchi, con centinaia di migliaia di chilometri percorsi, barelle e ammortizzatori logorati, con casi in cui si promuovono mezzi con solo autista-soccorritore in situazioni di emergenza.
Al contrario, la postazione di Tricase emerge come modello di eccellenza territoriale, in grado di registrare 42mila accessi di pronto soccorso in un anno.
Piuttosto, il tema portato più volte all’attenzione dei tavoli istituzionali, già in passato, è stato quello degli inadeguati fondi garantiti al Panico in risposta al servizio prestato (ne abbiamo parlato in passato anche sulle nostre colonne).
L’ASSESSORE REGIONALE NON RISPONDE
Insomma, a quali interessi guarda la Regione quando prende questa decisione?
La salute dei cittadini è la prima voce in capitolo?
Nessuno meglio dell’assessore regionale con delega alla Sanità può dare risposta alle nostre domande.
Raffaele Piemontese, tuttavia, sparisce dai radar dopo aver ricevuto le nostre domande.
Il primo contatto è tempestivo: bastano pochi minuti per concordare una intervista a mezzo mail.
Dopo, non sono sufficienti quattro giorni e l’ausilio del suo addetto stampa per fugare i nostri dubbi.
Queste alcune delle sollecitazioni che avevamo sottoposto all’assessore.
Quali sono gli elementi che hanno indotto la Regione a chiedere all’ASL di Lecce di acquisire la gestione della postazione 118 di Tricase?
Come valuta l’erogazione del servizio di 118 sostenuto, sino ad oggi, dalla Pia Fondazione Panico?
Condivide l’idea di chi, in queste ore, si è espresso paventando la creazione di un problema anziché di una soluzione?
Il silenzio dell’assessore fa il paio con la sua assenza al Tavolo convocato su richiesta della FP CGIL con oggetto Vertenza lavoratori, azienda ospedaliera Cardinale Panico.
Incontro in cui si è toccato anche il tema oggetto di questo articolo.
In quella seduta, le incalzanti domande di Andrea Rizzo, delegato sindacale FP CGIL presso l’ospedale di Tricase, sono ricadute sulla direttrice della Centrale operativa 118 di Lecce, la dirigente Giannoccaro, che si è difesa riportando la stringata necessità dell’Asl di «giungere ad una gestione omogenea del servizio che, al momento, riunisce tre soggetti differenti».
La dirigente non può rispondere delle scelte di natura politica dettate da Bari.
Motivo per cui, raggiungendola telefonicamente, le abbiamo chiesto dettagli operativi: a che punto è il passaggio della gestione del 118 tricasino, a distanza ormai di quasi un mese dalla prescrizione della Regione Puglia?
E dove avrà sede il presidio 118 a gestione diretta?
Definendo le operazioni ancora «in itinere», la dottoressa ci ha rimbalzati all’ufficio stampa dell’Asl.
Al momento di andare in stampa, siamo ancora in attesa di risposta.
BOCCHE CUCITE
Proviamo a stuzzicare quindi l’Ospedale Cardinale Panico, che tuttavia si unisce al gioco del silenzio.
La direttrice generale suor Margherita Bramato ci indirizza dal direttore sanitario, Pierangelo Errico, il quale preferisce non prendere posizione prima che quanto disposto dalla Regione divenga effettivo.
La domanda a questo punto è lecita: quali sono gli interessi dell’ospedale Panico?
C’è una vera intenzione di trattenere la gestione del servizio o conviene a tutte le parti in gioco lasciare che questo torni nelle mani dell’Asl?
L’atavica questione dei fondi destinati agli ospedali ecclesiastici potrebbe illuminarci: se l’azienda ospedaliera da tempo è costretta a lavorare con risorse inadeguate, che il più delle volte lasciano scoperte le spese per l’erogazione del servizio, questo potrebbe indurre l’ospedale a deporre le armi ancor prima di entrare in guerra.
Eppure, c’è qualcuno che questa guerra ha deciso di combatterla, perché la vicenda è molto più di un tecnicismo.
Se non si preserva un sistema che funziona, ma si sceglie di sacrificarlo per sostituirlo con un modello in evidente difficoltà, non si gioca solo coi numeri ma con la salute dei cittadini.
L’Asl avrebbe bisogno urgente di un adeguamento delle sue postazioni, piuttosto che di farsi carico di quelle a gestione esterna che fanno dormire sonni tranquilli ad un intero territorio.
Questo qualcuno lo vede chiaramente, al punto da far propria questa battaglia.
Da quest’altra parte della barricata si sono schierati i sindacati, con l’FP CGIL di Lecce (guidata dal Segretario Floriano Polimeno) in prima linea, ed alcune delle più riconoscibili voci del panorama politico locale.
SERGIO BLASI: «ACCANIMENTO CONTRO L’OSPEDALE DI TRICASE»
Il consigliere regionale Sergio Blasi, che ha preso parte alla seduta della terza Commissione precedentemente citata, ha sollecitato l’assente assessore Piemontese a presentare delle delucidazioni a riguardo.
Queste le sue perplessità: «Ritengo del tutto inopportuna e sbagliata la scelta di avocare integralmente all’Asl LE la gestione della postazione di Tricase, svolta finora in maniera adeguata, tutta a vantaggio dei cittadini. Questo sembra essere un accanimento contro l’Ospedale “Cardinale Panico” di Tricase, l’unico presidio esistente per un territorio che si estende fino al Capo di Leuca, che con i suoi oltre 400 posti letto e i suoi reparti di eccellenza, è parte integrante del Servizio sanitario regionale ed è integrato nella rete delle prestazioni tempo-dipendenti (ictus, infarti e traumi), con ottimi risultati per la sanità salentina. Perché farsi del male, senza considerare invece che i problemi di difficoltà del servizio per la scarsità di medici, di scarsa remunerazione e di precarietà del personale sanitario in servizio presso i Pronto soccorso, sono tutti in capo all’ASL?».
Sino a qui solo muri di gomma.
Ma in fin dei conti la risposta potremmo averla già sotto gli occhi.
Ricordate quanto detto in apertura (estratto della nota indirizzata dalla Regione all’Asl di Lecce): «La postazione di Tricase è già stata inserita nel bando relativo alla pubblicazione degli incarichi vacanti di emergenza territoriale 118, che verrà pubblicato a stretto giro».
In assenza di spiegazioni, l’unica a riecheggiare è la vox populi: assunzioni pubbliche fanno rima con campagna elettorale.
In fin dei conti, il silenzio è una confessione e le elezioni sono sempre la risposta a tutto.
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Appuntamenti
Tiggiano: Je te cerco scusa
Il carcere oggi: domani a Lecce e Tiggiano i due eventi della giornata dedicata al mondo penitenziario promossa dalla Cpo della Provincia. Nel capoluogo il convegno “Il carcere oggi tra stigma, ritardi normativi e prospettive riparative”; nel Capo di Leuca la rappresentazione della Compagnia “Stabile Assai”, la più antica di teatro penitenziario in Italia

Un incontro di approfondimento e confronto a Lecce, con esperti impegnati ogni giorno sul campo e uno spettacolo teatrale tematico a Tiggiano, a cura di Stabile Assai, la più antica compagnia di teatro penitenziario in Italia.
Sono i due eventi della giornata dedicata al mondo penitenziario, promossa dalla Commissione Pari opportunità provinciale, in collaborazione con la Provincia di Lecce e il Comitato provinciale di Lecce AICS (Associazione Italiana Cultura e Sport), in programma domani, giovedì 17 luglio.
«Due occasioni importanti che offriranno l’opportunità per informare e riflettere sulle condizioni di vita dei detenuti e sulle sfide che il sistema carcerario affronta, con l’obiettivo di creare un dialogo aperto e costruttivo sul tema, sensibilizzando le nostre comunità e promuovendo un approccio più umano e consapevole al sistema carcerario e ai suoi protagonisti», spiega Anna Toma, presidente della Cpo della Provincia di Lecce che, per il secondo anno consecutivo, dedica un focus alla tematica.
IL CONVEGNO A LECCE
Il primo appuntamento è il convegno dal titolo “A 50 anni dall’approvazione della legge sull’ordinamento penitenziario. Il carcere oggi tra stigma, ritardi normativi e prospettive riparative”, che si terrà a partire dalle ore 9.30 nell’Auditorium del Museo Castromediano, in viale Gallipoli, a Lecce.
L’iniziativa vuole offrire un’analisi sulla complessità della realtà penitenziaria e sulle difficoltà generate dall’etichettamento sociale, produttore di resistenze collettive nei confronti del reinserimento dei detenuti.
«A pochi giorni dall’anniversario dei 50 anni dall’approvazione della legge sull’ordinamento penitenziario in Italia, la n. 354 del 26 luglio 1975, è necessario evidenziare come, nonostante la legge mirasse a un trattamento più umano e rieducativo, il sistema carcerario italiano presenta diverse criticità e fallimenti. La realtà delle carceri italiane è caratterizzata da sovraffollamento, carenze strutturali, carenza di personale, difficoltà di reinserimento sociale dei detenuti e delle detenute e, spesso, violazioni dei diritti umani», evidenzia Anna Toma.
In apertura, sono previsti gli indirizzi di saluto di; Stefano Minerva, presidente della Provincia di Lecce; Anna Toma, presidente Cpo della Provincia di Lecce; Vito Pagano, presidente AICS Provincia di Lecce; Paola Pagano, consigliera dell’Ordine Psicologhe e Psicologi Regione Puglia; Antonio Tommaso De Mauro, presidente COA Lecce; Maria Luisa Serrano, presidente del Cpo Ordine Avvocati di Lecce; Alfonso Parente Stefanizzi della Commissione Diritto Sport COA Lecce.
I lavori saranno introdotti e moderati da Maria Mancarella, sociologa e garante delle persone private della libertà personale Comune di Lecce, che darà la parola ad alcune professionalità quotidianamente impegnate sui temi dibattuti: Giulio Bray, avvocato penalista del Foro di Lecce; Maria Pia Scarciglia, presidente dell’Associazione Antigone Puglia; Antonio Turco, coordinatore nazionale della Consulta “Persone private della libertà” del Forum del Terzo Settore; Alessandra Moscatello, psichiatra e già direttrice sanitaria del Carcere Borgo San Nicola di Lecce.
Il convegno ha ricevuto il patrocinio dell’Ordine degli Avvocati di Lecce, del CPO dell’Ordine Avvocati di Lecce, della Fondazione Vittorio Aymone, del Forum Nazionale Terzo Settore, dell’Associazione Antigone Puglia e dell’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi di Puglia. L’evento, inoltre, è accreditato dall’Ordine degli Avvocati di Lecce.
«Il convegno, dedicato al cinquantesimo anniversario della riforma penitenziaria e alla attualità della condizione detentiva, sempre più esplosiva e che sempre meno tutela la dignità umana dei detenuti», spiega Antonio Turco, responsabile delle attività culturali presso la Casa di reclusione di Rebibbia, nonché consigliere nazionale del Forum Nazionale Terzo Settore, «vuole essere una specifica testimonianza della importanza del lavoro di rete tra gli Enti locali, quali Commissione pari opportunità della provincia di Lecce, Provincia di Lecce e Comune di Tiggiano, privato sociale, (il Forum del terzo settore e l’AICS nazionale e provinciale di Lecce) e il mondo delle Istituzioni (Ufficio del garante dei detenuti e delle persone private della libertà personale del Comune di Lecce), per affrontare il problema principale dei detenuti: il poter contare su una accoglienza solidale da parte della società nel momento della loro dimissione dl carcere».
TEATRO PENITENZIARIO A TIGGIANO
Il secondo appuntamento della giornata di domani si terrà dalle 21, a Tiggiano, nella storica piazza De Francesco: andrà in scena lo spettacolo teatrale “Je te cerco scusa”, a cura della Compagnia di Teatro Penitenziario Stabile Assai di Roma, scritto e diretto da Antonio Turco.
La Compagnia “Stabile Assai” è la più antica compagnia di teatro penitenziario in Italia, fondata dall’educatore Antonio Turco, all’interno della Carcere di Rebibbia.
Ancora oggi, a distanza di 40 anni il gruppo è diretto dal suo fondatore ed è composta soprattutto da ex detenuti, da personaggi del teatro e dell’ambito musicale romano.
Oltre ad essere il più antico gruppo di teatro penitenziario italiano, viene considerato come principale espressione del teatro dell’auto narrazione, con il diretto contributo dei detenuti alla stesura del testi.
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