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Miggiano

Calcio: anche a Miggiano c’è un’aquila che vola

L’aquila biancoblu vuol tornare a volare. Più in alto che può. In paese il calcio è rinato e per il secondo anno consecutivo l’A.S.D. Ludo Miggiano sarà iscritta

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L’aquila biancoblu vuol tornare a volare. Più in alto che può. In paese il calcio è rinato e per il secondo anno consecutivo l’A.S.D. Ludo Miggiano sarà iscritta al campionato di 3^ Categoria. Sacrifici e passione covano profondi dietro la novella Società, nata nell’estate del 2005 dalle ceneri dell’U.S. Miggiano, che in quello stesso anno disputò il torneo di 1^ Categoria prima di cedere il titolo sportivo al Martano. Per quattro lunghe stagioni, il pallone non ha più rotolato sul polveroso campo del piccolo centro salentino, da sempre legato ad un Club la cui scuola, sin dal 1984, presenta ininterrottamente tutte le varie categorie ai tornei giovanili. Il nuovo sodalizio ha rappresentato il chiaro momento della svolta: tutto il movimento ha ripreso linfa, consentendo di poter mettere alle spalle anni di buio pesto, anche attraverso la messa a norma del “G. Palma”, il campo comunale ristrutturato a dovere. A condurre le redini societarie sono i fratelli Zippo: Giampiero, il presidente, e Luca, il direttore sportivo, il quale ultimo si coccola questa creatura ma preferisce mantenere, almeno per l’avvio di stagione, un basso profilo: “Dopo il difficile campionato della passata stagione”, spiega il diesse, “c’è cauto ottimismo per quello che rappresenta un nuovo passo in avanti del nostro progetto. Non ci lasciamo andare a facili promesse, ma di sicuro puntiamo ad un torneo “onesto”, provando a giocarcela su ogni campo domenica dopo domenica. L’anno scorso abbiamo avuto dalla nostra una grande tifoseria e spero che la fiducia dei supporters sia rinnovata”. Oltre ai fratelli Zippo, della Società fa parte anche il vice presidente Antonio Martire, mentre la panchina è stata affidata a Donato Cosi, allenatore esperto e grande conoscitore dell’ambiente miggianese: il suo credo è la coesione del gruppo. Nello staff tecnico figurano anche Rocco Cacciatore nel ruolo di preparatore dei portieri e Remo Giangreco come collaboratore. A fine ottobre il via al campionato e la rosa è ormai completa. Volti nuovi in tutte le zone del campo, dal portiere Vito Ruggieri al difensore Jonathan Vuono (ristabilitosi dopo la rottura dei legamenti), passando per il mediano Matteo Scarlino e gli attaccanti Sergio Annesi, Marco Arghirò e Antonio Petracca, quest’ultimo indimenticato goleador ai tempi della promozione in 1^ Categoria. Inoltre nell’organico figurano Cristian Coppola, Mino Maggio, Giuseppe Bello, Francesco Garzya, Antonio Martire, Ippazio Cacciatore oltre ai sette preziosi under cresciuti nella scuola calcio miggianese: il già citato Arghirò, Pierluigi De Santis, Antonio Fracasso, Luigi Bramato, Carmine Giangreco, Daniel Hasanay, Cristian Merico ed Alberto Massaro. “Abbiamo registrato conferme importanti ed ottimi acquisti”, commenta Luca Zippo, “con i mezzi a disposizione puntiamo a costruire una nuova bella realtà, ripartendo dall’esperienza maturata nella passata stagione”.


Giorgio Coluccia

Attualità

Le scarpe con cui il Papa è stato sepolto vengono da Miggiano

Francesco ha voluto che fossero quelle che indossava tutti i giorni: al suo funerale, gli occhi del mondo su quel prodotto dell’artigianalità salentina

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Miggiano e tutto il Salento entrano nella storia di Papa Francesco, in uno dei momenti più solenni e commoventi della Chiesa cattolica.

Oggi, in occasione dei funerali del Santo Padre, il mondo intero ha posato lo sguardo su un dettaglio carico di significato: le scarpe con cui Papa Francesco ha scelto di essere sepolto.

Il Pontefice infatti ha espresso il desidero di portare con sé nell’aldilà le sue umili scarpe di tutti i giorni. Ecco infatti che nelle foto che hanno fatto il giro del mondo si scorge quel paio di scarpe nere, consumate dall’utilizzo.

Un dettaglio che per il Salento ha un valore enorme, perché quelle scarpe sono nate a Miggiano.

Ne dà notizia il Comune in una nota in cui spiega che sono state realizzate nell’aprile 2024 dal Laboratorio Ortopedico Bello srl. Opera dei fratelli Vittorio e Giuseppe Bello (che negli anni hanno sempre recapitato di persona al Santo Padre il loro prodotto), le calzature ortopediche sono testimonianza di dedizione e di mani esperte che, nel silenzio dei laboratori, hanno creato qualcosa di infinitamente prezioso.

Il Comune di Miggiano ha espresso con orgoglio questo sentimento in una nota ufficiale:

“Papa Francesco porta con sé un pezzo di Miggiano e così ci sentiamo a lui ancor più vicini. La Comunità di Miggiano è onorata di aver offerto al Pontefice il pregio del proprio artigianato locale.”

Non si tratta solo di un onore per Miggiano, ma di un vero tributo all’intero Salento, terra di saperi antichi, di mani sapienti, di tradizione artigiana che riesce ancora a parlare al mondo con la lingua della qualità e della cura.

In un’epoca di globalizzazione e produzione industriale di massa, il fatto che il Papa abbia scelto — per il momento più intimo e sacro della sua esistenza terrena — delle scarpe fatte a mano in un piccolo comune salentino, ha un significato immenso. È la consacrazione di un modo di lavorare autentico, umano, profondamente radicato nella nostra identità.

Oggi le immagini del Santo Padre, vestito con la semplicità che l’ha sempre contraddistinto, e calzato con quelle scarpe di Miggiano, hanno fatto il giro del mondo.

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Cronaca

Miggiano, il ricordo di Abdoulay

A un anno dalla sua morte, i ragazzi della scuola media protagonisti di una cerimonia commemorativa in onore del giovane migrante proveniente dalla Costa d’Avorio, deceduto tragicamente un anno fa, nel giorno del suo quindicesimo compleanno, nel porto di Tricase. Un omaggio alla bontà e alla gentilezza

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Un momento di grande commozione e partecipazione ha unito  studenti e insegnanti della scuola media di Miggiano in una cerimonia commemorativa in onore di Abdoulay Sountura, giovane migrante proveniente dalla Costa d’Avorio, deceduto tragicamente un anno fa nel giorno del suo quindicesimo compleanno, annegando nel porto di Tricase.

Arrivato in Italia con il sogno di trovare fortuna, pace e serenità, Abdoulay ha affrontato il viaggio con coraggio e determinazione.

La sua bontà, la sua gentilezza e la sua contagiosa gioia di vivere hanno lasciato un’impronta indelebile nei cuori di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo.

Anche nei momenti più difficili, il suo sguardo e i suoi sorrisi trasmettevano gratitudine verso chi lo aveva accolto e amato.

La comunità scolastica ha dimostrato di essere unita nel ricordarlo.

In un tributo caratterizzato da semplicità e partecipazione sincera, gli studenti hanno condiviso pensieri profondi e ricordi preziosi, rendendo vividi i momenti di gioia vissuti insieme a lui.

La commozione era palpabile sui volti dei presenti, segno di un legame che trascende il tempo e la morte.

«La memoria di Abdoulay vive in noi, ispirandoci a essere più gentili, più grati e a vedere la bellezza nelle piccole cose della vita», ha dichiarato una delle insegnanti, «eri un ragazzo di una bontà rara, capace di illuminare le giornate di chi ti stava accanto, la tua gioia di vivere era contagiosa, riuscivi ad esprimere gratitudine per ogni gesto d’amore e di accoglienza  che ti veniva rivolto, ricambiando con una generosità che andava oltre la tua giovane età. Sei stato un esempio per tutti questi ragazzi che oggi sono qui a testimoniare il loro affetto e la loro amicizia, costruita tra i banchi di scuola, hai insegnato loro il coraggio, la determinazione e la forza di superare ogni ostacolo che la vita ci presenta».

«La commemorazione è stata una testimonianza dell’affetto e della forza dei legami che la scuola media di Miggiano sa mantenere», aggiunge la professoressa, «dimostrando quanto sia importante celebrare la vita e l’eredità di chi, anche se giovane, ha saputo lasciare un segno indelebile. Il ricordo di Abdoulay continuerà a essere un faro di speranza e amore per tutta la comunità».

Abdoulay Sountura, «un giovane il cui cuore grande e il sorriso indimenticabile vivranno per sempre nei cuori di chi lo ha conosciuto».

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Cronaca

A fuoco nella notte furgone in officina

Era fermo in sosta a Miggiano dinanzi ai locali dell’attività dove era stato portato per una riparazione. Il rogo ha interessato anche un’altra vettura e le pareti degli immobili nelle vicinanze

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Mezzo in fiamme nella notte a Miggiano (immagine di repertorio).

All’ 01:30 circa una squadra del Comando dei Vigili del Fuoco, dal Distaccamento di Tricase, è intervenuta nel Comune di Miggiano in via Giuseppe Mazzini per l’incendio di un Citroen Belingo.

Il mezzo, affidato a un’autofficina per riparazioni, è stato completamente distrutto dalle fiamme. Era parcheggiato di fronte all’ingresso dell’officina stessa.

Le fiamme hanno inoltre provocato danni alla facciata dell’edificio e a un portoncino. Per irraggiamento, si sono verificati lievi danni anche a un’autovettura marca Dacia Logan, parcheggiata nelle immediate vicinanze.

L’intervento della squadra dei VV.F. è valso ad impedire l’ulteriore propagarsi delle fiamme, limitando i danni ad altre strutture ed automezzi e scongiurando pericolo per la pubblica e privata incolumità.

Sul posto sono intervenuti i Carabinieri della Stazione di Alessano.

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